Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"E
Giacobbe era uomo integro che risiedeva nelle tende". Giacobbe era
integro perché risiedeva nelle tende: era in grado - spiega rabbi Nahum
di Chernobyl - di vedere al di là delle apparenze - oltre la cortina
rappresentata da una tenda - e percepire la dimensione spirituale
nascosta in ogni elemento materiale.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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In
ciò che è accaduto a Har Nof nei giorni scorsi qualcuno intravede la
disperazione, altri la rabbia, altri l’indifferenza. Io ci vedo
un’immagine del nemico come ingombro da rimuovere. Qualcosa che ha
un’assonanza con le parole che nel 1937 Aldo Capitini scriveva nel suo
libro “Elementi di esperienza religiosa 1937, pensando alle molte
vittime delle violenze totalitarie del suo tempo.
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Al Sisi: “Ho a cuore la sicurezza di Israele”
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“Siamo
pronti a inviare forze militari all’interno di uno Stato palestinese:
aiuterebbero la polizia locale e rassicurerebbero gli israeliani”. È
quanto afferma il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, in visita
in queste ore tra Italia e Città del Vaticano, in una lunga intervista
al Corriere della sera (Franco Venturini). “La guerra di religione è
uno spauracchio da evitare a tutti i costi, ma servono componenti che
talvolta mancano. Nel caso specifico bisogna garantire la sicurezza
agli israeliani ma contemporaneamente restituire la speranza ai
palestinesi e la creazione di uno Stato palestinese è lo strumento
migliore per alimentare questa speranza. Poi, dopo la creazione di uno
Stato palestinese, si aprirà un lungo processo, ci vorrà tempo per
ristabilire la fiducia tra le parti. Ma non è forse accaduto lo stesso
tra Egitto e Israele – si chiede al Sisi – dopo che abbiamo fatto la
pace?”.
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israele
L'esecutivo vuole la legge
sul carattere ebraico dello Stato
Dopo
un duro scontro interno, il governo israeliano ha approvato la legge
che definisce ufficialmente Israele come Stato ebraico. Il disegno di
legge, che ora approderà alla Knesset, è passato con 14 voti favorevoli
mentre 7 sono i ministri che hanno votato contro alla proposta. Toni
forti e accuse reciproche, riportano i media israeliani, hanno
caratterizzato la riunione di gabinetto con il Likud del primo ministro
Benjamin Netanyahu (con una eccezione, l'astensione di Limor Livnat,
ministro della Cultura), Israel Beitenu del ministro degli Esteri
Avigdor Lieberman e Habayt Yehudì di Naftali Bennet, ministro
dell'Economia, a sostenere il progetto di legge. Yair Lapid, ministro
delle Finanze nonché guida di Yesh Atid, e il ministro della Giustizia
Tzipi Livni, di Hatnua, si sono invece strenuamente opposti. Il disegno
di legge riconosce il carattere ebraico di Israele, dichiara la legge
ebraica come fonte di ispirazione del legislatore, e non prevede
l'arabo tre le lingue ufficiali del paese. Il procuratore generale di
Israele ha espresso le sue riserve in merito alla norma mentre
Netanyahu ne ha rivendicato l'importanza. Israele garantisce “uguali
diritti a tutti i cittadini e su questo punto vogliamo insistere – ha
dichiarato Netanyahu - Ma solo il popolo ebraico ha diritti nazionali:
una bandiera, un inno, il diritto di ogni ebreo di emigrare nel paese e
altri simboli nazionali. Questi sono garantite solo al nostro popolo,
nel suo unico stato”.
Mentre il governo si divide su questioni interne, le notizie
dall'estero sono positive, in particolare quelle che arrivano dalla
Germania: la cancelliera Angela Merkel ha infatti respinto l'idea che
Berlino possa riconoscere unilateralmente la Palestina. Solo i
negoziati tra israeliani e palestinesi possono risolvere la situazione,
la posizione della Merkel. “Il riconoscimento unilaterale non farebbe
fare passi avanti verso la soluzione dei due stati”, ha affermato il
primo ministro tedesco. Sulle pagine del Corriere della Sera, intanto,
il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sis ribadisce la sua vicinanza a
Israele ma chiede la nascita di uno Stato Palestinese. “Noi siamo
pronti a inviare forze militari all’interno di uno Stato palestinese. -
ha affermato al Sisi -Aiuterebbero la polizia locale e
rassicurerebbero gli israeliani con il loro ruolo di garanzia. Non per
sempre, s’intende. Per il tempo necessario a ristabilire la fiducia. Ma
prima deve esistere lo Stato palestinese dove inviare le truppe”. Leggi
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qui venezia
Insediato il rav Scialom Bahbout
“In
passato l’ebraismo ha consegnato al mondo le regole dell’etica
attraverso i dieci comandamenti, insegnando al mondo concetti
fondamentali come quelli della giustizia e dell’amore per il prossimo e
per lo straniero, principi ebraici che non vengono applicati appieno
nella società odierna. Viviamo in un’epoca in cui l’uomo è privo di
punti riferimento stabili. Se c’è un elemento che caratterizza la
storia e l’identità ebraica è la consapevolezza di sapere da dove
veniamo e sapere dove vogliamo e dobbiamo andare. Una fiducia nel
futuro nonostante tutto”.
Lo ha affermato il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout in occasione
della cerimonia di insediamento che ha segnato, in modo ufficiale,
l'inizio del suo mandato nella città lagunare. Dai grandi valori
ereditati della Tradizione al ruolo del rabbino nella società
contemporanea, dalla memoria dei personaggi che hanno fatto grande
Venezia e l'Italia ebraica ai valori da custodire all'interno e nei
rapporti esterni alla Comunità: un discorso, quello del rav, che ha
emozionato e commosso il folto pubblico ritrovatosi nella sinagoga
spagnola. Ad intervenire anche il presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente dell'Assemblea
Rabbinica Italiana rav Giuseppe Momigliano, il presidente della
Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati, il prefetto Domenico
Cuttaia, il commissario straordinario Vittorio Zappalorto e il
direttore generale della Orthodox Union rav Menachem Genack. Ad
accompagnare la cerimonia, condotta dal giornalista e assessore
comunitario Paolo Navarro Dina, i brani eseguiti dal tenore Claudio Di
Segni sulle musiche del compositore veneziano Benedetto Marcello che,
nel 1720, produsse un primo esempio di dialogo interreligioso nell'arte
introducendo nelle sue opere melodie della tradizione ebraica, di
quella greco-ortodossa e del canto gregoriano.
In sala, tra gli altri, oltre al rabbino capo di Torino Ariel Di Porto
(insediatosi appena pochi giorni fa), il presidente della Biennale Pier
Paolo Baretta, il presidente dell'Accademia di Belle Arti Luigino
Rossi, il rettore dell'Università Iuav Amerigo Restucci, il questore
Angelo Sanna, il comandante dei carabinieri Enrico Sulpizzi. il
presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffino, i parlamentari
del Partito Democratico Felice Casson e Delia Murer, il cancelliere del
patriarca Mauro Deppieri, i rappresentanti del Coreis guidati da Abd
al-Ahad Zanolo, la pastora valdese Caterina Griffante. Leggi
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QUI MILANO - MEETING OF PRESIDENTS
Confrontarsi sul futuro ebraico
Il
futuro della vita ebraica, l'educazione e partecipazione dei giovani,
un sistema di welfare per aiutare chi è in difficoltà, il ruolo della
cultura nel rapporto con la società, il legame con Israele. Sono solo
alcuni degli argomenti al centro del quinto Meeting of Presidents of
Jewish Communities and Organisations, organizzato dal European Council
of Jewish Communities e dalla American Jewish Joint Distribution
Committee in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e con la Comunità ebraica di Milano. Rappresentanti delle
realtà ebraiche europee si sono riuniti nel capoluogo lombardo per una
tre giorni di confronto e dialogo sulle difficoltà e opportunità che
ciascuna Comunità deve affrontare. “L'Europa sta attraversando una fase
cruciale della sua esistenza – ha dichiarato il presidente UCEI Renzo
Gattegna venerdì, nel corso dell'inaugurazione dei lavori - È dunque
più importante che mai che condividiamo le nostre esperienze come
presidenti e leader comunitari. È evidente che ogni Paese sta vivendo
situazioni diverse, ma in Europa le realtà nazionali sono strettamente
interconnesse”. Ad aprire il Meeting anche gli interventi del
presidente ECJC Benjamin Albalas e del direttore di JDC Europe Diego
Ornique. Nel corso dei diversi focus group, dedicati in particolare al
futuro delle piccole comunità, alla gestione del patrimonio culturale e
artistico dell'ebraismo europeo, alla costruzione di una nuova
leadership ebraica così come alla gestione dei servizi sociali, legami
e differenze sono emersi in modo significativo, con la possibilità di
mettere a disposizione reciproche competenze. “Una piattaforma dove
mettere a sistema le conoscenze e le esperienze delle comunità
ebraiche”, aveva sottolineato Simone Mortara, segretario del consiglio
dell'ECJC e consigliere della Comunità ebraica di Milano. Tanti i volti
internazionali così come nazionali, che hanno partecipato alla tre
giorni, tra cui i vicepresidente dell'Unione Giulio Disegni e Roberto
Jarach, protagonista dell'ultimo panel della convention assieme a Kobi Benatoff, presidente onorario ECJC. Tra i relatori, anche Daniele Cohen, consigliere della Comunità
ebraica di Milano, e Annie
Sacerdoti, membro del consiglio dell'ECJC e della Fondazione Beni
Culturali Ebraici in Italia. Presenti ai diversi appuntamenti i consiglieri UCEI Claudia De Benedetti e Giorgio Mortara,
Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze, e Giacomo
Emilio Ottolenghi, consigliere della Comunità ebraica di Torino. Leggi
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QUI MILANO - MEETING OF PRESIDENTS
Gattegna: "L'ebraismo europeo
condivida le proprie esperienze"
In
occasione del quinto quinto Meeting of Presidents of Jewish
Organisations, la tre giorni di convention apertasi a Milano venerdì,
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna ha dichiarato:
Cari Presidenti, cari amici,
prima di tutto, a nome dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e
di tutto l'ebraismo italiano, vi do il mio benvenuto in Italia.
Ringrazio lo European Council of Jewish Communities e l'American Jewish
Joint Distribution Committee per aver scelto Milano come sede di questo
incontro e per averlo reso possibile. È per noi un grande onore
ospitare un evento di tale importanza, con un programma così denso di
elementi da esaminare e di proposte da considerare. Sono certo che
questi tre giorni saranno estremamente proficui.
Come probabilmente saprete, la Comunità ebraica italiana è piccola nei
numeri ma importante per la sua storia e per la sua presenza
significativa sul territorio. La nostra è la più antica comunità della
Diaspora: gli ebrei vivono qui da ventitre secoli, più di duemila anni.
Certamente, le sue vicende sono state alterne e l'antisemitismo ha
costituito più volte una minaccia. Per tre secoli i nostri antenati
hanno vissuto all'interno delle mura dei ghetti per ordine dei Papi che
si sono succeduti. La nostra Comunità ha poi subito il regime Fascista
e l'occupazione Nazista, e vissuto il dramma delle deportazioni,
nonostante l'aiuto ricevuto da parte della popolazione. Leggi
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ff Israel Zamir Singer (1929-2014)
Vestire
i panni del cronista quando si ha solo voglia di piangere è molto
difficile, ma cercherò di farlo, per onorare la memoria di Israel
Zamir, figlio di Isaac Bashevis Singer e lui stesso giornalista e
scrittore, e comunicare la notizia ai lettori di Pagine Ebraiche e alle
cronache italiane: Zamir viveva nel Kibbutz Beit Alfa in Israele, e lì,
come abbiamo appena appreso, è morto questo sabato all’età di 85 anni;
la cerimonia funebre avrà luogo domani lunedì 24 novembre.
Esattamente due anni fa, il 22 novembre 2012, Israel Zamir era a
Roma per una tavola rotonda in suo onore organizzata dal Centro Studi
Americani. Rimasto da poco vedovo, era venuto accompagnato da due
dei quattro figli, il maschio che vive lontano, e la figlia Meirav.
Camminavamo allegri per le strade del vecchio Ghetto di Roma
nell’avviarci verso l’evento, e quell’immagine, di gioiosa attesa di un
momento per lui di pubblico riconoscimento e di felicità per un
incontro rinnovato, vive ora in me in doloroso contrasto con il momento
presente, con l’amara consapevolezza che tutto questo non potrà più
rinnovarsi.
Elèna Mortara
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qui roma - i rapporti tra pio xI e mussolini
Il patto col diavolo
Nel
2006 gli archivi vaticani vengono aperti. Otto anni dopo, David
Kertzer, scrittore e professore della Brown University, pubblica un
libro con nuove scottanti rivelazioni: “Il patto col diavolo” (ed.
Rizzoli); un’opera che analizza puntualmente i rapporti intercorsi tra
papa Pio XI e Benito Mussolini all’alba della guerra che avrebbe
cambiato l’Italia e il mondo intero per sempre. Lunedì 24 alle 17.00 il
libro sarà protagonista con il suo autore nella sala Zuccari di Palazzo
Giustiniani per iniziativa della Biblioteca ed Archivio Storico del
Senato. A discuterne, lo storico Mauro Canali dell’Università di
Camerino, i cui studi si incentrano sull’avvento del Fascismo, Piero
Craveri, senatore e docente all’Università di Studi Suor Orsola
Benincasa (nonché nipote dell’intellettuale e filosofo simbolo
dell’antifascismo, Benedetto Croce), la professoressa di Tor Vergata
Lucia Ceci e la senatrice Emma Fattorini, docente alla Sapienza e
studiosa di storia della Chiesa contemporanea. I relatori si
confronteranno con l’autore moderati da Romano Prodi.
David Kertzer è considerato tra i massimi studiosi del rapporto tra
Chiesa ed ebrei ed ha alle spalle due opere divenute best sellers: “Il
prigioniero del papa re” (ed. Rizzoli), incentrato sul caso del
rapimento di Edgardo Mortara (del quale Daniela Gross aveva annunciato
su Moked il progetto dell’adattamento cinematografico di Steven
Spielberg con la sceneggiatura di Tony Kushner) e “I papi contro gli
ebrei” (ed. Rizzoli), un excursus che traccia il ruolo del Vaticano nel
panorama di crescente antisemitismo fino al drammatico epilogo della
Shoah. Con “Il patto col diavolo”, finalista del National Book Award,
Kertzer continua il proprio ruolo di investigatore d’archivio tra
documenti segreti e spinose ipotesi; un lavoro, spiega il sito dello
storico, “basato su sette anni di ricerche negli archivi vaticani e
italiani, – che, continua – include anche inedite relazioni segrete su
spie fasciste insospettabilmente inserite nei vertici della Chiesa che
cambieranno per sempre la nostra conoscenza di quale sia stato il ruolo
del Vaticano nell’ascesa del fascismo in Europa”. Leggi
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QUI TRIESTE
Memoria nel nome di Ida
I
sopravvissuti, i giovani, un libro che segna un nuovo fondamentale
tassello nella ricostruzione della Shoah italiana. A 71 anni esatti
dalla partenza del primo convoglio verso i lager nazisti l'invito
rivolto dalla Comunità ebraica triestina alla cittadinanza è per lunedì
24 novembre alle 18.30 al Teatro Miela con un omaggio, ricco di
significati, alla memoria di Ida Marcheria (1929-2011), sopravvissuta
adolescente ad Auschwitz Birkenau con l'insopprimibile dolore che
caratterizza le vicende di tutti Testimoni ma senza aver perso,
nonostante l'orrore, i lutti, le privazioni, la voglia di guardare al
futuro. Un futuro che le avrebbe riservato molte soddisfazioni e la
realizzazione del dolce sogno d'infanzia: diventare una cioccolatiera.
Da qui il titolo dell'opera “70412 la ragazza che sognava il
cioccolato" (ed. La Compagnia del libro) dedicatale dal giornalista Rai
Roberto Olla che sarà presentato (in diretta streaming su RaiNews)
assieme ai deportati Sami Modiano, Piero Terracina, Tatiana Bucci e
Goti Bauer oltre a Marika Venezia, moglie dell'indimenticato Shlomo. Un
impegno di testimonianza sarà poi profuso il giorno successivo presso
la Sala Tripcovich (ore 11) con particolare attenzione alle domande
formulate dagli studenti delle scuole del territorio..
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Pensare il radicalismo islamico
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Pensare
il radicalismo implica, alla fine dei discorsi che siamo andati
facendo, trattenere il pensiero medesimo, interrogandosi sulla
distruzione della ragione. Quest'ultima non è di certo una prerogativa
esclusiva dell'universo dei movimenti armati a sfondo religioso (o che
dicono d'essere tali, rivendicando un'autenticità di pensiero che in
realtà non hanno in alcun modo). Semmai segna il passaggio dalla forza,
come prerogativa difensiva degli Stati, alla violenza come strumento
non solo per annientare ciò che è reputato diverso da sé ma anche e
soprattutto per vincolare coloro che entrano a fare parte del gruppo,
in una sorta di patto di sangue, quello versato dalle vittime di turno.
Claudio Vercelli
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