18 dicembre 2014 - 26 Kislev 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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PM of Israel
@IsraeliPM (17 Dic) We will continue to fight Hamas with strength and determination so that it never achieves this goal.
Mayim Bialik
@missmayim (17 Dic)
happy chanukah east coast. especially to my The Maccabeats friends who changed the face of chanukah (and judaism)...
David Cameron @David_Cameron (16 Dic) Wishing a peaceful and happy Chanukah to everyone in Britain - and around the world - celebrating the Festival of Lights.
Harry Styles.
@Harry_Styles (16 Dic)
Polishing my dreidel and searching for oil. Chanukah sameach everybody. H
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#PE24BreakingNews |
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Lo strappo: fuori Hamas
dalle organizzazioni terroristiche
Lo strappo.
I difficili equilibri del Medio Oriente si complicano sempre di più,
dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione
che sostiene il riconoscimento dello Stato della Palestina, “purché –
ricorda Luigi Offeddu sul Corriere della Sera – la proposta sia legata
allo sviluppo dei colloqui di pace”. E, proprio nella giornata di ieri,
la Corte europea ha rimosso Hamas dalla lista europea delle
organizzazioni terroristiche, per “ragioni procedurali”. Due decisioni
che hanno scaldato gli animi del premier israeliano Benjamin Netanyahu
(“Questo è l'esempio dell’ipocrisia dell’Europa”, ha dichiarato), ma
non solo.
Lo strappo/2. Sul
Giornale, il commento di Fiamma Nirenstein riguardo la rimozione di
Hamas dalla lista nera: “La Corte insiste che la sua è una scelta solo
procedurale: Hamas ha impugnato la decisione sulla scorta di un’azione
simile delle Tigri Tamil dello Sri Lanka, e la Corte, come per loro, ha
stabilito che le accuse non sono sostenute da prove processuali, ma
solo da notizie politiche e di stampa. La Corte spiega, in modo un po’
ridicolo perché purtroppo tutti abbiamo visto il sangue versato da
Hamas, che se nei prossimi tre mesi le prove verranno presentate, essa
verrà reinserita nella lista. Ma per ora Hamas festeggia”. Nella
rubrica Andrea’s Version del Foglio, il commento amaro: “E così, un
gruppo come Hamas, che ha nel suo statuto la distruzione di Israele,
che educa i ragazzini a diventare martiri, mette le cinture di dinamite
alle sue donne per farle esplodere nei bar o sugli autobus di Tel Aviv,
spara razzi sugli asili nido, accoppa i ragazzi che fanno l’autostop e
trucida con il colpo alla nuca perfino i soci di al Fatah, perché non
vuole impicci (poi si potrebbe andare avanti ancora per un’ora), non
sarebbe un’organizzazione terroristica”.
Lo strappo/3.
Benjamin Netanyahu è sempre più preoccupato e perplesso. A tracciarne
la sagoma, Davide Frattini sul Corriere della Sera che scrive: “Come le
candele della festa di Hannukah accese in queste sere una dopo l’altra,
Benjamin Netanyahu deve affrontare le scintille diplomatiche che si
stanno infuocando attorno al suo governo”.
Il pianto del Pakistan.
Dopo il massacro perpetrato dai talebani in una scuola di Peshawar, il
paese è vestito a lutto con 150 funerali di cui 130 sono di bambini. Il
Corriere della Sera riporta le parole del premier Nawaz Sharif che ha
annunciato il ripristino della pena di morte: “Faremo guerra ai
talebani sino a quando non saranno eliminati tutti. Non ci saranno più
distinzioni tra talebani buoni e cattivi”.
Benigni superstar.
Le due puntate in tv dell’attore Roberto Benigni dedicate ai Dieci
Comandamenti hanno fatto il boom di ascolti: tantissima l’attenzione
sui social network nei quali le citazioni del Talmud sono oramai
diventate virali, numerosi i commenti dal mondo ecclesiastico (papa
Bergoglio ha fatto la tanto attesa telefonata) e non solo. Il portale
dell’ebraismo italiano Moked.it ha raccolto in questi giorni le
reazioni del rabbinato italiano, reazioni riportate oggi da Silvia
Fumarola de la Repubblica: “Applaude la comunità ebraica italiana e il
rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, twitta:#Diecicomandamenti,
ormai le cose serie si ascoltano solo dai comici. «Sono rimasto
piacevolmente stupito dalla quantità di messaggi midrashici che sono
passati e dal modo in cui è stato presentato il Talmud. Si vede»
aggiunge in un intervento rilanciato da Moked, portale d’informazione
ebraico «che Benigni si è preparato a fondo, attingendo in modo
significativo da libri e testi ebraici»”. Le parole del rav Di Segni e
di rav Adolfo Locci sono state inoltre riprese da Avvenire e la
Gazzetta del Mezzogiorno. Su la Stampa, la scrittrice Elena Loewenthal
fa invece un appunto: “Nelle due ore dedicate al secondo emistichio
delle Tavole, da «onora il padre e la madre» in poi, Benigni non ha mai
nominato la parola «ebraico». In questa lingua è stata scritta la
Bibbia. A questo universo culturale appartiene la stragrande
maggioranza delle cose che Benigni ha raccontato. Ha, è vero, citato il
Talmud a proposito della donna. Giusto, bello. Ma quanti telespettatori
sanno che il Talmud è la Torah orale, il corpus della tradizione
ebraica, quel «mare» su cui naviga la parola d’Israele? Lui non l’ha
detto”.
Adios isolamento.
Svolta storica quella dei negoziati tra Stati Uniti e Cuba che ha
portato la liberazione di Alan Gross, un americano arrestato cinque
anni fa e condannato a quindici anni di carcere. “Abbiamo provato per
oltre mezzo secolo usando l’arma dell’isolamento – ha dichiarato il
presidente USA Barack Obama – e non ha funzionato: con Cuba ci vuole un
approccio diverso”.
Adios isolamento/2.
Ma chi è Alan Gross? Sul Corriere della Sera ttracciato il profilo
dell’operatore delle telecomunicazioni accusato di spionaggio: “ha
lavorato in 50 Paesi con difficile accesso a Internet. Contractor
dell’agenzia americana per lo sviluppo internazionale (Usaid). La sua
ultima missione: aiutare la comunità ebraica cubana a collegarsi a
Internet. Gross ha distribuito laptop clandestinamente. Arrestato il 3
dicembre 2009 con l’accusa di aver messo in piedi una rete illegale per
conto dei servizi segreti Usa”.
Storie di pietra.
Sull’Osservatore Romano, la storica Anna Foa affonta il tema delle
pietre di inciampo richiamando il percorso tratteggiato dall’architetto
Adachiara Zevi nel suo libro “Monumenti per difetto” (ed. Donzelli):
“Un percorso che non mira solo a sottolineare, in questo campo, le
caratteristiche di una rottura artistica, del passaggio dalla
monumentalità alla modernità, ma inserisce intimamente questa rottura
nel processo di costruzione della memoria”.
Il fascino della divisa?
Da domani al Maxxi di Roma la mostra “Architettura in uniforme”, un
viaggio artistico che racconta le costruzioni nate durante la Seconda
guerra mondiale. L’espozione, curata Jean Louis Cohen, viene definita
da Edoardo Sassi del Corriere della Sera Roma: “Bella, interessante e
persino struggente”.
Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked
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