13 novembre 2014 - 20 Cheshwan 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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NICKI MINAJ
@NICKIMINAJ (11 Nov) I
didn't come up w/the concept, but I'm very sorry & take full
responsibility if it has offended anyone. I'd never condone Nazism in
my art.
PM of Israel
@IsraeliPM (11 Nov) RETWEET THIS: Palestinian President Abbas continues to incite violence against Israel.
Maurizio Molinari
@Maumol (11 Nov)
#Israele, lite sulla sicurezza, @Netanyahu convoca i capi di #IDF e #ShinBeth: "Niente polemiche in pubblico"sto tweet
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#PE24BreakingNews |
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Israele, cresce la preoccupazione
Aumenta la paura in Israele
dopo che, a poche ore di distanza, è stata incendiata una moschea
vicino a Ramallah e dei molotov hanno colpito una sinagoga a Shfaram,
in Galilea. Fiamma Nirenstein scrive sul Giornale: “La simmetria dei
due episodi di violenza di ieri in Israele disegna il peggiore degli
incubi: la guerra di religione, peggiore del conflitto territoriale che
forse, poi, alla fine, può presupporre una soluzione il cui logoro
slogan è due Stati per due popoli”. La polizia indaga sull’incendio
della moschea, ma “il sindaco sindaco Faraj al Naassaneh, è sicuro
della colpevolezza dei membri di un gruppo fuori legge chiamato ‘Price
tag’, un nome che vuole indicare il prezzo del danno portato dal
governo israeliano quando sgombera e distrugge gli insediamenti
illegali, ma anche quello degli attacchi arabi alla popolazione
israeliana”. Il capo del consiglio regionale della Samaria Gershon
Mesika ricorda invece come già in episodi passati il fuoco era stato
appiccato da un residente arabo per procurare una provocazione. Intanto
da un articolo su Israel Forbes, emerge l’inquietante notizia che Hamas
è l’organizzazione terroristica più ricca del mondo dopo l’Isis,
disponendo di un miliardo di dollari. “Il denaro – scrive Nirenstein –
arriva dai fondi dei donor (fra cui anche l’Unione europea e gli Stati
Uniti) che non si riesce a controllare, dal Qatar e dall’Iran e –
secondo le fonti di Forbes – dai traffici illegali, compreso quello
della droga. I donor, subito dopo la guerra, hanno promesso 4 miliardi
di aiuti, ma dove andranno se non nelle tasche di Hamas? Se si guarda
alla popolazione di Gaza, in stato di miseria e sofferenza, e si
compara ai fondi di Forbes, si capisce dove finiscono i fondi per Gaza”.
La sinagoga colpita dai molotov, ricorda Avvenire, è “a Shfaram,
villaggio della Galilea a maggioranza araba”. Un luogo che era
diventato “esempio di convivenza quando, pochi mesi fa, è stato
ridipinto da giovani arabi e israeliani, insieme, nell’ambito di una
iniziativa condivisa contro l’intolleranza”. “I danni materiali –
conclude – sono stati lievi. Evidenti quelli simbolici”.
Le tensioni aumentano dopo la decisione di Israele di costruire 200 case a Gerusalemme Est.
Su Libero la notizia: “La zona è considerata dalla comunità
internazionale e dai palestinesi parte della Cisgiordania”. La Casa
Bianca ha immediatamente espresso le proprie preoccupazioni in merito
mentre “il leader di Tanzim (il braccio armato di Fatah), Marwan
Barghouti, che dal carcere dove sta scontando 5 ergastoli, ha esortato
tutti i palestinesi a lanciare la terza Intifada”.
Famiglia Cristiana esce oggi con un ampio approfondimento sulla crisi tra Israele e Gaza,
dopo la missione della Chiesa italiana nei territori colpiti. Sami
El-Yousef, direttore della Pontifical Mission a Gerusalemme,
intervistato da Fulvio Scaglione, spiega: “Israele si è ammorbidito per
quanto riguarda il transito di aiuti. Il che non è necessariamente un
bene perché Gaza torna a una mentalità assistenziale. La gente si
aspetta che qualcuno risolva il problema”. Desta perplessità inoltre il
commento dello stesso Scaglione: “L’assedio e il nemico sionista
convengono ad Hamas, che grazie a essi mantiene il dominio sulla
Striscia e, al modico prezzo di un migliaio di morti ogni due anni, si
fa rifinanziare da Paesi arabi e comunità internazionale. II regime di
Hamas a Gaza conviene a Israele: un interlocutore più ragionevole
farebbe saltare il bluff dello Stato ebraico che con i palestinesi,
semplicemente, non sa che fare”.
“L’intellighenzia d’Israele
adesso spegne la luce e scappa all’estero” questo il titolo
dell’articolo di Giulio Meotti che sul Foglio fa una panoramica degli
intellettuali israeliani trasferitisi in Europa. ” Dal 2008 vive in
Inghilterra Han Pappé, già docente all’Università di Haifa (…) Assieme
a lui, nel Regno Unito, vivono lo storico israeliano Avi Shlaim e il
giurista Oren Ben-Dor della Southampton University. (…) Nella sua villa
in Toscana, sulle colline di Ponte Buggione, a Pistoia, è morto Amos
Elon, decano dei corrispondenti di Haaretz, dove divenne il protetto
dell’austero editore Gershom Schocken, e poi l’autore di libri adottati
nelle scuole d’Israele e del bestseller ‘Gerusalemme’ (Rizzoli). Anche
la figlia, Danae Elon, apprezzata regista di sinistra, vive a New York”.
Continua il reportage di Gad Lerner su Repubblica, dedicato oggi ai partigiani curdi di Erbil che resistono all’Isis.
Lerner fa un affresco dell’ambiente circostante: “La potenza emergente
del nazionalismo curdo trasformatosi ormai in Stato di fatto, sulle
ceneri dell’Iraq avviato a dissoluzione, si celebra agli incroci delle
larghe e trafficate avenues di Erbil. Qui i profughi in fuga da Kobane
e Mosul chiedono l’elemosina sovrastati da megaschermi in cui il Falcon
Group pubblicizza la ricchezza delle sue torri avveniristiche chiamate
Empire Diamond, alternandole con visioni delle raffinerie di petrolio.
Riesce difficile pensare alla ferocia della guerra, ai miliziani del
Califfato insediati a poche decine di chilometri da una metropoli che
per lusso e disegno architettonico cresce a vista d’occhio sul modello
di Dubai”.
Appuntamento questa sera con la terza edizione milanese di BookCity.
“Sul palcoscenico del teatro Del Verme – scrive il Corriere della Sera
– ci sarà David Grossman, uno
dei più grandi scrittori israeliani contemporanei”. Grossman discuterà
con Edoardo Vigna della “forza delle parole” e riceverà dal sindaco
Giuliano Pisapia, il Sigillo della Città, “prima edizione di un
riconoscimento che diventerà un appuntamento fisso”.
Paolo Berizzi de la Repubblica annuncia l’arrivo a Milano, il 29 novembre, di mille neonazisti in
occasione dell’happening musicale Hammerfest. Ma chi sono gli
Hammerskin? Berizzi scrive: “Fautrice della supremazia della razza
bianca, Hammerskin Nation, o Fratellanza Hammerskin, per simbolo due
martelli incrociati in marcia contro le minoranze, è un’organizzazione
internazionale nata a metà degli anni ’80 negli Stati Uniti da una
costola del Ku Klux Klan. II pensiero hammer skin sta tutto nella frase
attribuita all’americano David Lane (condannato negli Usa a 190 anni di
carcere per assassinio e cospirazione): ‘Dobbiamo assicurare
l’esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi’. Puro
stile ‘White Power’. Odio impastato da antiebraismo e avversione contro
le comunità nere, il nazionalsocialismo come base per la costruzione
del Nuovo Ordine, violenti battesimi del sangue per i nuovi adepti
sottoposti a pestaggi e costretti a lottare contro cani da
combattimento”. Se un anno fa il sindaco Pisapia condannò l’evento e la
città sembro essere stata colta di sorpresa, conclude Berizzi, “ora la
‘patata bollente’ si ripropone”.
Dopo l’ultimo video musicale Only, con immagini che evocavano chiaramente il nazismo, la cantante di Nicky Minaj si è scusata pubblicamente: “Non volevo offendere nessuno”. A riportare la notizia, tra gli altri, la Repubblica.
La nostalgia nazista che continua a destare preoccupazioni anche in Italia: a Castellanza svastiche,
croci celtiche e minacce dirette al circolo del PD (la Repubblica), a
Torino una svastica e una scritta offensiva sono comparse sulle
serrande della sede di Rifondazione Comunista (La Stampa).
Nazismo e Heidegger: in un
articolo di Avvenire, Edoardo Castagna ripercorre le posizioni
politiche del filosofo attraverso il nuovo saggio di Donatella Di
Cesare, filosofa alla Sapienza di Roma e vicepresidente della Società
Heideggeriana, “Heidegger egli ebrei. I Quaderni neri” (Bollati
Boringhieri). “La Di Cesare – che all’indomani della sua prima lettura
dei passi sull’ebraismo dei Quaderni neri si era dichiarata sconvolta –
paragona gli appunti heideggeriani al diario di bordo di un naufrago
che attraversa la notte del mondo”.
Paola Polidoro scrive sul Messaggero della pubblicazione di un libro
di John Fante con la foto della copertina sbagliata. Un errore da parte
della casa editrice Einaudi che promette una pronta ristampa, rendendo
però l’edizione un cult. Ripercorre quindi un altro caso, quello del
volume “Pasqua di sangue di Ariel Toaff, edito dal Mulino e poi
ritirato per accuse di antisemitismo. Il libro fu poi ristampato senza
le pagine incriminate, ma le copie della prima stampa ora valgono
centinaia di euro”.
Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked
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