David
Sciunnach,
rabbino | “...
per una luna intera piangerà suo padre e sua madre …”(Devarìm 21, 13)
Si è domandato il commentatore Divrè Shaul per quale motivo la Torà
dice “per una luna intera” e non dica per un mese intero? I Maestri ci
insegnano che quando si parla di “suo padre e sua madre” si intende il
culto idolatrico verso le stelle. E quindi il verso intende: Quando vi
allontanerete dall’avodà zarà - l’idolatria, allora potrete unirvi al
popolo d’Israele. Per questo è detto una luna, perché essa “la luna”
rappresenta Israele.
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David
Assael,
ricercatore
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La
minaccia della guerra in Ucraina segna il fallimento definitivo della
politica estera di Obama. Troppa fiducia in un'inesistente società
civile nel mondo islamico, troppa illusione nel credere che i cittadini
avrebbero liberamente scelto leader democratici (cosa già difficile in
Europa, la patria della Rivoluzione francese). Troppa ingenuità nel
pensare che le altre potenze geostrategiche del mondo avrebbero
spianato la strada ai suoi progetti riformatori, dalla finanza alle
relazioni politiche.
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Isis, i crimini del Califfato nuova strategia del terrore
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Una
nuova crudele esecuzione del Califfato suscita lo sdegno del mondo.
Ieri l’Isis ha diffuso il video della decapitazione del giornalista
americano Steven Sotloff, rapito un anno fa. La carriera di Sotloff,
proveniente da una famiglia ebraica di Miami, viene raccontata da
Viviana Mazza sul Corriere della Sera: “Sotloff, 31 anni, è un
giornalista freelance come Foley e come la maggior parte dei reporter
rapiti in Siria negli ultimi tre anni. Ha scritto per quotidiani e
riviste americani tra cui Time Magazine, Foreign Policy e il Christian
Science Monitor. La passione per il giornalismo era nata al liceo,
nell’unico periodo in cui da ragazzo aveva lasciato la Florida per
studiare in New Hampshire: aveva iniziato a dirigere il giornalino
della scuola con un compagno, e aveva continuato anche con quello
universitario. Era affascinato dalle realtà tumultuose del Medio
Oriente. Intorno al 2010 andò a vivere in Yemen per alcuni anni, aveva
imparato l’arabo”. Commenta la fine drammatica del reporter anche
Vittorio Zucconi (Repubblica): “Obama, dice l’orrendo figurante in nero
brandendo il coltello per sgozzare un altro reporter americano, Steven
Sotloff. Tu, si rivolge il macellaio al capo di uno Stato eletto da una
nazione di 310 milioni di cittadini liberi, minaccioso, infantile come
un bambino sadico che sevizi un gatto, arrogante e insieme
confidenziale, nel rapporto diretto che la comunicazione del terrore
crea superando ogni distanza nel tempo istantaneamente fruibile della
Rete e nel grottesco”. “Boicottare gli artisti israeliani”: con questo
titolo La Stampa racconta la contestazione avvenuta ieri davanti alla
biglietteria di Torino Danza. Nel mirino quattro spettacoli che
avverranno in città: “Quelli di Mi-To, dove il 12 settembre è atteso il
trio jazz guidato dal contrabbassista Avishai Cohen, il 19 il pianista
Omri Mor, il 21 la cantante Noa. Quelli di Torino Danza, dove al
Carignano si esibirà la Kibbutz Contemporary Dance Company nello
spettacolo Aide-Memoire”. I contestatori hanno steso un documento che
recita: “In conformità con la campagna internazionale di boicottaggio,
disinvestimento e sanzioni verso Israele, è importante che tutte le
persone e le associazioni sensibili si mobilitino per l’annullamento di
questi eventi”. In un articolo sul Corriere della Sera Davide Frattini
scrive che il preside della scuola palestinese aperta al dialogo con
Israele, Abu Gosh ha annullato il viaggio della sua scolaresca ad
Auschwitz. Dopo l’uccisione del sedicenne Mohammed Abu Khdeir da parte
di tre estremisti israeliani, i genitori non avrebbero permesso il
viaggio, spiega Abu Gosh. Gli scontri di questa estate sarebbero quindi
il sostanziale motivo per cui gli alunni non partiranno per la Polonia.
Giulio Meotti racconta sul Foglio il caso del boicottaggio dell’azienda
israeliana Soda Stream: “Gli effetti del boicottaggio anti israeliano
si sentono. Come riferisce il Nasdaq, dove Sodastream è quotata da
anni, la compagnia ha perso il trenta per cento del fatturato in un
anno e la vendita delle macchine per l’acqua è calata di oltre il
cinquanta per cento”.
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il giornalista vittima dell'isis
Steven Sotloff (1983 - 2014)
Aveva
fatto l'Alyah nel 2005, l'americano Steven Sotloff. Era arrivato in
Israele per frequentare l'università Idc di Herzelya e seguire il corso
di Relazioni Internazionali. Voleva apprendere di più sul Medio
Oriente, la sua passione, il tema principe dei suoi articoli, con le
sue conflittualità, i suoi pericoli e il suo fascino. Di quel periodo
in Israele, di cui era diventato cittadino, sulla rete però non c'è
quasi più traccia. Un tentativo vano di proteggerlo dai suoi aguzzini,
spiegano i media israeliani: dopo il suo rapimento in Siria nell'agosto
2013 da parte di miliziani jihadisti, le notizie sul suo legame con
Israele erano state fatte sparire. Non è bastato. Sotloff è stato
brutalmente giustiziato, come il suo collega James Foley, perché
simbolo dell'Occidente. Lui, ebreo, americano con passaporto
israeliano, è la nuova vittima dell'Isis. Quel Califfato che sta
violentando e minacciando quel Medio Oriente tanto amato da Sotloff. Leggi
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qui mantova - pagine ebraiche in distribuzione
Al via il Festivaletteratura
Il
Festivaletteratura di Mantova, primo degli appuntamenti dedicati alla
cultura che a settembre portano migliaia di persone ad affollare le
piazze italiane per incontrare autori e artisti, inaugura oggi la sua
diciottesima edizione. E il festival, nato da un’indagine condotta per
contro della regione Lombardia nel 1995 che aveva indicato Mantova come
luogo che avrebbe potuto trasformarsi in una città del libro e della
lettura, non ha tradito le aspettative del comitato organizzatore che è
riuscito a elaborare un modello assolutamente originale, capace di
innovare profondamente il modo di avvicinare il pubblico alla
letteratura sfruttando anche la bellezza della città. Sin dalle prime
edizioni l’attenzione a cultura e identità ebraica è stata forte, e
ogni anno sono molti gli autori provenienti da tutto il mondo che ne
hanno ben rappresentato storia e tradizioni con una presenza forte sia
fra narratori e poeti di fama internazionale sia fra letterature
emergenti e giovani generazioni, e fra saggisti, musicisti, artisti,
scienziati. Pagine Ebraiche collabora con il comitato organizzatore per
presentare ai suoi lettori una scelta seppure minima nella enorme
quantità di appuntamenti interessanti che formano ogni giorno il
calendario del Festival, per aiutare a orientarsi fra incontri,
reading, tavole rotonde e proiezioni cinematografiche. Leggi
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qui torino - l'intervento del presidente segre
"Comunità al fianco di Israele
contro la campagna di odio"
"Si
boicotta un’artista non per le sue idee o azioni, ma semplicemente per
la sua cittadinanza israeliana. Questo è razzismo e antisemitismo”. È
la chiara risposta del presidente della Comunità ebraica di Torino
Beppe Segre al gruppetto di persone che ieri ha inscenato, nella città
piemontese, una manifestazione per “boicottare Israele”. Bersaglio
della protesta, alcuni artisti israeliani che nelle prossime settimane
saranno protagonisti delle manifestazioni Torino Danza (nella foto, lo
spettacolo Aide Memoire della Kibbutz Contemporary Dance Company, in
scena al Teatro Carignano il 27 e 28 settembre ) e MiTo. “Noi
crediamo che cultura e arte siano il mezzo per creare e approfondire
legami, conoscersi per dialogare, posizione che deriva da tutta la
tradizione ebraica e che riteniamo appartenga nel profondo alla civiltà
occidentale nel suo insieme”, spiega Segre, ricordando che la cultura
serve a creare ponti, non a seminare odio e rancori come invocano i
promotori del boicottaggio. Leggi
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Ticketless - Padre Marie-Benoît |
Questa
settimana vorrei segnalare un libro, suggerendone la traduzione a
qualche editore. Da tempo volevo farlo, è uscito in America più di un
anno fa. Ho sempre rinviato per una ragione o per l’altra. Mi è tornato
in mente guardando in televisione i giardini vaticani dove si è svolto
l’incontro di preghiera in Vaticano con Papa Francesco, Abu Mazel e
Peres, caso più unico che raro di fallimento della diplomazia
pontificia. Il volume di Susan Zuccotti (“Père Marie-Benoît and Jewish
Rescue”, Indiana University Press) narra di un analogo tentativo andato
a vuoto.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Democrazia |
Alla
mostra del cinema di Venezia è in concorso anche il film “Villa Touma”
della regista araba-israeliana Suha Arraf, finanziato con il Fondo
israeliano a sostegno delle opere cinematografiche. Ciò nonostante, la
Arraf si oppone alla pretesa che il film sia presentato come
israeliano, perché lei è palestinese, e lo sarebbe pertanto anche il
film, e il fatto di volerlo presentare come un prodotto israeliano
sarebbe soltanto “una buona propaganda, un segno di democrazia” (la
Repubblica, 1° settembre), voluti ad arte per oscurare le terribili
immagini provenienti da Gaza.
Francesco Lucrezi, storico
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