
Elia Richetti,
rabbino
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Nella
Parashà di questa settimana, Tetzaveh, il nome di Moshè non compare
mai. I nostri Maestri spiegano che ciò è una specie di punizione ai
suoi danni per aver chiesto di essere cancellato dalla Torah se D.o
avesse distrutto Israele: non è lecito maledire o annullare se stessi,
perché ognuno di noi è voluto e creato da Ha-Qadòsh Barùkh Hu’. Per
questo, Moshè è stato ‘cancellato’ almeno in un brano.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Con
la sua nomina del giudice Yossi Shapira a Controllore di Stato – una
specie di Corte dei Conti composta da una sola persona ma molto più
mordace – Benjamin Netanyahu era convinto di avere piazzato
sull’elevato seggio un altro yes-man al posto del polemico e attivista
predecessore Micha Lindenstrauss.
E invece proprio sotto elezioni, Shapira ha tirato fuori uno dopo
l’altro due nuovi rapporti, uno sulla conduzione oscenamente sprecona
dell’economia domestica nella residenza del primo ministro, e un
secondo ieri sulle politiche dell’edilizia degli ultimi tre governi,
uno di Olmert e due dello stesso Netanyahu. Sulle spese pazze e
stravaganti della moglie Sara e l’addebitamento al bilancio dello stato
dei restauri delle proprie abitazioni private, Netanyahu sta cercando
di incolpare nientedimeno che il proprio maggiordomo.
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Processo Stormfront,
39 rinvii a giudizio
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Richiesta
di rinvio a giudizio per 39 persone coinvolte nell’inchiesta sul sito
antisemita e neonazista Stormfront sul quale da diversi anni indaga la
procura di Roma. Come spiega Repubblica, gli indagati sono accusati — a
seconda delle posizioni — “di reati che vanno dalla diffusione di idee
fondate sull’odio razziale ed etnico alla diffamazione e alle minacce”.
Quella conclusa dal pubblico ministero Luca Tescaroli costituisce
un’ulteriore parte dell’indagine che nel novembre 2012 portò
all’arresto di quattro persone e alla condanna di Daniele Scarpino
(ritenuto l’ideologo del gruppo) a due anni e mezzo di reclusione, di
Diego Masi (uno dei moderatori del sito), Luca Ciampaglia e Mirko Viola
a due anni e due mesi.
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il report del controllore di stato
Israele, caro-casa amaro
La
famosa protesta delle tende del 2011 in Israele sembra ormai lontana.
Allora migliaia di persone scesero in piazza per chiedere al governo di
intervenire sul carovita. Tra le questioni più pressanti, il costo
delle case e degli affitti. Ci furono promesse da parte del governo
allora in carica, guidato da Benjamin Netanyahu, fu istituita una
commissione ma grandi soluzioni non furono adottate. A testimoniarlo,
l'indagine pubblicata ieri dall'ufficio del Mevaker HaMedina Yosef
Shapira (nell'immagine), il Controllore di Stato (le cui funzioni sono
assimilabili alla Corte dei conti italiana). Dal report, che fa
riferimento al periodo che va dal 2008 al dicembre del 2013, emerge un
giudizio severo rispetto alle inadempienze dei governi che si sono
succeduti (Ehud Olmert fino al 2009, poi due volte Netanyahu). Si parla
di “assenza di una politica abitativa da parte del governo”, di
mancanza di progettualità e inadeguatezza nell'affrontare quello che
costituisce un problema importante per la società israeliana. A
testimoniarlo i dati forniti dal documento: dal 2008 al 2013 il costo
per l'acquisto di un appartamento in Israele è aumentato del 55 per
cento, l'affitto medio mensile ha registrato invece un aumento del 30
per cento. Una ripida ascesa dei prezzi a cui, si evince dal rapporto,
la politica non ha saputo mettere un freno. E il premier Netanyahu è
tra i maggiori imputanti.
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dafdaf di marzo
Un mese fra Purim e le api
È
dedicata a Purim la copertina del numero 54 di DafDaf, il giornale
ebraico dei bambini in distribuzione in questi giorni. Raganelle e
orecchie di Aman su uno sfondo allegro, che introducono le pagine
dedicate alla festa più amata dai bambini. È Benedetta Guetta, blogger
e fotografa, che con i montini di Purim, i dolcetti di mandorle tipici
della cucina ebraica triestina, regala ai giovani lettori un’idea
semplice per un un dolce da fare in casa e offrire agli amici nei
“mishloach manot”. Oltre a travestirsi e leggere la storia di Esther,
spiega, “Si cucinano dolci e altre cose buone con cui si preparano dei
pacchetti, da regalare alle persone care. Perché tutti abbiano
abbastanza golosità per festeggiare, e per condividere la gioia con chi
ci è vicino.”
E legate a Purim sono anche le pagine della rubrica “musica, Maestra!”
che l’ebraista e musicista Maria Teresa Milano questo mese ha scelto di
dedicare a “Esther”, opera in tre atti di Hugo Weisgall, su libretto di
Charles Kondek, che è stata portata in scena per la prima volta nel
1993 sul palco della New York City Opera.
Ada Treves
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J-ciak - lo sceneggiatore di the imitation game
Moore, l'Oscar della differenza
“Stay
weird, stay different”. La frase, che riecheggia il celebre “Stay
hungry, stay foolish” di Steve Jobs, dalla notte degli Oscar fa
discutere l’America. A pronunciarla, il trentatreenne Graham Moore,
vincitore con “The Imitation Game” della statuetta per la migliore
sceneggiatura non originale, in quello che è stato definito il discorso
più toccante della premiazione. Ma a cosa si riferiva lo scrittore?
All’identità gay, visto che il film è dedicato ad Alan Turing,
matematico britannico che contribuì a decrittare i codici nazisti e
finì suicida dopo essere stato condannato per omosessualità? Alla
dolorosa vita da adolescenti geek – occhialuti, patiti di nuove
tecnologie e allergici allo sport – come pare essere stato lo stesso
Graham? E quanto ha giocato, in quest’affermazione, quella sensazione
di alterità che da secoli s’intreccia all’identità ebraica?
Daniela Gross
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Setirot
- Giravolte |
In
effetti fa una certa impressione – brutta, a mio parere – leggere che
Roger Cukierman, presidente del Conseil Représentatif des Institutions
juives de France (il CRIF, più o meno la versione francese dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane) definisce Marine Le Pen
«personalmente inappuntabile».
È pur vero che nella stessa intervista dice che il Fronte Nazionale è
un partito da evitare, ma a molti quell’aggettivo non è proprio
piaciuto. Intanto perché, come afferma Serge Klarsfeld, la signora Le
Pen non ha mai rotto con il padre notoriamente antisemita che del
Fronte è presidente onorario, e poi perché le affermazioni di Cukierman
suonano piuttosto «ambigue». Per chi non lo ricordasse, dentro al
Fronte Nazionale – come sottolinea JCall Francia in un comunicato – c’è
davvero tutto il peggio: dai negazionisti ai razzisti xenofobi, dai
“pétainisti” ai fascisti in servizio permanente effettivo.
La giravolta finale di un Cukierman sotto pressione – che corregge il
tiro su madame Le Pen, facendola così andare su tutte le furie – non
cambia la sostanza. Una brutta figura.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Guardando gli Usa |
Il
discorso che Netanyahu terrà al Congresso ha riaperto le polemiche
sulle relazioni tra Usa e Israele. Non per niente tra le principali
accuse che vengono rivolte al Primo ministro uscente c’è proprio quella
di aver contribuito a deteriorare i rapporti con il principale alleato.
Questo è vero, i rapporti con l’America non sono più quelli di una
volta, eppure sembra che si sottovaluti come, quasi per paradosso, il
falco Netanyahu sia quello che gode dei migliori rapporti con i paesi
arabi dalla creazione dello Stato d’Israele, più di quanto abbia mai
fatto un premier di sinistra. Volete sia il caso o le contingenze, ma
ad oggi Israele gode di rapporti con i propri vicini inimmaginabili
fino a poco tempo fa. L’Egitto di Al Sisi è ormai un alleato fedele
condivide le preoccupazione d’Israele su Hamas. Ma è nei paesi fino a
poco tempo fa dichiaratamente ostili che Israele e Netanyahu hanno
trovato alleati inaspettati.
Daniel Funaro
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