Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Io guardo solo i caratteri positivi che ci sono in ogni persona. E così giungo ad amarla" (Rabbi Menachem Mendel di Kotzk)
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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"De
Berlin à New York, 1920-1975” è il titolo della mostra, aperta fino al
25 gennaio al Musée d'art et d'histoire du Judaïsme a Parigi, un
omaggio a Roman Vishniac, l’occhio che ha raccontato e il mondo
scomparso egli ebrei dell’Est Europa nel corso degli anni ‘30.
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Le Pen-Salvini,
baci e abbracci
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Amicizie
pericolose. Si rinsalda, tra baci e abbracci, l’alleanza tra il Fronte
Nazionale di Marine Le Pen e la Lega Nord di Matteo Salvini. A Lione,
sul palco del FN, il leader leghista afferma: “Sono orgoglioso di
essere populista. Orgoglioso di ridare, finalmente, voce al popolo”
(Marco Cremonesi, Corriere della sera).
Estrema destra a Milano, un fiasco. Appena trecento partecipanti
all’Hammerfest, il festival aperto agli estremisti di tutta Europa
conclusosi con una performance musicale in un capannone privato alla
periferia di Milano. Per l’Anpi, sostenuta tra gli altri dalla Comunità
ebraica, si tratta di un raduno neonazista che, per i suoi contenuti
antisemiti e razzisti, “si pone in aperto contrasto con i principi
della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, e costituisce
una inaccettabile offesa a Milano Città Medaglia d’Oro della
Resistenza” (Giorno).
Un premio alla creatività digitale. Si svolgerà mercoledì a Roma,
all’Ara Pacis, la cerimonia conclusiva del premio che la conferenza dei
rabbini d’Europa assegna ai migliori giovani inventori di applicazioni
digitali. “Cerchiamo i nuovi Mark Zuckerberg ed è la prima volta che la
consegna annuale di questi riconoscimenti si tiene a Roma” spiega il
rabbino capo Riccardo Di Segni (Gabriele Isman, Repubblica).
Israele all’Expo. Di innovazione si parla oggi anche a Milano in
occasione di una prima presentazione del padiglione Expo di Israele.
Tra le tematiche che saranno maggiormente poste in evidenza, come
spiega Repubblica, le procedure di fertilizzazione dei terreni che
hanno fatto di Israele un modello all’avanguardia nel mondo
(Repubblica).
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israele - Eisenkot capo di stato maggiore
Una nuova guida per Tsahal
Nel
2011 aveva indicato il generale Benny Gantz per la nomina a Capo di
Stato Maggiore. Ora sarà lui, il maggiore generale Gadi Eisekot, a
ricoprire una delle posizioni più importanti e delicate per la
sicurezza di Israele. È infatti arrivata ieri sera l'investitura
ufficiale (preannunciata venerdì) di Eisenkot, già comandante delle
Brigate Golani nonché vice di Gantz dal gennaio 2013, alla guida di
Tsahal. Dal prossimo 15 febbraio Eisenkot diventerà dunque il
ventunesimo Capo di Stato Maggiore di Israele. Scelto dal ministro
della Difesa Moshe Yaalon, con il benestare del premier Benjamin
Netanyahu, il nuovo comandante dell'esercito israeliano dovrà
confrontarsi con la nuova ondata del terrorismo palestinese, con le
tensioni che minacciano i confini del paese e con il nuovo grande
nemico d'Oriente, l'Isis. “Non è una questione di fortuna se sei stato
opportunamente scelto per questo ruolo – le parole del presidente
israeliano Reuven Rivlin, nel complimentarsi Eisekot per la nomina – ma
per le tue notevoli abilità e per il talento mostrato come comandante e
come soldato in questi lunghi anni di servizio”. “Siamo di fronte a un
periodo di profonde sfide rispetto alla sicurezza – ha continuato il
presidente – e sono sicuro che Tsahal, sotto il tuo comando, continuerà
a costituire una barriera difensiva che protegge lo Stato di Israele”.
A mettere in pericolo la sicurezza del paese, nelle ultime ore, sono
però le tensioni interne: una scuola bilingue di ebraico e arabo è
stata investita da un incendio ieri sera a Gerusalemme. La polizia e i
pompieri – che sono riusciti a spegnere le fiamme – sospettano si
tratti di incendio doloso legato a movimenti estremisti israeliani
visto che sui muri dell'edificio sono comparse scritte come “Kahane
(fondatore del partito razzista Kach) aveva ragione” e “Non si può
convivere con il cancro”. “Poche settimane fa in questa scuola gli
studenti hanno appeso poster in cui c'era scritto 'qui c'è
cooperazione, amore e amicizia tra arabi ed ebrei – ha dichiarato il
ministro della Giustizia Tzipi Livni, condannando assieme a diversi
esponenti politici l'accaduto – Questa scuola è una riserva naturale
che qualcuno ha cercato di bruciare questa notte. Quindi dovrebbe
essere chiaro: non permetteremo agli estremisti di bruciare la
coesistenza che è ancora difesa. La legge e il dipartimento di
Giustizia sapranno come trattare i responsabili”.
(Nell'immagine il maggiore generale Gadi Eisenkot, a destra, al momento
della nomina a Capo di Stato maggiore di Israele. Al suo fianco il
ministro della Difesa Moshe Yaalon - Foto Ariel Hermony, Ministero
della Difesa). Leggi
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qui roma - IL SEMINARIO DEL COLLEGIO RABBINICO
I dilemmi dell'anno sabbatico
Si
è aperto stamattina il seminario del Collegio Rabbinico Italiano
dedicato all’anno sabbatico. Una prima sessione ricca di spunti con due
rabbanim della Yeshivat Hakotel di Gerusalemme: rav Roni Klopstock, che
ha analizzato il problema secondo i dettami dell’Halakha e rav Tuvia
Lifshitz, il direttore della medesima Yeshivah, che si è concentrato
sulla mitvah del settimo anno secondo i versi della Torah e dei
Midrashim. I lavori del seminario sono dedicati al giovane soldato
Evyatar Moshe Turgeman, caduto la scorsa estate durante l’Operazione
Margine Protettivo e studente della Yeshivat Hakotel. Oggi pomeriggio
alle 17, l’appuntamento si sposterà al Tempio dei Parioli per
l’inaugurazione della sifrià in memoria di rav Yehudà Kahlon, rabbino
capo di Livorno e Evyatar Moshe Turgeman. A introdurre, rav Gianfranco
Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico: “Il problema dell’anno
sabbatico, la Shmita, un periodo che arriva ogni sette anni nel quale
non si può coltivare la terra, si acuisce quando ci troviamo di fronte
ad uno Stato moderno. Come fa Israele a gestirlo? Che lavoro fanno i
contadini? Inoltre, come si può basare tutto sull’importazione se
prezzi salgono alle stelle? Si può vendere la terra ai non ebrei, o
costruire delle serre sopraelevate, ma in realtà le discussioni
restano. Bisogna inoltre considerare un altro punto importante; l’anno
sabbatico è anche il momento nel quale si cancellano i debiti. Un
elemento ovviamente non da poco. Con l’istituzione di questa regola,
molti smisero infatti di concedere prestiti in prossimità dell’anno
sabbatico. Proprio per questo rav Hillel introdusse il prozbul, un
prestito nel quale veniva coinvolto il Bet Din, il tribunale rabbinico,
e non ricadeva più i singoli”. Leggi
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qui firenze
Careggi, un secolo di vita con le musiche del Balagan
Festa
grande per i cento anni della cittadella di Careggi, polo ospedaliero
d'eccellenza nel panorama della sanità fiorentina e toscana. A un
secolo della posa della prima pietra, ad affermare l'inestricabile
nesso che vi è tra città, istituzioni e Comunità ebraica, la
performance della Balagan Cafe Orkestar, il gruppo musicale espressione
della Comunità che da due anni anima l'omonimo festival culturale oltre
ad altri momenti d'incontro, iniziative, convegni. Accolti da Valentina
Nepi, anima delle celebrazioni, i giovani artisti sono stati
accompagnati da Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica, e
dall'assessore alla cultura e direttore artistico del Balagan Cafe
Enrico Fink. Nell'intervento della presidente Cividalli, pronunciato in
una aula magna gremita di pubblico, un riferimento alla significativa
tradizione di medici ebrei fiorentini formatisi proprio a Careggi. Leggi
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qui milano - gli e-book delle edizioni tiqqun
L'attualità di Feuchtwanger
Un
libro moderno, complesso, che apre finestre di riflessione
sull'attualità. "Non avrete la possibilità di sentirlo leggere e
interpretare così bene da Gioele Dix a casa, ma vale comunque la pena
leggerlo", scherzava Paolo Mieli giovedì scorso alla Fondazione
Corriere della Sera. Il libro in questione è “La fine di Gerusalemme“,
di Lion Feuchtwanger (traduzione di Ervino Pocar), disponibile ora
anche in e-book grazie alle Edizioni Tiqqun che, con questa opera,
lanciano una nuova collana editoriale, in formato esclusivamente
digitale, dedicata alla letteratura ebraica. Un'iniziativa - che si
avvale della collaborazione e della consulenza scientifica dello staff
della Biblioteca della Fondazione CDEC - inaugurata dunque con il testo
di Feuchtwanger, presentato al pubblico di Milano grazie al
coinvolgente dialogo tra la giornalista Anna Momigliano, caporedattrice
della rivista Studio, e dal citato ex direttore del Corriere della
Sera, Paolo Mieli. Ad aprire l'incontro, Anna Foà, membro del comitato
promotore di Tiqqun - assieme a Giuseppe Saracino, Nanette Hayon e
Paola Mortara - che ha spiegato il motivo della nuova avventura
editoriale rivolta al mondo degli e-book: aprire una prospettiva
originale sulla letteratura legata a Israele e all'ebraismo,
riscoprendo autori e libri meno noti al grande pubblico. E dopo La fine
di Gerusalemme - di cui l'attore Gioele Dix ha letto o meglio
interpretato alcune pagine nel corso dell'evento alla Fondazione
Corriere della Sera - sarà i Ladri nella notte di Arthur Koestler a
continuare la collana. Leggi
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qui venezia
Le forme del sacro
Dedicata
alla 'forme del sacro' la 38esima edizione della Giornata di Studio
organizzata dalla Comunità ebraica di Venezia, tradizionale
appuntamento annuale per affrontare un aspetto dell'ebraismo nelle sue
varie sfaccettature. “Se, per certi versi, l’ebraismo contemporaneo
pare essersi allontanato dalle sorgenti più immediate della propria
sacralità, smarrendo in parte il ricordo di quello che la tradizione le
aveva insegnato, potremo però cercare di recuperare quanto altro di
sacro può cogliersi da una pluralità ed una compresenza di esperienze
vitali in cui, nei loro ritmi e nei loro cambiamenti, si sentono
vibrare le più intime radici dell’essere ebreo”, si legge nella
presentazione dell'evento. Tra i protagonisti della giornata, in
svolgimento, il rav Roberto della Rocca, Salomon Resnik, Gheula
Canarutto, Stefano Levi Della Torre, Vittorio Corinaldi e Piergabriele
Mancuso. Moderatore dell'incontro il consigliere Enrico Levis mentre in
apertura di lavori, da registrare, i saluti del presidente della
Comunità ebraica Paolo Gnignati. Leggi
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QUI TORINO – BOTTA E RISPOSTA Su repubblica
Segre Amar: “Mai intervistato”
Il giornale: “Confermiamo tutto”
Sotto il titolo “Comunità ebraica “I miei scambi di mail”, Repubblica Torino
torna con una lettera del vicepresidente della Comunità locale Emanuel
Segre Amar sulla questione delle divergenze suscitate dalla mostra sui
profughi palestinesi ospitata dal museo della Resistenza e delle
dichiarazioni che il quotidiano aveva attribuito allo stesso
nell’edizione di giovedì 20 novembre.
“Scrivo – queste le parole di Segre Amar - a seguito di scambi di mail
e di una telefonata con Vera Schiavazzi per significarle che nella
giornata di giovedì la giornalista mi ha telefonato per poter avere il
testo della lettera scritta dalla Comunità Ebraica al Museo Diffuso a
seguito della nota mostra organizzata in collaborazione con l'Unrwa. La
lettera non poteva essere diffusa prima della definitiva approvazione,
e pertanto l'ho inviata a Vera solo nelle prime ore di venerdì. Grande
è pertanto stata la mia sorpresa di vedere, nella giornata stessa di
venerdì, pubblicata un'intervista a me, intervista che non c'è mai
stata, con affermazioni assolutamente non corrette. A seguito della
pubblicazione, nell'edizione di venerdì 21, di un'intervista al
sottoscritto relativa alla lettera della Comunità Ebraica di Torino al
Museo Diffuso dopo l'inaugurazione della mostra organizzata in
collaborazione con l'Unrwa segnalo di non aver mai rilasciato
quell'intervista né di aver riferito”.
“Per rispondere a questa missiva – ribatte la giornalista Vera
Schiavazzi - dovrei ripescare mail e messaggi che ci siamo scambiati,
ben prima del mattino di venerdì, a proposito della lettera di risposta
della Comunità Ebraica sulla mostra dedicata ai palestinesi. Anzi,
delle lettere, visto che ce n’erano addirittura due, come lei stesso mi
ha spiegato. Ma non intendo seguirla su questo piano. Mi limito a
suggerirle per il futuro, quando trascorre un certo periodo di tempo
parlando con una giornalista, di considerare l’idea che una parte delle
sue parole possa venir scritta”.
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Istanbul, il papa e il rav
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Il Papa a Istanbul questa mattina ha incontrato il Gran Rabbino Isak Haleva. Hanno parlato in spagnolo.
Carlo Marroni, vaticanista
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La norma e l'identità |
La
vicenda del disegno di legge presentato dal governo israeliano
all'approvazione della Knesset in merito alla definizione di Israele
come «Stato della nazione ebraica» ha provocato numerose reazioni tra
gli osservatori e, soprattutto, nella pubblica opinione. Non Italia, a
parte qualche prevedibile riflesso pavloviano e poche, savie e
ragionevoli riflessioni, ma senz'altro su una parte della stampa
internazionale e nel Paese.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Gioie dell'Italia ebraica |
Venezia.
L'aria è umida e fredda, l'insolitamente largo campo del Ghetto è poco
illuminato in un buio tardo pomeriggio d'inverno, l'acqua oscilla scura
e silenziosa tra le sponde dei canali. Il museo ebraico e le sue
sinagoghine sono ormai svuotate del calore e dell'eco delle impressioni
delle grandi folle di turisti.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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