David
Sciunnach,
rabbino
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“La
vita di Sarà fu…”. (Bereshìt 23, 1) Il Grande Maestro italiano Rabbì
Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo: Sarà morì,
dopo la nascita di Riwkà, colei che era degna di prendere il suo
posto, e dopo che il fatto fu reso noto ad Avrahàm. Come dicono i
nostri Maestri, il loro ricordo sia in benedizione, nel Talmud (Yomà,
38b): “Un giusto non se ne va da questo mondo se non è nato un altro
giusto come lui”. Come è scritto in Qoelet (1, 5): “Il Sole Sorge il
Sole tramonta”.
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David
Assael,
ricercatore
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DVorrei
tornare sulla situazione israeliana su cui mi sono soffermato la
settimana scorsa e su cui, per proprie vie, hanno scritto Daniel Funaro
e Francesco Lucrezi, che leggo sempre con attenzione (entrambi). È
certissimamamente vero che il conflitto di oggi ricade in massima parte
sulle spalle del mondo palestinese, dilaniato come tutto il mondo arabo
e incapace di esprimere una qualunque forma di società civile.
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Napoli ebraica in mostra
i 150 anni della Comunità
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“La
Comunità ebraica di Napoli 1864 – 2014: 150 anni di storia” è il titolo
della mostra - realizzata con il sostegno della Presidenza della
Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici -
che aprirà oggi i battenti nella prestigiosa sede della Biblioteca
Nazionale di Napoli (rimarrà aperta fino al 12 dicembre per poi trovare
posto all'Archivio di Stato). All'inaugurazione dell'esposizione che
racconta lo stretto legame tra l'ebraismo e la città partenopea, curata
da Giancarlo Lacerenza del Cento di Studi Ebraici dell'Orientale,
dedicano oggi ampio spazio il Mattino e Repubblica. Una mostra che,
nelle parole del Consigliere UCEI Sandro Temin, riportate da
Repubblica, “esalta la capacità di accoglienza di Napoli, ricambiata
dagli ebrei che, da 150 anni, partecipano, condividono e contribuiscono
alla storia e alle vicende della città”. “Un'esposizione che racconta -
ben al di là di ogni tentazione autoreferenziale - ciò che realmente
hanno rappresentato per Napoli gli ebrei: interpreti del loro tempo e
spesso anche anticipatori del futuro. – racconta Giuseppe Crimaldi sul
Mattino - Una comunità di protagonisti. E l'evento di fatto rappresenta
il sugello rispetto al percorso iniziato lo scorso anno con la visita
del presidente Giorgio Napolitano a Villa Pignatelli in occasione delle
celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica”.
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QUI BERLINO – LA CONFERENZA OSCE
Antisemitismo, minaccia per tutti
La
minaccia di un risorgente antisemitismo va fermata sul nascere. E
costruire in maniera efficace una barriera contro il risorgere di
segnali inquietanti di odio antiebraico non può essere solo una
priorità delle organizzazioni ebraiche, ma deve rappresentare una
necessità che deve necessariamente coalizzare tutti i cittadini, tutte
le istituzioni e tutti i governi che abbiano a cuore l’ordinamento
democratico e il progresso.
Questo il primo chiaro messaggio che emerge con forza a Berlino in
apertura dei lavori della intensa due giorni dedicata alla
necessità di combattere l’antisemitismo convocata dall’Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
A dieci anni dalla Dichiarazione di Berlino che ha costituito il primo
passo della nuova Europa per una battaglia determinante per il futuro
delle nostre democrazie, i 57 stati che compongono la compagine Osce si
sono dati appuntamento per fare il punto della situazione e rilanciare
l’iniziativa.
“Il problema è vivo, è una ferita aperta – commenta Deidre Berger,
rappresentante dell’American Jewish Committee (Ajc) nella capitale
tedesca e direttore dell’Istituto Ramer per le relazioni ebraico
tedesche – tanto che sembra in questi anni non si sia lavorato, non si
siano compiuti passi avanti. Ma è una falsa impressione. In realtà si
sono compiuti progressi enormi di lavoro, di integrazione
internazionale, di coordinamento nelle strategie, di consapevolezza. Se
il progresso non appare, o appare poco, questo dipende dal fatto che in
questi dieci anni la situazione politica e sociale internazionale è
profondamente mutata, le nuove dinamiche sono difficilmente
inquadrabili. E nello stesso modo il sistema dell’informazione,
soprattutto con la diffusione e la frammentazione dell’informazione
incontrollata della rete, è profondamente cambiato”.
La prima giornata dei lavori serve quindi agli oltre trecento
partecipanti giunti da tutto il mondo ma soprattutto dalle realtà
europee (partecipano ai lavori fra gli altri il vicepresidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, la
delegata dell’Unione giovani ebrei italiani Talia Bidussa, l’esponente
del World Jewish Congress e del Bene Berith Europa Daniel Citone, la
rappresentante a Roma dell’American Jewish Committee Lisa Palmieri
Billig, Stefano Gatti dell’Osservatorio antisemitismo della fondazione
Centro di documentazione ebraica contemporanea, una folta delegazione
di diplomatici della Farnesina e delle rappresentanze diplomatiche
italiane), per riordinare le idee e ridefinire la strategie.
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qui berlino - la conferenza osce
Lotta al pregiudizio
Era
il 2004 quando i rappresentanti degli Stati membri della Organization
for Security and Co-operation in Europe si riunirono a Berlino, ospiti
del governo tedesco, per analizzare le sfide legate alle manifestazioni
di antisemitismo nei loro confini.
È dunque nel decimo anniversario dalla Dichiarazione di Berlino che ne
è stata il prodotto, che gli Stati della regione dell’OSCE si
riuniscono di nuovo per riaffrontare da una nuova prospettiva questo
argomento, nel summit globale del 10th Anniversary of the OSCE’s Berlin
Conference on Anti-Semitism che si tiene sempre a Berlino il 12 e 13
novembre.
L’evento non solo mette a confronto rappresentanti governativi e leader
politici dei 57 Stati membri dell’OSCE, ma darà anche l’opportunità a
organizzazioni non governative di sviluppare e presentare
raccomandazioni direttamente agli Stati. La preparazione delle quali
avverrà durante la prima delle due giornate in cui si articolerà la
conferenza, dedicata al Civil Society Forum on Anti-Semitism.
Più di centocinquanta rappresentanti della società civile discuteranno
tra loro su come attuare un implemento degli impegni dell’OSCE, la più
grande organizzazione intergovernativa per la sicurezza, nella lotta
contro l’antisemitismo. Inoltre, in virtù della volontà del Presidente
dell’OSCE Didier Burkhalter di “rafforzare la voce dei giovani e di
accrescere il loro coinvolgimento nelle strutture dell’Organizzazione”,
il Forum vedrà la partecipazione anche di rappresentanti di
organizzazioni giovanili. La European Union of Jewish Students, ONG che
fa da ombrello a 35 unioni studentesche ebraiche europee, sarà presente
con una delegazione di giovani da diversi paesi europei, “con
l’obiettivo di essere fonte d’ispirazione e innovazione”, come ha
sottolineato la presidente Jane Braden-Golay.
Incorniciati da sessioni plenarie di apertura e di chiusura, al centro
dei lavori saranno i momenti in cui i partecipanti si suddivideranno in
commissioni per elaborare le mozioni da presentare ai governi. Sei i
temi che verranno affrontati nei diversi gruppi, per portare il
dibattito al centro dell’attualità e trovare soluzioni con approccio
concreto a tutte le forme in cui l’antisemitismo si manifesta e può
essere contrastato. Il rafforzamento della leadership politica nella
lotta all’antisemitismo, in un momento come quello attuale
particolarmente delicato per la crescita in tutta Europa di partiti e
movimenti portatori di istanze razziste e populiste che inseriscono il
fenomeno nel dibattito parlamentare, le sfide della sicurezza per le
Comunità ebraiche, spesso vittime di attacchi e violenze, e
l’antisemitismo in rete, grazie alla quale circolano con facilità
estrema propaganda, stereotipi e teorie cospiratorie – questi gli
argomenti al centro del lavoro dei primi tre gruppi. Altri lavoreranno
invece per trovare risposte al negazionismo e alla distorsione della
Shoah, affrontare l’antisemitismo che si manifesta in relazione al
conflitto mediorientale, che ha causato numerosi episodi di violenza
proprio quest’estate, e infine per comprendere l’impatto delle
recentissime contestazioni ad alcune pratiche rituali, come per esempio
la macellazione e la circoncisione.
Tutto questo porta alla seconda giornata, al cui centro ci sarà il
High-Level Commemorative Event, alla presenza del ministro degli Esteri
tedesco Frank- Walter Steinmeier, del direttore dell’OSCE Office for
Democratic Institutions and Human Rights Michael Georg Link e del
presidente in carica dell’OSCE Brurkhalter, che apriranno i lavori. I
rappresentanti governativi e i leader politici rifletteranno per prima
cosa sugli sforzi adoperati nella regione dell’OSCE a seguito della
Dichiarazione di Berlino, che oltre a condannare l’antisemitismo in
ogni sua forma dava delle direttive chiare ai governi per contrastarlo,
tra cui progetti educativi, lotta ai crimini di stampo razzista,
sostegno alle organizzazioni e aggiornamenti statistici.
Cosa è cambiato nell’ultimo decennio nella società e nella politica?
Qual era dunque il significato della Dichiarazione, e in quali parti
oggi è ancora rilevante? “Purtroppo, è ancora attuale oggi come lo era
dieci anni fa”, questo l’amaro commento di Burkhalter all’indomani
dell’attacco terroristico al Museo ebraico di Bruxelles. E per passare
dalle parole alle azioni a livello politico e governativo, i
rappresentanti presenti dopo essesi confrontati sui reciproci punti di
vista ascolteranno le mozioni elaborate dal Civil Society Forum il
giorno precedente, che diventeranno così un complemento, un
rafforzamento e in qualche caso forse anche una revisione della
Dichiarazione di Berlino ormai datata. Quello che rimane certo, come
espresso in un comunicato congiunto da Brurkhalter, Steinmeier e Link,
è che l’antisemitismo “costituisce una minaccia per la democrazia, i
valori della civiltà e pertanto per la sicurezza generale nella regione
dell’OSCE e oltre”.
Francesca Matalon
(Nella foto, risalente all'OSCE Conference on Anti-Semitism svoltasi a Berlino nel 2004, il presidente dell’OSCE Solomon Passy - a sinistra - e il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer)
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Ticketless
- Lion Feuchtwanger |
Non
riproduco la brutta copertina scelta per la riedizione del romanzo di
Feuchtwanger, I fratelli Oppermann (Skira). Sarebbe controproducente
(prima o poi ritornerò sulla grafica delle copertine di romanzi sugli
ebrei che fanno bella mostra di sé nelle librerie di oggi). Qui vorrei
soltanto segnalare l’importanza di questo scrittore e metterlo accanto
ad altri autori a lui affini. Come potremmo definire i loro libri?
Romanzi-presagio. Che cosa unisce capolavori come questo, usciti negli
anni Trenta, capaci di antivedere la catastrofe? Si moltiplicano i
romanzi scritti dopo la Shoah. Manca un semplice elenco di libri - come
si dice in Francia, mutuando il lessico della psicoanalisi - scritti
avant coup.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Napoli, 150 anni |
Davvero
un evento importante e significativo è l'inaugurazione, avvenuta
stamattina presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, della mostra -
organizzata da Giancarlo Lacerenza e patrocinata, oltre che dalla
stessa Biblioteca, anche dal ministero dei Beni Culturali, la Regione
Campania, l'UCEI, l'Archivio di Stato, la Fondazione per i Beni
Culturali Ebraici in Italia, il Centro di Studi Ebraici dell'Università
"l'Orientale" e il Comitato per i 150 anni - per il centocinquantesimo
anniversario della fondazione della Comunità Ebraica di Napoli
(l'unica, com'è noto, nell'intera penisola, a sud di Roma).
Francesco Lucrezi, storico
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