14 gennaio 2015 - 23 Tevet 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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Reuven Rivlin @PresidentRuvi (13 Gen)
Today we laid to rest Yohan, Yoav, Philippe & Francois. The earth won't cover the blood, nothing will cure the pain.
PM of Israel @IsraeliPM (13 Gen)
Prime Minister Netanyahu attends the funeral of the victims of the terrorist attack on the Kosher Market in Paris.
Manuel Valls @manuelvalls (13 Gen)
En trois jours, 17 vies ont été emportées par la barbarie. #hommage
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
Le notizie vengono pubblicate anche su twitter, @paginebraiche, con l'hashtag #PE24BreakingNews.
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Il ritorno di Charlie
Si
commuove il vignettista Luz mentre illustra alla stampa la nuova
copertina di Charlie Hebdo. Il giornale satirico, infatti, torna oggi
in edicola dopo l’agghiacciante attacco terroristico avvenuto
esattamente una settimana fa. Ad aprire il numero la raffigurazione del
profeta Maometto in lacrime sopra il quale troneggia la scritta “Tutto
è perdonato”. Il giornale uscirà anche in due versioni estere: in
italiano con il Fatto Quotidiano e in turco con Cumhuriyet Gazatesi.
Dal mondo arabo radicale (Egitto e Gran Bretagna) arrivano però già i
primi anatemi. A scriverne, tra gli altri, Elisabetta Rosaspina sul
Corriere della Sera.
L’ultimo saluto. Celebrati
ieri a Parigi i funerali dei tre agenti uccisi durante i giorni di
terrore (Ahmed Merabet, Clarisse Jean-Philippe e Franck Brinsolaro) e a
Gerusalemme delle vittime dell’attacco al supermercato Hypercasher
(Michel Saada, Yohan Cohen, Yoav Hattab, Philippe Braham). Dalla
Francia si leva il grido “Je suis Ahmed”, da Israele le parole del
ministro dell’Ambiente francese Ségolène Royal che ha dichiarato: “Nel
nostro paese non ci sarà più posto per l’antisemitismo”. (la Repubblica)
Le radici dell’estremismo.
Sul Corriere della Sera, Vittorio Messori torna sui temi sollevati ieri
da rav Giuseppe Laras, che dichiarava: “Siamo in guerra eppure non
vogliamo prenderne coscienza”. Riguardo l’Islam estremista, Messori
offre una testimonianza inquietante: “Un amico francese, religioso
cattolico a Gerusalemme e noto biblista, mi raccontava di recente che,
nel loro convento, serviva da sempre, come factotum, un ormai anziano
musulmano. Onesto, gran lavoratore, di tutta fiducia, faceva ormai
parte della famiglia e tutti quei religiosi gli volevano bene,
sinceramente ricambiati. Un venerdì, l’uomo tornò dalla moschea con
un’aria accasciata. II superiore della casa, insistendo, riuscì a farlo
parlare. Disse: «Oggi l’imam che dirige la preghiera ci ha detto, nella
predica, che nel giorno del trionfo di Allah e del suo Profeta, nel
giorno che presto verrà e in cui libereremo questa Santa Città da ebrei
e cristiani, tutti gli infedeli che non faranno subito professione di
fede dovranno essere uccisi. Così vuole il Corano cui noi tutti
dobbiamo obbedire». Una pausa, e poi: «Ma non tema, padre, sa che io vi
voglio bene, so come fare, se dovrò sopprimervi troverò il modo di non
farvi soffrire»”.
Via. Il Foglio
torna sulla questione più spinosa: c’è ancora posto per gli ebrei in
Francia? Si parte dall’assunto: “Che la patria dei Lumi stia diventando
una delle patrie dell’antisemitismo, è un fatto”. Sempre sul Foglio
Giulio Meotti torna sull’identità delle vittime ebree del terrorismo
parigino con una notazione: l’unica donna uccisa nella redazione di
Charlie Hebdo è Elsa Cayat, “assassinata proprio perché ebrea”.
Ora capite la paura.
Su la Repubblica l’intervento dello scrittore israeliano David
Grossman, che spiega come l’Europa cambia dopo i fatti di Parigi: “Sto
parlando delle deformazioni che un’esistenza sotto la minaccia del
terrorismo produce nell’individuo e nella società: la necessità di
essere costantemente allerta, di mostrarsi sospettosi, di scrutare ogni
fotogramma di una tranquilla routine come se avesse un doppio fondo”.
Sorveglianza in Italia. Sarebbero
20 gli jihadisti indagati a Roma, che via internet inneggiano al
terrorismo e dialogano tra loro. “La rete italiana – scrive Fiorenza
Sarzanini sul Corriere della Sera – sarebbe composta da giovani tra i
20 e i 30 anni, immigrati, ma soprattutto stranieri di seconda
generazione”. Sul Messaggero a spiegare le nuove strategie per
garantire la sicurezza il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Il bambino dell’Isis.
Tanti i giornali (tra cui il Corriere della Sera) che riportano
l’ultimo video choc dell’Isis: ad uccidere dei prigionieri questa volta
è stato un bambino di non più di dieci anni.
Dialogare.
L’edizione fiorentina della Repubblica racconta l’incontro allestito da
Unicoop che ha visto il confronto tra il rabbino capo di Firenze Joseph
Levi, l’imam Izzedir Elzir e monsignor Andrea Bellandi. In questa
circostanza Elzir ha dichiarato: “Gli attentati di Parigi sono prima di
tutto atti contro i musulmani e l’Islam, la violenza uccide la fede”.
E, riguardo al sospetto creato dai terroristi nei confronti dei
musulmani, aggiunge: “Quello che hanno passato gli ebrei 70 anni fa, lo
sta passando ora la comunità islamica”.
Paura?
Sull’edizione bolognese del Resto del Carlino l’intervista al rabbino
capo della città Alberto Sermoneta sui fatti di Parigi: “Oltre che per
l’incolumità della mia comunità mi preoccupa anche la non conoscenza
della storia, la mancanza di cultura da parte di tanti”.
Il genocidio armeno.
Gian Antonio Stella del Corriere della Sera pubblica un ampio
intervento sulla mostra aperta alla Biblioteca Marciana di Venezia per
celebrare la figura di Armin Wegner: un Giusto per gli ebrei e per gli
armeni.
Memoria. Sul
Corriere del Mezzogiorno presentate le iniziative per la Giornata della
Memoria, ma non solo: ci saranno incontri con intellettuali, docenti e
artisti per affrontare il tema della Shoah. Ampio carnet di eventi
anche a nord, illustra il Corriere del Veneto, con un monito: massima
sorveglianza durante gli incontri per contrastare il pericolo
terrorismo. Sul Corriere della Sera Milano annunciata la proiezione
domani all’Umanitaria del documentario “I figli della Shoah”, regia di
Beppe Tufarolo, soggetto di Cesare Israel Moscati.
Memoria/2. Su
Libero la notizia di una grande assenza: il 27 gennaio il premier russo
Vladimir Putin non presenzierà ad Auschwitz per la celebrazione dei 70
anni dalla liberazione.
Roth scatenato.
Panorama offre qualche indiscrezione riguardo il libro di Claudia Roth
dedicato allo scrittore più chiacchierato dell’ultimo decennio: Philip
Roth. (“Roth scatenato”, ed. Einaudi, in uscita il 20 gennaio).
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
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