Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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"Nostra
prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da
osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché
una strada lunga alcune miglia l’attraversa dalla porta inferiore a
quella superiore, ossia dalla marina sino al monte, ed è a sua volta
incrociata da un’altra pressappoco a metà, dimodoché ciò che si trova
su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al
contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto
solo con l’aiuto d’una guida".
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Vorrei ricordare quel che recita l’articolo 18 della Dichiarazione
universale dei diritti umani approvata dall’ONU il 10 dicembre 1948:
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di
religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o
di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia
in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo
nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei
riti.” Purtroppo non farei qui fatica a elencare i numerosi luoghi in
cui questo articolo viene normalmente disatteso.
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele |
Anche
per l’anno accademico 2014-2015 l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e la Fondazione Raffaele Cantoni tornano a offrire borse di
studio per ragazzi italiani che intendono sostenere un progetto di
formazione nello Stato di Israele.
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Incontro Peres - Mazen
l'8 giugno in Vaticano
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Non
vuole essere un vertice politico ma un “momento comune di preghiera per
la pace”. L’appuntamento è per il prossimo 8 giugno quando il
presidente di Israele Shimon Peres incontrerà in Vaticano papa
Bergoglio e con lui il presidente dell’Autorità nazionale palestinese
Abu Mazen. Dopo l’annuncio durante il viaggio del papa in Medio Oriente
della volontà di organizzare questo incontro, è arrivata dunque la
conferma della presenza di Peres e Mazen sul soglio pontificio. “Sarà
un incontro di preghiera – aveva voluto precisare durante il volo di
ritorno Bergoglio, come riportano tra gli altri Corriere della Sera e
Repubblica – non sarà per fare una mediazione o cercare soluzioni, no.
Ci riuniremo a pregare, soltanto”. “Prima alla Messa a Betlemme poi
all’arrivo a Tel Aviv – scrive l’Avvenire in riferimento al papa – ha
invitato Abu Mazen e Peres offrendo ‘la sua casa’ in Vaticano per
pregare insieme per la pace, alla presenza anche di un rabbino e di un
religioso musulmano”.
Su iniziativa di Gabriele Nissim, presidente dell’Associazione Gariwo,
anche la Polonia inaugurerà un Giardino dei Giusti per ricordare le
vittime del totalitarismo. Marek Edelman, Jan Karski, Magdalena
Grodzka-Guzkowska, uomini e donne a cui Varsavia renderà omaggio con la
piantumazione di un albero. Come riporta il Corriere, infatti, il
prossimo 5 giugno “ il Giardino comincerà a esistere nel quartiere di
Wola, vicino al luogo in cui sorgeva il Ghetto, e sarà frutto della
collaborazione tra l’associazione Gariwo e il Comitato per il Giardino
dei Giusti di Varsavia”. “Un monito all’Europa – spiega Nissim –
affinché combatta ogni forma di razzismo, ogni ideologia totalitaria”.
“Un’azione legale nei confronti dell’estremista di destra Roberto
Jonghi Lavarini e della trasmissione televisiva di Mediaset”. L’Unità
riporta la decisione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna di prendere duri provvedimenti contro le
vergognose affermazioni del militante di estrema destra, andate in onda
nella puntata conclusiva de Le Iene su Italia 1, e contro il programma
stesso perché “di fronte a milioni di spettatori si è fatto cassa di
risonanza di deliranti farneticazioni neonaziste”, ha affermato
Gattegna.
I cori ebraici d’Europa. Al via ieri sera al Teatro Argentina di Roma
la manifestazione internazionale dedicata ai cori ebraici con presenze,
oltre ai padroni di casa del coro HaKol di Roma (cui associazione
festeggia il ventennale dalla nascita), di ensemble da Londra, Berlino,
Vienna, San Pietroburgo e Leopoli. La partecipazione del coro ucraino,
vista la difficile situazione in patria, è stata a lungo a rischio ma
“è scattata la solidarietà del ‘popolo del festival’ e alla fine grazie
anche ai social network e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane i
problemi sono stati risolta” (Unità).
“I graffiti sul muro di Betlemme erano un messaggio al papa”. Maurizio
Molinari su La Stampa intervista uno degli autori delle scritte
comparse a Betlemme e di fronte a cui papa Bergoglio si è fermato in
raccoglimento. L’uomo si chiama Mohammed Lofti, detto Habashi,
militante di Al Fatah che ha come modello l’ex leader palestinese
Yasser Arafat. Solita la retorica adottata da Habashi per spiegare la
situazione tra israeliani e palestinesi, con il vergognoso accostamento
dei primi ai nazisti e con la distorsione della storia che vedrebbe i
secondi come i combattenti del ghetto di Varsavia.
Ampio spazio nelle pagine romane del Corriere e del Messaggero alla
personale del noto artista israeliano Tsibi Geva, protagonista fino al
14 settembre al Macro di Testaccio. “Gestualità, segni di grandi
dimensioni, a volte ripetuti e aggressivi quasi a voler aggredire le
tele – scrive il giornalista Edoardo Sassi del Corriere – ma questi
«lampi» non sono mai del tutto disgiunti da una sua riflessione su
cultura, politica, filosofia e mistica, ponendo al centro del suo
lavoro l’esplorazione della propria identità e quella del suo paese”.
La mostra è sostenuta dall’Ambasciata d’Israele in Italia e dalla
Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti.
“La Memoria – lo sappiamo bene tutti – è un esercizio necessario per
una democrazia compiuta e per una buona convivenza civile. Coltivare il
ricordo e i valori di chi ha messo in gioco la propria vita per
battersi contro una dittatura e un’occupazione è, aggiungerei, un
obbligo. Ma fin qui siamo alle parole e alle buone intenzioni. Il vero
punto è quando si passa ai fatti”. La riflessione di Paolo Conti sul
Corriere della Sera che, rispondendo a una lettrice indignata per
l’ennesimo sfregio alla targa del Parco della Resistenza di Porta San
Paolo dedicata alle donne cadute l’8 settembre, sottolinea il silenzio
delle autorità e associazioni di fronte all’episodio.
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pagine ebraiche presente con mercati e valori
Trento, crescita e bene comune
Il Festival attende Matteo Renzi
Il
dibattito sul futuro economico dell'Italia, dell'Europa, e non solo,
passa per le pendici del monte Bondone. Il Festival Economia di Trento
è infatti oramai uno snodo indispensabile per chi vuole confrontarsi
con il domani della nostra società. Ne è una dimostrazione la presenza
del primo ministro italiano Matteo Renzi, che domenica salirà sul palco
per confrontarsi con il tema di quest'anno della rassegna trentina:
“Classi dirigenti, crescita e bene comune” (intervistato dal
giornalista Enrico Mentana). Il premier non ha voluto dunque mancare
alla nona edizione del Festival, inaugurato poche ore fa e a cui, per
la seconda edizione consecutiva, partecipa anche Pagine Ebraiche. Il
giornale dell'ebraismo italiano è infatti in distribuzione nei
principali luoghi dove si svolge la rassegna, offrendo una prospettiva
ebraica sui grandi temi di attualità politica ed economica, con un
dossier dedicato dal titolo “Mercati e valori” (scaricabile qui).
Uno spazio in cui dare voce anche ad alcuni dei grandi protagonisti del
Festival di Trento, come Alan Krueger, consigliere economico del
presidente americano Barack Obama, intervistato da Pagine Ebraiche e
ospite oggi della rassegna. O ancora per dare risalto alla visione
ebraica di leadership attraverso le parole di alcuni rabbanim. Oppure
alle preoccupazioni per un Europa che Tito Boeri, curatore scientifico
del Festival, ha definito questa mattina - nell'arco della conferenza
di presentazione dell'iniziativa - “acefala e popolata da
euroscettici”, situazione su cui nel dossier riflette il politologo
Marc Lazar, ospite in questi giorni a Trento. La retorica populista
attecchisce, favorita da una crisi economica da cui l'Italia sta
cercando di uscire – come racconteranno il premier Renzi, il suo
ministro per l'Economia Pier Carlo Padoan e il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio – una crisi a cui
nel nostro Paese risponde c'è chi risponde con la solidarietà e con
l'assistenza come accade a Roma grazie all'impegno della Deputazione
Ebraica. “Dare” è il motto che guida il presidente dell'ultracentenaria
organizzazione romana Piero Bonfiglioli, che invita a superare gli
egoismi personali. E l'ottica è quella ebraica, un agire per l'altro
dettato dalla tzedakah, intesa come giustizia sociale. “La tzedakah è
una presa di responsabilità come individuo – spiega su Pagine Ebraiche
il professore Moses Pava - Non è solo il gesto di lasciare a qualcuno
dei soldi. Non è il semplice dare ma indica il costruire”. Costruire è
anche la filosofia del Festival di Trento, nato come spazio di
dibattito da cui far nascere idee concrete per il futuro. E anche
questa nona edizione si propone, con un contributo ebraico, di farlo.
Daniel Reichel
(Foto di Giovanni Cavulli)
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israele
Peres,
Abu Mazen e il Vaticano
un incontro per sperare nella pace
L'8
giugno il presidente di Israele Shimon Peres e il leader dell'Autorità
nazionale palestinese Abu Mazen si incontreranno in Vaticano. Entrambi
hanno infatti accettato l'invito di papa Jorge Bergoglio (nell'immagine
con il presidente Peres durante la recente visita del pontefice in
Israele) a partecipare a una preghiera per la pace in Medio Oriente.
Una pace che sembra ancora lontana, a giudicare da quanto accaduto a
poche ore dalla conferma dei due presidenti della loro presenza
vaticana. Nelle prime ore di venerdì infatti la polizia israeliana è
riuscita a sventare un attentato terroristico, fermando nel nord della
Cisgiordania (presso il collegamento Tapuach) un uomo con il busto
coperto di esplosivi. La cintura dell'attentatore, residente a Nablus,
è stata fatta detonare dagli artificieri e la zona è stata messa in
sicurezza. Ad attirare immediatamente l'attenzione degli uomini del
battaglione Alon, il fatto che il sospetto vestisse un cappotto in una
giornata molto calda. L'uomo ha confessato le sue intenzioni ma, stando
a quanto riportano i media israeliani, non è chiaro quale fosse il suo
piano. Era da un anno, ha dichiarato il colonnello dell'Idf Peter
Lerner, che non veniva arrestato un attentatore suicida.
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Una
speranza da cui ripartire
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Il
dolore per la strage di Bruxelles ci ha costretti a mettere in secondo
piano i risultati del voto europeo, e in particolare di quello
italiano. Ma nella cultura ebraica non c’è mai il dolore senza la
ricerca di una consolazione, di uno spiraglio verso il futuro. Echà, il
libro delle Lamentazioni, si conclude con parole di speranza; Geremia,
proprio quando gli ebrei stanno per andare esuli in Babilonia, acquista
un campo, perché “in questo paese si compreranno ancora case, campi e
vigne”.
Anna Segre, insegnante
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L'Yiddishkeit
di Malmud |
Non
ho neanche io ben chiaro il perché, di fronte ai vari scrittori
conosciuti nell'arco di ventisei anni, Bernard Malamud abbia lasciato
nella mia formazione letteraria un'impronta talmente durevole, forse
superiore rispetto ad altri.
Francesco Moises Bassano, studente
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La
cerniera |
"Femminile
e plurale" è stato il tema proposto quest'anno dall'associazione Sounds
good per il suo 4° convegno "Donne e Religioni". Tante voci a confronto
hanno tessuto così un percorso sul femminile che, nelle sue varie forme
nella storia delle diverse culture, fa da cerniera, in fondo, in modo
consapevole o inconsapevole, tra tanta diversità.
Ilana Bahbout
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