8 dicembre 2014 - 16 Kislev 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini e
Daniele Liberanome.
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PM of Israel @IsraeliPM
7 dicembre
PM Netanyahu to the #Saban14 forum: I want Israel to have peace with
the Palestinians: a genuine peace, an enduring peace, a secure peace. »
PM of Israel @IsraeliPM
7 dicembre
PM Netanyahu to the #Saban14 Forum: No Issue is more important to our
common security than Iran's ongoing pursuit of nuclear weapons. »
dudi segal @usegal
8 dicecmbre
Yossi Cohem head of Israel national security council said yesterday
that one of the challenges is to help rebuild Gaza to prevent new war
HuffPost Religion @HuffPostRelig 7 dicembre
NYC Rabbis recite Kaddish for Eric Garner, later arrested http://huff.to/1zvHwYe
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Raid israeliano in Siria
colpiti depositi di armi di Assad
Colpire Damasco, colpire Hezbollah.
Il regime di Assad e i miliziani di Hezbollah accusano Israele di aver
lanciato ieri un raid contro il territorio siriano. Almeno 10
esplosioni sono state registrate vicino all'aeroporto di Damasco e a
Dimas. Bersaglio del raid, né confermato né smentito da Israele, alcuni
depositi di armi. In particolare, come spiega Maurizio Molinari su La
Stampa, l'azione aerea, che non ha registrato feriti, era diretta a
impedire il trasferimento di sofisticati sistemi antimissile di
produzione russa agli Hezbollah libanesi. Per Molinari, inoltre, il
coinvolgimento israeliano nella guerra civile siriana starebbe seguendo
una nuova direttrice: aiuti ai ribelli filo-occidentali e anti-qaedisti
e contro Assad. Secondo Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera, i
raid sarebbero un avviso indiretto all'Iran, sostenitore di Assad in
Siria e Hezbollah in Libano. Per Alberto Stabile, Repubblica, l'attacco
israeliano di ieri potrebbe indicare anche un cambiamento di politica
degli Usa rispetto al fronte siriano: secondo Stabile, difficilmente
Gerusalemme si è mossa senza avvisare Washington nel raid contro
Damasco, il che potrebbe presagire una “svolta militare che coinvolge
anche gli Stati Uniti contro il regime di Assad”.
Israele cura i siriani e non fa domande.
“Sono mesi che al Ziv Medical Center di Zefat, a 30 chilometri dal
confine siriano, a una dozzina da quello libanese (e i vetri in
frantumi, omaggio dei razzi di Hezbollah delle guerre passate lo
testimoniano), 'arrivano i siriani', racconta Alberto Simoni su La
Stampa. A Zefat i medici israeliani curano i ribelli siriani che
combattono oltreconfine, non fanno domande sulla loro appartenenza,
curano. “Siamo arrivati già a 427 feriti siriani dal febbraio del 2013,
circa 30 bambini, e non si vede la fine ancora”, spiega II
vicedirettore dell'ospedale Calar Shapira.
Gli scrittori per il riconoscimento della Palestina.
Firme israeliane conosciute, come quelle di David Grossman, Amos Oz,
A.B. Yehoshua ma anche del premio nobel Daniel Kahneman, assieme ad
altre ottocento persone, chiedono all'Europa di riconoscere lo Stato di
Palestina. “La vostra iniziativa per il riconoscimento dello Stato
palestinese - scrivono i firmatari della petizione rivolgendosi
ai paesi del Vecchio Continente - avanzerà le prospettive di pace e
incoraggerà israeliani e palestinesi a porre fine al conflitto”
(Corriere della Sera, La Stampa e Repubblica).
Debolezze degli Esteri italiani.
Su Repubblica, Mario Pirani analizza le difficoltà del Bel Paese
nell'affrontare in modo incisivo le questioni di politica estera. Sul
Medio Oriente, ad esempio, “sarebbe importante ripensare i nessi
strategici bilaterali tra Israele e Italia, perché per ricordare solo
un piccolo fatto – scrive Pirani - se si rompesse l'equilibrio
israeliano in Medio Oriente, milioni e milioni di profughi
arriverebbero sulle nostre coste e questo sarebbe solo l'inizio”.
Maggiore sostegno dunque a Israele in un momento storico in cui il
fondamentalismo dell'Isis minaccia la sicurezza dell'Occidente.
La sfida elettorale di Bibi.
Molti giornali israeliani dipingono le prossime elezioni della Knesset
– marzo 2015 – come un referendum sulla figura di Benjamin Netanyahu. È
stato il premier ad invocarlo ma ora dovrà riuscire in questi cento
giorni ad ottenere la fiducia dell'elettorato israeliano. Su
Repubblica, Bernardo Valli analizza e critica la politica di Netanyahu,
sottolineando che i risultati che emergeranno dalle urne a marzo non
sono così scontati.
“Fascista” contro “cappuccetto rosso”.
Botta e risposta a distanza tra Maria Elena Boschi e Matteo Salvini. La
prima dichiara di essere preoccupata dell'incontro del leader leghista
con la francese Marine Le Pen “leader di un partito che tecnicamente ha
una deriva fascista. Lì si vede come la pensa - afferma la Boschi
- e mi preoccupa perché a me hanno insegnato ad aver paura del
fascismo” (Repubblica e Corriere). La risposta di Salvini arriva nel
pomeriggio dalla Annunziata, “Io fascista? Io sono sicuramente leghista
e milanista....La signora Boschi mi sembra Cappuccetto rosso che ha
paura del lupo mannaro”.
L'antisemitismo di Heidegger.
Guido Ceronetti sul Corriere torna sul dibattito riguardo ai Quaderni
Neri del filosofo tedesco Martin Heidegger, in cui emerge il suo
carattere antisemita e sui si era soffermata Donatella Di Cesare in un
articolo del 2 novembre. Per Ceronetti, tra le responsabilità
filosofiche di Heidegger, l'aver volutamente dimenticato il pensiero di
Baruch Spinoza.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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