11 novembre 2014 - 18 Chesvan 5775 |
|
|
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
|
|
|
PM of Israel @IsraeliPM
10 nov
The PM ordered that steps be taken against terrorists: increasing
security forces and moving forward on demolition of terrorists' homes.
|
|
|
#PE24BreakingNews |
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
Le notizie vengono pubblicate anche su twitter, @paginebraiche, con l'hashtag #PE24BreakingNews.
| |
|
|
Israele, torna la paura attentati
Due
attentanti a poche ore di distanza l'uno dall'altro hanno sconvolto
ieri Israele. L'intifada coi coltelli, titola La Stampa nella sua
ricostruzione dei fatti, affidata al corrispondete Maurizio Molinari. I
coltelli, infatti, sono le armi utilizzate dai due terroristi nei due
attacchi terroristici, il primo a Tel Aviv, il secondo a Gush Etzion. E
in entrambi le vittime sono dei ventenni: a Tel Avivi viene ferito
morte un giovane soldato, a Gush Etzion, una ragazza di ventisei anni.
“Le tv israeliane parlano di 'Ondata di terrore'
spiegando che 'sebbene non sia ancora un'Intifada gli attacchi si
succedono rapidamente' con 'il consenso non solo di Hamas e Jihad ma
anche di Fatah'”, scrive Molinari che racconta come uno dei due
terroristi (l'attentatore di Tel Aviv) abbia postato foto con bandiere
di Hamas e con un cartello, “amiamo la morte più di quanto i nostri
nemici amano la vita”. “ La polizia e il premier Benjamin
Netanyahu non vogliono evocare le parole Terza Intifada – scrive Davide
Frattini sul Corriere della Sera - parlano di “lupi solitari”, come
quelli che in due settimane hanno colpito tre volte a Gerusalemme”. La
tensione, sottolinea Fiamma Nirenstein sul Giornale, è alta, con
dimostrazioni del mondo arabo in tutta Israele e nella West Bank.
Manifestazioni spesso esplose in violenza, in particolare dopo
l'uccisione da parte della polizia israeliana a Kafar Kanna di un
palestinese che aveva attaccato una pattuglia. “I toni sono saliti a
tal punto che Netanyahu ha dichiarato che gli arabi israeliani sono
parte integrante del Paese, ma chi preferisce la parte palestinese, non
verrà trattenuto con la forza”, scrive Nirenstein. Su Repubblica Fabio
Scuto punta il dito contro il primo ministro Netanyahu che fingerebbe
di “ignorare che questa escalation della tensione ha la sua parte
fondante nella mancanza di ogni trattativa di pace con l'Anp, nelle
'visite' sulla Spianata delle Moschee dei suoi colleghi di partito
culminate in scontri violentissimi e nel progetto di legge di estendere
la sovranità d' Israele anche su questo sito”. Per parte sua Netanyahu,
riguardo al Monte del Tempio, ha più volte ribadito di voler mantenere
lo status quo e intanto deve confrontarsi con l'ala più a destra del
suo partito che lo accusa di essere debole e incapace di gestire le
rivolte. Del clima di odio che si respira nelle fila palestinesi, parla
Molinari in altro articolo su La Stampa, in cui descrive la nuova
propaganda terroristica: attraverso i social network, Hamas e compagni
istigano alla Car Intifada, a prendere le proprie auto e investire gli
ebrei. Anche tra i fedelissimi di Abu Mazen si plaude a questa nuova
modalità di aggressioni mentre dall'Iran, racconta il Foglio,
l'ayatollah Khamenei usa Twitter per diffondere un decalogo su come
eliminare Israele.
Nel 2016 il restauro del Museo ebraico di Venezia.
Sul Corriere della Sera la notizia della campagna di raccolta fondi
lanciata da Joseph Sitt, Diane von Fürstenberg, Toto Bergamo Rossi e
Venetian Heritage per la ristrutturazione del Museo ebraico veneziano e
le sinagoghe dell'antico ghetto. L'obiettivo è portare a termine il
progetto entro il 2016, data in cui ricorrerà il 500esimo anniversario
della fondazione del ghetto veneziano.
“La nuova Casapound nel fronte neroverde: La Lega è come noi”. Il Fatto
Quotidiano ricostruisce la nuova intesa tra gli “ex fascisti del terzo
millennio”. "CasaPound lo
considero un movimento democratico”, affermava il 23 ottobre Matteo
Salvini, leader del Carroccio. “E i neri ricambiarono – scrive il Fatto
- mandando duemila di loro a Milano alla manifestazione contro
l'immigrazione”. Sempre sul Fatto, una fotografia della galassia
dell'estrema destra italiana, “elettoralmente irrilevante” ma che a
Roma trova terreno fertile. Tra questi movimenti, Militia, con i suoi
due leader a processo nella Capitale “con accuse che vanno
dall'apologia del fascismo alla diffusione di idee fondate sull'odio
razziale ed etnico all'imbrattamento di cose altrui e al procurato
allarme” (Il Messaggero). Tra le farneticazioni degli esponenti di
Militia, anche la difesa degli striscioni antisemiti con cui
imbrattarono le mura di Roma.
“Mario Avagliano e Marco Palmieri hanno compiuto un'accurata analisi
sulla corrispondenza epistolare e sul diari dei nostri soldati ai tempi
del secondo grande conflitto e ne è venuto fuori un libro, Vincere e vinceremo!
Gli italiani al fronte, 1940-1943 (di imminente pubblicazione peri tipi
del Mulino)”, così Paolo Mieli nella sua ampia recensione dell'ultimo
lavoro degli storici Avagliano e Palmieri, in cui, attraverso le
lettere e i diari dei soldati italiani, si spiega come “la
partecipazione attiva e perfino entusiastica alle politiche fasciste,
comprese quelle militari e guerrafondaie fu pressoché totale”. Su
Repubblica, invece, la recensione di un altro libro che porta luce sul
passato italiano: Storia dei Gap, il saggio di Santo Peli in cui si
ricostruiscono le vicende del Gruppo di Azione Patriottica.
Gian Carlo Caselli sul Fatto Quotidiano ricorda Franco Giustolisi, autore del libro inchiesta “L'Armadio della vergogna”,
in cui si denunciava l'insabbiamento di 695 fascicoli di indagine sulle
stragi nazifasciste in Italia tra il 1943 e il 1945. Il libro di
Giustolisi, assieme al grande lavoro del procuratore Antonio
Intelisano, portò all'apertura di quell'armadio, a processi e condanne.
Caselli cita la strage di Sant'Anna di Stazzemma e ricorda che
“purtroppo le sentenze di condanna sono rimaste ineseguite e questa
ingiustizia nell'ingiustizia indignava Giustolisi, sempre attivo nel
cercare di mobilitare le coscienze perché finalmente anche questa
vergogna cessasse”.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
Leggi
|
|
|
|
Seguici
su
Pagine
Ebraiche 24 e l'Unione Informa sono pubblicazioni edite dall'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di
comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle
realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non
sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come
una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione
delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente
disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio
contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio
perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se
non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare
un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del
messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati -
I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto
l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario
quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 -
direttore responsabile: Guido Vitale. |