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13 agosto 2014 - 17 Av 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
"Io mi volsi e discesi dal monte …”(Devarìm 9, 15). Ha detto il Grande Chassìd Rabbì Bunem di Pshischà: “Io mi volsi” vuol dire:  ho creato un volto a me stesso. Dopo il peccato del vitello d’oro, quando i figli d’Israele erano caduti in disgrazia, si è rafforzato Moshè Rabbenù affinché nessuno cadesse in depressione da questo fatto, egli non aveva volto ai suoi occhi, non riusciva a guardarsi in faccia, nonostante questo ha trovato le forze interiori ed ha fatto il suo volto, andando avanti.
 
 
David
Assael,
ricercatore
La settimana scorsa ho scritto che l’ennesima guerra di Gaza pareva finalmente conclusa, frase risultata fin troppo ottimista visti i nuovi lanci di razzi da parte di Hamas. Come diceva Sergio Della Pergola, non si può sapere quando si arriverà ad un punto di accordo. Intanto, Mr. Obama ha finalmente deciso di aiutare militarmente le minoranze irachene trucidate da questi assassini e stupratori seriali che si riparano dietro il nome di Isis.
 
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"Fermiamo il virus
del fanatismo religioso"
“Fermiamo il virus del fanatismo religioso”. È l’appello lanciato oggi dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni sul quotidiano La Stampa. Il rav fa riferimento alle ultime notizie di cronaca e si interroga sulle mancanze di un’opinione pubblica troppo spesso silente. “Intere regioni del continente africano e ampie zone dell’Iraq e della Siria – osserva il rav – sono devastate da eserciti che trovano la loro forza cementante e identitaria in una visione religiosa espansiva e minacciosa e a farne le spese con la vita, la perdita della libertà o l’esilio, per chi ci riesce, sono masse di cristiani o di altre minoranze religiose di cui sapevamo a stento l’esistenza. Chissà per quale oscuro motivo mediatico di tutto questo si inizia a parlare nei titoli dei giornali e delle tv solo adesso, quando le cifre delle vittime vanno oltre alle decine di migliaia”. “Fino a poco tempo fa – prosegue il rav – quando si scendeva in piazza per manifestare contro questi fatti (siamo riusciti a farlo a Roma un paio di volte mettendo insieme cristiani ed ebrei) il numero dei presenti era minimo e benché si gridasse all’indifferenza non c’erano molte autorità, anche religiose, e pubblico sensibile disposte ad ascoltare”. L’errore più grave, conclude, sarebbe quello di non cogliere la vicinanza di questo morbo ormai dilagante: “Non sono ideologie lontane, stanno già in mezzo a noi con i loro fedeli e sostenitori e non ce ne accorgiamo. Leggiamo del virus Ebola che miete vittime in Africa, ma stiamo quasi tranquilli perché qui, si dice, non arriva. Nessuno ci garantisce che il virus del fanatismo religioso non approdi da queste parti, se non è già approdato”. Contro l’integralismo religioso, per il dialogo tra popoli e culture. È lo spirito che anima un momento di riflessione ecumenico in programma domani a Milano nella sala delle colonne del palazzo del Duomo. Da parte ebraica gli interventi del rabbino Giuseppe Laras e del docente universitario David Meghnagi (Repubblica Milano). A Firenze il rabbino capo Joseph Levi e l’imam Izzedin Elzir hanno invece incontrato il sindaco Dario Nardella. In un testo congiunto che appare sulla prima pagina della Nazione e che è tratto dal discorso di rav Levi per il 70esimo anniversario della Liberazione della città dal nazifascismo, i due esponenti religiosi affermano: “Preghiamo il Signore di tutta l’umanità affinché guidi i capi religiosi delle nostre comunità ad unirsi per approfondire ancora il dialogo, mettendo i valori delle rispettive religioni a servizio dell’umanità intera, allontanando ogni forma di odio per l’altro diverso da noi, ogni tentazione di evocare e strumentalizzare ancora antiche forme di antisemitismo, anti cristianesimo o islamofobia, portando invece rispetto per ogni cultura e ogni espressione della vita”. Resta intanto drammatica la situazione per i cristiani e per le altre minoranze perseguitate in Iraq. Il rapporto trimestrale del personale Unicef di stanza nella regione descrive un quadro d’orrore per l’infanzia: bambine stuprate e poi vendute al mercato degli schiavi, bambini arruolati di forza nelle milizie jihadiste e poi anch’essi violentati. “Tra le tante storie raccolte nell’ultima ‘Horizontal note’ dell’Unicef in Iraq – scrive Pietro Del Re su Repubblica – una è particolarmente triste.
 
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
 
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  davar
PROTAGONISTI
Lauren Bacall (1924-2014)
C'era una volta una ragazzina, figlia di due ebrei immigrati in America dalla vecchia Polonia e dalla Romania. Si chiamava Betty Jane Perske e suo padre l'abbandonò vagando per altri lidi. Betty è morta ieri ad 89 anni a New York. Una bella casa, vedova di un uomo di successo, un quadro di Eva Fischer (la pittrice ebrea croata attualmente in mostra alla Gam di Roma), che aveva regalato al marito, appeso alla parete . Betty non si riconosceva più nel cognome del padre, decise quindi di prendere in prestito quello della madre, Bacal. Voleva fare la ballerina, ma, con degli occhi del genere, la ingaggiarono come fotomodella. Così Betty Jane Perske divenne Lauren Bacall, una delle stelle più brillanti di Hollywood.
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protagonisti
Robin Williams (1951-2014)
"Tanti auguri a Miss Zelda Rae Williams! Oggi compie un quarto di secolo, ma resta sempre la mia bambina". Questo è stato l'ultimo messaggio pubblico dell'attore che ha segnato una generazione: Robin Williams, morto misteriosamente ieri a soli 63 anni. Lo dedicava a Zelda, la sua adorata figlia. "Robin Williams è stato un aviatore, un dottore, un genio, una tata, un presidente, un professore, Peter Pan. Ha interpretato chiunque. Ma era unico nel suo genere. È entrato nelle nostre vite nei panni di un alieno ma ha toccato tutte le corde dello spirito umano. Ci ha fatto ridere. Ci ha fatto piangere. Ha regalato e condiviso il suo talento infinito con chi ne aveva più bisogno; dalle truppe del nostro esercito all'estero a coloro che vivevano ai margini della società", così lo ha ricordato il Presidente Usa Barack Obama in uno dei suoi discorsi più accorati.
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#israeledifendelapace
Scoppio accidentale di una bomba
A Gaza muore giornalista italiano

Alle 24 di questa notte il cessate il fuoco di 72 ore tra Israele e Hamas finirà. “Cosa accadrà dopo, non lo sappiamo”, ha affermato il ministro per gli Affari strategici Yuval Steiniz. “Alla calma risponderemo con la calma – ha continuato il ministro – ma se Hamas attacca, la nostra controffensiva sarà durissima”. E sulle trattative in corso al Cairo, le parole di Steinitz riflettono la posizione del governo di Gerusalemme, senza la demilitarizzazione della Striscia di Gaza una tregua duratura non è possibile. Da Gaza è arrivata in mattinata una tragica notizia, la morte di sei persone, tra cui il giornalista italiano Simone Camilli, coinvolte nella deflagrazione di una bomba inesplosa. “Una tragedia per la famiglia e per il nostro paese”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini (nell'immagine, durante la sua recente visita allo Yad Vashem di Gerusalemme), esprimendo a famigliari e amici le condoglianze per la morte di Camilli, giornalista per l’agenzia di stampa Associated Press che da molti anni seguiva il conflitto tra israeliani e palestinesi. Lo scoppio accidentale della bomba che ha investito il giornalista italiano è avvenuto mentre una squadra di artificieri palestinesi cercava di disinnescare l'ordigno. “Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter”, ha affermato Mogherini, che concluso affermando che “se ve ne fosse stato bisogno, l'uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente”.
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#israeledifendelapace
Il conflitto e le domande difficili
“A dieci anni, gli occhi sono aperti sul mondo e una curiosità insaziabile è spesso affiancata dall’incapacità di gestire la sofferenza, soprattutto quando è narrata per immagini. Sofferenza però che nelle ultime settimane è entrata prepotentemente nelle vite di tutti in maniera ineludibile, a causa soprattutto della sovraesposizione mediatica del conflitto mediorientale. Il primo riflesso, per un bambino che vede immagini di suoi coetanei dilaniati dalle bombe, è di notare che “È come me”. (Nell'immagine, il disegno del vignettista Guy Morad del quotidiano Yediot Ahronot )
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qui milano
Insieme contro il fanatismo
“Noi non possiamo tacere”. Questo il titolo scelto per l'incontro interreligioso a cui prenderanno parte domani a Milano, rappresentati della comunità ebraica, cristiana e islamica. Un momento di confronto, di dialogo tra popoli e culture per affermare con forza la necessità di contrastare il fanatismo religioso. Lo aveva scritto pochi giorni fa rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro-nord Italia – tra i protagonisti dell'evento di domani alla Sala delle Colonne del Nuovo grande museo del Duomo (ore 19.00) -, sulle pagine del Corriere della Sera, lo ha ribadito oggi rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma su La Stampa: di fronte al fanatismo, alle persecuzioni, all'odio bisogna alzare la voce. E questo spirito animerà l'incontro milanese, organizzato dalla scuola della Cattedrale, con il supporto della Veneranda Fabbrica del Duomo, in collaborazione col Tribunale Rabbinico del Centro Nord, che vedrà, tra gli altri, la partecipazione del professor David Meghnagi, docente di psicologi a all'Università di Roma Tre. A raccontare la sua testimonianza dei terribili fatti che stanno scuotendo l'Iraq, don Georges Jahola, della diocesi di Mosul. “Dialogare e pregare per tutte le persone che sono perseguitate a motivo della propria fede”, sarà il tema al centro della serata.

pilpul
Ticketless - Perché credono
Ennio Flaiano a Tel Aviv nel 1967 si trovò benissimo e non si sentì un marziano come gli capitava di sentirsi a Roma. Era stupefatto all’idea che nei ministeri in Israele non vi fossero uscieri. L’ufficio del ministro dovevi trovartelo da solo. In questi giorni ho ritrovato un suo formidabile aforisma, che non ha perso di attualità: “Gli ebrei credono non perché è assurdo, ma perché è evidente”. “Di assurdo”, commentava il satiro, “in Medio Oriente non c’è che questa imbarazzante situazione di un popolo di 100 milioni di abitanti circondato da due milioni e mezzo di ebrei”.

Alberto Cavaglion

Periscopio - La fabbrica dell'odio
La crudele e sanguinosa guerra di Gaza, com’è evidente, si combatte anche, o soprattutto, sul piano della propaganda, in considerazione del massiccio impegno a diffondere in tutto il mondo le notizie dei tragici effetti delle operazioni militari israeliane, le cui vittime vengono tutte sempre messe in conto alla disumana crudeltà del nemico, nella totale e sistematica rimozione delle vere responsabilità del conflitto. E un ruolo tutto particolare, in questa guerra nella guerra, assolvono le immagini, spesso di estrema crudezza, divulgate, per fornire la “prova del nove” della ferocia dell’aggressore.

Francesco Lucrezi, storico
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