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30 settembre 2014 - 6 Tishri 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le due sezioni più corte della Torah, Nitzavìm e Vajelekh si leggono spesso insieme e quasi sempre nell’ultimo Shabbat dell’anno, quello che precede il Rosh Ha-Shanà. Il paradosso è che Nitzavìm significa stare fermi, mentre Vajelekh significa andare, camminare. Il popolo ebraico che sta andando in Israele per costruire un nuovo progetto viene invitato a fermarsi, “Attém Nitzavìm”, ” Voi starete fermi…” (Devarìm, 29;9), viceversa Moshè che è costretto a fermarsi nel cammino verso Eretz Israel, è colui che va, che cammina, “Vajelekh Moshè”, “Moshè andò..” (Devarìm, 31;1). Chi viene sollecitato a muoversi è bene che ogni tanto si fermi a pensare e ad ascoltare, chi invece sente bloccato il proprio cammino deve continuare ad andare avanti fino al limite concesso. Mi sembra questa una sollecitazione significativa per proiettarci con senso di maturità verso un nuovo anno.
 
Dario
Calimani,
anglista
Quando nel nostro ambito si apprendono notizie su eventi di malcostume sociale, si è felici della diversità.
 
ROMA - Domani alle 20, al ristorante "Maledetti toscani", serata in ricordo di Gino Bartali, campione sui pedali e Giusto tra le Nazioni. Interverranno Andrea Bartali, figlio del grande Ginettaccio; Valerio Piccioni, caporedattore della Gazzetta dello Sport; il giornalista UCEI Adam Smulevich.
 
Museo della Shoah,
si farà a Villa Torlonia
Il museo della Shoah si farà e si farà a Villa Torlonia. L’ipotesi circolata negli scorsi giorni di una sede da ricavare in alcuni spazi commerciali siti all’Eur non ha trovato alcuno spazio nel programma illustrato dal sindaco di Roma Marino, che prevede una posa della prima pietra il prossimo 27 gennaio proprio nella prestigiosa area dove era collocato il progetto originario. Ma altre importanti novità sono state annunciate dal Primo cittadino della Capitale, fra cui l’apertura immediata proprio nella zona del quartiere ebraico e in un edificio di altissimo valore storico e architettonico di una sede provvisoria per il museo.
Impegno per portare avanti il progetto di Villa Torlonia, posa simbolica della prima pietra per il 27 gennaio, sede provvisoria nella Casina dei Vallati in un edificio di proprietà del Comune a disposizione da Roma Capitale. Sono questi infatti gli orientamenti annunciati in occasione del Consiglio della Fondazione del Museo della Shoah svoltosi ieri in Campidoglio. “Abbiamo il dovere di decidere tenendo conto dei vincoli giuridici e quindi di aprire le buste del bando di gara per la realizzazione del museo, come sottolineato anche dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick”. “Come sindaco, sento il dovere morale di realizzare il Museo della Shoah”, afferma in una nota il sindaco Ignazio Marino. Nel documento si sottolinea inoltre come, nel corso della discussione, sia emersa “una evidente diversità di opinioni tra i rappresentanti della comunità ebraica”. Pertanto, conclude Marino, “pur confermando la mia ferma volontà di realizzare il museo di Villa Torlonia, ho deciso di accogliere la richiesta di un’ultima pausa di riflessione di alcuni giorni”.
Soddisfazione per le indicazioni arrivate dal sindaco è stata espressa dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: “In questo modo – afferma il Presidente dell’Unione – si soddisfa la richiesta di rapidità posta dalla base della comunità e dai sopravvissuti”. Relativamente alla destinazione provvisoria della Casina dei Vallati Gattegna ha poi spiegato: “Si tratta di una sede provvisoria in attesa di quella di Villa Torlonia. L’edificio è di circa 800 metri quadri e attualmente ospita uffici dell’amministrazione ma è sottoutilizzato e immediatamente disponibile. Sarà un luogo di documentazione e studio” (Laura Larcan, Messaggero).
Sul Corriere Roma Alessandro Capponi scrive: “La ‘frattura’ è stata evitata, ma di un soffio e non ancora definitivamente: perché la posizione del presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, è stata inequivocabile e riassumibile in poche parole, ‘no al museo a Villa Torlonia’. Senza l’unanimità, per questo non ci sono una votazione e l’ufficialità della decisione, alla fine di una riunione tesa, snervante, nella quale sono stati molti i momenti di tensione, è in qualche modo emersa la ‘soluzione’ proposta dal sindaco Ignazio Marino”. Alla vigilia del Consiglio, qualora si fosse deciso di proseguire con Villa Torlonia, Pacifici aveva annunciato l’intenzione di fare un passo indietro. Decisione momentaneamente rientrata. Il fatto è così raccontato con una certa ironia da Capponi: “A Pacifici, che anche prima dell’incontro aveva manifestato la volontà di dimettersi se il progetto di Luca Zevi fosse stato confermato, alla fine il risultato pare andare bene: ‘La riunione è andata alla grande’. Insomma…”.
“Truffa milionaria al sistema sanitario”. Per indagare su queste ipotesi di reato si sono intanto svolte ieri perquisizioni e sequestri a Roma presso l’Ospedale Israelitico, gli uffici della Regione Lazio, in due Asl e in tre ambulatori della capitale. Le operazioni rappresentano lo sviluppo di un’inchiesta sull’Israelitico che vede coinvolto anche l’ex presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, in qualità di direttore generale dell’ospedale. La notizia è riportata con grande evidenza su tutti i quotidiani, nelle pagine nazionali e in quelle romane.
Il Corriere della Sera riporta i nomi degli altri indagati: Tiziana D’Agostini, Mirella Urso, Daria Roscani, Antonio Cannistrà, Batla Popel, Stefano Burini, Domenico Gallà, Stefano Zuccaro e il primario ortopedico Elvira Di Cave. 
 
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  davar
qui roma - l'intervento del sindaco marino
Memoria: "Museo della Shoah,
Villa Torlonia la sede definitiva"

“Abbiamo di fronte una decisione che ha una profonda valenza etica nei confronti degli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio e la dobbiamo prendere anche con l'emozione della scomparsa di Mario Limentani, delle lacrime di Sami Modiano e delle parole toccanti di Piero Terracina. Ma come amministrazione abbiamo il dovere di decidere tenendo conto anche dei vincoli giuridici e quindi di rispettare la procedura avviata e aprire le buste del bando di gara europeo per la realizzazione del museo, come sottolineato anche dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick”.
Lo ha affermato il sindaco di Roma Ignazio Marino al termine della riunione dei consiglieri della Fondazione Museo della Shoah svoltasi ieri in Campidoglio durante la quale è emerso il seguente scenario: impegno per portare avanti il progetto di Villa Torlonia, posa simbolica della prima pietra per il 27 gennaio, sede provvisoria nella Casina dei Vallati in un edificio di proprietà del Comune a disposizione di Roma Capitale. L’ipotesi circolata negli scorsi giorni di una sede da ricavare in alcuni spazi commerciali siti all’Eur non ha invece trovato alcuno spazio nel programma del sindaco.
Nel documento emesso dal primo cittadino si sottolinea inoltre come, nel corso della discussione, sia emersa “una evidente diversità di opinioni tra i rappresentanti della comunità ebraica”. Pertanto, conclude Marino, “pur confermando la mia ferma volontà di realizzare il museo a Villa Torlonia, ho deciso di accogliere la richiesta di un’ultima pausa di riflessione di alcuni giorni”.
Costituita da un edificio riportato alla luce nel corso degli sventramenti effettuati negli anni Venti del Novecento per liberare le strutture del vicino Teatro di Marcello, la Casina dei Vallati – sita nel punto di congiunzione tra il Portico d'Ottavia e Largo XVI Ottobre –  è sede dal 1933 degli Uffici della Ripartizione Antichità e Belle Arti del Comune di Roma, oggi Sovraintendenza ai Beni Culturali.
La denominazione della struttura, ricca di ambienti medievali e rinascimentali, deriva dalla famiglia Vallati, proprietaria tra il 13esimo e il 14esimo secolo di numerosi immobili nel rione S.Angelo. Tra le caratteristiche che maggiormente risaltano il portale cinquecentesco originario in marmo, il porticato al piano terreno, strutture murarie con paramenti in tufelli o laterizio, finestre con cornici in marmo e alcune bifore in peperino.
Lo spazio adibito per l'allestimento dovrebbe essere di circa ottocento metri quadrati.


(Nell'immagine l'esterno della Casina dei Vallati)
melamed
Quattro anni con DafDaf
“I compleanni sono un guaio. Se non ti prepari per tempo, corri il rischio di arrivare all’ultimo momento e di non avere un regalo pronto. Non parliamo poi del compleanno di DafDaf. Un giornale dei bambini è una creatura tutta speciale e al suo compleanno ci tiene eccome.” Sono queste le parole con cui Guido Vitale, che della testata è direttore, saluta il quarto compleanno del giornale ebraico dei bambini che come da (piccola) tradizione festeggia con un numero speciale. Il numero 49 di DafDaf, che potete scaricare cliccando qui, è tutto dedicato all’occasione, a partire dalla copertina di Luisa Valenti che conclude il discorso sugli stili dell’illustrazione accompagnando l’ultima versione del suo dragone di mare con quattro piccoli pesci rossi. Anche le pagine “libri”, scritta come ogni mese da Nadia Terranova presenta tre personaggi per cui proprio il giorno del compleanno è “un’occasione di cambiamento, di crescita, di scoperta” e aggiunge che “per crescere, migliorare, scoprire qualcosa in più è necessario avere già fatto un tratto di strada”. E il numero quattro torna ben dodici volte nel testo di Maria Teresa Milano, che per la rubrica “musica, maestra!” parla dell’opera per ragazzi di Marc Lavry che si intitola, appunto Yom Huledet, compleanno. E la torta? Alla torta ha pensato Benedetta Guetta, la foodblogger e fotografa di labna.it nota ai lettori come Jasmine, che propone una chiffon cake al cioccolato, spiegando che ha una consistenza speciale, per cui sembra di “addentare una morbida nuvola al cacao”.
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qui torino 
La notte della spiritualità
Un successo strepitoso, incontenibile, che ha superato ogni aspettativa. Questo, soprattutto, è stata la prima Notte bianca della spiritualità, organizzata da Torino spiritualità per festeggiare la decima edizione del festival, dedicato quest’anno al “cuore intelligente”. Il festival, che ogni anno dedica quattro intensi giorni a tutti coloro che vogliono interrogarsi sulla dimensione interiore dell’essere umano, porta le migliaia di persone che affollano i suoi incontri a mettersi in gioco, con curiosità, capacità di ascolto, apertura verso le idee più diverse. Il programma di quest’anno, composto in mesi di lavoro da Armando Bonaiuto e dalla sua squadra, si è ispirato a Salomone, che aveva chiesto “un cuore docile” per saper distinguere il bene dal male. A D.o la richiesta di Salomone piacque e rispose concedendo “un cuore saggio e intelligente”, diventato il primo spunto. Ma a fare da slogan è stata scelta una frase che alcuni millenni dopo ha pronunciato Nelson Mandela: “Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile”. Due grandi saggi, concordi nel dire che la massima espressione umana è nella sintesi tra ragione ed emozione.
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pilpul
Valorizzare l'immigrazione
A proposito di immigrazione. E di numeri. Un funzionario dell’ambasciata messicana a Washington mi informa che negli Stati Uniti risiedono 34 (trentaquattro) milioni di messicani, pari a più del dieci per cento dell’intera popolazione Usa. Di questi, circa sei sono illegali, cioè senza documenti validi. Da noi li chiameremmo clandestini, ma ovviamente si vedono benissimo. Ogni anno le espulsioni di immigrati illegali dagli Usa, non solo tra i messicani, ammontano a circa mezzo milione di persone. In attesa della tanto invocata riforma della legge sull’immigrazione, che persino George W. Bush aveva cercato di proporre rendendosi conto che non si possono espellere oltre undici milioni di residenti illegali, che cosa fanno Obama e il presidente messicano? Si danno un obiettivo: portare nel 2017 cento mila studenti universitari dal Messico negli Usa e 50 mila nella direzione di marcia opposta. Della serie, valorizziamo l’immigrazione e non pensiamola solo come un problema. Della serie, guardiamo un po’ più in avanti. Altro che il dibattito su Mare Nostrum.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

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