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 17 dicembre 2014 - 25 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“…Ed il faraone fece un sogno … ”(Bereshìt 41, 1). È interessante notare che i sogni del faraone sono due, proprio come i sogni che fa Yosèf, e che tra questi vi è un parallelismo. Nei sogni di Yosèf, il primo riguarda le cose materiali e terrene come è scritto (Bereshìt 37, 2): “Ecco che noi leghiamo dei covoni nel campo …”, il secondo riguarda invece delle cose spirituali (Bereshìt 37, 9): “Il sole, la luna e undici stelle…”. Nei sogni di Yòsèf vi è dunque una crescita, un’elevazione che passa dalla materia alla spiritualità.
 
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David
Assael,
ricercatore
Sono giorni di febbrile attesa in Europa, con la Grecia chiamata ad eleggere un improbabile Presidente della Repubblica, che non pare comparire all’orizzonte a causa del disaccordo fra le forze politiche (ricorda qualcosa?). La costituzione greca prevede, così, un ritorno alle urne, indifferente all’instabilità che ne deriva per tutti i cittadini del Vecchio Continente.
 
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TORINO - Alle 21 al Teatro Vittoria l’Asset presenta il musical “Il violinista sul tetto” tratto dai racconti di Shalom Aleichem. Per l’occasione verrà accesa la Chanukkiah in teatro
 
Pakistan, strage terrorista
La strage dei talebani a Peshawar. Sono 141 persone, per la maggior parte bambini, vittime dell’attacco terroristico compiuto ieri in Pakistan da un commando di talebani in una scuola. “Venivano a cercarci nelle classi”, il drammatico racconto di un sopravvissuto (Corriere della Sera). “Sparavano gridando il nome di Allah. ho visto la mia maestra bruciare viva” un’altra testimonianza, (Repubblica). Sul Corriere, la riflessione di Claudio Magris che parla di una quarta guerra mondiale, quella contro il terrorismo, di cui non si vede la fine.

Il terrorismo e i bambini. In Pakistan i bambini sono stati l’oggetto dell’attacco, in altre parti del mondo, come a Gaza, sono strumenti per attaccare. In ogni caso sono vittime, ricorda sul Giornale Fiamma Nirenstein. “Durante la seconda intifada 40 bambini sono stati coinvolti in attentati suicidi, 29 i terroristi suicidi sotto l’età di 18 anni. C’è una simmetria evidente nel mandare i bambini alla strage e all’assassinio: in ambedue i casi è evidente il disprezzo per la loro vita”. Slegato dalla riflessione della Nirenstein, parte del titolo del pezzo: “Islamici peggio di Hitler, sterminati 100 bimbi”, una comparazione che banalizza la storia e non rispecchia quanto emerge dallo scritto della giornalista.
 
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  davar
Chanukkah 5775
Luce in piazza
Il miracolo di Chanukkah torna ad illuminare l’Italia ebraica. Tantissime le accensioni corali nelle diverse città: una pioggia di luce da Trieste in giù senza nessun escluso. Sui social network sono comparse centinaia di foto di Chanukkioth: da esperimenti artistici con tazze e utensili ad antiche braccia d’argento tramandati di nonna in nipote. E tra chi ogni anno si tormenta chiedendosi: “Ma Chanukkah come si scrive? Fammi lo spelling?”, in pasticceria si sfornano instancabilmente soffici sufganyoth rotolati in un mare di zucchero. A Roma ieri accensione del primo lume al Tempio Maggiore con il rabbino capo Riccardo Di Segni. Il rav ha raccontato in un’intervista a radio Rai 1: “Chanukkah è la festa più recente ma anche quella più antica del calendario ebraico. Persino Adamo festeggiava una cerimonia della luce durante il solstizio invernale, nel quale le giornate si accorciavano. L’usanza poi però diventò pagana, fino al ritorno appunto con Chanukkah. La luce materiale, si trasforma quindi in spirituale, un punto sul quale credo sia necessario continuare a soffermarsi”.
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LO SHOW DELL'ATTORE IN PRIMA SERATA
Il Decalogo secondo Benigni,  rav Di Segni: "Sorpresa positiva"
Nelle ore che hanno sancito l’ingresso di Chanukkah, la festa della luce, molti ebrei italiani davanti al piccolo schermo per assistere alla seconda parte dello spettacolo sui Dieci Comandamenti di Roberto Benigni. Tra questi non pochi rabbini, che già ieri avevano espresso un diffuso apprezzamento (ma anche qualche critica) per la narrazione “ebraica” del Decalogo interpretata, con grande successo di pubblico, dall’attore toscano.
Tra quanti hanno scelto di trascorrere la serata davanti al televisore il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che ha seguito con attenzione il monologo e tutte le sfumature di significato toccate nelle oltre due ore di show. “Sono rimasto positivamente stupito dalla quantità di messaggi midrashici che sono passati e dal modo in cui è stato presentato il Talmud. Si vede – l’annotazione del rav – che Benigni si è preparato a fondo, attingendo in modo significativo da libri e testi ebraici”.
Il largo consenso suscitato da questa performance induce in rav Di Segni una riflessione: “È molto interessante come in questa società ricevano più ascolto i messaggi di chi non esercita direttamente la professione rispetto agli addetti ai lavori. La mia impressione è che, al giorno d’oggi, le cose serie si sia disposti a introiettarle più facilmente da chi fa spettacolo rispetto ad altre fonti”.
Talmud, midrashim, il senso dello Shabbat: molteplici gli stimoli ebraici arrivati a milioni di telespettatori. Una possibilità non consueta nel panorama del servizio pubblico nazionale anche se, conclude il rav, “non sono sicuro che così tante persone abbiano colto questa peculiarità”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

israele
Ue e Onu, la sfida è diplomatica
È un mercoledì di notizie contrastanti per Israele. Dopo aver appreso che gli Stati Uniti apporranno il veto sulla risoluzione proposta all'Onu dai palestinesi – in cui si chiedeva il ritiro di Israele nei confini del 1967 entro novembre 2016 -  il governo di Gerusalemme dovrà ora far fronte a diverse nuove difficoltà diplomatiche: una mozione del parlamento europe in cui si riconosce "in linea di principio" lo Stato di Palestina; la nuova risoluzione della risoluzione palestinese, vistata dalla Francia, e che sarà presentata oggi all'Onu e la decisione della Corte Europea in cui il movimento di Hamas viene derubricato dalla “lista delle organizzazioni terroristiche" mondiali, stilata dall'Unione Europea. “Ci aspettiamo che Hamas torni in quella lista – il duro intervento del premier israeliano Benjamin Netanyahu (nell'immagine durante il suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu lo scorso settembre), colto in contropiede dalla decisione della Corte – Tutti sanno che Hamas è un'organizzazione terroristica e omicida, il cui statuto specifica tra i suoi obiettivi la distruzione di Israele”.
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Qui roma
Gli ebrei nella Grande Guerra
Una bustina con dentro 44 lettere e 19 cartoline dal fronte. Una bustina, che nonna Graziella Anticoli conservava gelosamente e che le ricordava la sua infanzia fatta di piccole gioie e stenti, condivisa con tredici fratelli e con un papà pasticcere a Largo Argentina. Un enorme tesoro, testimonianza fondamentale della presenza ebraica italiana della Grande Guerra, che Esther Di Porto, nipote di Graziella, decide di leggere, esaminare e condividere con la Comunità ebraica di Roma. Così, per una serie fortunata di eventi, nasce la mostra “Prima di tutto italiani”, inaugurata ieri al Museo ebraico di Roma e che sarà possibile visitare fino al 16 marzo 2015, curata da Lia Toaff. All'evento era presente il ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha ricordato come con le leggi razziste, "agli ebrei che combatterono la Prima guerra mondiale, che si sacrificarono per il paese, furono tolti tutti i riconoscimenti e gli onori. L’umiliazione più grande per cancellare il proprio senso di appartenenza”. Ad intervenire anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.
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qui roma 
La testimonianza di Sami
Con la sua testimonianza ha emozionato migliaia di giovani in Italia e nel mondo prendendoli letteralmente per mano ad Auschwitz-Birkenau, nelle scuole, nelle università. Oggi Sami Modiano, 84 anni, ha voluto condividere una nuova volta quella pagina d’orrore lanciando allo stesso tempo un monito per un futuro di consapevolezza e fratellanza tra i popoli. L’occasione un incontro organizzato dall’Università di Tor Vergata e dal Centro Romano Studi sull’Ebraismo presso l’Auditorium della Macroarea di Lettere dell’ateneo nel corso del quale gli studenti di Tor Vergata hanno raccontato il loro viaggio ad Auschwitz attraverso filmati e fotografie. All’incontro, organizzato da Emiliano Di Bartolo e Myriam Silvera con il contributo dell’Otto per Mille destinato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno partecipato tra gli altri la direttrice del centro studi Marina Formica, il direttore del Dipartimento di Studi storici, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio Franco Salvatori, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman. Dal presidente UCEI Renzo Gattegna un messaggio di apprezzamento per l’iniziativa.
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pilpul
Ticketless - Barbamadiu
Amadio Momigliano (1844-1924), mercante di granaglie, che trasformò la sua casa in una yeshiva è l’ultima grande figura della Comunità di Cuneo. Non ebbe figli, ma amministrò da patriarca una famiglia allargata di fratelli, nipoti, tra cui Riccardo e Ilda, genitori di Arnaldo Momigliano, deportati da Nizza nel 1943. Buone ragioni per meritarsi, secondo le consuetudini del luogo, la incisione, sul suo nome, del titolo onorifico di “zio”: Barbamadiu (la –u finale è d’obbligo, come ciau invece di ciao).  Non doveva avere un carattere facile, a giudicare dalla risposta che gli diede un giorno Elia Benamozegh: “No, caro signor Momigliano! Sappia che io conto da parte di madre dieci generazioni di Rabbanim e Gheonim, e che noblesse oblige […] Ricevere da chi dovrebbe applaudire ai miei sforzi una lettera come la Sua è troppo” (“Rass. Mens. di Israel”, ottobre 1969, pp. 440-447).  Chissà che cosa doveva avergli scritto!   
Si racconta che un giorno cinque robusti ragazzi occitani, scesi da Castelmagno, andarono a chiedergli come si possa diventare ebrei. Erano in lite con il parroco, che aveva vietato il ballo in piazza ritenuto troppo lascivo: “Una cosa da lasciare ai giudei”.
Per tornare a divertirsi avevano escogitato un rimedio che fosse insieme una vendetta. Si diceva in giro che l’ebreo Momigliano valesse quanto un vescovo e così andarono da lui. Desideravano farsi giudei. Barbamadiu non ebbe difficoltà a comprendere e si recò dal Vescovo di Cuneo per risolvere pacificamente la questione, restituendo i parrocchiani alla loro chiesa. Come tutte le persone geniali non ha lasciato opere scritte, nemmeno brevi, non un commento, non un discorso pubblico. Solo buone azioni verso il
prossimo e un amore infinito per i libri. Raccolse una immensa biblioteca andata dispersa durante la Seconda guerra mondiale. Al giovane rabbino Dario Disegni, che aveva sposato una sua nipote, scriveva: “Ricordati se ti rechi a Cuneo di venire qui che ti farò vedere libri che ho comprato a Parigi, veri gioielli; ben inteso di argomento sacro”.
Poche settimane prima di ammalarsi, mio fratello Davide mi chiese di accompagnarlo in visita al Sindaco, che raccoglieva idee per rivitalizzare la cultura cittadina. Proposi di far rinascere nei locali adiacenti alla Sinagoga, da poco restaurati, la Biblioteca di Barbamadiu. Ora che mio fratello non c’è più, desidero onorare l’impegno donando in sua memoria la parte della mia biblioteca dedicata alla storia degli ebrei in Piemonte, opere riguardanti la civiltà di “Argon”, del rito Appam, di Rita Levi Montalcini, di Benvenuto Terracini, di Vittorio Dan Segre, di Vittorio Foa e di tanti altri personaggi della scienza e delle arti.
Bisogna che i discendenti di quei ragazzoni di Castelmagno apprendano che leggere fa bene alla salute quanto ballare. La biblioteca entrerà presto nel sistema bibliotecario cittadino. I libri, soleva ripetere Formiggini, sono come le sementi in una piramide egizia. Possono fruttificare millenni dopo. La furia della guerra ha distrutto quella prestigiosa biblioteca, l’amore per la propria terra che mio fratello ha dimostrato nella sua breve vita contribuirà a farli circolare di nuovo.
La civiltà di Argon, immortalata nel racconto di Primo Levi, ha ammiratori in tutto il mondo. Troverò facilmente chi vorrà darmi una mano (per info scrivere a: alberto.cavaglion@unifi.it).


Alberto Cavaglion

(nell'illustrazione La Biblioteca di Barbamadiu, disegno di Emanuele e Giovanni Cavaglion)


Periscopio - Riconoscimenti
E così, si allunga continuamente, di giorno in giorno, di ora in ora, l’elenco di Stati, organizzazioni, parlamentari, intellettuali, di ogni colore e nazionalità, che a gran voce chiedono, reclamano, pretendono il riconoscimento della Palestina come Stato. Solo alcuni ostinati retrogradi, imperialisti e reazionari, osano opporsi all’impetuoso vento della storia, il vento pro-Palestina, ma sono inevitabilmente destinati a essere sconfitti, perché il vento non si può fermare, così come non si può fermare il corso della storia. Mi ricordo che, quand’ero ragazzo, una delle frasi più ricorrenti era che “La storia va a sinistra”.

Francesco Lucrezi, storico
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Humans of Israel - Nissim, Remy
"Partite come queste richiedono una preparazione particolare: la tensione di questa sfida si vive coi battiti a mille e il cuore in gola. Ma il Maccabi mi tranquillizza sempre, non credo ci saranno problemi stasera”.
"Il derby è quella partita che vale una stagione. Non importa quanti punti si contino in classifica, quanti campioni ci siano in campo o quanto bella sarà la partita. Un derby è un derby, a prescindere da pronostici e statistiche. Quest'anno è dell'Hapoel, i diavoli rossi, ne sono sicuro, vinciamo noi!"
P.S. (Maccabi batte Hapoel 4-0)

Jonathan Misrachi




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