David
Sciunnach,
rabbino | "Io mi volsi e discesi dal monte …”(Devarìm 9, 15). Ha detto il Grande
Chassìd Rabbì Bunem di Pshischà: “Io mi volsi” vuol dire: ho creato un
volto a me stesso. Dopo il peccato del vitello d’oro, quando i figli
d’Israele erano caduti in disgrazia, si è rafforzato Moshè Rabbenù
affinché nessuno cadesse in depressione da questo fatto, egli non aveva
volto ai suoi occhi, non riusciva a guardarsi in faccia, nonostante
questo ha trovato le forze interiori ed ha fatto il suo volto, andando
avanti.
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David
Assael,
ricercatore
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La
settimana scorsa ho scritto che l’ennesima guerra di Gaza pareva
finalmente conclusa, frase risultata fin troppo ottimista visti i nuovi
lanci di razzi da parte di Hamas. Come diceva Sergio Della Pergola, non
si può sapere quando si arriverà ad un punto di accordo. Intanto, Mr.
Obama ha finalmente deciso di aiutare militarmente le minoranze
irachene trucidate da questi assassini e stupratori seriali che si
riparano dietro il nome di Isis.
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"Fermiamo il virus
del fanatismo religioso" |
“Fermiamo
il virus del fanatismo religioso”. È l’appello lanciato oggi dal
rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni sul quotidiano La Stampa. Il rav
fa riferimento alle ultime notizie di cronaca e si interroga sulle
mancanze di un’opinione pubblica troppo spesso silente. “Intere regioni
del continente africano e ampie zone dell’Iraq e della Siria – osserva
il rav – sono devastate da eserciti che trovano la loro forza
cementante e identitaria in una visione religiosa espansiva e
minacciosa e a farne le spese con la vita, la perdita della libertà o
l’esilio, per chi ci riesce, sono masse di cristiani o di altre
minoranze religiose di cui sapevamo a stento l’esistenza. Chissà per
quale oscuro motivo mediatico di tutto questo si inizia a parlare nei
titoli dei giornali e delle tv solo adesso, quando le cifre delle
vittime vanno oltre alle decine di migliaia”. “Fino a poco tempo fa –
prosegue il rav – quando si scendeva in piazza per manifestare contro
questi fatti (siamo riusciti a farlo a Roma un paio di volte mettendo
insieme cristiani ed ebrei) il numero dei presenti era minimo e benché
si gridasse all’indifferenza non c’erano molte autorità, anche
religiose, e pubblico sensibile disposte ad ascoltare”. L’errore più
grave, conclude, sarebbe quello di non cogliere la vicinanza di questo
morbo ormai dilagante: “Non sono ideologie lontane, stanno già in mezzo
a noi con i loro fedeli e sostenitori e non ce ne accorgiamo. Leggiamo
del virus Ebola che miete vittime in Africa, ma stiamo quasi tranquilli
perché qui, si dice, non arriva. Nessuno ci garantisce che il virus del
fanatismo religioso non approdi da queste parti, se non è già
approdato”. Contro l’integralismo religioso, per il dialogo tra popoli
e culture. È lo spirito che anima un momento di riflessione ecumenico
in programma domani a Milano nella sala delle colonne del palazzo del
Duomo. Da parte ebraica gli interventi del rabbino Giuseppe Laras e del
docente universitario David Meghnagi (Repubblica Milano). A Firenze il
rabbino capo Joseph Levi e l’imam Izzedin Elzir hanno invece incontrato
il sindaco Dario Nardella. In un testo congiunto che appare sulla prima
pagina della Nazione e che è tratto dal discorso di rav Levi per il
70esimo anniversario della Liberazione della città dal nazifascismo, i
due esponenti religiosi affermano: “Preghiamo il Signore di tutta
l’umanità affinché guidi i capi religiosi delle nostre comunità ad
unirsi per approfondire ancora il dialogo, mettendo i valori delle
rispettive religioni a servizio dell’umanità intera, allontanando ogni
forma di odio per l’altro diverso da noi, ogni tentazione di evocare e
strumentalizzare ancora antiche forme di antisemitismo, anti
cristianesimo o islamofobia, portando invece rispetto per ogni cultura
e ogni espressione della vita”. Resta intanto drammatica la situazione
per i cristiani e per le altre minoranze perseguitate in Iraq. Il
rapporto trimestrale del personale Unicef di stanza nella regione
descrive un quadro d’orrore per l’infanzia: bambine stuprate e poi
vendute al mercato degli schiavi, bambini arruolati di forza nelle
milizie jihadiste e poi anch’essi violentati. “Tra le tante storie
raccolte nell’ultima ‘Horizontal note’ dell’Unicef in Iraq – scrive
Pietro Del Re su Repubblica – una è particolarmente triste.
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e risposte |
Domande chiare e risposte chiare e
autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi
mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare
chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di
Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova
area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede,
dichiarazioni sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle
forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini
che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire
il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
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PROTAGONISTI
Lauren Bacall (1924-2014)
C'era
una volta una ragazzina, figlia di due ebrei immigrati in America dalla
vecchia Polonia e dalla Romania. Si chiamava Betty Jane Perske e suo
padre l'abbandonò vagando per altri lidi. Betty è morta ieri ad 89 anni
a New York. Una bella casa, vedova di un uomo di successo, un quadro di
Eva Fischer (la pittrice ebrea croata attualmente in mostra alla Gam di
Roma), che aveva regalato al marito, appeso alla parete . Betty non si
riconosceva più nel cognome del padre, decise quindi di prendere in
prestito quello della madre, Bacal. Voleva fare la ballerina, ma, con
degli occhi del genere, la ingaggiarono come fotomodella. Così Betty
Jane Perske divenne Lauren Bacall, una delle stelle più brillanti di
Hollywood. Leggi
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protagonisti
Robin Williams (1951-2014)
"Tanti
auguri a Miss Zelda Rae Williams! Oggi compie un quarto di secolo, ma
resta sempre la mia bambina". Questo è stato l'ultimo messaggio
pubblico dell'attore che ha segnato una generazione: Robin Williams,
morto misteriosamente ieri a soli 63 anni. Lo dedicava a Zelda, la sua
adorata figlia. "Robin Williams è stato un aviatore, un dottore, un
genio, una tata, un presidente, un professore, Peter Pan. Ha
interpretato chiunque. Ma era unico nel suo genere. È entrato nelle
nostre vite nei panni di un alieno ma ha toccato tutte le corde dello
spirito umano. Ci ha fatto ridere. Ci ha fatto piangere. Ha regalato e
condiviso il suo talento infinito con chi ne aveva più bisogno; dalle
truppe del nostro esercito all'estero a coloro che vivevano ai margini
della società", così lo ha ricordato il Presidente Usa Barack Obama in
uno dei suoi discorsi più accorati. Leggi
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#israeledifendelapace
Scoppio accidentale di una bomba
A Gaza muore giornalista italiano
Alle
24 di questa notte il cessate il fuoco di 72 ore tra Israele e Hamas
finirà. “Cosa accadrà dopo, non lo sappiamo”, ha affermato il ministro
per gli Affari strategici Yuval Steiniz. “Alla calma risponderemo con
la calma – ha continuato il ministro – ma se Hamas attacca, la nostra
controffensiva sarà durissima”. E sulle trattative in corso al Cairo,
le parole di Steinitz riflettono la posizione del governo di
Gerusalemme, senza la demilitarizzazione della Striscia di Gaza una
tregua duratura non è possibile. Da Gaza è arrivata in mattinata una
tragica notizia, la morte di sei persone, tra cui il giornalista
italiano Simone Camilli, coinvolte nella deflagrazione di una bomba
inesplosa. “Una tragedia per la famiglia e per il nostro paese”, ha
dichiarato il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini
(nell'immagine, durante la sua recente visita allo Yad Vashem di
Gerusalemme), esprimendo a famigliari e amici le condoglianze per la
morte di Camilli, giornalista per l’agenzia di stampa Associated Press
che da molti anni seguiva il conflitto tra israeliani e palestinesi. Lo
scoppio accidentale della bomba che ha investito il giornalista
italiano è avvenuto mentre una squadra di artificieri palestinesi
cercava di disinnescare l'ordigno. “Ancora una volta è un giornalista a
pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda
volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con
coraggio nel lavoro di reporter”, ha affermato Mogherini, che concluso
affermando che “se ve ne fosse stato bisogno, l'uccisione di Simone
dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione
finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente”. Leggi
qui milano
Insieme contro il fanatismo
“Noi
non possiamo tacere”. Questo il titolo scelto per l'incontro
interreligioso a cui prenderanno parte domani a Milano, rappresentati
della comunità ebraica, cristiana e islamica. Un momento di confronto,
di dialogo tra popoli e culture per affermare con forza la necessità di
contrastare il fanatismo religioso. Lo aveva scritto pochi giorni fa
rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro-nord
Italia – tra i protagonisti dell'evento di domani alla Sala delle
Colonne del Nuovo grande museo del Duomo (ore 19.00) -, sulle pagine
del Corriere della Sera, lo ha ribadito oggi rav Riccardo Di Segni,
rabbino capo di Roma su La Stampa: di fronte al fanatismo, alle
persecuzioni, all'odio bisogna alzare la voce. E questo spirito animerà
l'incontro milanese, organizzato dalla scuola della Cattedrale, con il
supporto della Veneranda Fabbrica del Duomo, in collaborazione col
Tribunale Rabbinico del Centro Nord, che vedrà, tra gli altri, la
partecipazione del professor David Meghnagi, docente di psicologi a
all'Università di Roma Tre. A raccontare la sua testimonianza dei
terribili fatti che stanno scuotendo l'Iraq, don Georges Jahola, della
diocesi di Mosul. “Dialogare e pregare per tutte le persone che sono
perseguitate a motivo della propria fede”, sarà il tema al centro della
serata.
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Ticketless
- Perché credono
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Ennio
Flaiano a Tel Aviv nel 1967 si trovò benissimo e non si sentì un
marziano come gli capitava di sentirsi a Roma. Era stupefatto all’idea
che nei ministeri in Israele non vi fossero uscieri. L’ufficio del
ministro dovevi trovartelo da solo. In questi giorni ho ritrovato un
suo formidabile aforisma, che non ha perso di attualità: “Gli ebrei
credono non perché è assurdo, ma perché è evidente”. “Di assurdo”,
commentava il satiro, “in Medio Oriente non c’è che questa imbarazzante
situazione di un popolo di 100 milioni di abitanti circondato da due
milioni e mezzo di ebrei”.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- La fabbrica dell'odio |
La
crudele e sanguinosa guerra di Gaza, com’è evidente, si combatte anche,
o soprattutto, sul piano della propaganda, in considerazione del
massiccio impegno a diffondere in tutto il mondo le notizie dei tragici
effetti delle operazioni militari israeliane, le cui vittime vengono
tutte sempre messe in conto alla disumana crudeltà del nemico, nella
totale e sistematica rimozione delle vere responsabilità del conflitto.
E un ruolo tutto particolare, in questa guerra nella guerra, assolvono
le immagini, spesso di estrema crudezza, divulgate, per fornire la
“prova del nove” della ferocia dell’aggressore.
Francesco Lucrezi, storico
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