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16 dicembre 2014 - 24 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nell’aleftav della scorsa settimana Dario Calimani denunciava, giustamente, la scarsa partecipazione dei membri della sua comunità alla commemorazione e al Kaddìsh in memoria degli ebrei deportati da Venezia, e il relativo pericolo di un progressivo oblio delle nostre tragedie. Purtroppo le latitanze e una certa deresponsabilizzazione nella nostra vita comunitaria sono sensibilmente trasversali e soggette a valutazioni personali in ragione delle priorità identitarie di ciascuno di noi. C'è che si reca in sinagoga solo di Kippùr, chi solo di Shabàt e chi tutti i giorni, ritrovandosi, il più delle volte, senza il quorum necessario per recitare la preghiera pubblica. .
 
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Dario
Calimani,
anglista
Etgar Keret, lo scrittore israeliano, paragona Israele al “Titanic, dove i passeggeri invece di occuparsi della nave che sta affondando, cercano di farsi assegnare una cabina migliore”. Fa impressione leggere queste parole, e leggere che Keret, che vive la realtà israeliana giorno dopo giorno, dichiara a rischio i valori della democrazia e auspica che il paese si ridefinisca, con le imminenti elezioni, in base a valori liberali. Keret non mi sembra un traditore di se stesso. E, soprattutto, non vive a Berlino.
 
Auschwitz, il governo
stanzia un contributo
Un milione di euro come contributo alla Fondazione Auschwitz-Birkenau per la costituzione di un fondo perpetuo che consenta il mantenimento dell'intera struttura dell'ex campo di sterminio. È l'importo stanziato dal governo italiano con un emendamento alla legge di stabilità. Già nel 2009, sottolinea il Corriere, “il governo polacco aveva chiesto al nostro Paese, quale corresponsabile delle atrocità di Auschwitz, la concessione di un contributo che altri hanno già versato: 60 milioni la Germania, 15 milioni di dollari gli Usa, 15 milioni di euro la Polonia, 5 la Francia, 2 milioni di sterline il Regno Unito”.
 
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  davar
Lo show dell'attore in prima serata
Il Decalogo secondo Benigni,

voci a confronto tra i rabbini
Grande attenzione e diverse opinioni a confronto, nel rabbinato italiano, per lo show di Roberto Benigni sui Dieci Comandamenti.

“Mi è piaciuto molto e l’ho trovato ricco di spunti interpretativi ebraici. Numerose infatti le suggestioni introiettate con un riferimento, a volte esplicito, ai midrashim. Ad esempio nel momento in cui Benigni descrive il silenzio dell’universo quando Dio inizia a parlare”, afferma il preside delle scuole ebraiche di Roma rav Benedetto Carucci Viterbi. In generale l’apprezzamento è per una modalità di racconto che ha permesso, con efficacia e serietà, “di affrontare il senso delle Dieci Parole”.

“Benigni ha colto pienamente lo spirito dello Shabbat”, il commento del direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca. In particolare, si spiega, nel momento in cui il comico toscano ha posto l’accento sul tema della disconnessione e sul fatto che il Sabato ebraico sia un giorno consacrato all’anima e allo spirito. Tanto che il rav sottolinea: “La linea è quella dell’esegesi rabbinica, si vede che ha studiato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda rav Elia Richetti, ex presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, che dice: “Benigni ha piacevolmente sorpreso ed è evidente che si sia preparato in modo scrupoloso cogliendo in pieno la profondità del materiale midrashico. Perché se è vero che la lettura dei Comandamenti è avvenuta secondo l’ordine della Chiesa, è innegabile che il suo sia un racconto ebraico”. Nel complesso, chiosa, “un lavoro venuto molto bene”.

Insiste sulla profondità della riflessione rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano: ”È evidente l'eredità midrashica del suo ragionamento, per gli addetti ai lavori questi sono aspetti facilmente comprensibili". Apprezzamento anche per la spiegazione di come, dal popolo ebraico che li ricevette in origine, i Comandamenti siano diventati un patrimonio "a disposizione di tutta l'umanità".

Perplesso invece rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova e consigliere UCEI: “Sui social network ho letto espressioni di meraviglia e di fierezza da parte di vari correligionari. Ci voleva davvero uno show televisivo perché si sentisse il bisogno di affermare il proprio orgoglio ebraico con tutto quello che è stato prodotto in millenni di tradizione orale?”. Una domanda, prosegue, che è in linea con l’imminente festa di Chanukkah e con il valore che questa testimonia: la luce chiamata a dissipare il buio dell’assimilazione. Ulteriore elemento di perplessità sollevato dal rav Locci il fatto che, malgrado la peculiare narrazione del Decalogo, Benigni non abbia spiegato nitidamente le fonti del suo monologo. “Non citare il Talmud, il Midrash e la tradizione rabbinica, specie in quel contesto – conclude – è a mio modo di vedere un tentativo di appropriazione”.


“Roberto è una persona sensibile e il suo è un intervento di grande intelligenza che ha riunito tutte le religioni”. Il dottor Cesare Efrati, maskil e gastroenterologo romano che lo conosce bene, a performance conclusa non ha mancato di inviargli un messaggio di felicitazioni. “La sua – dice – è stata una prova segnata da grande entusiasmo e comunicatività. Tra gli aspetti che ho maggiormente apprezzato la parentesi su Dio che viene a cercare l’uomo e il concetto di libertà spiegato attraverso la vicenda della fuga degli ebrei dall’Egitto”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
CHANUKKAH 5775
Una luce per stare insieme
Ricette di knishes vegane, foto di very important person abbracciate alle Chanukkioth, da Obama a Carole Lombard, un sevivon con stampata sopra la faccia del rapper di culto dr Dree, giocando sulla parola dreidel ed infine auguri di “Chanukkah Matata”, citazione dell’Hakuna Matata del “Re Leone” disneyano. Anche quest’anno il mondo si prepara ad accogliere Chanukkah, una delle feste ebraiche più amate, gioiose e conviviali. Si celebra il miracolo della luce, mangiando cibo fritto privi di sensi di colpa e ricordando quando qualche secolo fa Yehuda il Maccabeo salvò il proprio popolo dalle angherie di Antioco Epifane, oramai universalmente riconosciuto come Epimane, il matto. “Quando accenderò la prima candela di Chanukkah – scrive rav Jonathan Sacks sul Wall Street Journal – pregherò perché tutte le persone di tutte le religioni possano un giorno accendere una menorah insieme e celebrare una nuova libertà religiosa. Quello sarà il momento nel quale avremo finalmente imparato il valore della fratellanza e della sorellanza degli esseri umani, uniti dall’amore e dalla capacità di perdono di D-o”. Da stasera anche tutta l’Italia ebraica sarà in festa per otto giorni; una settimana di sufganioth, accensioni in piazza, giochi ed attività per i bambini. Da Trieste a Napoli, le ventuno comunità saranno irradiate di luce.
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QUI FERRARA
Al MEIS tra rito e tradizione
“Torah fonte di vita”, una esposizione per raccontare il popolo del Libro. Attraverso oggetti cerimoniali di ritualità pubblica e privata si ricostruirà un percorso della mostra che giovedì aprirà i battenti al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e che è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa dalla curatrice Sharon Reichel (nella foto), storica dell’arte, e dall’assessore alla cultura del Comune di Ferrara Massimo Maisto.
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MELAMED - IL SIMPOSIO EUROPEO A ROMA
Un network per la Memoria
“Più tempo, e un altro incontro molto presto”, questa l’esigenza più sentita dai partecipanti al Simposio Europeo 'Stabilire una rete europea per l’insegnamento sull’educazione alla Shoah' tenutosi al Centro culturale Il Pitigliani di Roma. Organizzato nell’ambito del semestre italiano di Presidenza europea dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con lo Yad Vashem di Gerusalemme e con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Simposio ha portato a Roma oltre cento partecipanti in rappresentanza di tutti i paesi europei, che hanno assistito durante la mattinata a due sessioni plenarie per essere poi suddivisi in tre gruppi tematici.
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MEDIO ORIENTE
Il terrorismo visto da Israele
“Il terrorismo islamico internazionale non consce confini, per questo lo sforzo contro di lui deve essere globale”. Nel mandare ieri le sue condoglianze al primo ministro australiano Tony Abbot, il premier israeliano Benjamin Netanyahu – a Roma per incontrare il presidente del Consiglio Matteo Renzi e soprattutto il segretario di Stato Usa John Kerry – aveva ricordato al mondo che il terrorismo, quello di Al Qaeda, quello dell'Isis come quello talebano, non si pone limiti. E dopo i tragici fatti di Sydney, in cui un uomo di origini iraniane ha tenuto in ostaggio diverse decine di persone rivendicando la sua vicinanza all'Isis (il bilancio sarà di due vittime tra gli ostaggi e l'uccisione dell'attentatore), oggi un'altra notizia sconvolge il mondo, la strage di bambini in Pakistan. Su questa espansione costante del terrorismo, riflettono oggi diversi analisti israeliani, che ricordano all'Occidente come sia necessario prendere le misure e intensificare la lotta a questo fenomeno internazionale.
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qui roma
Gli ebrei e la Grande Guerra
Combattere per la patria, immolarsi per l’Italia. A cento anni dalla Prima Guerra Mondiale, il Museo Ebraico di Roma inaugura oggi alle 18 la mostra “Prima di tutto italiani. Gli ebrei romani e la Grande Guerra”: un ricca esposizione di foto, lettere e documenti che testimoniano l’impegno al fronte di una delle comunità ebraiche più antiche del mondo.
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qui roma
Le eccellenze del vino kosher
Un viaggio attraverso i vini e la loro produzione secondo la tradizione ebraica. È il percorso proposto dal Kosher Wine Festival organizzato ieri a Roma, presso la Città dell'Altra Economia, dall'Azienda Mercati. Un'iniziativa che ha visto la partecipazione di addetti ai lavori e di molti curiosi e che si è svolta nell'ambito del progetto "Kosher a Roma".
In mattinata, nella sala convegni, mini-corso sul vino kosher e sui suoi significati con interventi di Sandro Di Castro, Laura Ravaioli, Mosè Silvera e Daniele Della Seta. Nel pomeriggio approfondimento tecnico con la presentazione delle aziende e dei vini in degustazione (tra i protagonisti anche Giampaolo Manzone e Michael Murciano) seguito dall'apertura dell'area ristorante con banchi di assaggio in abbinamento a prodotti kosher della provincia di Roma. Tra i numerosi presenti all'evento il rabbino capo Riccardo Di Segni (nell'immagine).
TRIESTE - incontro con giorgio pressburger
La magia del racconto
Nell’ultima Sabatina del 2014 Giorgio Pressburger, ospite della serata, ha creato per i presenti una dimensione magica, accompagnandoli in un luogo libero dal contingente, in cui emergesse quanto di universale e costante ci sia nella vita di tutti gli individui, in ogni generazione. In una serata in cui non sono stati proposti dei brani da ascoltare, la musica è stata presenza continua.

(La foto è di Nathan Neumann)

Paola Pini
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pilpul
K.it
Nell'area Alitalia dell’aeroporto di New York si fanno spesso incontri interessanti. Alcune settimane fa incrocio Jacqueline Fellus, assessore alla Kasheruth dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI), di ritorno da “Kosherfest”, un’enorme fiera dedicata all’alimentazione ebraica recentemente raccontata da “Pagine ebraiche”. In attesa dell’aereo Fellus mi racconta i progressi fatti sul marchio kosher italiano, e penso che un processo così virtuoso vada pubblicizzato.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Complicità
La Seconda guerra mondiale fu una guerra totale, con un alto coinvolgimento della popolazione civile e un forte scontro ideologico e di visioni contrapposte del mondo, sottostante a quello militare. Su molti fronti e nelle zone occupate il conflitto fu aggravato dalle derive razziste e antisemite e di repressione degli oppositori politici e della popolazione civile, anche su vasta scala, di cui le forze dell’Asse erano portatrici.

Mario Avagliano
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