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22 giugno 2012 - 24 Sivan Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"La domanda di un sapiente è già mezza risposta". Nella domanda stessa è presente metà della risposta; ma senza una domanda, anche se venisse data una spiegazione, la spiegazione non sarebbe una spiegazione.'
(Rabbi Yerucham Levi Leiwovitz di Mir)
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Sabato 28 giugno, a Sarajevo, in occasione del centenario dell’evento che segnò la causa scatenante della prima guerra mondiale, si riaprirà la Biblioteca nazionale, bombardata e distrutta dall’esercito serbo-bosniaco tra il 24 e il 25 agosto 1992. Sarà una riapertura simbolica perché i lavori non sono ancora finiti. Non importa. È significativo che la memoria di un vuoto trovi il suo simbolo nei libri e nella possibilità di riaverli tra le mani. Forse è anche questo un modo per rispondere alla domanda se i libri hanno un futuro.
Il boicottaggio dei presbiteriani
Nonostante la spaccatura evidenziata dal risultato del voto (310 a 303) alla fine i presbiteriani americani hanno optato per il boicottaggio di Israele. Il Corriere della Sera spiega come nonostante le organizzazioni ebraiche americane nelle scorse settimane abbiano tentato di tutto per convincere la Chiesa presbiteriana statunitense a modificare la propria posizione, il risultato della votazione è chiaro e in un documento uno degli esponenti ha dichiarato “Continuiamo a essere impegnati per Israele e per il suo diritto di esistere, ma siamo preoccupati per l’occupazione e riteniamo che Israele possa fare meglio”.

Le accuse formulate dal pubblico ministero nei confronti di 13 adepti del sito neonazista Stormfront (Repubblica Roma) sono pesanti: si va dalla “partecipazione e assistenza a un gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi” alla “diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico e incitamento a commettere atti di violenza e/o provocazione alla violenza”. Dopo la condanna dei 4 fondatori del sito, per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale, che ha riconosciuto il reato associativo per crimini commessi sul web, sono ora i tredici imputati, rinviati a giudizio diretto, erano nascosti dietro pseudonimi, ma questo non ha impedito alla procura della repubblica di Roma di risalire alla loro identità.

A Roma il sit-in di protesta di alcuni associazioni animaliste si è trasformato in una rissa e l’edizione romana del Corriere della Sera titola “Ebrea insultata dagli animalisti. E al Pantheon scoppia la rissa”. Il vecchio stereotipo della lobby ebraica ha scatenato la reazione di Laura Piperno che ha dichiarato: “Gli animalisti mi hanno circondata, una di loro mi ha strattonato e un uomo mi ha torto il braccio dietro la schiena, ma io non ho mollato”. Diversa la versione degli animalisti: “improvvisamente una donna ha aggredito i manifestanti con estrema violenza, strappando gli striscioni e insultando i presenti. A nulla sono serviti i tentativi di calmarla: la situazione è degenerata e una volontaria è stata presa a calci e ferita”. Il Tempo riporta anche che esistono delle riprese video della protesta degli animalisti contro le botticelle e della  rissa, e che dopo la discussione la piazza si è letteralmente divisa in due fronti.
Sul Messaggero la “storia quasi inverosimile” di una paziente dimenticata in bagno senza respiratore da un’infermiera dell’Ospedale Israelitico riporta le dichiarazioni della figlia che, a distanza di tre anni, racconta di aver scoperto cosa era successo e quindi sporto denuncia solo a funerali avvenuti. Nonostante il drammatico errore commesso dall’operatrice sanitaria, che ha portato alla morte della paziente, l’intervistata dichiara che “All’Israelitico hanno sempre curato mia madre nel migliore dei modi, erano affettuosi e presenti”. E aggiunge: “Quella donna non la conosco, non la posso giudicare come persona, so solo che il suo dovere era quello di assistere mia madre. E invece l’ha abbandonata. Questo atteggiamento andrebbe punito”.

Su La lettura del Corriere della Sera Daria Gorodisky scrive della mostra “La Brigata Ebraica in Italia, 1943-1945”, riproposta a Roma dalla Casa della Memoria e della Storia fino al 25 luglio. Un’opportunità per quanti vanno in piazza il 25 aprile ad aggredire le bandiere della Jewish Brigade: per la giornalista “una breve visita potrebbe fruttare un po’ di ‘canoscenza’. Quella invocata da Dante per essere uomini”.
Sull’edizione romana, il Corriere della Sera annuncia lo spettacolo “I love Libya”, presentato dalla Comunità Ebraica di Roma in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato e del 47esmio anniversario della cacciata degli ebrei dalla Libia.

Su La Stampa Alain Elkann intervista il regista Amos Gitai, in partenza per Edimburgo dove presiederà la giuria del Festival del Cinema, mentre è in postproduzione il suo ultimo film, “Tzili”, tratto da un racconto di Aharon Appelfeld. Il film è girato in yiddish “una lingua che rimargina le ferite”, e durante le riprese il regista israeliano si è appassionato alla lingua della sua infanzia che, quando era bambino, gli pareva “piena di brio”. L’intervista è un’occasione per parlare dell’antisemitismo e del rischio di banalizzazione della Memoria della Shoah e della ferocia del Medio Oriente. Amos Gitai conclude dichiarando che “Dobbiamo introdurre idee. Anche le idee hanno una loro forza, non solo la cupidigia e le mitragliatrici”.

La Stampa pubblica un reportage di Domenico Quirico, inviato ad Abuja, che racconta la situazione nella Nigeria assediata dai Boko Haram, e il suo viaggio nel nord del paese dove i cristiani sono bersaglio degli estremisti islamici e i militari devono difendere le funzioni religiose, i villaggi sono vuoti e le chiese rase al suolo.
  davar
#EyalGiladNaftali - Israele
Nuove ore di tensione
Un quattordicenne israeliano è rimasto ucciso, e altre cinque persone ferite, tra cui il padre, lungo il confine siriano, colpiti da un razzo diretto verso la loro squadra che stava riparando la barriera. Un attacco intenzionale secondo le autorità israeliane, che rappresenta solo l’ultimo episodio di una serie drammatica di accadimenti simili nell’area provenienti dalla Siria. Mentre si cerca di fare ulteriore luce sulle dinamiche e sulle eventuali contromisure dello Stato ebraico, prosegue senza sosta la ricerca di Eyal, Gilad e Naftali, i tre giovani studenti di yeshivah rapiti dieci giorni fa nell’area di Gush Etzion.
“Abbiamo prove inequivocabili della responsabilità di Hamas nel rapimento, le stiamo condividendo con diversi paesi, e presto le renderemo pubbliche” ha sottolineato il primo ministro Benjamin Netanyahu prima della riunione settimanale del governo.
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#eyadgiladnaftali - iniziative  -
L'Italia ebraica in preghiera
Mentre proseguono le ricerche da parte delle forze di sicurezza israeliane, mentre è costante l'impegno per mobilitare l'opinione pubblica da parte delle istituzioni, l'Italia ebraica torna a stringersi attorno ai familiari dei tre studenti rapiti nel Gush Etzion. Tra le varie iniziative un momento di raccoglimento in programma nella serata di domani al Portico d'Ottavia con la distribuzione di centinaia di magliette in cui si riporta il messaggio “BringBackOurBoys” e con un collegamento che metterà in contatto la Comunità ebraica con Israele. A seguire, al Tempio Maggiore, una tefillah condotta dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
Alla vigilia dello Shabbat, intervenendo con una nota diffusa attraverso il notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, il Consiglio dell'Assemblea Rabbinica Italiana ha sottolineato: “Nella condivisione dell’angoscia delle famiglie e del senso di partecipazione di tutto il popolo ebraico, l'Ari ricorda a tutte le Comunità ebraiche e ad ogni singolo ebreo in Italia, l’importanza di proseguire nella lettura dei Tehillim, i Salmi, quale espressione corale delle invocazioni e dei sentimenti che ci uniscono tutti in questo momento. Segnaliamo in particolare i capitoli 120-134 , chiamati con il titolo di 'Shir Hama’alot', nonché i capitoli 20, 27 e 70. Laddove vengono fatte preghiere pubbliche è bene parteciparvi”.

qui romA
Il valore della Tefillà
“La Tefillà è un argomento fondamentale nella vita ebraica e nostro obiettivo è quello di affrontarlo da un punto di vista sia concettuale che normativo”. Così il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana Giuseppe Momigliano nel presentare il convegno in due giornate “Il valore della Tefillà per l’ebreo moderno” frutto della collaborazione tra Ari e Collegio Rabbinico Italiano e con il supporto del Machon Eretz Hemdah di Gerusalemme, realtà con cui stretti sono i contatti e le collaborazioni con il rabbinato italiano. Il via ai lavori domani mattina, proprio negli spazi del Collegio, con una sessione che vedrà l’intervento, oltre al rav Momigliano nelle vesti di moderatore e presentatore dell’iniziativa, del rav Ofer Livnat (Machon Eretz Hemdah) su “I tempi del­la Tefillà: principi halakhici per la loro determinazione”.
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qui firenze
FGEI, giovani per sempre
Le emozioni scorrono veloci tra baci, abbracci e pacche sulle spalle. Sono in centinaia, raccoltisi da tutta Italia a Firenze per partecipare al raduno degli aderenti alla Federazione Giovanile Ebraica che per 47 anni (1948-1995) rappresentò un formidabile centro di aggregazione e un laboratorio non solo di idee ma anche di ideali.
È stato un lungo cammino, caratterizzato dalla riscoperta di memorie fuoriuscite dal cassetto, ad accompagnare verso questo festoso appuntamento. Sui social network, in particolare, dove un gruppo nato da un’idea di Ester Silvana Israel (presidente Adei Wizo) e Giulio Disegni (vicepresidente UCEI) ha permesso di fare da punto di raccolta per documentazione e materiale iconografico. Materiale che è oggi in evidenza negli spazi comunitari unitamente alla mostra dedicata alla gloriosa testata HaTikwa.
“È una giornata di festa, piena di tante emozioni positive. È bello ritrovarsi dopo così tanto tempo e riannodare il filo con un passato che è ancora nelle nostre vite” commenta Israel gettando lo sguardo sui pannelli espositivi, suddivisi nelle diverse stagioni di impegno della Fgei. L’obiettivo, in considerazione di questo primo successo, è adesso quello di proporre una nuova occasione di incontro in Israele così da coinvolgere “anche chi, in questi anni, ha scelto di fare l’aliyah”.
Ad accogliere i numerosi ospiti accorsi in via Farini la presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli e l’ex fgeino Mauro Di Castro, cui è stata affidata l’organizzazione logistica dell’evento.
Quale sia stato il significato e quale il valore della Fgei nella storia recente dell’ebraismo italiano è Disegni a spiegarlo, con queste considerazioni: “Fgei voleva dire stare insieme, fare gruppo, ridere, divertirsi e costruire una storia, che poi molti di noi hanno riproposto nella costruzione di una famiglia ebraica e nelle Comunità di riferimento, in cui sono continuati l’impegno ebraico, il dialogo e il confronto. Essere qua oggi significa riaprire una bella pagina in cui riconoscerci. Ritrovarsi in così tanti, di generazioni e città diverse, segna un momento che può definirsi senza tema di smentita storico”.

comics&Jews
"Being Rutu Modan", Tel Aviv
La troupe guidata da Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics, è arrivata in Israele e ha iniziato le riprese del documentario con Rutu Modan, un progetto nato dalla collaborazione fra Lucca Comics, l'Ambasciata israeliana in Italia e Pagine Ebraiche. L'illustratrice e autrice di graphic novel israeliana sarà protagonista della mostra che il più grande festival italiano dedicato al fumetto organizza ogni edizione in onore dell’artista che ha vinto il Gran Guinigi – il premio massimo – l’anno precedente. Giovanni Russo ogni giorno scriverà per Pagine Ebraiche 24 una cronaca dal backstage. Oggi l'ultima giornata di riprese a Tel Aviv.
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qui roma
Shirat haYam, un'estate a Ostia
in nome dell'accoglienza

Apre domani, per la gioia di un’ottantina di bambini e ragazzi, il centro estivo Shirat haYam, a Ostia Lido. Giunta al quinto anno, l’attività dell’associazione - presieduta da Loretta Kajon, assessore alle Disabilità della Comunità Ebraica di Roma - si occupa di accogliere, intrattenere, far divertire e crescere insieme un gruppo di ragazzi che è in crescita ogni anno, al punto da richiedere, quest’estate, l’uso di tre autobus, che raccolgono i partecipanti per portarli ogni giorno al Centro, dalla capitale. Grazie al finanziamento dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con il fondamentale aiuto della Deputazione Ebraica di Assistenza, inoltre, l’associazione Shirat haYam riesce a mettere in atto una sperimentazione virtuosa che, al contrario di quello che purtroppo succede in diversi centri estivi privati, permetterà l’integrazione di alcuni ragazzi con handicap anche gravi nelle attività estive. Per sopperire alla carenza di fondi pubblici sono state tante le energie positive messe in campo: per esempio i madrichim che già lavorano nel centro senza chiedere altro che un piccolo rimborso spese hanno passato tutta una notte a impastare e cuocere chalet, per poter vendere il risultato del loro lavoro e donare i fondi raccolti all’associazione.

qui siena
Tra arte e Memoria
Presentato, nell’ex matroneo della sinagoga di Siena l’ultimo libro dell’architetto e storica dell’arte Adachiara Zevi, Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’Inciampo, Donzelli 2014. L’iniziativa ha inaugurato le celebrazioni del settantennale della Liberazione di Siena, che ricorrerà il prossimo 3 luglio 2014.
Alla riflessione hanno preso parte Sara Valentina Di Palma, Marcello Flores, David Palterer, Elena Pianea e Camilla Brunelli.
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pilpul
Il cuore della memoria
Le poche righe che seguono vogliono richiamarsi a quanto già scritto dall'amico Alberto Cavaglion nei giorni scorsi, nel suo ultimo ticketless. L'oggetto della sua comunicazione era l'ultimo libro di Luca Rastello, scrittore, giornalista e studioso, noto a Torino e non solo. Autore generazionale, non nel senso anagrafico del termine ma per la capacità di cogliere lo spirito dei tempi senza indulgere in moralismi di sorta. Il titolo del suo volume, I buoni rimanda non a quell'atteggiamento pseudo-morale e falso-intellettuale che si suole sbrigativamente qualificare come buonismo, termine invero assai inflazionato ed abusato in questi anni per definire una pluralità di condotte, bensì ad un habitat di persone, più o meno note alle cronache, e da queste ultime spesso favorevolmente celebrate come gli aedi della coscienza collettiva, nonché a condotte che nel nome di un universalismo di valori in realtà tutelano, a conti fatti, gli interessi particolari di coloro che le pongono in essere.

Claudio Vercelli
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Nugae - Luoghi comuni
Dopo aver confermato la partecipazione a una marcia per salvare Tyrion Lannister quando ancora il suo destino era incerto e aver così rinunciato per sempre a essere una persona che guarda solo serie televisive indipendenti in danese sottotitolate, era il prossimo passo. Questa, secondo un altro evento nato e cresciuto su facebook, è la Settimana mondiale del luogo comune. Praticamente, sette giorni in cui mostrare al mondo la propria pseudo saggezza pop con compiacimento e allo stesso tempo ostentare senso di superiorità. Insomma, non ci crede nessuno che se sei bravo in greco andrai alla grande anche in matematica. In ogni caso un successone, che per alcuni sfocia nel disturbo ossessivo compulsivo. Uno dopo l'altro si materializzano a distanza di millesimi di secondo proverbi dall'origine incerta e frasi talmente ripetute che ormai ci si crede quasi.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Moshe Maisels
Nel 1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa significa essere ebreo?” - scaricabile dai siti www.proedieditore.it e www.hansjonas.it - ha messo in luce per la prima volta in Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le loro risposte. Oggi il parere di Moshe Maisels.  
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