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12 novembre 2014 - 18 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“La vita di Sarà fu…”. (Bereshìt 23, 1) Il Grande Maestro italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo:  Sarà  morì, dopo la nascita di Riwkà, colei che era degna di prendere il  suo posto, e dopo che il fatto fu reso noto ad Avrahàm. Come dicono i nostri Maestri, il loro ricordo sia in benedizione, nel Talmud (Yomà, 38b): “Un giusto non se ne va da questo mondo se non è nato un altro giusto come lui”. Come è scritto in Qoelet (1, 5): “Il Sole Sorge il Sole tramonta”.
 
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David
Assael,
ricercatore
DVorrei tornare sulla situazione israeliana su cui mi sono soffermato la settimana scorsa e su cui, per proprie vie, hanno scritto Daniel Funaro e Francesco Lucrezi, che leggo sempre con attenzione (entrambi). È certissimamamente vero che il conflitto di oggi ricade in massima parte sulle spalle del mondo palestinese, dilaniato come tutto il mondo arabo e incapace di esprimere una qualunque forma di società civile.
 
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Napoli ebraica in mostra
i 150 anni della Comunità
“La Comunità ebraica di Napoli 1864 – 2014: 150 anni di storia” è il titolo della mostra - realizzata con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici - che aprirà oggi i battenti nella prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale di Napoli (rimarrà aperta fino al 12 dicembre per poi trovare posto all'Archivio di Stato). All'inaugurazione dell'esposizione che racconta lo stretto legame tra l'ebraismo e la città partenopea, curata da Giancarlo Lacerenza del Cento di Studi Ebraici dell'Orientale, dedicano oggi ampio spazio il Mattino e Repubblica. Una mostra che, nelle parole del Consigliere UCEI Sandro Temin, riportate da Repubblica, “esalta la capacità di accoglienza di Napoli, ricambiata dagli ebrei che, da 150 anni, partecipano, condividono e contribuiscono alla storia e alle vicende della città”. “Un'esposizione che racconta - ben al di là di ogni tentazione autoreferenziale - ciò che realmente hanno rappresentato per Napoli gli ebrei: interpreti del loro tempo e spesso anche anticipatori del futuro. – racconta Giuseppe Crimaldi sul Mattino - Una comunità di protagonisti. E l'evento di fatto rappresenta il sugello rispetto al percorso iniziato lo scorso anno con la visita del presidente Giorgio Napolitano a Villa Pignatelli in occasione delle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica”.
 
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  davar
QUI BERLINO – LA CONFERENZA OSCE
Antisemitismo, minaccia per tutti
La minaccia di un risorgente antisemitismo va fermata sul nascere. E costruire in maniera efficace una barriera contro il risorgere di segnali inquietanti di odio antiebraico non può essere solo una priorità delle organizzazioni ebraiche, ma deve rappresentare una necessità che deve necessariamente coalizzare tutti i cittadini, tutte le istituzioni e tutti i governi che abbiano a cuore l’ordinamento democratico e il progresso.
Questo il primo chiaro messaggio che emerge con forza a Berlino in apertura dei lavori  della intensa due giorni dedicata alla necessità di combattere l’antisemitismo convocata dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
A dieci anni dalla Dichiarazione di Berlino che ha costituito il primo passo della nuova Europa per una battaglia determinante per il futuro delle nostre democrazie, i 57 stati che compongono la compagine Osce si sono dati appuntamento per fare il punto della situazione e rilanciare l’iniziativa.
“Il problema è vivo, è una ferita aperta – commenta Deidre Berger, rappresentante dell’American Jewish Committee (Ajc) nella capitale tedesca e direttore dell’Istituto Ramer per le relazioni ebraico tedesche – tanto che sembra in questi anni non si sia lavorato, non si siano compiuti passi avanti. Ma è una falsa impressione. In realtà si sono compiuti progressi enormi di lavoro, di integrazione internazionale, di coordinamento nelle strategie, di consapevolezza. Se il progresso non appare, o appare poco, questo dipende dal fatto che in questi dieci anni la situazione politica e sociale internazionale è profondamente mutata, le nuove dinamiche sono difficilmente inquadrabili. E nello stesso modo il sistema dell’informazione, soprattutto con la diffusione e la frammentazione dell’informazione incontrollata della rete, è profondamente cambiato”.
La prima giornata dei lavori serve quindi agli oltre trecento partecipanti giunti da tutto il mondo ma soprattutto dalle realtà europee (partecipano ai lavori fra gli altri il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, la delegata dell’Unione giovani ebrei italiani Talia Bidussa, l’esponente del World Jewish Congress e del Bene Berith Europa Daniel Citone, la rappresentante a Roma dell’American Jewish Committee Lisa Palmieri Billig, Stefano Gatti dell’Osservatorio antisemitismo della fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, una folta delegazione di diplomatici della Farnesina e delle rappresentanze diplomatiche italiane), per riordinare le idee e ridefinire la strategie.
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qui berlino - la conferenza osce 
Lotta al pregiudizio
Era il 2004 quando i rappresentanti degli Stati membri della Organization for Security and Co-operation in Europe si riunirono a Berlino, ospiti del governo tedesco, per analizzare le sfide legate alle manifestazioni di antisemitismo nei loro confini.
È dunque nel decimo anniversario dalla Dichiarazione di Berlino che ne è stata il prodotto, che gli Stati della regione dell’OSCE si riuniscono di nuovo per riaffrontare da una nuova prospettiva questo argomento, nel summit globale del 10th Anniversary of the OSCE’s Berlin Conference on Anti-Semitism che si tiene sempre a Berlino il 12 e 13 novembre.
L’evento non solo mette a confronto rappresentanti governativi e leader politici dei 57 Stati membri dell’OSCE, ma darà anche l’opportunità a organizzazioni non governative di sviluppare e presentare raccomandazioni direttamente agli Stati. La preparazione delle quali avverrà durante la prima delle due giornate in cui si articolerà la conferenza, dedicata al Civil Society Forum on Anti-Semitism.
Più di centocinquanta rappresentanti della società civile discuteranno tra loro su come attuare un implemento degli impegni dell’OSCE, la più grande organizzazione intergovernativa per la sicurezza, nella lotta contro l’antisemitismo. Inoltre, in virtù della volontà del Presidente dell’OSCE Didier Burkhalter di “rafforzare la voce dei giovani e di accrescere il loro coinvolgimento nelle strutture dell’Organizzazione”, il Forum vedrà la partecipazione anche di rappresentanti di organizzazioni giovanili. La European Union of Jewish Students, ONG che fa da ombrello a 35 unioni studentesche ebraiche europee, sarà presente con una delegazione di giovani da diversi paesi europei, “con l’obiettivo di essere fonte d’ispirazione e innovazione”, come ha sottolineato la presidente Jane Braden-Golay.
Incorniciati da sessioni plenarie di apertura e di chiusura, al centro dei lavori saranno i momenti in cui i partecipanti si suddivideranno in commissioni per elaborare le mozioni da presentare ai governi. Sei i temi che verranno affrontati nei diversi gruppi, per portare il dibattito al centro dell’attualità e trovare soluzioni con approccio concreto a tutte le forme in cui l’antisemitismo si manifesta e può essere contrastato. Il rafforzamento della leadership politica nella lotta all’antisemitismo, in un momento come quello attuale particolarmente delicato per la crescita in tutta Europa di partiti e movimenti portatori di istanze razziste e populiste che inseriscono il fenomeno nel dibattito parlamentare, le sfide della sicurezza per le Comunità ebraiche, spesso vittime di attacchi e violenze, e l’antisemitismo in rete, grazie alla quale circolano con facilità estrema propaganda, stereotipi e teorie cospiratorie – questi gli argomenti al centro del lavoro dei primi tre gruppi. Altri lavoreranno invece per trovare risposte al negazionismo e alla distorsione della Shoah, affrontare l’antisemitismo che si manifesta in relazione al conflitto mediorientale, che ha causato numerosi episodi di violenza proprio quest’estate, e infine per comprendere l’impatto delle recentissime contestazioni ad alcune pratiche rituali, come per esempio la macellazione e la circoncisione.
Tutto questo porta alla seconda giornata, al cui centro ci sarà il High-Level Commemorative Event, alla presenza del ministro degli Esteri tedesco Frank- Walter Steinmeier, del direttore dell’OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights Michael Georg Link e del presidente in carica dell’OSCE Brurkhalter, che apriranno i lavori. I rappresentanti governativi e i leader politici rifletteranno per prima cosa sugli sforzi adoperati nella regione dell’OSCE a seguito della Dichiarazione di Berlino, che oltre a condannare l’antisemitismo in ogni sua forma dava delle direttive chiare ai governi per contrastarlo, tra cui progetti educativi, lotta ai crimini di stampo razzista, sostegno alle organizzazioni e aggiornamenti statistici.
Cosa è cambiato nell’ultimo decennio nella società e nella politica? Qual era dunque il significato della Dichiarazione, e in quali parti oggi è ancora rilevante? “Purtroppo, è ancora attuale oggi come lo era dieci anni fa”, questo l’amaro commento di Burkhalter all’indomani dell’attacco terroristico al Museo ebraico di Bruxelles. E per passare dalle parole alle azioni a livello politico e governativo, i rappresentanti presenti dopo essesi confrontati sui reciproci punti di vista ascolteranno le mozioni elaborate dal Civil Society Forum il giorno precedente, che diventeranno così un complemento, un rafforzamento e in qualche caso forse anche una revisione della Dichiarazione di Berlino ormai datata. Quello che rimane certo, come espresso in un comunicato congiunto da Brurkhalter, Steinmeier e Link, è che l’antisemitismo “costituisce una minaccia per la democrazia, i valori della civiltà e pertanto per la sicurezza generale nella regione dell’OSCE e oltre”.
 
Francesca Matalon

(Nella foto, risalente
all'OSCE Conference on Anti-Semitism svoltasi a Berlino nel 2004, il presidente dell’OSCE Solomon Passy - a sinistra - e il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer)

l'ente di sicurezza e cooperazione Europeo
Che cos'è l'Osce
L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE - Organization for Security and Cooperation in Europe) è un'organizzazione internazionale per la promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa che conta, attualmente, 57 paesi membri. È stata creata come foro multilaterale di dialogo, ed è la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza. Venne convocata per la prima volta a Helsinki nel 1973, in pieno clima di guerra fredda, come tentativo di ripresa del dialogo Est-Ovest. La sua funzione negli anni è cambiata radicalmente: da un ruolo di forum puramente politico ha infatti assunto compiti concreti di prevenzione e composizione pacifica dei conflitti.
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antisemitismo - il progetto ucei-cdec
Un'antenna contro l'odio
Un'arma in più per combattere l'antisemitismo, per dare tutela alle vittime del pregiudizio antiebraico e per creare un punto di riferimento per chiunque sia testimone di episodi antisemiti in Italia. Sono le finalità di Antenna Antisemitismo, l’iniziativa congiunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane assieme alla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC di Milano, per contrastare odio e intolleranza. Vittime o testimoni possono infatti, dallo scorso 16 settembre – data in cui è stato lanciato il progetto sperimentale - , contattare l'OsservatorioAntisemitismo della Fondazione CDEC telefonando al numero 0233103840 oppure compilando il modulo disponibile sul sito e avere così uno sportello sempre accessibile dove denunciare eventuali episodi antisemiti. “Un'iniziativa finalizzata a rendere vane le minacce di chi ancora oggi propugna odio e discriminazione - aveva dichiarato il presidente UCEI Renzo Gattegna in concomitanza con l'avvio dell'iniziativa - Un impegno concreto a beneficio della collettività in un momento in cui antichi pregiudizi mai del tutto sradicati tornano a manifestarsi in modo sempre più inquietante nelle nostre società progredite e democratiche”. Un tema che in queste ore viene dibattuto al summit internazionale dell'Osce - Organization for security and cooperation in Europe – di Berlino, incentrato proprio sulla lotta all'antisemitismo.
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qui napoli - i 150 anni della comunità in mostra
Una città e la sua storia ebraica
Inaugurata oggi alla Biblioteca Nazionale in Piazza del Plebiscito la mostra “La Comunità ebraica di Napoli 1864 – 2014: 150 anni di storia”, realizzata con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici. L'esposizione sarà visitabile fino al 12 dicembre e farà una seconda tappa all'Archivio di Stato dal 14 gennaio al 28 febbraio con nuovi materiali archivistici. Un viaggio appassionante tra gioie e dolori documentato da fotografie, oggetti liturgici, il raro incunabolo edito nel 1492 e una grammatica ebraico-latina scritta dall'esule pugliese Abramo de Balmes e pubblicata a Venezia nel 1522. Duemila anni di storia ebraica interrotti bruscamente dall'espulsione nel 1510 e ripresi nel 1864 dopo l'Unità d'Italia. "Noi ebrei napoletani abbiamo un legame fortissimo con la città. Quando finalmente possiamo smettere di vagare, ci affezioniamo al luogo che ci accoglie", ha  affermato in apertura il consigliere UCEI Sandro Temin. "Noi abbracciamo tutto il sud Italia ebraico - ha ricordato il presidente della Comunità ebraica di Napoli Pier Luigi Campagnano - Abbiamo una storia ricca di eventi che questa mostra ricostruisce egregiamente".
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israele
Voti scomodi e tensioni interne
Dopo il parlamento britannico e il governo svedese, anche la Francia metterà ai voti la decisione di  riconoscere lo stato di Palestina. Il prossimo 28 novembre, su proposta del partito socialista, i parlamentari francesi si riuniranno per votare una mozione simile a quella presa a metà ottobre a Westminster: “si invita il governo francese ad agire per il riconoscimento dello stato palestinese come strumento per ottenere la definitiva risoluzione del conflitto”, scrivono i proponenti. Notizia che non piacerà al governo di Gerusalemme che aveva già definito “inutili e dannose” le prese di posizione britanniche e svedesi. “Ogni atto unilaterale è d'intralcio alla pace”, aveva dichiarato il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. Sul voto di Parigi al momento nessun commento, cosa comprensibile vista la tensione che si vive in queste ore in Israele. La scorsa notte sono state attaccate a poche ore di distanza una moschea e una sinagoga. Alla prima, nei pressi di Ramallah, è stato appiccato fuoco, contro la seconda è stata lanciata una bomba incendiaria. La polizia israeliana sta indagando su entrambi i gravi episodi per trovare i responsabili. E intanto la giustizia d'Israele fa il suo corso e un'altra tragica vicenda torna a far parlare di sé: l'uccisione di un giovane manifestante  palestinese a Betunia (nella West Bank) lo scorso 15 maggio. Oggi la polizia del distretto di Giudea e Samaria ha arrestato un agente di polizia di frontiera e il suo comandante con l'accusa di omicidio.
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pilpul
Ticketless - Lion Feuchtwanger
Non riproduco la brutta copertina scelta per la riedizione del romanzo di Feuchtwanger, I fratelli Oppermann (Skira). Sarebbe controproducente (prima o poi ritornerò sulla grafica delle copertine di romanzi sugli ebrei che fanno bella mostra di sé nelle librerie di oggi). Qui vorrei soltanto segnalare l’importanza di questo scrittore e metterlo accanto ad altri autori a lui affini. Come potremmo definire i loro libri? Romanzi-presagio. Che cosa unisce capolavori come questo, usciti negli anni Trenta, capaci di antivedere la catastrofe? Si moltiplicano i romanzi scritti dopo la Shoah. Manca un semplice elenco di libri - come si dice in Francia, mutuando il lessico della psicoanalisi - scritti avant coup.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Napoli, 150 anni
Davvero un evento importante e significativo è l'inaugurazione, avvenuta stamattina presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, della mostra - organizzata da Giancarlo Lacerenza e patrocinata, oltre che dalla stessa Biblioteca, anche dal ministero dei Beni Culturali, la Regione Campania, l'UCEI, l'Archivio di Stato, la Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, il Centro di Studi Ebraici dell'Università "l'Orientale" e il Comitato per i 150 anni - per il centocinquantesimo anniversario della fondazione della Comunità Ebraica di Napoli (l'unica, com'è noto, nell'intera penisola, a sud di Roma).

Francesco Lucrezi, storico
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