4 febbraio 2015 - 15 Shevat 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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mario calabresi @mariocalabresi
3 febbraio
#Mattarella parla di terrorismo e ricorda il bimbo ebreo ucciso alla
Sinagoga di Roma nel 1982, Stefano Tachè, "un bambino italiano
Emanuele Fiano @emanuelefiano
3 febbraio
Arso vivo dall'Isis il pilota giordano Accoltellamento a Nizza a
militari a guardia di 1 edificio ebraico. Duro mantenere viva la
speranza.
Oscar Giannino @OGiannino
3 febbraio
Stefano Taché, piccolo ebreo italiano ucciso a Roma: quel che mi è
piaciuto + di #M, in un paese che ebrei e Israele fatica anche a citarli
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Mattarella ricorda Stefano Taché
"Un bambino italiano"
“Il
nostro Paese ha pagato più volte il prezzo dell'intolleranza. Voglio
ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco
terroristico alla Sinagoga di Roma nell'ottobre del 1982. Aveva solo
due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano”. Il ricordo del
piccolo Stefano è stato uno dei passaggi chiave del discorso di
insediamento del nuovo presidente della Repubblica Sergio Matarella. Un
richiamo che ha commosso l'ebraismo italiano, in primo luogo la
famiglia. “Adesso il nostro dolore è di tutti”, ha dichiarato il
fratello Gadiel, sopravvissuto all'attentato dell'82 (La Stampa), che
ha sottolineato in diverse interviste (Repubblica e Messaggero) come le
parole del presidente Mattarella abbiano ricordato al “Paese che il mio
piccolo Stefano era figlio di tutta Italia e non solo della Comunità
ebraica”. E in un colloquio al Quirinale con il capo dello Stato, il
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
– presente alla cerimonia di insediamento – ha voluto esprimere
personalmente la gratitudine degli ebrei italiani al presidente
Mattarella per aver ricordato Stefano e per le parole contro l''odio e
il terrorismo pronunciate durante la visita alle Fosse Ardeatine
(Avvenire). Commosso anche il presidente della Comunità ebraica di Roma
Riccardo Pacifici, che auspica la conclusione dell'iter burocratico per
far rientrare il nome di Stefano Gaj Taché nella lista del vittime del
terrorismo (Avvenire).
L'attentato alla sinagoga, ferita italiana. Sono
passati oltre trent'anni dall'attentato compiuto da terroristi
palestinesi al Tempio Maggiore di Roma, e le parole del presidente
Mattarella segnano, nella riflessione di diversi commentatori italiani,
un passaggio importante per la memoria di questo paese. Sul Corriere
della Sera, Pierluigi Battista ricorda come allora – in un clima di
tensione contro Israele e di minaccia contro la comunità ebraica – “le
autorità italiane lasciarono soli gli ebrei”. “Oggi quella ferita non
può venir sanata, ma nelle parole di Mattarella – continua Battista -
riecheggia la volontà di non lasciar mai più soli gli ebrei italiani.
Era ora”. “Israele siamo noi”, è invece la riflessione del
direttore del Foglio Claudio Cerasa che sottolinea come le parole di
Mattarella siano un invito a una lotta comune contro il terrorismo.
“Perché se quel bambino ebreo morto siamo noi, - spiega Cerasa - è il
ragionamento successivo, noi non solo siamo fortemente atlantisti ma
siamo un po' come Israele, dobbiamo imparare a vivere sapendo che il
terrore esiste, che non è un cartone animato, e che il terrore bisogna
prevenirlo e anche affrontarlo”.
Nizza, l'attacco al Centro ebraico.
Ieri a Nizza sono stati feriti due soldati all'ingresso del palazzo che
ospita il concistoro ebraico francese e Radio Chalom. Un uomo armato di
coltello - Moussa Coulibaly, omonimo dell'attentatore di Parigi – ha
aggredito i militari di guardia all'edificio, riuscendo a ferirne due e
vendo poi immobilizzato. Secondo il presidente del concistoro ebraico
di Francia, Joël Mergui, “è evidente che gli ultimi attentati non sono
serviti di lezione e ancora meno di avvertimento agli estremisti, che
continuano a prendersela con la comunità ebraica” (Corriere della Sera).
A libro paga dell'Olp.
Si è dimesso William Shabas, presidente della Commissione Onu che
indaga sulle presunte violazioni di Israele nel corso dell'ultimo
conflitto a Gaza. Le dimissioni sono da ricondurre alla scoperta,
grazie a un'inchiesta del Jerusalem Post, che lo stesso Shabas era
stato in passato consulente dell'autorità palestinese. «Nominare
Schabas a capo dell'inchiesta Onu è stato come chiedere a Caino di
scoprire chi ha ucciso Abele”, ha dichiarato il primo ministro di
Israele Benjamin Netanyahu (Repubblica e Libero).
Argentina, arrestare il presidente. Il
procuratore Alberto Nisman – trovato morto nel suo appartamento poche
settimane fa in circostanze ancora da chiarire – aveva redatto una
bozza preliminare per chiedere l'arresto per la presidente Cristina
Kirchner. “Il pm – scrive la Stampa - temeva che gli indagati
«esercitassero il loro potere per inquinare le prove» del patto segreto
con l'Iran, che era convinto avessero stipulato, offrendo di scagionare
quei cinque funzionari di Teheran che l'Argentina ritiene responsabili
dell'attentato all'associazione ebraica Amia di Buenos Aires (1994, 85
morti), per avere in cambio forti vantaggi commerciali”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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