Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Sarai
integro con il Signore tuo Dio". (Devarim 18, 13). "Accetta
integralmente ciò che ti viene da Dio", spiega Rashì. Ciò che viene da
Dio, chiosa il Chafetz Chaim; non ciò che viene dagli uomini, che
invece va adeguatamente investigato ed analizzato.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | M’inquieta
la benevolenza a priori nei confronti della violenza praticata da chi
si ribella. La violenza non si giudica in base al rancore o alle
umiliazioni subite. La violenza si giudica in relazione al progetto di
società che vuol costruire chi la pratica: universalità dei diritti o,
viceversa, discriminazione nei confronti dei diversi (per genere, fede,
opinione,…).
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Museo della Shoah,
si rafforza l’ipotesi Eur |
Manca
ancora l’ufficialità ma l’intenzione del Campidoglio, si legge sul
Corriere Roma, sarebbe quella di abbandonare il progetto di Villa
Torlonia e inaugurare al più presto il Museo della Shoah in zona Eur.
“Il progetto – scrive Alessandro Capponi – è rimasto fin qui segreto
perché nelle intenzioni dovrebbe essere presentato con una conferenza
stampa, ma l’accordo tra le parti, e cioè dei membri del cda della
Fondazione (Comune, Provincia, Regione, Comunità ebraica), c’è già:
fondamentalmente, benché il progetto di Villa Torlonia abbia superato
gli ostacoli più ardui e la commissione debba solamente procedere
solamente a decretare il vincitore, la strategia è quella di non
aspettare oltre, e di regalare anche alla capitale d’Italia il Museo
della Shoah”. Nell’articolo si ricorda l’appello formulato dal
testimone Piero Terracina, che aveva recentemente auspicato
l’inaugurazione della struttura entro il prossimo 27 gennaio, data in
cui ricorrerà il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
Sul Corriere Roma appare anche un’intervista a Luca Zevi, progettista
del Museo della Shoah di Villa Torlonia. “Spero davvero si tratti
solamente di voci non confermate. Anche perché – afferma Zevi, che è
anche consigliere UCEI – il Comune ha speso 15 milioni per acquistare
l’area, per la quale è prevista non genericamente un’area museale ma il
Museo della Shoah, nient’altro. E poi, sempre per parlare di costi, ci
sono altri 21 milioni stanziati per un mutuo della Cassa depositi e
prestiti. Soldi disponibili, fuori dal patto di stabilità”.
Un significativo richiamo all’importanza di “tutto quello che accade in
Medio Oriente e nel Mediterraneo” è arrivato dal neo alto
rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione
Europea, l’attuale ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini.
“L’Europa è nata come progetto di pace” ha detto la Mogherini in
conferenza stampa ringranziando l’alto rappresentante uscente, la
britannica Catherine Ashton. L’insediamento è previsto per novembre,
quando la nuova commissione Juncker subentrerà a quella presieduta dal
portoghese Barroso. Alla Farnesina si apre così il toto-successione: il
candidato più accreditato sembra essere Lapo Pistelli, fiorentino,
attuale viceministro (Corriere).
L’allerta per le nuove minacce dell’integralismo islamico in Italia
continua ad essere alta. Su Libero si racconta ad esempio del primo
mese di vita della scuola coranica inaugurata a Tor Pignattara in cui,
per ammissione dell’imam e della dirigenza comunitaria, si riunirebbero
in preghiera anche degli estremisti. “Porte aperte all’invasione”,
titola il quotidiano di centrodestra. Il dorso milanese del Giornale
intervista invece Davide Piccardo, coordinatore dei centri islamici
locali che ha più volte espresso parole di odio e insofferenza verso lo
Stato di Israele. “Ho sincero e profondo rispetto per gli ebrei – dice
Piccardo – ma ribadisco la mia posizione su Israele. È un giudizio
politico”. Alla provocatoria domanda se Israele sia paragonabile ai
miliziani dell’Isis, risponde: “I morti ammazzati hanno tutti lo stesso
valore”.
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#IsraeleDIfendelaPace
Domande e risposte |
Domande
chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi
problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora.
L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra
lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a
notizie, schede, dichiarazioni sugli ultimi sviluppi relativi
all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di
Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo
positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto
scrivendo a desk@ucei.it
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QUI ROMA - VOCI A CONFRONTO
La Memoria trasloca all'Eur
Seimila
e quattrocento metri quadrati nel quartiere Eur. È lo spazio in cui – a
quanto si è appreso nelle ultime ore – dovrebbe essere destinato il
Museo della Shoah di Roma dopo l’accantonamento del progetto di fare di
Villa Torlonia, che fu residenza di Benito Mussolini dal 22 luglio del
1925 al 25 luglio del 1943, il più importante luogo di riflessione
sulla memoria dello sterminio in Italia. La decisione ha suscitato
reazioni diverse.
Fortemente in contrasto Luca Zevi, architetto e responsabile del
progetto di Villa Torlonia (nell’immagine) oltre che consigliere UCEI,
che parla di operazione inaccettabile “da un punto di vista
amministrativo, finanziario e culturale”. Dice Zevi: “Siamo arrivati al
termine di un percorso particolarmente difficile, come d’altronde per
tutti i musei di Roma. Resta soltanto da aggiudicare la gara di appalto
tra le 24 proposte che ci sono arrivate e, dopo la posa della prima
pietra, dare inizio ai lavori. Il Comune ha speso 15 milioni per
acquistare l’area, acceso un mutuo di 21 milioni dalla cassa depositi e
prestiti e ottenuto una deroga al patto di stabilità. Cosa succederà di
questi soldi? Quali conseguenze avranno le azioni di cui si legge? È un
fatto gravissimo”. A proposito dell’annunciata apertura del museo per
il prossimo 27 gennaio, 70 esimo anniversario della liberazione del
campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Zevi usa parole molto forti:
“Si tratta di una sceneggiata, un imbroglio. C’è qualcuno che pensa
davvero che si possa adattare un edificio a museo in così pochi mesi? È
un fatto grave e sono sicuro che partirà presto una ferma protesta
dalla società civile. Oltretutto, l’operazione si presterebbe a uno
spiacevole inconveniente. L’Eur è infatti un quartiere le cui
architetture furono pensate come celebrazione del fascismo. Farne la
sede del Museo della Shoah mi sembrerebbe una cosa terribile”. Nessun
commento arriva invece da Leone Paserman e Marcello Pezzetti,
rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione
Museo della Shoah. Troppo presto, ci hanno spiegato, per rilasciare
dichiarazioni.
A parlare è così il testimone della Shoah Sami Modiano. La sua è una
reazione di tutt’altro taglio rispetto a quella di Zevi: “Accolgo gli
ultimi sviluppi con la gioia del cuore. È in assoluto – sostiene – la
cosa più bella che si potesse fare e sono felice che l’inaugurazione
possa avvenire in tempi rapidi. A Villa Torlonia o all’Eur cambia poco,
l’importante è che il museo veda la luce al più presto. L’Eur tra
l’altro è un quartiere dall’eccellente fruibilità, ben collegato,
prestigioso”. Sami afferma che la sua è anche la posizione di altri
sopravvissuti, come il romano Piero Terracina, autore nelle scorse
settimane di una lettera aperta inviata al sindaco Ignazio Marino e al
governatore Nicola Zingaretti. “Tutto il mondo ci guarda – scriveva il
testimone – e l’occasione del 70esimo anniversario della liberazione di
Auschwitz non può essere sprecata e andare perduta. Dobbiamo mandare un
segnale, in questa occasione, a tutta l’Europa e a tutto il mondo:
questo segnale è l’inaugurazione del Museo della Shoah di Roma”. In
considerazione di quanto si annuncia oggi, sottolinea Sami, “voglio che
si sappia che avverto un senso di gratitudine profondo verso la
comunità ebraica e tutte le istituzioni che si sono spese per arrivare
a questo risultato”. Tra gli altri Modiano cita come particolarmente
degni di nota il leader comunitario Riccardo Pacifici e l’assessore
alla Memoria Elvira Di Cave.
La notizia fa discutere anche la comunità degli storici. Anna Foa, che
alle memorie degli ebrei romani ha dedicato il suo recente ed
emozionante scritto ‘Portico d’Ottavia 13′ (ed. Laterza), dice di avere
una posizione intermedia: “L’idea di Villa Torlonia l’ho sempre trovata
straordinariamente affascinante. Un progetto di livello europeo –
commenta – nato però in un diverso momento economico-finanziario e
quindi esente dalle problematiche che si sono successivamente
presentate. Per questo, anche luce dei molti anni che sono andati
perduti, comprendo la scelta che è stata fatta. Auspicherei tuttavia un
trasferimento parziale di materiale, ad esempio del ricco fondo
documentale custodito dalla Fondazione, piuttosto che la scelta di un
luogo definitivo in cui installarsi”. La professoressa spiega inoltre
di essere rimasta scossa dalla lettera di Terracina e di questa parla
come di un grido di dolore “da prendere sul serio”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
gli auguri del presidente ucei al ministro
“L'incarico di Mogherini all’UE
dà lustro a tutta l’Italia”
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Desidero rivolgere al ministro Federica Mogherini le più sincere
felicitazioni per il prestigioso incarico assegnatole ieri in sede
europea. Si tratta infatti di un incarico che dà lustro all’Italia e
che ne riconosce il ruolo di protagonista nella risoluzione di
conflitti e nell’adozione di politiche per la pace, lo sviluppo, il
benessere della collettività mondiale. Le sfide che attendono
l’onorevole Mogherini sono numerose e, come da lei ricordato in
conferenza stampa, attraversano un ampio raggio di possibilità e allo
stesso tempo di insidie. Dall’avanzata dei fondamentalismi religiosi ai
conflitti territoriali, dai focolai di tensione interni agli stessi
confini dell’Europa a un Medio Oriente dove ripetuti drammi si
consumano nei confronti di minoranze perseguitate e senza diritti.
L’auspicio è che l’impegno della diplomazia possa uscirne sempre più
rafforzato e compreso”.
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mogherini alla guida della politica Estera ue "Ruolo prestigioso, ma debole"
Dagli
Esteri italiani a quelli d'Europa. Dal 1 novembre 2014, Federica
Mogherini ricoprirà l'incarico di Alto commissario per la politica
estera dell'Unione Europea. Un ruolo di prestigio, per lei e per
l'Italia ma su cui ricadono diverse perplessità. Non tanto per le
competenze di Mogherini (nell'immagine, durante la sua visita allo Yad
Vashem di Gerusalemme), attualmente ministro degli Esteri italiano, ma
a causa degli interrogativi legati alla politica estera europea: ve ne
è davvero una comune a tutti i paesi dell'Unione? Ascoltando le parole
di alcuni analisti ed esperti di questioni internazionali, tra cui il
demografo Sergio Della Pergola e il diplomatico Sergio Minerbi, lo
storico Claudio Vercelli e la giornalista Anna Momigliano, emergono con
forza le problematiche di un ruolo che appare depotenziato in partenza.
Nei confronti di Israele, poi, la debolezza della politica UE si è
fatta sentire, con prese di posizioni controverse da parte della
precedente Lady Pesc, Catherine Ashton, e una sostanziale
incomprensione della situazione. Interessante su questo versante, alla
luce delle dichiarazioni del passato, capire quale indirizzo prenderà
Mogherini. Leggi
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L'Isis e la guerra in corso / 2
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Se
si guarda la cartina intercontinentale della diffusione del radicalismo
islamico di matrice jihadista, quello oggi più dirompente, si ha un
quadro discontinuo ma a tinte forti. Da ovest ad est le aree di
maggiore tensione (senza contare gli innumerevoli focolai di crisi, che
sono presenti ovunque un certo modo di intendere l’identità musulmana
in termini militanti intercetti e rappresenti, o ambisca a
rappresentare, sia istanze separatiste sul piano territoriale che, più
in generale, le molteplici contrapposizioni sociali così come il
disagio economico) riguardano il Mali centrale e l’area nord
occidentale del Niger, dove sono presenti le formazioni che si
richiamano ad al-Qaeda del Maghreb islamico; seguono i violenti e
potenti Boko Haram, nella Nigeria settentrionale; si va poi in Libia,
dove la decomposizione dello Stato gheddafiano si sta traducendo in una
lotta tra una miriade di gruppi, tra i quali spicca Ansar al-Sharia.
Sempre in Libia, per la precisione a Bengasi, alcune milizie hanno
proclamato poche settimane fa la nascita di un improbabile “califfato”,
sulla scorta di quello dell’Isis.
Claudio Vercelli
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