
Paolo Sciunnach,
insegnante
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"E
non ti imparenterai con loro: tua figlia non concederai per suo figlio
e sua figlia non prenderai per tuo figlio. Perché egli allontanerà tuo
figlio da me e serviranno altri dei e l'ira di D-o sarà in voi e ti
distruggerà velocemente".
(Deuteronomio 7, 3)
Commento. Con loro non dovrai imparentarti: a un suo figlio non dovrai
concedere in sposa tua figlia, e per tuo figlio non prenderai in sposa
una sua figlia, perché un suo figlio allontanerebbe da me tuo figlio,
il figlio di tuo figlia, ed essi presterebbero culto ad altre divinità,
di conseguenza l'ira dell'Eterno si accenderebbe contro di voi e in
breve ti distruggerebbe.
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Anna
Foa,
storica
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Il
4 e il 5 di novembre si è svolta alla Open University of Israel una
conferenza sul tema dei genocidi. La conferenza prendeva spunto dal
ventesimo anniversario del genocidio in Rwanda e aveva tra i suoi
relatori Yolande Mukagasana, la sopravvissuta tutsi che si è posta alla
guida del processo di elaborazione della memoria del genocidio
rwandese. Ma molto si parlava anche di Shoah, evidentemente, in
un'ottica decisamente innovativa e di grande interesse, quella del
confronto tra i genocidi, quella della prevenzione dei genocidi, quello
dell'uso del termine "genocidio" o invece della possibilità di
adoperare termini meno connotati giuridicamente come MAS (atrocità di
massa), che comprendono un vasto ventaglio di crimini fino al
genocidio.
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"Dall'Italia nessun aiuto per Auschwitz-Birkenau"
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"Dall’Italia
nessun euro per Auschwitz”. È la denuncia del quotidiano El Pais, oggi
riportata da Repubblica. Tra i grandi paesi d’Europa - si legge -
proprio Italia e Spagna non starebbero contribuendo a tener viva la
memoria la memoria del lager nazista (del tema si era già parlato lo
scorso settembre, dopo la donazione di 100mila euro da parte dello
Stato del Vaticano). In testa alla classifica figura la Germania, con
60 milioni di euro stanziati. La città che ha elargito maggiori fondi è
invece Parigi.
A Torino cerimonia di insediamento del nuovo rabbino capo Ariel Di
Porto, nominato all’unanimità in agosto. Romano, 35 anni, rav Di Porto
era direttore dell’Ufficio Rabbinico della Capitale dal 2010. Presenti
tra gli altri alla cerimonia, scrive il quotidiano torinese La Stampa,
“il presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana Giuseppe Momigliano,
il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna e il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre”.
Toni allarmati, sulla stampa israeliana, dopo l’aggressione antisemita
di Anversa. Il Quotidiano Nazionale riporta in particolare la reazione
di Maariv su cui si elencano altri episodi di inquietudine tra cui
quello che sembra essere stato un tentativo di investimento del rabbino
olandese Benyamin Yaakobs da parte di un’auto sospetta. Sempre secondo
Maariv in Italia, i partecipanti a un non precisato convegno ebraico
studentesco, avrebbero ricevuto istruzione “di non ostentare in
pubblico simboli spiccatamente ebraici, a scopo prudenziale”.
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qui MILANO - BOOKCITY
Leggere Amos Oz
Difficile
pensare a un'accezione positiva della parola “traditore”. Nessuno
vorrebbe essere additato come tale. Poi si ascolta o legge Amos Oz e si
inizia a cambiare idea. “Spesso i grandi personaggi che hanno cambiato
la storia sono considerati traditori da chi non è pronto al
cambiamento”, spiegava ieri in una sinagoga centrale gremita. “Anche io
sono stato chiamato traditore ma considero questo appellativo come una
medaglia, un onore perché nel gruppo sono in ottima compagnia”. Al
“traditore” Oz il pubblico milanese di Bookcity ha riservato solo
fragorosi applausi, nessun dito puntato: una fila imponente di persone
ha affollato il tempio di via Guastalla, ha ascoltato silenziosamente
lo scrittore israeliano leggere in ebraico alcune pagine del suo ultimo
libro, Giuda (Feltrinelli) e ha scoperto che “ciascuno di noi è un
traditore: non tradiamo forse i nostri genitori quando andiamo via di
casa? Tradiamo la nostra coerenza quando cambiamo idea. E ancora
tradiamo la nostra storica lavatrice quando scegliamo di rimpiazzarla
con una nuova”. Tra ironia genuina e riflessioni anticonformiste, Oz
racconta il suo Giuda, la sua idea di tradimento, conquistando pubblico
e critica. Aveva aperto la rassegna milanese dedicata a libri e lettura
il suo altrettanto celebre collega, David Grossman, a lui è invece
affidata la chiusura. Da uno scrittore israeliano a un altro, entrambi
protagonisti di riflessioni dolorose, entrambi, come ricordava ieri
Daniele Cohen, consigliere della Comunità ebraica di Milano, portatori
di un messaggio di speranza per il futuro. Oz ci insegna ad avere il
coraggio di cambiare, afferma Cohen in apertura dell'appuntamento al
tempio, evento organizzato dalla Comunità ebraica di Milano in
collaborazione con l'editore Giuntina e con Feltrinelli. “Scintille per
un mondo che cambia” il titolo scelto per l'occasione, ricorda Shulim
Vogelmann, direttore della Giuntina. Un momento per riflettere sui
cambiamenti della nostra società, sottolinea Vogelmann, sul senso di
Comunità, attraverso le parole di Oz – che ha dialogato con il
compositore Fabio Vacchi - e di altri tre oratori: lo storico sociale
delle idee David Bidussa con la sua analisi sul sacrificio, la
riflessione filosofica di Andrea Gessner su “Romain Gary e l’angoscia
del re Salomone” e l'esperta di Kabbalah Yarona Pinhas, intervenuta sul
legame tra la mistica ebraica e il rinnovamento.
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qui torino - L'INSEDIAMENTO DEL RAV DI PORTO
Per la Comunità un nuovo inizio
Per la Comunità ebraica di Torino è stato un giorno di festa, o forse qualcosa di più.
Da poco si è conclusa quella che si può definire una giornata di
singolare importanza, non solo per la realtà ebraica torinese, ma per
l’intero ebraismo italiano che ha sancito ufficialmente l’insediamento
del nuovo rabbino capo, rav Ariel Di Porto.
Studio, futuro e gioia sono i tratti salienti di questa giornata, che
ha avuto inizio con una serie di conferenze su temi di estrema
attualità, così da porre l’accento sull’importanza del confronto, del
dibattito, ma anche della riflessione, perché uno sguardo diretto al
futuro deve poggiare saldamente sulla consapevolezza della condizione
presente. Questo sguardo è lo stesso che ritroviamo oggi in rav Di
Porto, che ha dimostrato fin da subito di comprendere la polivalente
realtà della Comunità di Torino, associando la comprensione di ciò che
è stato e di ciò che è a una prospettiva di più ampio raggio, tesa al
futuro.
È lo stesso Beppe Segre, Presidente della Comunità ebraica, a definire
questa giornata “una grande cerimonia orientata al futuro, dove i
festeggiamenti si legano saldamente allo studio”.
"L’evento di ieri - sostiene Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane - apparentemente fuori dal quotidiano,
è in realtà connesso più che mai con la contemporaneità".
Tullio Levi, ex presidente, parla di un "ottimo inizio" e di sensazioni "più che positive".
“Questa calorosa e sentita partecipazione si può leggere come un
segnale di futura coesione per la nostra Comunità”, aggiunge Emanuel
Segre Amar, vicepresidente della kehillah torinese.
Ed ecco che la consapevolezza della realtà presente si pone come primo
strumento per poter ricostituire e rinforzare un’unità e una
coesione debilitate.
“Ciò che contraddistingue rav Di Porto è la concretezza, la voglia di
capire di fare, essenziali per poter giungere a un qualcosa di nuovo e
positivo”, conclude la preside della scuola ebraica Sonia Brunetti.
Alice Fubini
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informazione - international edition Ritratti da scoprire
Uomini
e donne che hanno fatto la storia d’Italia e della sua vita ebraica.
Sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche prende il via questa
settimana l’appuntamento con “Italian Portraits”, che porterà alla
scoperta di alcune figure chiave degli ultimi cento anni e più. Il
progetto nasce dalla collaborazione con il corso dedicato alla storia
ebraica italiana del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA)
tenuto dal professor Daniel Leisawitz, direttore del dipartimento di
italianistica. Ad aprire la serie, la storia dello scrittore Giorgio
Bassani, del suo antifascismo, del celebre romanzo “Il Giardino dei
Finzi-Contini”.
Ancora libri, con la presentazione di “Forse Esther” (Adelphi), debutto
letterario di Katja Petrowskaja: ai lettori di lingua italiana la
possibilità di scoprirlo in traduzione, primi nel mondo dopo i tedeschi
che gustano l’opera in lingua originale per entrare in contatto con uno
struggente confronto con le proprie radici.
Radici della storia d’Europa al centro anche di It Happened Tomorrow,
firmato come ogni settimana da Guido Vitale. Per il pubblico
internazionale, un commento sulla mostra dedicata al centesimo
anniversario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale dall’Archivio di
Stato di Trieste. “Una circolare del 20 ottobre 1914 indirizzata a
tutte le scuole della città adriatica, allora principale porto
dell’impero asburgico e dal 1918 occupata dall’Italia, raccomanda a
tutti gli insegnanti di impegnarsi per dimostrare ‘quale serio scopo e
quale speciale valore di cultura abbia il conoscere le istituzioni e le
lingue dei popoli stranieri, persuadendo i giovani che è un compito
patriottico la necessità di tale studio’. Una profezia di cui si
attende ancora la realizzazione afferma che un giorno, dopo indicibili
sofferenze, i valori allora sconfitti di civiltà, tolleranza e
multiculturalità dell’impero austroungarico, i soli nei quali la
presenza ebraica può crescere e offrire il migliore contributo alla
società, torneranno a regnare sull’Europa. Quel giorno Trieste
riprenderà appieno il suo ruolo di capitale delle minoranze e di luogo
di incontro fra tutte le genti” si legge nell’articolo.
Rossella Tercatin
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SUDAFRICA
Mervyn Smith (1937-2014)
"Mervyn
era un leader fondamentale non solo all’interno della comunità ebraica,
ma nei rapporti con lo Stato. La sua presenza, la sua saggezza, non
mancheranno solamente alla famiglia ma a tutti gli amici ed i
colleghi”.
Così Rabbi Moshe Silberhaft, direttore del Congresso ebraico del
Sudafrica ha dato l’ultimo saluto a Mervyn Smith, il presidente
scomparso a 77 anni lo scorso sabato dopo una lunga malattia.
Nato vicino a Vaal River da una famiglia di sionisti (sua madre Mabel
era attivista, sua nonna Lily Osrin cucì la bandiera per il primo
congresso sionista a Vereeniging) Smith, che ha anche ricoperto la
carica di vicepresidente del Congresso ebraico mondiale, ha costruito
con la moglie Tamar una famiglia da sempre impegnata nella vita
comunitaria. Le sue battaglie erano tante, prima tra tutti quella
contro l’apartheid, un tema scottante in Sudafrica e sul quale non si è
mai tirato indietro, diventandone uno dei combattenti più decisi e
condannandola ufficialmente nel 1985 con una presa di posizione
storica. Ma Smith era anche un profondo conoscitore dell’antisemitismo
in tutti i suoi aspetti, quelli legali in primis.
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qui firenze
Carlo Alberto Viterbo,
omaggio in Comunità
“Per
molti anni Carlo Alberto Viterbo (1889-1974) ha offerto un contributo
di ampio respiro allo sviluppo e alla divulgazione del patrimonio
ebraico in Italia. Tuttavia, ad eccezione di alcuni sporadici accenni
in articoli e libri, non vi è mai stato uno studio circostanziato sulle
sue attività. Eppure da molti suoi contemporanei viene considerato un
Maestro, una delle figure più rappresentative che dette lustro e decoro
a tutto l'ebraismo italiano”.
È quanto scriveva, in un dettagliato saggio apparso sulla Rassegna
Mensile di Israel nel 2012, la storica e docente universitaria
Elizabeth Schachter, che alla vita degli ebrei italiani ha dedicato
studi e ricerche di notevole densità.
Un primo fondamentale tassello per rendere giustizia alla memoria di
una figura che ha lasciato il segno e che ha suscitato nuovi stimoli in
occasione della giornata di studio dedicatagli ieri dalla Comunità
ebraica fiorentina.
Giornalista, avvocato, linguista con una forte propensione
all'avventura come testimonia il viaggio compiuto nel '36-37 per
prendere contatto con le popolazioni ebraiche d'Etiopia, Carlo Alberto
Viterbo spicca – tra i protagonisti dell'ebraismo italiano novecentesco
– per la trasversalità e l'intensità del suo impegno. Un impegno che ha
trovato voce nelle quattro relazioni che hanno animato la giornata di
studio. Assieme alla Schachter gli studiosi Bruno Di Porto, Emanuela
Semi Trevisan ed Elena Mazzini. A moderare gli interventi l'editore
Daniel Vogelmann.
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qui livorno
Benamozegh, il rav del dialogo
Al
via le attività dell’Amicizia Ebraico Cristiana di Livorno per l’anno
sociale 5775/2014-15 con un’iniziativa sul rabbino e filosofo Elia
Benamozegh, figura chiave per il dialogo interreligioso, in occasione
del centenario della pubblicazione di “Israël et l’umanità”, una delle
sue opere più importanti e di vasto respiro.
Conosciuto anche come il “Rabbino del Risorgimento” per la sua adesione
alle tesi risorgimentali, Elia Benamozegh (Livorno 1823-1900) è stato
biblista, talmudista, cabbalista, filosofo della religione, divenendo
uno dei personaggi più importanti, grazie alle sue numerose opere, del
mondo ebraico internazionale, assai conosciuto, studiato e apprezzato
anche negli ambienti non ebraici. Gadi Polacco
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Oltremare
- "La merenda" |
Se
ogni società ha dei leitmotiv o delle piccole ossesioni, quella
israeliana, essendo largamente ebraica, ha sicuramente quella del cibo.
Che inizia in tutte le famiglie al mattino presto, quando si preparano
i "sandwichim" (sic) per i figli, prima di spedirli a scuola. Cruccio
di tutti i genitori, fonte di litigi infernali a casa e di
competitività fra famiglie, perchè i ragazzi che arrivano a scuola con
il sandwich "giusto" ovviamente ne fanno uno status, e gli altri
incassano. Anche lì emergono le origini delle famiglie, che si portano
dietro abitudini alimentari così diverse da fare il giro del mondo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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