Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Un
mirabile commento del Talmùd (Shabbàt 88 a) mette in evidenza come la
comparsa dell’articolo determinativo davanti al numero ordinale, ha
shishì, il sesto ... ( Bereshìt, 1; 31), fa del sesto giorno della
creazione un giorno particolare e determinato, che la Tradizione
riferisce al 6 di Sivàn, giorno di Shavuòt in cui si celebra il dono
della Torah.
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Dario
Calimani,
anglista
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Leggo
su Moked: ‘A sorpresa intanto sul Giornale Magdi Allam scrive che
l’Europa potrà risollevarsi “solo con l’asse Le Pen-Farage”’. A
sorpresa? Sorpresa di chi? Non lo si era forse capito da tempo che
Magdi Allam nutre questo genere di pensieri elevati? questo genere di
sentimenti liberali?
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele
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Anche
per l’anno accademico 2014-2015 l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e la Fondazione Raffaele Cantoni tornano a offrire borse di
studio per ragazzi italiani che intendono sostenere un progetto di
formazione nello Stato di Israele.
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Quello jihadista
della porta accanto |
Altri
quattro arresti in Francia per l’attentato al museo ebraico di
Bruxelles. Ad emergere, stando alle prime valutazioni delle forze di
sicurezza, è l’esistenza di una vera e propria filiera jihadista che
avrebbe cooperato nella pianificazione e nella realizzazione della
strage. Nella capitale belga la manifestazione di solidarietà di una
delegazione del World Jewish Congress con incontri al vertice
finalizzati a mettere pressioni ai governi europei sul tema
dell’antisemitismo. A testimoniare l’impegno dell’ebraismo italiano in
questa sfida di drammatica attualità il presidente UCEI Renzo Gattegna.
“L’arresto del probabile attentatore, le dinamiche che sembrerebbero
emergere in modo inquietante sullo sfondo dei drammatici fatti di
Bruxelles – ha affermato Gattegna in una dichiarazione riportata tra
gli altri dall’Unità – sono la prova di quanto sia imprescindibile, da
parte di tutti, prendere coscienza del pericolo che ci troviamo di
fronte e investire con forza in iniziative volte a difendere e mettere
in sicurezza tutti i cittadini d’Europa”. Suscita intanto notevoli
inquietudini l’approfondimento di Pietrangelo Buttafuoco, che per
Repubblica ha raccontato la vita del 32enne pugliese Kamal, combattente
tra l’Italia, l’Inghilterra e la Siria e che viene definito – con
formulazione particolarmente efficace e allo stesso tempo angosciante –
“lo jihadista della porta accanto”.
Alla vigilia delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della
Liberazione di Roma si risolve finalmente il caso relativo alla
conservazione delle ceneri dei partigiani Rosario Bentivegna e Carla
Capponi. L’intervento del presidente del Museo storico della
Liberazione di via Tasso Antonio Parisella ha infatti evitato la
dispersione delle stesse nel Tevere (Dino Messina sul Corriere della
sera). Con 24 ore di anticipo rispetto all’anniversario, in
considerazione della concomitante festività di Shavuot, solenne
cerimonia – per il quinto anno consecutivo – al Tempio Maggiore della
Capitale. Insieme agli ambasciatori dei paesi che contribuirono alla
liberazione della città, la parola andrà anche ad alcuni testimoni
oculari dei fatti. Un ricordo sarà dedicato anche a Ughetto Forno, il
dodicenne che il 5 giugno del 1944 perse la vita nel tentativo
(riuscito) di impedire ai tedeschi la distruzione del ponte ferroviario
sull’Aniene (Repubblica, Paolo Brogi nel suo blog). “È da cinque anni
che teniamo questa cerimonia, ma i 70 anni sono un momento particolare”
sottolinea il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo
Pacifici. Cosa rappresentarono quelle ore per un perseguitato che
vedeva la fine del proprio incubo è il 79enne Giacomo Limentani a
raccontarlo in una significativa intervista a firma di Gabriele Isman
su Repubblica. “I documenti falsi – spiega l’intervistato – ce li aveva
dati un sacerdote, don Barbieri, che aiutò tonnellate di persone. Andai
a ritirare io vicino via Goito la carta d’identità di mia madre: la
aprii, ed era quella di un amico di famiglia. Cosi sapemmo che era
vivo”. Il 4 giugno Limentani avrebbe gioito del ripristino della
libertà nel convento-pensionato delle suore di Ravasco affacciato su
piazza di Spagna. Nello stesso istituto, sottolinea Isman, un
giovanissimo Renzo Gattegna con la madre.
Sul versante politico proseguono le trattative tra i vertici del
Movimento Cinquestelle e la destra populista ed euroscettica
dell’inglese Nigel Farage in vista di un accordo in sede europea.
“Beppe Grillo è un intrattenitore, una persona divertente, un uomo
appassionato e abbiamo punti in comune molto forti. Perché ciò che
l’Europa e i governi nazionali stanno facendo – ha affermato Farage,
più volte accusato di comportamenti razzisti – è togliere alla gente il
potere di determinare il loro futuro. È contro questo approccio che c’è
un accordo molto forte” (Il Fatto Quotidiano, tra gli altri).
Per quanto riguarda il Medio Oriente continua a far discutere il
governo di unità nazionale proclamato ieri a Ramallah con la
collaborazione di Fatah e Hamas mentre, nelle stesse ore, nuovi colpi
di mortaio venivano sparati dalla Striscia di Gaza verso Israele.
Scrive Davide Frattini sul Corriere: “I palestinesi hanno un nuovo
governo che per metà è come quello vecchio, cambia nel nome e negli
intenti: rappresenta la ritrovata unità tra il Fatah del presidente e
Hamas che dal 2007 ha dominato la Striscia di Gaza. La concordia è
ancora fragile, hanno litigato fino all’ultimo, rischiano di non
smettere”. Di “inquietante compromesso” parla Fiamma Nirenstein sul
Giornale.
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israele
A giorni il nuovo Presidente
A
una settimana dalla data fissata per le elezioni del nuovo presidente
dello Stato d’Israele (il 10 giugno, per mano dei 120 deputati della
Knesset a scrutinio segreto) si delinea il quadro in cui l’appuntamento
si svolgerà. Alto il numero di candidati (per presentarsi era
necessario aver raccolto le firme di almeno dieci parlamentari): il
successore di Shimon Peres verrà scelto tra l’ex speaker della Knesset
Reuven Rivlin (Likud), Binyamin Ben-Eliezer, laburista già titolare di
diversi ministeri, Dalia Yitzik, prima donna a presiedere il Parlamento
israeliano (2006-2009) da esponente del partito centrista Kadima dove
era approdata dal Labor, Meir Sheetrit, parlamentare del centrista
Hatnua già membro di vari governi, l’ex giudice della Corte suprema
Dalia Dorner, lo scienziato e Premio Nobel per la Chimica Dan Shechtman.
Analisti e stampa indicano in Rivlin il più probabile vincitore, a
maggior ragione dopo il sofferto endorsement del primo ministro
Benjamin Netanyahu.
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qui roma - 4 giugno 1944
Quando a Roma riaprì il Tempio
Libertà.
Una conquista dopo la brutalità del nazifascismo. Un valore fondante
della nostra democrazia. Un principio da difendere contro chi,
nonostante le tragedie del passato, cerca di minacciarlo. Raccolti
davanti al Tempio Maggiore della Capitale, gli ebrei romani, i loro
concittadini, le autorità hanno ricordato questa mattina la liberazione
di Roma da parte degli alleati e la riapertura, quello stesso 4 giugno
1944, del Tempio Maggiore della città. Un momento simbolo per l'Italia
intera, celebrato dalla più antica Comunità della Diaspora, rendendo
onore a coloro che a spese della propria vita si batterono per Roma,
per la sua liberazione dal nazifascismo. “Gli ebrei celebrano da oltre
30 secoli Shavuot (che cade domani), la festa che ricorda il dono della
Torah. Ancora oggi, non dimentichiamo quell'evento. E così non deve
accadere per le feste civili come questa. La memoria di ciò che accadde
settant'anni fa non deve essere corta”, il monito di rav Riccardo Di
Segni, rabbino capo di Roma, nel corso della cerimonia, aperta dalle
parole del presidente della Comunità ebraica della Capitale Riccardo
Pacifici e a cui sono intervenuti il sindaco di Roma Ignazio Marino e
il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. A richiamare alla
mente quei giorni di settant'anni fa, i ricordi dei testimoni Cesare
Anticoli e Franco Forno. Le celebrazioni, introdotte da Ruben Della
Rocca, assessore ai rapporti istituzionali della Comunità di Roma,
hanno visto rendere onore alle bandiere di Canada, Francia, Israele,
Italia, Regno Unito e Stati Uniti, con la presenza dei rispettivi
ambasciatori e le note degli inni nazionali suonate dalla banda
dell'esercito italiano. Leggi
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qui roma - 4 giugno 1944
Gli ebrei romani ricordano
4 giugno 1944-4 giugno 2014. Sul sito www.memoriebraiche.it,
nato come progetto per la conservazione della memoria storica
dell’ebraismo romano, le testimonianze dalla viva voce di chi ha
vissuto in prima persona quella giornata storica che segnò la fine
della dittatura fascista e dell’occupazione nazista che tanti lutti
aveva procurato agli ebrei della Capitale. “La memoria e le emozioni di
un giorno indimenticabile, che vanno oltre la storia e si fondono con
essa. Questo l’obiettivo di memoriebraiche, un lavoro unico nel
panorama culturale ebraico italiano”, afferma la direttrice del Centro
di Cultura Ebraica Miriam Haiun. L’iniziativa ha il supporto dell’Otto
per Mille UCEI.
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Il dilemma degli ebrei laici |
Gli
ebrei “laici” si trovano oggi di fronte a tre sfide di grande portata:
come garantire la continuità della vita ebraica senza il forte traino
delle mizvoth, o comunque facendo meno affidamento sui precetti
religiosi? Su che basi definire il loro canone culturale se non si
considera sufficiente la tradizione biblica? Come porsi di fronte al
nuovo antisemitismo? A un livello profondo, il rapporto con Israele non
costituisce, secondo me, una grande questione culturale. Si litiga, ci
si divide, ma in fondo ognuno di noi è preoccupato, a modo suo, per il
destino di Israele, e cerca di supportarlo come può.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Tre appunti sul libro di Meotti |
Da
quell'insegnante pensionato che sono, ho l'abitudine di leggere i libri
che voglio commentare. Ho così ritardato la recensione del libro di
Giulio Meotti, "Ebrei contro Israele" (Belforte, 2014) che ha suscitato
forti reazioni di intellettuali ebrei in Italia. Il ritardo ha avuto il
vantaggio di permettermi di vedere la meditazione di Papa Francesco
sulla lapide che ricorda i nomi degli israeliani - sono circa 2500 -
vittime del terrorismo arabo. La frase "Martiri Israeliani del
Terrorismo" è anche il titolo di un precedente libro di Meotti. Che io
sappia è l'unico scritto da un giornalista non ebreo che abbia ricevuto
un premio in Israele, tradotto in tre lingue e che non sembra aver
suscitato particolare interesse in Italia, confermando che i silenzi
sono alle volte più significativi delle critiche strillate sulle pagine
dei giornali.
Vittorio Dan Segre, Il Foglio
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