Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Nell’aleftav
della scorsa settimana Dario Calimani denunciava, giustamente, la
scarsa partecipazione dei membri della sua comunità alla commemorazione
e al Kaddìsh in memoria degli ebrei deportati da Venezia, e il relativo
pericolo di un progressivo oblio delle nostre tragedie. Purtroppo le
latitanze e una certa deresponsabilizzazione nella nostra vita
comunitaria sono sensibilmente trasversali e soggette a valutazioni
personali in ragione delle priorità identitarie di ciascuno di noi. C'è
che si reca in sinagoga solo di Kippùr, chi solo di Shabàt e chi tutti
i giorni, ritrovandosi, il più delle volte, senza il quorum necessario
per recitare la preghiera pubblica. .
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Dario
Calimani,
anglista
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Etgar
Keret, lo scrittore israeliano, paragona Israele al “Titanic, dove i
passeggeri invece di occuparsi della nave che sta affondando, cercano
di farsi assegnare una cabina migliore”. Fa impressione leggere queste
parole, e leggere che Keret, che vive la realtà israeliana giorno dopo
giorno, dichiara a rischio i valori della democrazia e auspica che il
paese si ridefinisca, con le imminenti elezioni, in base a valori
liberali. Keret non mi sembra un traditore di se stesso. E,
soprattutto, non vive a Berlino.
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Auschwitz, il governo
stanzia un contributo
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Un
milione di euro come contributo alla Fondazione Auschwitz-Birkenau per
la costituzione di un fondo perpetuo che consenta il mantenimento
dell'intera struttura dell'ex campo di sterminio. È l'importo stanziato
dal governo italiano con un emendamento alla legge di stabilità. Già
nel 2009, sottolinea il Corriere, “il governo polacco aveva chiesto al
nostro Paese, quale corresponsabile delle atrocità di Auschwitz, la
concessione di un contributo che altri hanno già versato: 60 milioni la
Germania, 15 milioni di dollari gli Usa, 15 milioni di euro la Polonia,
5 la Francia, 2 milioni di sterline il Regno Unito”.
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Lo show dell'attore in prima serata
Il Decalogo secondo Benigni,
voci a confronto tra i rabbini
Grande attenzione e diverse opinioni a confronto, nel rabbinato italiano, per lo show di Roberto Benigni sui Dieci Comandamenti.
“Mi
è piaciuto molto e l’ho trovato ricco di spunti interpretativi ebraici.
Numerose infatti le suggestioni introiettate con un riferimento, a
volte esplicito, ai midrashim. Ad esempio nel momento in cui Benigni
descrive il silenzio dell’universo quando Dio inizia a parlare”,
afferma il preside delle scuole ebraiche di Roma rav Benedetto Carucci Viterbi.
In generale l’apprezzamento è per una modalità di racconto che ha
permesso, con efficacia e serietà, “di affrontare il senso delle Dieci
Parole”.
“Benigni
ha colto pienamente lo spirito dello Shabbat”, il commento del
direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca.
In particolare, si spiega, nel momento in cui il comico toscano ha
posto l’accento sul tema della disconnessione e sul fatto che il Sabato
ebraico sia un giorno consacrato all’anima e allo spirito. Tanto che il
rav sottolinea: “La linea è quella dell’esegesi rabbinica, si vede che
ha studiato”.
Sulla stessa lunghezza d’onda rav Elia Richetti,
ex presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, che dice: “Benigni
ha piacevolmente sorpreso ed è evidente che si sia preparato in modo
scrupoloso cogliendo in pieno la profondità del materiale midrashico.
Perché se è vero che la lettura dei Comandamenti è avvenuta secondo
l’ordine della Chiesa, è innegabile che il suo sia un racconto
ebraico”. Nel complesso, chiosa, “un lavoro venuto molto bene”.
Insiste sulla profondità della riflessione rav Gianfranco Di Segni,
coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano: ”È evidente l'eredità
midrashica del suo ragionamento, per gli addetti ai lavori questi sono
aspetti facilmente comprensibili". Apprezzamento anche per la
spiegazione di come, dal popolo ebraico che li ricevette in origine, i
Comandamenti siano diventati un patrimonio "a disposizione di tutta
l'umanità".
Perplesso invece rav Adolfo Locci,
rabbino capo di Padova e consigliere UCEI: “Sui social network ho letto
espressioni di meraviglia e di fierezza da parte di vari
correligionari. Ci voleva davvero uno show televisivo perché si
sentisse il bisogno di affermare il proprio orgoglio ebraico con tutto
quello che è stato prodotto in millenni di tradizione orale?”. Una
domanda, prosegue, che è in linea con l’imminente festa di Chanukkah e
con il valore che questa testimonia: la luce chiamata a dissipare il
buio dell’assimilazione. Ulteriore elemento di perplessità sollevato
dal rav Locci il fatto che, malgrado la peculiare narrazione del
Decalogo, Benigni non abbia spiegato nitidamente le fonti del suo
monologo. “Non citare il Talmud, il Midrash e la tradizione rabbinica,
specie in quel contesto – conclude – è a mio modo di vedere un
tentativo di appropriazione”.
“Roberto è una persona sensibile e il suo è un intervento di grande intelligenza che ha riunito tutte le religioni”. Il dottor Cesare Efrati,
maskil e gastroenterologo romano che lo conosce bene, a performance
conclusa non ha mancato di inviargli un messaggio di felicitazioni. “La
sua – dice – è stata una prova segnata da grande entusiasmo e
comunicatività. Tra gli aspetti che ho maggiormente apprezzato la
parentesi su Dio che viene a cercare l’uomo e il concetto di libertà
spiegato attraverso la vicenda della fuga degli ebrei dall’Egitto”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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CHANUKKAH 5775
Una luce per stare insieme
Ricette
di knishes vegane, foto di very important person abbracciate alle
Chanukkioth, da Obama a Carole Lombard, un sevivon con stampata sopra
la faccia del rapper di culto dr Dree, giocando sulla parola dreidel ed
infine auguri di “Chanukkah Matata”, citazione dell’Hakuna Matata del
“Re Leone” disneyano. Anche quest’anno il mondo si prepara ad
accogliere Chanukkah, una delle feste ebraiche più amate, gioiose e
conviviali. Si celebra il miracolo della luce, mangiando cibo fritto
privi di sensi di colpa e ricordando quando qualche secolo fa Yehuda il
Maccabeo salvò il proprio popolo dalle angherie di Antioco Epifane,
oramai universalmente riconosciuto come Epimane, il matto. “Quando
accenderò la prima candela di Chanukkah – scrive rav Jonathan Sacks sul
Wall Street Journal – pregherò perché tutte le persone di tutte le
religioni possano un giorno accendere una menorah insieme e celebrare
una nuova libertà religiosa. Quello sarà il momento nel quale avremo
finalmente imparato il valore della fratellanza e della sorellanza
degli esseri umani, uniti dall’amore e dalla capacità di perdono di
D-o”. Da stasera anche tutta l’Italia ebraica sarà in festa per otto
giorni; una settimana di sufganioth, accensioni in piazza, giochi ed
attività per i bambini. Da Trieste a Napoli, le ventuno comunità
saranno irradiate di luce. Leggi
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MEDIO ORIENTE Il terrorismo visto da Israele
“Il
terrorismo islamico internazionale non consce confini, per questo lo
sforzo contro di lui deve essere globale”. Nel mandare ieri le sue
condoglianze al primo ministro australiano Tony Abbot, il premier
israeliano Benjamin Netanyahu – a Roma per incontrare il presidente del
Consiglio Matteo Renzi e soprattutto il segretario di Stato Usa John
Kerry – aveva ricordato al mondo che il terrorismo, quello di Al Qaeda,
quello dell'Isis come quello talebano, non si pone limiti. E dopo i
tragici fatti di Sydney, in cui un uomo di origini iraniane ha tenuto
in ostaggio diverse decine di persone rivendicando la sua vicinanza
all'Isis (il bilancio sarà di due vittime tra gli ostaggi e l'uccisione
dell'attentatore), oggi un'altra notizia sconvolge il mondo, la strage
di bambini in Pakistan. Su questa espansione costante del terrorismo,
riflettono oggi diversi analisti israeliani, che ricordano
all'Occidente come sia necessario prendere le misure e intensificare la
lotta a questo fenomeno internazionale. Leggi
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K.it |
Nell'area
Alitalia dell’aeroporto di New York si fanno spesso incontri
interessanti. Alcune settimane fa incrocio Jacqueline Fellus, assessore
alla Kasheruth dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI), di
ritorno da “Kosherfest”, un’enorme fiera dedicata all’alimentazione
ebraica recentemente raccontata da “Pagine ebraiche”. In attesa
dell’aereo Fellus mi racconta i progressi fatti sul marchio kosher
italiano, e penso che un processo così virtuoso vada pubblicizzato.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Complicità |
La
Seconda guerra mondiale fu una guerra totale, con un alto
coinvolgimento della popolazione civile e un forte scontro ideologico e
di visioni contrapposte del mondo, sottostante a quello militare. Su
molti fronti e nelle zone occupate il conflitto fu aggravato dalle
derive razziste e antisemite e di repressione degli oppositori politici
e della popolazione civile, anche su vasta scala, di cui le forze
dell’Asse erano portatrici.
Mario Avagliano
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