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5 dicembre 2014 - 13 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
“La specificità della Diaspora ebraica potrebbe formularsi così: nonostante la perdita dello stato, del territorio e di una lingua profana il giudaismo è sopravvissuto come gruppo parentale e unito nella continuità di un comune destino, un gruppo che ha concentrato le sue energie soprattutto nell’impregnare il corpo sociale dell’idea religiosa di cui era depositario. La fedeltà alla religione avita non si è concretizzata nella formazione di una chiesa”. Fin qui le parole di Erich Fromm nel saggio “La Legge degli Ebrei”. Alla parola chiesa mi si è fermato il pensiero, incastrandosi tra la parola Diaspora che apre queste righe e la parola chiesa che, appunto, le chiude.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Che il mondo stia attraversando trasformazioni che ai più appaiono difficili da comprendere è noto a tutti. Che sia difficile distinguere sul piano ideologico destra e sinistra è un altro tormentone cui ormai siamo preparati. Che uno dei leader della formazione estremista e nazionalista ucraina “Verkhovna Rada” (Right Sector) sia ebreo e orgoglioso di esserlo comincia a toccare i limiti dell’incomprensibile. Borislav Bereza – questo è il suo nome – si racconta in un’intervista a Vladislav Davidzon sul Tablet Magazine. Ne consiglio vivamente la lettura. Ci racconta di un’esperienza che magari in Italia abbiamo già vissuto negli anni ’20 e ’30. E si sa com’è andata a finire.
 
ROMA - Domenica alle 13, presso la Sala Corallo del Palazzo dei Congressi (Eur), presentazione del libro "Crimini contro l'ospitalità. Vita e violenza nei centri per gli stranieri" di Donatella Di Cesare. Assieme all'autrice l'onorevole Khalid Chaouki e il giornalista Furio Colombo.
 
"Mafia Capitale, destra
e Pd su piani diversi"
Ho visto cose. “Da candidato alla segreteria pd di Roma, vidi di tutto: correnti, circoli fasulli, tessere gonfiate, interessi. Ma resto convinto che la maggioranza del partito sia fatta di gente perbene”. È quanto afferma Tobia Zevi, ex candidato alla segreteria romana del Partito Democratico e presidente dell'associazione di cultura ebraica Hans Jonas, in una intervista al Corriere della sera (Alessandro Trocino). A proposito di 'Mafia Capitale' Zevi sottolinea: “Non si possono mettere destra e Pd sullo stesso piano. Se però venissero dimostrate responsabilità di dirigenti o eletti sarebbe una cosa gravissima”.

Il Ghetto in 3D. L'antico Ghetto di Roma prima di sventramenti e demolizioni. Una fotografia d'insieme, in un tavolo interattivo inaugurato ieri al museo ebraico, che è basata su fonti documentarie e iconografiche: acquarelli, dipinti, incisioni, immagini d'epoca e documenti sia catastali che urbanistici. “Torna un luogo che non esiste più”, scrive Paolo Brogi (Corriere della sera Roma).
 
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  davar
festa a roma con la cantante noa
Israele-Santa Sede, 20 anni

di rapporti diplomatici
“Negli ultimi vent'anni si è lavorato molto per portare comprensione e progresso nei rapporti tra i due paesi. Le relazioni tra Israele e Santa Sede sono buone e basate sulla fiducia reciproca. Ora dobbiamo lavorare duramente per arrivare alla firma dell'accordo economico-finanziario”. Così l'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Zion Evrony, in occasione delle celebrazioni del ventesimo anniversario dei rapporti diplomatici tra lo Stato di Israele e il Vaticano. Per ricordare la firma dell'Accordo Fondamentale del 1994 tra i due paesi, che di fatto diede il via a una nuova stagione nei rapporti tra le diplomazie, l'ambasciata israeliana ha voluto organizzare ieri una serata al coll‎egio Urbano di Propaganda fide, sul Gianicolo, con protagonista la cantante israeliana Noa. Ad intervenire in apertura il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che ha ribadito l'auspicio di arrivare alla conclusione dell'accordo economico finanziario citato dall'ambasciatore Evrony. Presenti tra gli altri all'incontro il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Giacomo Moscati e il coordinatore del Collegio rav Gianfranco Di Segni.

(Nell'immagine l'ambasciatore Evrony e Noa)
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qui roma
L'antico Ghetto in 3D
Il Tevere è invadente. Le case anguste, sviluppate in altezza. Un panorama soffocante eppure terribilmente affascinante, avvolto da un’aura di mistero. La ricostruzione 3D dell’antico Ghetto di Roma, voluta dal Museo Ebraico della città e realizzata grazie al finanziamento della Rothschild Foundation dal gruppo di architetti di Progetto KatatexiLux è una piccola macchina del tempo dentro le cui pieghe possono dipartire mille storie, infiniti punti di vista. Un ricostruzione fedelissima del Ghetto (il luogo nel quale dal 1555 furono stipati migliaia di ebrei) negli anni ’80 dell'Ottocento, poco prima di essere demolito per sempre.
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SUE LE MUSICHE DE "il GIARDINO DEI FINZI CONTINI"
Manuel De Sica (1949-2014)
L’immortale Vittorio in regia, il figlio Manuel a dare una chiave musicale alla narrazione. Nel segno di questo asse “Il giardino dei Finzi Contini”, il capolavoro letterario di Giorgio Bassani, avrebbe conquistato milioni di italiani oltre che un premio Oscar.
Una pagina che in tanti ricordano con emozione in queste ore con l’improvvisa scomparsa, nella sua Roma, di Manuel De Sica.
Nato nel 1949, compositore dall’età di 20 anni, De Sica era apprezzato autore di colonne sonore oltre che di musica sinfonica e musica da camera con sonate per arpa, per clarinetto e altri strumenti solisti. Tra i riconoscimenti ottenuti in carriera il Globo d’oro per “Ladri di saponette” di Maurizio Nichetti, il Nastro d’argento per “Al lupo, al lupo” di Carlo Verdone e il David di Donatello per “Celluloide” di Carlo Lizzani.
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qui padova
In marcia per la Memoria
La memoria della deportazione degli ebrei di Padova, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio con la Comunità ebraica, è divenuta un appuntamento irrinunciabile per la città. La marcia silenziosa, che ha percorso le vie del centro, dove si trovavano le case di molte famiglie, ricorda il 3 dicembre 1943, giorno che segnò l’avvio del prelevamento di decine di ebrei della città e l’apertura del campo di concentramento di Vo’ Vecchio. Settanta anni fa, il 17 luglio 1944, i 47 internati padovani insieme ad oltre 700 ebrei rastrellati nel veneto, del campo furono deportati ad Auschwitz. Solo tre donne tornarono alle loro case: Bruna Namias, Ester Hammer Sabbadini e la figlia, ancora vivente, Sylva Sabbadini.
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qui roma
Una fiaccolata per l'integrazione
Progetti, proposte, condanne, fiducia, disillusione e voglia di ricostruire: questa l’atmosfera che ieri si respirava in Campidoglio per la fiaccolata in favore dell’integrazione “Roma città aperta, sicura, inclusiva”, che ha visto un susseguirsi di interventi di associazioni e comunità dopo i fatti di Tor Sapienza. La città vive un momento difficile, le periferie disordinate, scomode, abbandonate a loro stesse sono state le prime ad esplodere. Un'adesione all'evento è arrivata anche dalla Comunità ebraica capitolina.
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qui trieste
Scelte e progetti di futuro
Far conoscere le possibilità di viaggio, studio e lavoro che ci sono oggi in Israele. Questo l'obiettivo dell'evento organizzato per la giornata di domenica a Trieste da Masa Italia e Agenzia Ebraica e rivolto in prima istanza ai giovani iscritti alle Comunità ebraiche del Nordest.

La giornata, in programma presso il centro sociale Beit Gavriel dalle 9 alle 16, si aprirà con un'attività introduttiva (discussione guidata) presa dal progetto Beth Ha'am.
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pilpul
Si parla di noi
Su queste colonne si è già parlato abbondantemente del film “Ghett” di Ronit Elkabetz, in questi giorni nelle sale italiane con il titolo “Viviane”, quindi non tornerò sul film (che peraltro mi è piaciuto molto). Non parlerò neppure della condizione delle donne israeliane il cui marito rifiuta di concedere loro il divorzio perché anche questo è un tema di cui si è già parlato in abbondanza. Resisterò anche alla tentazione di domandarmi (come ho fatto per tutta la durata del film) se alla protagonista paradossalmente non sarebbe convenuto tradire il marito o, per lo meno, far credere di averlo tradito, perché in tal caso lui sarebbe stato costretto inevitabilmente a concederle il divorzio (se così fosse sarebbe terribile un sistema che di fatto incoraggia l’adulterio).

Anna Segre, insegnante
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Forse Esther
Come è stato scritto sul Corriere dal celebre critico letterario Pietro Citati, la scrittrice Katja Petrowskaja con il libro “Forse Esther” (Adelphi, 2014), “rievoca un mondo ebraico annientato”. Nel difficoltoso tentativo di ridonare un volto e una storia ai propri famigliari cancellati nella distruzione dell'ebraismo est-europeo, l'autrice riesce però anche a portare alla luce e quindi ad evocare, un mondo ebraico, altrettanto dimenticato, che nonostante il nazismo prima e il comunismo sovietico dopo, è riuscito a sopravvivere, a ricostruirsi e a riscattarsi.

Francesco Moises Bassano, studente
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Il dualismo non aiuta
Un tempo si litigava per un posto o una benedizione. Ismaele o Isacco? Esaù o Giacobbe? Con le dodici tribù arriva una benedizione per tutti. Il dualismo evidentemente non aiuta. È la complessità, forse, che ci salverà dai conflitti.

Ilana Bahbout




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