
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Oshannah rabbah è il giorno definitivo. La fine di un percorso iniziato a Rosh HaShanah.
Speriamo di essere all'altezza di questo giorno. E di vedere le nostre Selichoth ascoltate da HaShem:
Disse Rabbi Yochannan: Da dove risulta che il Signore diede ragione a
Moshe? Da quanto è detto: “e D-o disse: ho perdonato secondo le tue
parole” (Bemidbar 14, 20). Disse Rabbi Ishmael: D-o disse a Moshe:
Beato il discepolo a cui il Maestro da ragione! (vari punti in Berachot
32a-b).
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Anna
Foa,
storica
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L'attribuzione
alla giovane pakistana Malala Yousafzai, a metà insieme con l'attivista
indiano Kailash Satyarthi, del premio Nobel per la pace “per la loro
lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti
di tutti i bambini all'istruzione”, è una bella notizia che ci riempie
di fiducia e di speranza. Che sia anche una brutta notizia per i
talebani è evidente, dal momento che Malala è stata gravemente ferita
nel 2012 proprio dai talebani per la sua lotta per l'istruzione delle
bambine in Pakistan.
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Dal Cairo i fondi per Gaza |
“I
donatori arrivati al Cairo offrono quasi cinque miliardi e mezzo di
dollari (4,4 miliardi di euro) per la ricostruzione di Gaza” riporta
Davide Frattini sul Corriere della Sera, superando così la cifra
auspicata dal presidente palestinese Abu Mazen. Ma nonostante i
finanziamenti la situazione non pare chiara: “Oggi la sua Guardia
avrebbe dovuto dispiegarsi ai valichi con Israele, una condizione posta
dal premier Benjamin Netanyahu per concedere il passaggio dei materiali
più importanti”, ossia per evitare che Hamas possa utilizzarli per
ricostruire il proprio arsenale, ma i leader fondamentalisti negano di
aver ceduto il controllo della frontiera. L’Italia ha partecipato ai
finanziamenti con quasi 19 milioni di euro, 450 arrivano dall’Europa
mentre un miliardo di dollari arriva dal Qatar. Il Quotidiano Nazionale
ricorda che la “conferenza dei donatori” è stata organizzata al Cairo
alla presenza di 50 tra ministri degli Esteri e rappresentanti delle
organizzazioni internazionali, e dalla capitale egiziana il ministro
Federica Mogherini ha dichiarato che “occorre mandare anche un
messaggio politico”, perché, continua l’articolo, lo status quo di un
conflitto decennale non è più accettabile. La Stampa riporta anche che
“Tutti i big arrivati al Cairo, a cominciare dal segretario di Stato
Usa, John Kerry, si sono detti d’accordo sul fatto che i negoziati tra
israeliani e palestinesi debbano riprendere a partire dall’accordo per
il cessate il fuoco del 26 agosto scorso.”
A un anno dalla scomparsa del criminale nazista Erich Priebke tensioni
si sono registrate ad Albano Laziale tra estremisti di destra guidati
da Forza Nuova e antifascisti. Un contatto tra i due gruppi, spiega il
Messaggero, è stato evitato grazie alla massiccia presenza di forze
dell’ordine. Sempre sul Messaggero, Marco Pasqua parla della
manifestazione romana organizzata a Ponte Sant’Angelo dall’avvocato
Paolo Giachini come di “un’offesa a tutta la città, alla sua storia, al
suo dolore” avvenuta a pochi giorni dall’anniversario della retata del
16 ottobre 1943.
La decisione del Consiglio della Comunità ebraica di rimandare un
confronto sul tema dei rapporti con l’UCEI, argomento all’Ordine del
giorno della seduta assieme alle dimissioni dello stesso presidente
della Comunità romana Riccardo Pacifici dalla Fondazione Museo della
Shoah, è riportata dalle cronache romane del Corriere della Sera con il
titolo: “Vince la mediazione”. Riferisce Alessandro Capponi: “Prima
ancora dell’inizio viene cambiato l’ordine del giorno che chiedeva di
‘avviare la procedura per uscire dall’Unione delle comunità ebraiche’ e
invita ‘il presidente della Comunità a ritirare le dimissioni dalla
Fondazione’. Alle dieci della sera, a Consiglio appena terminato,
Pacifici fa sapere che accoglierà la richiesta”.
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demenza digitale - la sfida di jaron lanier
Il valore umano del web
“A
tutti quelli che mia figlia, crescendo, conoscerà. Spero che sarà in
grado di inventare il proprio posto in un mondo in cui è normale
trovare successo e realizzazione”, questa la dedica e la speranza con
la quale Jaron Lanier introduce il suo ultimo libro La dignità ai tempi
di Internet (ed. il Saggiatore). Un combattente in contrasto con la
demenza digitale, Lanier, che ieri alla prestigiosa Fiera del Libro di
Francoforte ha ricevuto il Premio per la Pace, in passato consegnato a
scrittori e attivisti come Claudio Magris, David Grossman e Susan
Sontag e Orhan Pamuk. Un riconoscimento attribuito a chi si spende per
il progresso e l’umanità. Ieri ad investire nella sala circolare della
Paulskirche Jaron Lanier (nell’immagine assieme al sindaco di
Francoforte Peter Feldmann nel corso della cerimonia di premiazione) è
stato un personaggio d’eccezione: il presidente del Parlamento europeo
Martin Schulz cha ha dichiarato: “Il fatto che sia stato destinato
proprio a lui è un buon segno”. Nel discorso fatto durante la
premiazione Lanier ha invocato la nascita di un nuovo umanesimo:”Il
nuovo umanesimo consiste nel credere nell’uomo, come prima, e in
particolar modo rifiutare l’intelligenza artificiale. Questo non
significa rinunciare agli algoritmi o ai meccanismi; essi devono essere
utilizzati come strumenti. Bisogna quindi capire in che modo
relazionarsi con essi e in che modo gli esseri umani debbano percepire
la realtà”. Jaron Zepel Lanier è un personaggio multiforme ed
eclettico: nato cinquantaquattro anni fa a New York da genitori ebrei
(madre viennese sopravvissuta alla Shoah e famiglia paterna scampata
dai pogrom) e cresce in Messico, approda poi in California e lavora per
Atari, la più importante società di videogame concentrandosi sulla
realtà virtuale. Dopo aver prestato la propria consulenza e lavorato a
diverse start-up inizia ad ingaggiare una durissima battaglia morale
contro l’uso improprio della rete e la pericolosità di un progresso non
sempre benefico per l’umanità.
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qui roma
Museo della Shoah, il Consiglio
approva il piano del sindaco
“Il Consiglio della Comunità ebraica di Roma esprime apprezzamento per
la proposta operativa del sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino per
la realizzazione del Museo della Shoah e gratitudine per la
disponibilità della Casina dei Vallati quale sede della Fondazione.
Ribadisce la necessità che Roma si doti in tempi rapidi di un Museo
della Shoah il cui valore universale è indiscutibile per l’intero
Paese. Invita il presidente della Cer a ritirare le dimissioni dagli
organi della Fondazione. Esorta i componenti del Collegio dei Soci
Fondatori e del Cda ad operare affinché il museo veda la luce nelle
modalità e nei tempi previsti”.
È quanto si legge nella delibera approvata ieri a maggioranza dal
Consiglio della Comunità ebraica romana. All'ordine del giorno della
riunione i rapporti della Comunità con l'UCEI e le dimissioni del
presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici dal Consiglio della
Fondazione Museo della Shoah. Relativamente al primo punto si è deciso
di attendere ulteriori approfondimenti mentre, per quanto concerne il
secondo, Pacifici ha confermato di aver preso atto della delibera del
Consiglio.
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Oltremare - Inverno, autunno |
Finalmente
autunno. Spuntano come funghi le Sukkot, capanne, a ogni angolo di
strada, in cui mangiare e chicchierare; una brezza fresca la sera ci fa
perfino mettere un golfino, e dubitare se magari abbandonare
temporaneamente i sandali per un paio di scarpe chiuse. No, non
esageriamo, finché non arriva la pioggia vera, quella a scrosci, non
c'è motivo di chiudere i piedi interamente in gabbia.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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