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17 novembre 2014 - 24 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
"E non ti imparenterai con loro: tua figlia non concederai per suo figlio e sua figlia non prenderai per tuo figlio. Perché egli allontanerà tuo figlio da me e serviranno altri dei e l'ira di D-o sarà in voi e ti distruggerà velocemente".
(Deuteronomio 7, 3)
Commento. Con loro non dovrai imparentarti: a un suo figlio non dovrai concedere in sposa tua figlia, e per tuo figlio non prenderai in sposa una sua figlia, perché un suo figlio allontanerebbe da me tuo figlio, il figlio di tuo figlia, ed essi presterebbero culto ad altre divinità, di conseguenza l'ira dell'Eterno si accenderebbe contro di voi e in breve ti distruggerebbe.
 
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Anna
Foa,
storica
Il 4 e il 5 di novembre si è svolta alla Open University of Israel una conferenza sul tema dei genocidi. La conferenza prendeva spunto dal ventesimo  anniversario del genocidio in Rwanda e aveva tra i suoi relatori Yolande Mukagasana, la sopravvissuta tutsi che si è posta alla guida del processo di elaborazione  della memoria del genocidio rwandese. Ma molto si parlava anche di Shoah, evidentemente, in un'ottica decisamente innovativa e di grande interesse, quella del confronto tra i genocidi, quella della prevenzione dei genocidi, quello dell'uso del termine "genocidio" o invece della possibilità di adoperare termini meno connotati giuridicamente come MAS (atrocità di massa), che comprendono un vasto ventaglio di crimini fino al genocidio.
 
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"Dall'Italia nessun aiuto per Auschwitz-Birkenau"
"Dall’Italia nessun euro per Auschwitz”. È la denuncia del quotidiano El Pais, oggi riportata da Repubblica. Tra i grandi paesi d’Europa - si legge - proprio Italia e Spagna non starebbero contribuendo a tener viva la memoria la memoria del lager nazista (del tema si era già parlato lo scorso settembre, dopo la donazione di 100mila euro da parte dello Stato del Vaticano). In testa alla classifica figura la Germania, con 60 milioni di euro stanziati. La città che ha elargito maggiori fondi è invece Parigi.
A Torino cerimonia di insediamento del nuovo rabbino capo Ariel Di Porto, nominato all’unanimità in agosto. Romano, 35 anni, rav Di Porto era direttore dell’Ufficio Rabbinico della Capitale dal 2010. Presenti tra gli altri alla cerimonia, scrive il quotidiano torinese La Stampa, “il presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana Giuseppe Momigliano, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre”.
Toni allarmati, sulla stampa israeliana, dopo l’aggressione antisemita di Anversa. Il Quotidiano Nazionale riporta in particolare la reazione di Maariv su cui si elencano altri episodi di inquietudine tra cui quello che sembra essere stato un tentativo di investimento del rabbino olandese Benyamin Yaakobs da parte di un’auto sospetta. Sempre secondo Maariv in Italia, i partecipanti a un non precisato convegno ebraico studentesco, avrebbero ricevuto istruzione “di non ostentare in pubblico simboli spiccatamente ebraici, a scopo prudenziale”.
 
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  davar
qui MILANO - BOOKCITY
Leggere Amos Oz
Difficile pensare a un'accezione positiva della parola “traditore”. Nessuno vorrebbe essere additato come tale. Poi si ascolta o legge Amos Oz e si inizia a cambiare idea. “Spesso i grandi personaggi che hanno cambiato la storia sono considerati traditori da chi non è pronto al cambiamento”, spiegava ieri in una sinagoga centrale gremita. “Anche io sono stato chiamato traditore ma considero questo appellativo come una medaglia, un onore perché nel gruppo sono in ottima compagnia”. Al “traditore” Oz il pubblico milanese di Bookcity ha riservato solo fragorosi applausi, nessun dito puntato: una fila imponente di persone ha affollato il tempio di via Guastalla, ha ascoltato silenziosamente lo scrittore israeliano leggere in ebraico alcune pagine del suo ultimo libro, Giuda (Feltrinelli) e ha scoperto che “ciascuno di noi è un traditore: non tradiamo forse i nostri genitori quando andiamo via di casa? Tradiamo la nostra coerenza quando cambiamo idea. E ancora tradiamo la nostra storica lavatrice quando scegliamo di rimpiazzarla con una nuova”. Tra ironia genuina e riflessioni anticonformiste, Oz racconta il suo Giuda, la sua idea di tradimento, conquistando pubblico e critica. Aveva aperto la rassegna milanese dedicata a libri e lettura il suo altrettanto celebre collega, David Grossman, a lui è invece affidata la chiusura. Da uno scrittore israeliano a un altro, entrambi protagonisti di riflessioni dolorose, entrambi, come ricordava ieri Daniele Cohen, consigliere della Comunità ebraica di Milano, portatori di un messaggio di speranza per il futuro. Oz ci insegna ad avere il coraggio di cambiare, afferma Cohen in apertura dell'appuntamento al tempio, evento organizzato dalla Comunità ebraica di Milano in collaborazione con l'editore Giuntina e con Feltrinelli. “Scintille per un mondo che cambia” il titolo scelto per l'occasione, ricorda Shulim Vogelmann, direttore della Giuntina. Un momento per riflettere sui cambiamenti della nostra società, sottolinea Vogelmann, sul senso di Comunità, attraverso le parole di Oz – che ha dialogato con il compositore Fabio Vacchi - e di altri tre oratori: lo storico sociale delle idee David Bidussa con la sua analisi sul sacrificio, la riflessione filosofica di Andrea Gessner su “Romain Gary e l’angoscia del re Salomone” e l'esperta di Kabbalah Yarona Pinhas, intervenuta sul legame tra la mistica ebraica e il rinnovamento.
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qui torino - L'INSEDIAMENTO DEL RAV DI PORTO
Per la Comunità un nuovo inizio
Per la Comunità ebraica di Torino è stato un giorno di festa, o forse qualcosa di più.
Da poco si è conclusa quella che si può definire una giornata di singolare importanza, non solo per la realtà ebraica torinese, ma per l’intero ebraismo italiano che ha sancito ufficialmente l’insediamento del nuovo rabbino capo, rav Ariel Di Porto.
Studio, futuro e gioia sono i tratti salienti di questa giornata, che ha avuto inizio con una serie di conferenze su temi di estrema attualità, così da porre l’accento sull’importanza del confronto, del dibattito, ma anche della riflessione, perché uno sguardo diretto al futuro deve poggiare saldamente sulla consapevolezza della condizione presente. Questo sguardo è lo stesso che ritroviamo oggi in rav Di Porto, che ha dimostrato fin da subito di comprendere la polivalente realtà della Comunità di Torino, associando la comprensione di ciò che è stato e di ciò che è a una prospettiva di più ampio raggio, tesa al futuro.
È lo stesso Beppe Segre, Presidente della Comunità ebraica, a definire questa giornata “una grande cerimonia orientata al futuro, dove i festeggiamenti si legano saldamente allo studio”.
"L’evento di ieri - sostiene Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - apparentemente fuori dal quotidiano, è in realtà connesso più che mai con la contemporaneità".
Tullio Levi, ex presidente, parla di un "ottimo inizio" e di sensazioni "più che positive".
“Questa calorosa e sentita partecipazione si può leggere come un segnale di futura coesione per la nostra Comunità”, aggiunge Emanuel Segre Amar, vicepresidente della kehillah torinese.
Ed ecco che la consapevolezza della realtà presente si pone come primo strumento per poter ricostituire  e rinforzare un’unità e una coesione debilitate.
“Ciò che contraddistingue rav Di Porto è la concretezza, la voglia di capire di fare, essenziali per poter giungere a un qualcosa di nuovo e positivo”, conclude la preside della scuola ebraica Sonia Brunetti.

Alice Fubini
informazione - international edition
Ritratti da scoprire
Uomini e donne che hanno fatto la storia d’Italia e della sua vita ebraica. Sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche prende il via questa settimana l’appuntamento con “Italian Portraits”, che porterà alla scoperta di alcune figure chiave degli ultimi cento anni e più. Il progetto nasce dalla collaborazione con il corso dedicato alla storia ebraica italiana del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA) tenuto dal professor Daniel Leisawitz, direttore del dipartimento di italianistica. Ad aprire la serie, la storia dello scrittore Giorgio Bassani, del suo antifascismo, del celebre romanzo “Il Giardino dei Finzi-Contini”.
Ancora libri, con la presentazione di “Forse Esther” (Adelphi), debutto letterario di Katja Petrowskaja: ai lettori di lingua italiana la possibilità di scoprirlo in traduzione, primi nel mondo dopo i tedeschi che gustano l’opera in lingua originale per entrare in contatto con uno struggente confronto con le proprie radici.
Radici della storia d’Europa al centro anche di It Happened Tomorrow, firmato come ogni settimana da Guido Vitale. Per il pubblico internazionale, un commento sulla mostra dedicata al centesimo anniversario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale dall’Archivio di Stato di Trieste. “Una circolare del 20 ottobre 1914 indirizzata a tutte le scuole della città adriatica, allora principale porto dell’impero asburgico e dal 1918 occupata dall’Italia, raccomanda a tutti gli insegnanti di impegnarsi per dimostrare ‘quale serio scopo e quale speciale valore di cultura abbia il conoscere le istituzioni e le lingue dei popoli stranieri, persuadendo i giovani che è un compito patriottico la necessità di tale studio’. Una profezia di cui si attende ancora la realizzazione afferma che un giorno, dopo indicibili sofferenze, i valori allora sconfitti di civiltà, tolleranza e multiculturalità dell’impero austroungarico, i soli nei quali la presenza ebraica può crescere e offrire il migliore contributo alla società, torneranno a regnare sull’Europa. Quel giorno Trieste riprenderà appieno il suo ruolo di capitale delle minoranze e di luogo di incontro fra tutte le genti” si legge nell’articolo.


Rossella Tercatin
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SUDAFRICA
Mervyn Smith (1937-2014)
"Mervyn era un leader fondamentale non solo all’interno della comunità ebraica, ma nei rapporti con lo Stato. La sua presenza, la sua saggezza, non mancheranno solamente alla famiglia ma a tutti gli amici ed i colleghi”.
Così Rabbi Moshe Silberhaft, direttore del Congresso ebraico del Sudafrica ha dato l’ultimo saluto a Mervyn Smith, il presidente scomparso a 77 anni lo scorso sabato dopo una lunga malattia.
Nato vicino a Vaal River da una famiglia di sionisti (sua madre Mabel era attivista, sua nonna Lily Osrin cucì la bandiera per il primo congresso sionista a Vereeniging) Smith, che ha anche ricoperto la carica di vicepresidente del Congresso ebraico mondiale, ha costruito con la moglie Tamar una famiglia da sempre impegnata nella vita comunitaria. Le sue battaglie erano tante, prima tra tutti quella contro l’apartheid, un tema scottante in Sudafrica e sul quale non si è mai tirato indietro, diventandone uno dei combattenti più decisi e condannandola ufficialmente nel 1985 con una presa di posizione storica. Ma Smith era anche un profondo conoscitore dell’antisemitismo in tutti i suoi aspetti, quelli legali in primis.
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qui firenze
Carlo Alberto Viterbo,

omaggio in Comunità
“Per molti anni Carlo Alberto Viterbo (1889-1974) ha offerto un contributo di ampio respiro allo sviluppo e alla divulgazione del patrimonio ebraico in Italia. Tuttavia, ad eccezione di alcuni sporadici accenni in articoli e libri, non vi è mai stato uno studio circostanziato sulle sue attività. Eppure da molti suoi contemporanei viene considerato un Maestro, una delle figure più rappresentative che dette lustro e decoro a tutto l'ebraismo italiano”. 
È quanto scriveva, in un dettagliato saggio apparso sulla Rassegna Mensile di Israel nel 2012, la storica e docente universitaria Elizabeth Schachter, che alla vita degli ebrei italiani ha dedicato studi e ricerche di notevole densità.
Un primo fondamentale tassello per rendere giustizia alla memoria di una figura che ha lasciato il segno e che ha suscitato nuovi stimoli in occasione della giornata di studio dedicatagli ieri dalla Comunità ebraica fiorentina.
Giornalista, avvocato, linguista con una forte propensione all'avventura come testimonia il viaggio compiuto nel '36-37 per prendere contatto con le popolazioni ebraiche d'Etiopia, Carlo Alberto Viterbo spicca – tra i protagonisti dell'ebraismo italiano novecentesco – per la trasversalità e l'intensità del suo impegno. Un impegno che ha trovato voce nelle quattro relazioni che hanno animato la giornata di studio. Assieme alla Schachter gli studiosi Bruno Di Porto, Emanuela Semi Trevisan ed Elena Mazzini. A moderare gli interventi l'editore Daniel Vogelmann.
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qui livorno
Benamozegh, il rav del dialogo
Al via le attività dell’Amicizia Ebraico Cristiana di Livorno per l’anno sociale 5775/2014-15 con un’iniziativa sul rabbino e filosofo Elia Benamozegh, figura chiave per il dialogo interreligioso, in occasione del centenario della pubblicazione di “Israël et l’umanità”, una delle sue opere più importanti e di vasto respiro.
Conosciuto anche come il “Rabbino del Risorgimento” per la sua adesione alle tesi risorgimentali, Elia Benamozegh (Livorno 1823-1900) è stato biblista, talmudista, cabbalista, filosofo della religione, divenendo uno dei personaggi più importanti, grazie alle sue numerose opere, del mondo ebraico internazionale, assai conosciuto, studiato e apprezzato anche negli ambienti non ebraici. Gadi Polacco
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pilpul
 Oltremare - "La merenda"
Se ogni società ha dei leitmotiv o delle piccole ossesioni, quella israeliana, essendo largamente ebraica, ha sicuramente quella del cibo. Che inizia in tutte le famiglie al mattino presto, quando si preparano i "sandwichim" (sic) per i figli, prima di spedirli a scuola. Cruccio di tutti i genitori, fonte di litigi infernali a casa e di competitività fra famiglie, perchè i ragazzi che arrivano a scuola con il sandwich "giusto" ovviamente ne fanno uno status, e gli altri incassano. Anche lì emergono le origini delle famiglie, che si portano dietro abitudini alimentari così diverse da fare il giro del mondo.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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