8 febbraio 2015 - 19 Shevat 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli e Francesca Matalon.
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Haïm Korsia
@HaimKorsia (6 Feb)
Chabat Chalom, entourés de celles et ceux qui vous sont chers. HK
Maurizio Molinari
@Maumol (7 Feb)
#Isis, ecco come il #Califfo usa gli ostaggi: mezzi di propaganda, scudi umani, armi contro la coalizione
Haaretz.com
@haaretz (7 Feb)
Herzog: Israeli security requires strong strategic ties with U.S.
Haaretz.com
@haaretz (7 Feb)
Sky News apologizes for showing Gaza images during chief rabbi interview on Holocaust
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Un attacco di terra
per fermare l'Isis
Secondo
indiscrezioni della Cnn, il Pentagono sarebbe impegnato a studiare
l’attacco di terra a Mosul per contrastare l’avanzata dell’Isis e
sostenere l’esercito iracheno. A riportare oggi la notizia è, tra gli
altri, La Stampa. “La strategia della Casa Bianca per l’Iraq – si legge
– punta sull’addestramento dell’esercito locale che in primavera
dovrebbe lanciare la controffensiva per scacciare l’Isis dal nord del
paese”. Il programma prevede inoltre un numero limitato di forze
americane, non numerose come all’epoca dell’invasione nel 2003, “perché
questo contraddirebbe l’intera linea di Obama e trascinerebbe di nuovo
gli Usa in guerra”.
Fiato sospeso per Kayla. Tra
gli ostaggi dell’Isis era rimasta incerta la sorte dell’americana Kayla
Mueller, una speranza che però si spegne sempre più dopo il comunicato
rilasciato dallo stesso Stato Islamico che conferma la sua morte sotto
i bombardamenti della Giordania. Mueller era partita nel 2013 come
volontaria dopo altre spedizioni. Il Corriere della Sera riporta le
dichiarazioni dei genitori: “Ci avevate detto che trattavate Kayla come
un’ospite, la sua incolumità è sotto la vostra responsabilità”.
La lavagna della vergogna.
Entrando in classe nel liceo musicale Margherita di Savoia di Napoli,
una professoressa di religione ebraica, Angela Yael Amato, ha trovato
disegnata una svastica sulla lavagna dell’aula. Accanto al simbolo è
stato disegnato anche un violino, lo strumento suonato dalla docente.
Ancora ignoti i responsabili. L’episodio ha suscitato lo sdegno e la
condanna di Mario Coppeto, presidente della Municipalità Vomero
Arenella: “Solidarietà all’insegnante e alla Comunità ebraica per un
atto grave e inquietante” (Repubblica Napoli).
Charlie vive. Su
Repubblica l’intervento di Gérard Biard, direttore di Charlie Hebdo:
“Non siamo mai stati appassionati di commemorazioni o di cerimonie.
Spero di prendermi una bella sbronza”. Biard inoltre afferma: “Vogliamo
tornare a fare quello che facevamo prima. Non vogliamo cambiare,
sarebbe come dare ragione ai terroristi”.
Sempre su Repubblica ampia intervista al direttore del New Yorker David
Remnick. “Non pubblico articoli che in venti secondi cerchino di
spiegare un fatto accaduto nei venti secondi precedenti” spiega
Remnick, che riflette anche sui limiti della censura e sui fatti di
Parigi.
Heidegger e gli ebrei.
Su la Lettura del Corriere della Sera, Donatella Di Cesare presenta le
nuove rivelazioni legate ai successivi Quaderni neri del filosofo
Martin Heidegger, che verranno pubblicati in Germania e si
concentreranno sul periodo che va dal 1942 al 1948. Per Heidegger gli
ebrei si sarebbero “auto-annientati”.
Il successo di Katja.
Sul domenicale del Sole 24 Ore si parla del successo di ‘Forse Esther’,
il libro di Katja Petrowskaja edito da Adelphi che viene accostato alle
opere di Sebald: “L’autrice – si legge – sembra riallacciarsi a lui
mettendo al centro del suo libro non tanto la storia, intesa come
insieme di eventi oggettivamente documentabili, ma la memoria, ovvero
il tormentato lavoro di scavo nel passato, spesso sulla base di labili
tracce, che non portano a una ricostruzione certa, ma solo a fantasie
di avvicinamento”.
Il 16 ottobre raccontato ai bambini.
“Sono Costanza e in casa tua ci abitavo”. Inizia così il libro “Portico
d’Ottavia” (ed. Laterza) di Anna Foa, con illustrazioni di Matteo
Berton, che ricostruisce la razzia del 16 ottobre 1943 in una versione
dedicata ai bambini dai sei anni in su. La Gazzetta del Mezzogiorno lo
presenta: “Dietro gli oggetti familiari di tutti i giorni, come la
nostra casa, ci sono una, dieci, cento storie del passato. Così in un
vecchio palazzo del ghetto di Roma, c’è stato un giorno terribile tra
le mura nell’ottobre del 1943. Cos’è successo? Chi viveva qui? È la
tremenda memoria che emerge nel libro di Anna Foa”.
La strategia del Califfo.
Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo analizza i piani dell’Isis a partire
dal libro di Maurizio Molinari “Il Califfato del terrore” (ed. Rizzoli)
definendolo “una guida importante e carica d’informazioni”.
La vita nel Ghetto.
Verrà presentato oggi alle 17.30 al Museo ebraico di Roma il volume
“Gli abitanti del Ghetto di Roma” a cura di Angela Greppi (ed. Viella).
Ad introdurlo il giornalista Paolo Mieli (Corriere della Sera Roma).
Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked
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