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dicembre 2014 - 10 Kislev 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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PM of Israel
@IsraeliPM (30 Nov)
Prime Minister Benjamin Netanyahu met today with the President of the Federated States of Micronesia, Emanuel Mori.
IDF
@IDFSpokesperson (1 Dic)
Initial report: Israeli civilian lightly injured by female Palestinian attacker in stabbing incident near Gush Etzion Junction.
IDF
@IDFSpokesperson (1 Dic) Security forces overcame the suspect and transferred her for further medical assistance
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#PE24BreakingNews |
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Il tappeto magico di Amos Gitai
Tappeti volanti.
Grande spazio sul Corriere della Sera alla mostra del regista
israeliano Amos Gitai, che intreccia i propri film con fantasmagoriche
opere d’artigianato. L’esposizione ‘Amos Gitai. Strade/Ways’ sarà a
Milano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale fino al 1 febbraio
2015. “Sequenze di film, foto, documenti, tappeti antichi e dispositivi
sonori e visivi compongono l’opera in tre percorsi: dal film ‘Lullaby
to my father’ e ‘Free zone’ per giungere alla ricostruzione di un
processo che porta alla nascita di ‘Carpet’, il nuovo film del regista
(le riprese non sono ancora iniziate) e che nasce da un tappeno e
un’amicizia particolare”. Perché il mondo dentro un tappeto? Gitai
risponde: “Nel nordest dell’Iran, tradizionalmente sono le donne
musulmane a tessere i tappeti. Invece le donne della comunità ebraica
si occupano della tintura, mentre parte del commercio è in mano ai
cristiani. Tre religioni monoteiste intrecciate in un modo creativo”.
Tappeti volanti/2.
La selezione dei preziosi tappeti artigianali presenti nella mostra di
Amos Gitai è stata fatta da Moshe Tabibnia, descritto dal Corriere
della Sera come “uno dei massimi esperti mondiali di tappeti antichi,
(la cui) galleria di Milano, in via Brera è considerata un punto di
riferimento non solo dai collezionisti ma anche dai più prestigiosi
musei internazionali”.
Tappeti volanti/3. Ritratto
poi dal Corriere della Sera Munio Weinraub, il padre di Amos Gitai:
“noto come uno dei sette architetti israeliani che ebbero la fortuna di
studiare e seguire il Bauhaus, Weiraub frequenta una serie di corsi
fondamentali con Gropius, Kandinsky e soprattutto Mies van der Rohe”.
Israele dagli occhi dell’Italia.
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, intervistato da
Marco Ventura sul Messaggero, riflette riguardo i rapporti diplomatici
e gli equilibri mondiali. E quando Ventura gli fa presente che la sua
posizione nei confronti del conflitto israelo-palestinese si
differenzia da quella del suo predecessore Federica Mogherini,
risponde: “No. Rivendico una totale continuità della nostra politica
estera. Parlo di continuo con Federica nella collocazione di
responsabile della politica estera e di sicurezza della Ue. E siamo
perfettamente allineati. La tempesta in corso rischia di mettere a
repentaglio anche il percorso individuato da due decenni per arrivare
alla meta, ossia che Israele possa vivere in sicurezza e la Palestina
possa avere un suo Stato. C’è il rischio di un’escalation di tipo
religioso del conflitto. Bisogna astenersi da atti gravissimi come
quello della Sinagoga, ma anche da misure come le limitazioni
all’accesso alla spianata delle moschee”. L’Italia riconoscerà dunque
lo Stato della Palestina? “Per noi e per i Paesi europei il
riconoscimento è sul tavolo, ma non può esaurirsi in una mera petizione
di principio. Deve essere un mezzo da utilizzare al momento più
opportuno per riavviare il negoziato. Per arrivarci davvero, allo Stato
palestinese”.
La legione straniera che combatte per la Palestina.
Sulla Stampa il reportage di Maurizio Molinari in Cisgiordania.
Molinari entra nella stanza dell’ospedale di Ramallah dove è ricoverato
l’italiano ferito da un soldato israeliano durante gli scontri di
venerdì scorso: “Fra bandiere palestinesi, vasi di fiori e strumenti
medici l’italiano che si fa chiamare Patrick Corsi è seduto assieme a
Sophie, 31 anni di Copenhagen, Malia, 21 anni di Berlino e Karyn, 28
anni dello Stato di New York. Fanno parte di uno dei gruppi
dell’«International Solidarity Movement» (Ism)”. Un gruppo unito dalla
convinzione che “il conflitto in Medio Oriente abbia come unico
responsabile Israele”.
Un sospiro di sollievo.
Non è stata rapita dall'Isis Gillian Ghila Rosenberg, la trentunenne
israeliana arruolatasi in Siria con le forze curde. La notizia di
Ma’ariv viene riportata oggi da Avvenire.
Sderoket. Sul
Foglio, Giulio Meotti traccia una fosca panoramica della vita a Sud di
Israele: “Affacciata su Gaza è Sderot, una cittadina di 25 mila
abitanti che nella mente degli israeliani è sinonimo di povertà e di
pericolo. Sderot ha, infatti, il più alto numero al mondo pro capite di
rifugi antimissile: duecento. Per questo la chiamano ‘Sderoket’. Perché
a oggi sono caduti sulla città 8.600 missili da Gaza. Nella stazione di
polizia locale, i resti dei missili di Hamas sono contrassegnati in
giallo, quelli del jihad islamico in grigio. Dal 2009 a oggi, dopo
l’operazione Piombo Fuso, il governo israeliano ha investito 120
milioni di dollari a Sderot per fornire a ogni abitante un rifugio”.
I-sraele. Il
presidente Giovani Confindustria Marco Gay su Libero racconta le
potenzialità d’Israele, protagonista di un progresso tecnologico e non
solo. “Che cosa pensereste se vi trovaste a camminare in una città dove
il 50% della popolazione ha meno di 35 anni? Vi sembrerebbe di essere
finiti in nuovo pianeta stile Inter-stellar? Oppure più semplicemente
di essere stati catapultati in un campus universitario della Silicon
Valley? È questa la sensazione che si prova camminando per le strade di
Tel Aviv. Dopo un viaggio organizzato dal Ministero degli Affari
Israeliani, Gay auspica un fruttuoso rapporto tra industrie italiane e
israeliane, “una meta da tenere in considerazione”.
Nuovo scivolone per Mario.
Le polemiche non si arrestano intorno all’enigmatico calciatore Mario
Balotelli. Sulla Gazzetta dello Sport riportata la frase razzista
pubblicata dal calciatore su Instagram riguardo SuperMario: “Uno che
salta come un nero e mangia i soldi come un ebreo”. Balotelli rischia
ora una sanzione da parte della Football Association ma senza scomporsi
ha risposto: “Mia madre è ebrea, quindi state zitti”.
Asse Italia-Israele. Sul
Tempo il viaggio del presidente della commissione Difesa del Senato in
Israele: “Il dibattito sulle spese militari non è solo un affare
italiano, ma coinvolge anche Israele, dove da ieri e fino a domani, il
presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, è in
visita istituzionale. Nel corso del viaggio, il senatore Pd si
confronterà con esponenti politici e di governo, per confermare la
giàottima collaborazione trai due Paesi sul versante dell’
intelligence, rafforzare il dialogo su dossier come il contrasto ai
terroristi dell’Isis e creare nuovi spazi di collaborazione commerciale
e strategica per la sicurezza comune”.
I ritorni. Su il
Giornale, il ritorno di Nicolas Sarkozy che ha ripreso possesso del
vecchio ufficio nella sede parigina del suo partito, l’Ump. “Sarkozy ha
deciso di tentare lavia dell’erosione di consensi a destra. Nei suoi
comizi, nelle sue apparizioni l’ex presidente attacca l’Europa e la sua
burocrazia, il suo sistema d’immigrazione, la libertà di movimento
dentro a Schengen, insiste sul discorso dell’identità nazionale”.
Insieme contro la tratta.
Su Avvenire, il nuovo passo di papa Bergoglio: “Oggi firmerà in
Vaticano, insieme ai rappresentanti delle altre religioni mondiali –
anglicani, ortodossi, buddisti, indù, ebrei e musulmani – una
dichiarazione comune per l’impegno delle fedi all’eliminazione entro il
2020 della schiavitù moderna e della tratta”.
Tra i banchi di scuola.
Commovente la storia di Arno Baher raccontata dal Corriere della Sera
Milano: espulso dalla scuola elementare di via Stoppani a causa delle
leggi razziali, Baher è stato rintracciato dalla stesso istituto e
tornerà domani tra i banchi a raccontare la propria epopea travagliata
ai giovanissimi alunni.
Otto per Mille. Su
La Nazione pubblicata una lettera di un lettore che commenta l’ultima
delibera della Corte dei Conti nei confronti dell’Otto per Mille: “è un
pesante giudizio negativo sulla situazione, che ripercorre quasi tutte
le critiche ai privilegi confessionali”.
Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked
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