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31 agosto 2014 - 5 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Sarai integro con il Signore tuo Dio". (Devarim 18, 13). "Accetta integralmente ciò che ti viene da Dio", spiega Rashì. Ciò che viene da Dio, chiosa il Chafetz Chaim; non ciò che viene dagli uomini, che invece va adeguatamente investigato ed analizzato.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
M’inquieta la benevolenza a priori nei confronti della violenza praticata da chi si ribella. La violenza non si giudica in base al rancore o alle umiliazioni subite. La violenza si giudica in relazione al progetto di società che vuol costruire chi la pratica: universalità dei diritti o, viceversa, discriminazione nei confronti dei diversi (per genere, fede, opinione,…).
 
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Museo della Shoah,
si rafforza l’ipotesi Eur
Manca ancora l’ufficialità ma l’intenzione del Campidoglio, si legge sul Corriere Roma, sarebbe quella di abbandonare il progetto di Villa Torlonia e inaugurare al più presto il Museo della Shoah in zona Eur. “Il progetto – scrive Alessandro Capponi – è rimasto fin qui segreto perché nelle intenzioni dovrebbe essere presentato con una conferenza stampa, ma l’accordo tra le parti, e cioè dei membri del cda della Fondazione (Comune, Provincia, Regione, Comunità ebraica), c’è già: fondamentalmente, benché il progetto di Villa Torlonia abbia superato gli ostacoli più ardui e la commissione debba solamente procedere solamente a decretare il vincitore, la strategia è quella di non aspettare oltre, e di regalare anche alla capitale d’Italia il Museo della Shoah”. Nell’articolo si ricorda l’appello formulato dal testimone Piero Terracina, che aveva recentemente auspicato l’inaugurazione della struttura entro il prossimo 27 gennaio, data in cui ricorrerà il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
Sul Corriere Roma appare anche un’intervista a Luca Zevi, progettista del Museo della Shoah di Villa Torlonia. “Spero davvero si tratti solamente di voci non confermate. Anche perché – afferma Zevi, che è anche consigliere UCEI – il Comune ha speso 15 milioni per acquistare l’area, per la quale è prevista non genericamente un’area museale ma il Museo della Shoah, nient’altro. E poi, sempre per parlare di costi, ci sono altri 21 milioni stanziati per un mutuo della Cassa depositi e prestiti. Soldi disponibili, fuori dal patto di stabilità”.
Un significativo richiamo all’importanza di “tutto quello che accade in Medio Oriente e nel Mediterraneo” è arrivato dal neo alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, l’attuale ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini. “L’Europa è nata come progetto di pace” ha detto la Mogherini in conferenza stampa ringranziando l’alto rappresentante uscente, la britannica Catherine Ashton. L’insediamento è previsto per novembre, quando la nuova commissione Juncker subentrerà a quella presieduta dal portoghese Barroso. Alla Farnesina si apre così il toto-successione: il candidato più accreditato sembra essere Lapo Pistelli, fiorentino, attuale viceministro (Corriere).
L’allerta per le nuove minacce dell’integralismo islamico in Italia continua ad essere alta. Su Libero si racconta ad esempio del primo mese di vita della scuola coranica inaugurata a Tor Pignattara in cui, per ammissione dell’imam e della dirigenza comunitaria, si riunirebbero in preghiera anche degli estremisti. “Porte aperte all’invasione”, titola il quotidiano di centrodestra. Il dorso milanese del Giornale intervista invece Davide Piccardo, coordinatore dei centri islamici locali che ha più volte espresso parole di odio e insofferenza verso lo Stato di Israele. “Ho sincero e profondo rispetto per gli ebrei – dice Piccardo – ma ribadisco la mia posizione su Israele. È un giudizio politico”. Alla provocatoria domanda se Israele sia paragonabile ai miliziani dell’Isis, risponde: “I morti ammazzati hanno tutti lo stesso valore”.
 
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#IsraeleDIfendelaPace
Domande e risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it
 
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  davarQUI ROMA - VOCI A CONFRONTO
La Memoria trasloca all'Eur
Seimila e quattrocento metri quadrati nel quartiere Eur. È lo spazio in cui – a quanto si è appreso nelle ultime ore – dovrebbe essere destinato il Museo della Shoah di Roma dopo l’accantonamento del progetto di fare di Villa Torlonia, che fu residenza di Benito Mussolini dal 22 luglio del 1925 al 25 luglio del 1943, il più importante luogo di riflessione sulla memoria dello sterminio in Italia. La decisione ha suscitato reazioni diverse.
Fortemente in contrasto Luca Zevi, architetto e responsabile del progetto di Villa Torlonia (nell’immagine) oltre che consigliere UCEI, che parla di operazione inaccettabile “da un punto di vista amministrativo, finanziario e culturale”. Dice Zevi: “Siamo arrivati al termine di un percorso particolarmente difficile, come d’altronde per tutti i musei di Roma. Resta soltanto da aggiudicare la gara di appalto tra le 24 proposte che ci sono arrivate e, dopo la posa della prima pietra, dare inizio ai lavori. Il Comune ha speso 15 milioni per acquistare l’area, acceso un mutuo di 21 milioni dalla cassa depositi e prestiti e ottenuto una deroga al patto di stabilità. Cosa succederà di questi soldi? Quali conseguenze avranno le azioni di cui si legge? È un fatto gravissimo”. A proposito dell’annunciata apertura del museo per il prossimo 27 gennaio, 70 esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Zevi usa parole molto forti: “Si tratta di una sceneggiata, un imbroglio. C’è qualcuno che pensa davvero che si possa adattare un edificio a museo in così pochi mesi? È un fatto grave e sono sicuro che partirà presto una ferma protesta dalla società civile. Oltretutto, l’operazione si presterebbe a uno spiacevole inconveniente. L’Eur è infatti un quartiere le cui architetture furono pensate come celebrazione del fascismo. Farne la sede del Museo della Shoah mi sembrerebbe una cosa terribile”. Nessun commento arriva invece da Leone Paserman e Marcello Pezzetti, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah. Troppo presto, ci hanno spiegato, per rilasciare dichiarazioni.
A parlare è così il testimone della Shoah Sami Modiano. La sua è una reazione di tutt’altro taglio rispetto a quella di Zevi: “Accolgo gli ultimi sviluppi con la gioia del cuore. È in assoluto – sostiene – la cosa più bella che si potesse fare e sono felice che l’inaugurazione possa avvenire in tempi rapidi. A Villa Torlonia o all’Eur cambia poco, l’importante è che il museo veda la luce al più presto. L’Eur tra l’altro è un quartiere dall’eccellente fruibilità, ben collegato, prestigioso”. Sami afferma che la sua è anche la posizione di altri sopravvissuti, come il romano Piero Terracina, autore nelle scorse settimane di una lettera aperta inviata al sindaco Ignazio Marino e al governatore Nicola Zingaretti. “Tutto il mondo ci guarda – scriveva il testimone – e l’occasione del 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz non può essere sprecata e andare perduta. Dobbiamo mandare un segnale, in questa occasione, a tutta l’Europa e a tutto il mondo: questo segnale è l’inaugurazione del Museo della Shoah di Roma”. In considerazione di quanto si annuncia oggi, sottolinea Sami, “voglio che si sappia che avverto un senso di gratitudine profondo verso la comunità ebraica e tutte le istituzioni che si sono spese per arrivare a questo risultato”. Tra gli altri Modiano cita come particolarmente degni di nota il leader comunitario Riccardo Pacifici e l’assessore alla Memoria Elvira Di Cave.
La notizia fa discutere anche la comunità degli storici. Anna Foa, che alle memorie degli ebrei romani ha dedicato il suo recente ed emozionante scritto ‘Portico d’Ottavia 13′ (ed. Laterza), dice di avere una posizione intermedia: “L’idea di Villa Torlonia l’ho sempre trovata straordinariamente affascinante. Un progetto di livello europeo – commenta – nato però in un diverso momento economico-finanziario e quindi esente dalle problematiche che si sono successivamente presentate. Per questo, anche luce dei molti anni che sono andati perduti, comprendo la scelta che è stata fatta. Auspicherei tuttavia un trasferimento parziale di materiale, ad esempio del ricco fondo documentale custodito dalla Fondazione, piuttosto che la scelta di un luogo definitivo in cui installarsi”. La professoressa spiega inoltre di essere rimasta scossa dalla lettera di Terracina e di questa parla come di un grido di dolore “da prendere sul serio”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked


gli auguri del presidente ucei al ministro
“L'incarico di Mogherini all’UE
dà lustro a tutta l’Italia”

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“Desidero rivolgere al ministro Federica Mogherini le più sincere felicitazioni per il prestigioso incarico assegnatole ieri in sede europea. Si tratta infatti di un incarico che dà lustro all’Italia e che ne riconosce il ruolo di protagonista nella risoluzione di conflitti e nell’adozione di politiche per la pace, lo sviluppo, il benessere della collettività mondiale. Le sfide che attendono l’onorevole Mogherini sono numerose e, come da lei ricordato in conferenza stampa, attraversano un ampio raggio di possibilità e allo stesso tempo di insidie. Dall’avanzata dei fondamentalismi religiosi ai conflitti territoriali, dai focolai di tensione interni agli stessi confini dell’Europa a un Medio Oriente dove ripetuti drammi si consumano nei confronti di minoranze perseguitate e senza diritti. L’auspicio è che l’impegno della diplomazia possa uscirne sempre più rafforzato e compreso”.

mogherini alla guida della politica Estera ue
"Ruolo prestigioso, ma debole"
Dagli Esteri italiani a quelli d'Europa. Dal 1 novembre 2014, Federica Mogherini ricoprirà l'incarico di Alto commissario per la politica estera dell'Unione Europea. Un ruolo di prestigio, per lei e per l'Italia ma su cui ricadono diverse perplessità. Non tanto per le competenze di Mogherini (nell'immagine, durante la sua visita allo Yad Vashem di Gerusalemme), attualmente ministro degli Esteri italiano, ma a causa degli interrogativi legati alla politica estera europea: ve ne è davvero una comune a tutti i paesi dell'Unione? Ascoltando le parole di alcuni analisti ed esperti di questioni internazionali, tra cui il demografo Sergio Della Pergola e il diplomatico Sergio Minerbi, lo storico Claudio Vercelli e la giornalista Anna Momigliano, emergono con forza le problematiche di un ruolo che appare depotenziato in partenza. Nei confronti di Israele, poi, la debolezza della politica UE si è fatta sentire, con prese di posizioni controverse da parte della precedente Lady Pesc, Catherine Ashton, e una sostanziale incomprensione della situazione. Interessante su questo versante, alla luce delle dichiarazioni del passato, capire quale indirizzo prenderà Mogherini.
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#IsraeleDifendeLaPace
Ancora una vittima del conflitto 
Per cinque settimane il ventenne Schachar Shalev (nella foto) ha lottato per la sua vita. Era rimasto gravemente ferito a Gaza, mentre con la sua unità, specializzata in demolizioni, perquisiva un edificio a nord della Striscia. Il compito della squadra era trovare gli ingressi dei tunnel del terrore. L'ultima casa in  cui erano entrati si era rivelata una trappola: dopo averla imbottita di esplosivo, gli uomini di Hamas l'avevano fatta saltare, aprendo poi il fuoco su Shalev e compagni. Tre soldati avevano perso la vita nell'agguato dei terroristi; Shalev era stato ricoverato d'urgenza al Rambam Hospital Center di Haifa. Cinque settimane di cure, di tentativi per salvargli la vita, che avevano portato all'amputazione di entrambe le gambe del ragazzo, originario del nord di Israele (Alonei Habashan). Nulla è risultato efficace e il giovane soldato di Tsahal questa mattina è diventato la 72esima vittima israeliana, caduta nel corso dell'operazione Margine Difensivo a Gaza. Un'azione costata cara a Israele ma che il premier Benjamin Netanyahu ha definito oggi come una vittoria contro Hamas.
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pilpul
L'Isis e la guerra in corso / 2
Se si guarda la cartina intercontinentale della diffusione del radicalismo islamico di matrice jihadista, quello oggi più dirompente, si ha un quadro discontinuo ma a tinte forti. Da ovest ad est le aree di maggiore tensione (senza contare gli innumerevoli focolai di crisi, che sono presenti ovunque un certo modo di intendere l’identità musulmana in termini militanti intercetti e rappresenti, o ambisca a rappresentare, sia istanze separatiste sul piano territoriale che, più in generale, le molteplici contrapposizioni sociali così come il disagio economico) riguardano il Mali centrale e l’area nord occidentale del Niger, dove sono presenti le formazioni che si richiamano ad al-Qaeda del Maghreb islamico; seguono i violenti e potenti Boko Haram, nella Nigeria settentrionale; si va poi in Libia, dove la decomposizione dello Stato gheddafiano si sta traducendo in una lotta tra una miriade di gruppi, tra i quali spicca Ansar al-Sharia. Sempre in Libia, per la precisione a Bengasi, alcune milizie hanno proclamato poche settimane fa la nascita di un improbabile “califfato”, sulla scorta di quello dell’Isis.

Claudio Vercelli
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