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5 Gennaio 2015 - 14 Tevet 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Jonathan Sacks,
rabbino
La vita è troppo breve per portare rancore o cercare vendetta. Il perdono ha effetti positivi sia per chi è perdonato sia per chi perdona.
 
Anna
Foa,
storica
Cresce il numero delle pietre d'inciampo nelle città italiane, questa straordinario monumento diffuso creato dall'architetto tedesco Gunter Demnig e per l'Italia diretto da un comitato coordinato da Adachiara Zevi. L'attenzione dei passanti vi si arresta, sarebbe proprio il caso di dire vi inciampa. Ho visto persone che non sapevano cosa fossero fermarsi, leggerle con attenzione silenziosa, meditare attente. Fra quelle di questa edizione del 2015, che a Roma si terrà dopodomani 7 gennaio, quelle per gli undici membri della famiglia Sabatello, vittime della razzia del 16 ottobre a via Portico d'Ottavia 9. Da quella casa furono in tutte deportate quel giorno 35 persone.
Ma vorrei anche ricordare, dal momento che le pietre d'inciampo non commemorano solo gli ebrei ma tutti i deportati, anche quella che sarà apposta dopodomani davanti alla casa di via Buonarroti 29 in memoria di Paolo Petrucci, un giovane professore di lettere,  partigiano, assassinato alle Fosse Ardeatine. A commissionarla Vera Michelin Salomon che fu arrestata insieme con Petrucci ed altri antifascisti nella stessa casa (erano chiamati i ragazzi di via Buonarroti) e poi deportata in Germania, già presidente della sezione romana dell'ANED.  Altri pezzi di una memoria che, anche grazie alle pietre d'inciampo, sta tornando ad essere memoria comune di ebrei e non ebrei.
 
ROMA - Domani al Teatro Argentina, alle 20.30, lo spettacolo "I love Libya" di David Gerbi. L'occasione è la Giornata Mondiale dei Rifugiati Ebrei dai Paesi Arabi. L'incasso dello spettacolo sarà devoluto alle famiglie in difficoltà assistite dalla Deputazione Ebraica di Assistenza e Servizio Sociale di Roma
 
Il protagonista di Exodus: "Mosè un terrorista"
“Mosè era un vero combattente per la libertà, ma allo stesso tempo era un terrorista che diceva di non essere responsabile delle sue azioni, che erano la volontà di Dio. Ma se c’era una persona responsabile sulla terra questi era lui”. Lo afferma Christian Bale, Mosè nell’ultimo film di Ridley Scott, Exodus, nelle sale italiane dal 15 gennaio (Il Mattino). Al giornalista che gli chiede lumi sul termine “terrorista” Bale risponde con sconcertante superficialità: “Mosè non è un uomo capace di controllarsi, è un uomo agli estremi e mercuriale, è violento ma è anche un pacifista, è una contraddizione continua”.

Non desiste dal suo intento e anzi rilancia il presidente palestinese Abu Mazen, attivatosi in questi giorni per “portare Netanyahu alla Corte dell’Aia”. Una decisione che ha immediatamente spinto il governo di Gerusalemme a bloccare l’erogazione di alcuni fondi (e lo stesso potrebbero fare, presto, anche gli Stati Uniti). Maurizio Molinari, sulla Stampa, prende in mano la questione e analizza i possibili scenari futuri.

A Roma sesta edizione di Memorie d’inciampo, manifestazione curata da Adachiara Zevi con il patronato del presidente della Repubblica e il patrocinio della presidenza del Consiglio, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Roma. Le stolpersteine, ricorda il Messaggero, verranno apposte a partire da mercoledì mattina con la partecipazione dell’artista Gunter Demnig.
 
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  davar
NEVE FITTA ATTESA ANCHE A GERUSALEMME
Israele, una bianca emozione

Da una parte l'attesa per le suggestioni che soltanto i bianchi fiocchi sanno regalare. Dall'altra la preoccupazione per gli eventuali disagi che potrebbero derivarne in termini di viabilità, servizi, integrità delle persone. È il duplice sentimento con cui gli israeliani attendono le grandi nevicate previste per le prossime ore, anche a bassa quota.
Negli occhi di molti il ricordo ancora fresco della Città Vecchia di Gerusalemme imbiancata in ogni dove (dicembre 2013) ma anche le situazioni di emergenza verificatesi in quelle ore, emozionanti ma anche terribilmente complesse.

Così, rispetto al passato, sono state intensificate le misure di sicurezza per contrastare rovesci particolarmente intensi (i meteorologi danno neve fitta sia a Gerusalemme che a Safed, mentre in alcune località si raggiungerà il metro di neve) ed eventuali complicazioni last minute.
Tutti sono stati allertati, cittadini e turisti, tanto che persino l'ambasciata statunitense ha diramato una comunicazione in cui sono illustrati i rischi logistici cui vanno incontro i turisti americani in questi giorni.
Massima attenzione, massima cautela. L'invito a restare il più possibile in luoghi chiusi. Ma quanti, dopo i primi fiocchi, sapranno resistere alla magia delle neve?

(Nell'immagine la Città Vecchia di Gerusalemme nel dicembre 2013)
melamed
Quando leggere fa male
Nonostante l’editoria stia attraversando un periodo di crisi profonda, che non risparmia nessun settore, è noto che le pubblicazioni per bambini hanno patito meno la situazione. La sensazione diffusa fra librai ed editori è che comunque, anche in un momento difficile, agli adulti è ben chiaro che per bambini e ragazzi leggere è importante, bello, giusto. Non c’è bambino che non sia attratto da una pagina ben illustrata, dove testo e colori portano allegria e fanno venir voglia di scoprire come finisce la storia, sopratutto in luoghi dove la vita quotidiana non è sicura e serena come quella in cui ognuno meriterebbe di crescere.
Esiste però un giornale libanese per bambini, che si chiama Mahdi, che non racconta di avventure e duelli, o di re e regine, principesse e cavalieri. Non parla neppure di fate e creature magiche, ma racconta le storie dei militanti di Hezbollah. Insegna a combattere Israele, e gli eroi nelle sue pagine sono persone che hanno fatto attentati e causato la morte di molti. A riprova che leggere è bello, leggere è importante e può essere molto divertente, o commovente, e non si vorrebbe mai smettere, ma non tutti hanno la fortuna di avere a disposizione gli strumenti giusti.
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inFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
Le buone notizie da raccontare
Il 2014 è stato per l’Italia un anno complicato, tra crisi economica, scandali, e crescita dei cittadini in difficoltà. E così, per cominciare il 2015 con un sapore diverso, il Corriere della Sera ha deciso di preparare un’edizione speciale, fatta solo di buone notizie, dedicata alle storie di chi non si arrende e continua a lottare, magari contribuendo a rendere il paese migliore. Fra loro, anche la cucina sociale realizzata a Milano dal movimento chassidico Chabad-Lubavitch, che a partire dalla mensa della propria scuola ha messo in piedi un’organizzazione capace di servire mille pasti alla settimana, nel massimo rispetto della privacy e della dignità di tutti. Ai lettori dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche sono raccontati alcuni particolari del progetto, compresa la stretta collaborazione con il servizio di assistenza del Comune, della Comunità ebraica e di altre organizzazione benefiche, e l’obiettivo di ricevere al più presto una certificazione halal per venire incontro anche ai bisogni della comunità musulmana. Ed è proprio “cucina” la parola della settimana, un termine davvero fondamentale nella vita di tutti gli italiani.

Rossella Tercatin
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PAGINE EBRAICHE GENNAIO 2015
Rewalk, passi da riconquistare
Artie Abrams è uno dei protagonisti della serie tv di culto Glee: ambientato in una high school americana, il telefilm racconta le vicende del coro della scuola. Un gruppo di adolescenti tutt’altro che popolari: Mercedes è in sovrappeso, Puck aggressivo, Rachel odiosa, Brittany con qualche rotella fuori posto. Artie fa parte del club ed è costretto a personalizzare ogni coreografia perché, a differenza degli altri, si trova sulla sedia a rotelle. Fino a una puntata speciale che per quaranta minuti lo fa sognare: in “A very Glee Christmas” arriva per lui Rewalk, un esoscheletro basato sui sensori di movimento. Sensori che, percependo gli impulsi degli arti superiori, permettono ai paraplegici di camminare. Un miracolo di Natale. O forse è meglio dire di Chanukkah. Sì, perché, Rewalk è un innovativo progetto made in Israel.

(Nell’immagine la giovane Manuela Migliaccio, che due anni fa è stata la prima persona a partecipare a una corsa di 5 chilometri utilizzando Rewalk).
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pilpul
 Oltremare - Pioggia
Non importa quanti decenni ancora vivrò in Israele, quante estati e quanti inverni, quanti governi vedrò cadere e quanti accordi di Pace non firmare: il tempo, inteso come quello metereologico, non smetterà di essere fonte di stupore quasi infantile. In questi ultimi giorni di rovesci violenti e improvvisi mi è capitato più volte di essere sorpresa dalla pioggia semplicemente per non averci creduto, che quelle nuvolette sottili e quella pioggerellina quasi londinese potessero trasformarsi in dieci secondi in una secchiata d'acqua che passa attraverso qualunque ombrello, cappello o giaccone impermeabile.
Siccome la pioggia qui è una benedizione, ovviamente ha qualcosa di magico.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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