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8 Marzo 2015 - 17 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Le seconde tavole del patto corrispondono ad un popolo che ha fatto il vitello d'oro. Diverso, spiritualmente, da quello che aveva ascoltato la voce di Dio e le cui tavole erano state rotte, necessariamente, da Mosè. La Torà è sempre la stessa, spiega rav Wolbe, ma per ogni generazione bisogna trovare il modo adeguato per trasmetterne il contenuto.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri Selma in Alabama è stato lo scenario in cui l’America ha rivissuto il senso della sua identità: Un ponte ancora intitolato a un membro del Klu Klux Klan (Edmund Pettus) che fa da scenografia;  il ricordo di un evento che segnò la spaccatura verticale della propria opinione pubblica;  il ruolo imprescindibile delle minoranze attive contro le oligarchie politiche per consentire l’avanzata delle democrazie, il senso della strada per la libertà. I luoghi di memoria sono lì dove si ricordano le spaccature che ancora bruciano. È uno dei modi per non coltivare un culto idolatrico della propria identità.
 
"Libia, l'Europa c'è"
“Abbiamo discusso di diverse opzioni per rafforzare la sicurezza in Libia, diverse modalità cui l’Unione europea può dare sostegno. Questo potrebbe significare anche una presenza navale”. Così Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
In corso a Rabat, Marocco, il vertice tra le fazioni libiche. Emhaed Shaeb, uno dei rappresentanti del parlamento di Tobruk (il solo riconosciuto a livello internazionale), osserva: “Intanto vediamo se si riesce a formare un esecutivo di unità nazionale. Poi potremo esaminare con i Paesi europei misure di sicurezza, anche in mare, perché no” (Corriere).

“Londra-ebrei, una relazione tormentata” scrive il Corriere raccontando il clima che si respira in alcune aule universitarie (e non solo). La prestigiosa Scuola di studi orientali e africani ha infatti votato a larghissima maggioranza un referendum interno per l’interruzione dei rapporti con gli atenei israeliani. “Un pessimo segnale. L’ultimo di una deriva antisemita che i rappresentanti della comunità ebraica britannica hanno denunciato in gennaio” sottolinea il Corriere.
 
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  davar
IL CORAGGIO DI DUE DONNE
Dalla Siria a Gerusalemme,

un viaggio di sola andata
Da Damasco a Gerusalemme: madre e figlia insieme, una fuga avventurosa per chiudere con la Siria e lasciarsi alle spalle le sofferenze di quella che è ormai una microcomunità sempre più esposta a minacce e pericoli. E questo già da tempo, molto prima che i criminali sanguinari dell’Isis conquistassero la ribalta mediatica.
Una storia di coraggio, una storia di speranza: la fuga delle due donne, di cui per motivi di sicurezza non state divulgate le generalità, sta commuovendo l’opinione pubblica israeliana oltre a riproporre il tema della messa in sicurezza di quei nuclei ebraici, ormai ridotti ai minimi termini, che ancora oggi popolano località inospitali delle regioni mediorientale, africana e asiatica. La storia dello Stato di Israele racconta d’altronde di salvataggi spettacolari e di operazioni avallate con ingente spiegamento di uomini e mezzi, fosse anche per mettere al sicuro una singola persona.
Madre e figlia sono ora ospitate dall’Agenzia ebraica in un centro specilizzato per far sì che la loro integrazione nel nuovo paese possa avvenire in modo indolore e nei tempi più rapidi. Sempre l’Agenzia ebraica lancia l’allarme: guai ad abbassare la guardia, il lavoro non è ancora finito. Solo a Damasco vivrebbero infatti una ventina di ebrei (con qualche resistenza, in particolare nei più vecchi, ad andarsene). Altri scenari di crisi aperti riguardano invece lo Yemen, l’Iraq e il Kurdistan. Una manciata di persone in tutto ma, come insegna il Talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero”.


(Nell’immagine i caschi blu dell’Onu al confine tra Israele e Siria)
AMBIENTE - LA SFIDA DEL KKL
"Expo, vetrina fondamentale"
Fare del deserto un immenso giardino. È il sogno dei pionieri di Israele, un sogno che si sta realizzando anche grazie al contributo del Keren Kayemeth LeIsrael, la più antica organizzazione ecologica al mondo. Nato nel 1901, il KKL delle origini diede vita a una raccolta fondi su scala internazionale per il riscatto del territorio che, il 14 maggio 1948, sarebbe diventato lo Stato ebraico. Cosa bolle in pentola, quali sfide alle porte per la sezione italiana? Ne parliamo con il presidente Raffaele Sassun. “Il KKL – ci spiega – nel corso di 115 anni si è trasformato e ha cambiato più volte i propri obiettivi. Oggi il KKL è una organizzazione riconosciuta a livello internazionale, lavora insieme alla FAO e ad altre organizzazioni primarie per l’ambiente. IL KKL viene interpellato quando ci sono problemi legati alla natura, come è successo con la vespa australiana, che stava distruggendo completamente le foreste di eucalipto, o legati al benessere dell’uomo, come è successo in Rwanda e in Etiopia. In Italia il KKL ha rapporti con il Corpo Forestale e stiamo lavorando su progetti di sviluppo comune e sulla loro realizzazione per il benessere comune.
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AMBIENTE - LA SFIDA DI BEAUTIFUL ISRAEL 
"Ecologia, i valori che uniscono"
Nata nel 1968 come emanazione del ministero dell’Ambiente, The Council for Beautiful Israel è una delle più importanti associazioni ecologiste israeliane. A guidare la sezione italiana è il romano Dario Coen, coadiuvato nell’impegno da un Consiglio che vede riunite diverse professionalità al lavoro per allargare la rete anche in altre città, in primis Milano e Livorno. “Beautiful Israel – racconta Coen – è nata nel 1968 e da sempre si è occupata solo ed esclusivamente di difesa ambientale, educazione civica e rispetto della natura in ogni parte d’Israele, senza distinzione di religione o popolazione. In ogni villaggio ebraico o arabo CBI ha il suo progetto ambientale da portare avanti. Qualche anno fa una grande donna, Huguette Charbit, ha avuto l’intuizione di aprire degli uffici di rappresentanza all’estero e per una serie di motivi del tutto occasionali si è rivolta a me. Reduce della mia esperienza giovanile con il Movimento Culturale Studenti Ebrei ho subito chiesto aiuto ad Alberto Sonnino: anche lui non si è tirato indietro, per mia fortuna”.
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QUI MILANo - giovani ebrei a congresso
L'Ugei guarda al futuro
Tre giorni per condividere dubbi, trovare soluzioni e ritrovarsi insieme. Il Congresso straordinario dell’Ugei (l’Unione dei giovani ebrei in Italia) si è aperto venerdì a Milano all’insegna di un unico obiettivo comune: fare il possibile per arginare la crisi nata durante il Congresso ordinario dello scorso novembre a Firenze, che ha visto la mancata presentazione di candidati per l’elezione del Consiglio; rinnovare le cariche consiliari per il 2015.
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ISRAELE
Purim al Tempio italiano
Festa grande al Tempio italiano di Gerusalemme, la casa degli Italkim, con costumi, cibo, travestimenti, megillot, rahashanim per celebrare il Purim Shushan, il Purim che si festeggia nelle città coperte da mura ai tempi di Giosuè.


Michael Sierra
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SORGENTE DI VITA
Israele al voto
Israele alla vigilia del voto del 17 marzo prossimo, i temi più caldi delle elezioni, i problemi sociali, la crisi economica, la sanità, il peso dei partiti arabi e di quelli religiosi, la minaccia dell’Iran: da Bibi Netanyahu a Tzipi Livni i nodi di una campagna elettorale giocata più sui problemi interni che sui dossier esteri. Il punto del professor Sergio Della Pergola, in un’intervista di Gian Stefano Spoto, corrispondente di Raidue da Gerusalemme, apre la puntata di Sorgente di vita di domenica 8 marzo.
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pilpul
Falsa coscienza
Francamente crea disagio ed imbarazzo vedere come in molte trasmissioni pubbliche, a partire dalla stessa Rai, le versioni complottiste sui tanti fatti criminali che costellano la nostra cronaca politica, trovino abbondante seguito. A tratti quasi morboso. Se poi si tratta di questioni di politica internazionale, le scempiaggini del “furbo” di turno sono garantite. Tra calcolato clamore, finto scandalo e falso dibattito, in un polverone che fa tanta audience quanto girare i contatori della pubblicità. Come se ci fosse qualcosa di cui discutere, partendo da questi atteggiamenti il cui unico obiettivo è, invece, quello di autoaffermarsi ripetendosi ossessivamente.

Claudio Vercelli
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Nugae - Nev
Ogni giorno ci sono innumerevoli notizie da cui uno all’occorrenza si potrebbe lasciar inquietare. Tra queste, nei giorni scorsi, è comparsa una rivelazione particolarmente shock: Yaniv Shulman, a cui più spesso ci si rivolge come Nev “quello di Catfish”, era cattivo. Una storia che coglie alla sprovvista quanto il divorzio di due vip, lascia lo stesso senso di vuoto. Una lunga intervista del Tablet Magazine aggiunge molto semplicemente un tassello cruciale alla storia che già si conosce e che l’ha reso famoso.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Motivazioni insulse
La sentenza livornese dello scorso sei marzo secondo la quale fare il saluto fascista non è reato (partita Livorno-Verona del dicembre 2001), imputati alcuni tifosi scaligeri, è uno dei tanti e contraddittori episodi visti in materia in Italia, complice evidentemente anche una storica carenza di chiarezza e coraggio nel fare i conti con il passato fascista. Ciò che mi lascia allibito, più che la sentenza, è quindi leggere che tra le motivazioni difensive, avanzate dai legali degli imputati,vi è anche quella che “non c’è stato nessun atto discriminatorio per quello che riguarda la razza, la religione e la nazionalità, visto che si tratta di due tifoserie italiane che professano la religione cristiano cattolica”.

Gadi Polacco
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