Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Moshè
ha appena terminato la costruzione del Tabernacolo e, nonostante ciò,
la Torah ci riferisce che “non può” accedervi quando vuole (Shemòt, 40;
35).
Volere è potere…? Si crede che una forte volontà possa portare sempre e
comunque ai risultati desiderati. In questo mondo il termine ‘io posso’
viene vissuto come la scommessa di ampliare la potenza e il potere.
Se la Torah dice: “non puoi!”, non significa che non hai l’opportunità o le capacità.
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Dario
Calimani,
anglista
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Siamo
alla vigilia delle elezioni in Israele. Tutti ci auguriamo che vada al
governo chi sia in grado di perseguire la pace sopra a ogni altra
aspirazione, dopo tanti anni di morti, di dolori, di speranze
disattese. Il paese è certamente più che maturo per un presente di
serenità.
Sono convinto che ci voglia molto coraggio, e anche un po’ di disperazione. In bocca al lupo.
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Israele sceglie il futuro |
Arriva
il giorno tanto atteso: oggi saranno circa sei milioni gli israeliani
che si recheranno alle urne per votare il nuovo governo e scegliere se
confermare o meno il premier Benjamin Netanyahu. Premier che ha
lanciato la sua ultima dichiarazione prima del voto: “Se verrò
rieletto, non concederò mai lo Stato ai palestinesi”. “Chiunque accetti
di ritirarsi dai territori – ha proseguito Netanyahu, riportato dai
principali quotidiani – offre una base di attacco per gli estremisti
islamici contro il nostro paese”. L’operato e le scelte del primo
ministro, sottolinea Maurizio Molinari sulla Stampa, hanno generato
qualche malcontento specialmente tra il ceto medio ma anche nella una
frangia di soldati religiosi secondo i quali il premier ha esitato a
lungo prima di prendere decisioni rispetto all’ultima guerra ai tunnel
del terrore di Hamas.
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israele - il giorno delle elezioni
Rivlin: "Democrazia e doveri"i
“Non
è solo un privilegio ma è anche un dovere. Non lasciate la decisione in
mano agli altri”. Così il presidente di Israele Reuven Rivlin si è
rivolto ai suoi concittadini questa mattina, lanciando un appello
affinché tutti gli aventi diritto si rechino oggi a votare nei circa
10mila seggi sparsi per il paese.
E
alle 14 ora locale, l'affluenza al voto si è attestata al 36,7 per
cento, più o meno la stessa percentuale delle elezioni del 2013.
Questa
volta però, stando a quanto riportano esponenti della lista araba, si è
avuto un significativo incremento del numero di arabi israeliani tra i
cittadini che sono andati a votare. Si tratta di uno spicchio
importante di Israele (a popolazione araba israeliana costituisce il
20% della popolazione del Paese) che tradizionalmente ha sempre
ignorato le elezioni, non sentendosi rappresentata da nessun partito
politico. Ora che i tre partiti arabi si sono uniti in una sola lista
per riuscire ad entrare alla Knesset (complice l'innalzamento della
soglia di sbarramento in una recente riforma elettorale), sembra
essersi risvegliata anche la voce del suo elettorato. Tanto da
preoccupare il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu, che sulla
pagina Facebook del suo partito, il Likud, ha dichiarato che “la destra
è in pericolo” perché la sinistra sta portando “gli arabi in massa a
votare”.
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israele - il giorno delle elezioni
First lady, una cover per due
“Una
copia di At”. “Certo signora, la vuole con Sara o con Michal?”. Niente
di strano: la rivista israeliana femminile dedicata alla moda e
all’attualità At (letteralmente significa ‘Tu’) da giorni, infatti, si
può trovare presso i numerosi rivenditori con un’edizione speciale
dedicata alle elezioni che presenta uno degli stratagemmi più
accattivanti: offre al pubblico due copertine differenti, una con Sara,
moglie dell’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu e una con Michal,
madre di tre figli e moglie dell’acerrimo avversario Ytzhak Herzog,
volto dei laburisti.
Mentre
si stimano milioni di israeliani oggi in fila alle urne per votare il
nuovo premier e il futuro governo, esiste un’altra sfida parallela
fatta di vestiti eleganti, sorrisi delicati, interviste intelligenti e
tacchi assai scomodi: quella delle first lady. Sara e Michal da mesi
hanno seguito i loro rispettivi coniugi con due sostanziali doveri:
indossare vestiti ed eleganti e ispirare un giusto mix di fiducia,
simpatia e, se possibile, atteggiamento materno.
Sara
Ben Artzi (il cognome del padre Shmuel, poeta, scrittore ed educatore)
è la first lady che gli israeliani hanno imparato a conoscere nel corso
del tempo: stesso caschetto biondo da anni, fa la psicologa del lavoro
e dell’educazione, ha lavorato per la compagnia aerea El Al e per il
Comune di Gerusalemme. Non particolarmente amata dall’opinione
pubblica, viene descritta da molti come spendacciona e con un pessimo
carattere oltre che con un discutibile gusto nel vestire (pizzi,
paillettes e fantasie maculate).
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Israele al voto |
Piccole postille sulle elezioni in corso di svolgimento in Israele.
Innanzitutto, gli arabi-israeliani si sono coalizzati per la prima
volta, diventando rilevanti nel sistema politico. Questa novità può
trasformarsi in una minaccia, se essi non cancelleranno le ambiguità
nei confronti della violenza e del terrorismo, oppure in
un’opportunità, se saranno alfieri di integrazione maggiore per il 25
per cento della popolazione dello Stato.
In secondo luogo, non è scontato che il vincitore nelle urne sia il
primo ministro: se Isaac Herzog dovesse prevalere – personalmente me lo
auguro – dovrà poi cercarsi i voti in parlamento per formare una
maggioranza, impresa che potrebbe essere più agevole per un Bibi
sconfitto.
Una dimostrazione, questa, della fragilità di un sistema frammentato,
integralmente parlamentare e proporzionale. Da un altro punto di vista,
si certificano dinamiche sperimentate in altri paesi occidentali: la
sinistra, per essere competitiva, si sposta verso il centro,
soprattutto per quanto riguarda il processo di pace. La destra,
parallelamente, si radicalizza su posizioni populistiche, come si è
visto nelle dichiarazioni recentissime di Netanyahu.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Il Giusto siciliano |
Domani
a Favara, in provincia di Agrigento, verrà ricordato Calogero Marrone,
il deportato politico siciliano morto nel Lager di Dachau e dichiarato
nel 2013 "Giusto tra le Nazioni". Il programma prevede alle ore 9, in
Piazza della Pace, l’inaugurazione del Giardino della Memoria, con la
piantumazione di un albero della vita e la scopertura di un’epigrafe, e
alle ore 10, al castello Chiaramonte, un convegno sulla figura di
Marrone, con la partecipazione tra gli altri del presidente
dell'Istituto Siciliano di studi ebraici Maria Antonietta Ancona, della
studiosa Lucia Vincenti, del presidente e del segretario dell'Anpi di
Palermo Ottavio Terranova e Angelo Ficarra e di Daniela Marrone, una
delle nipoti del Giusto.
Mario Avagliano
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A lezione di Krav Maga |
Cresce l’attesa nella Comunità ebraica di Roma per l’evento benefico ‘Krav Maga per Tzedaka’.
Pensato dall’assessorato alle politiche giovanili e ideato per i
ragazzi, ha finito per coinvolgere tutti coloro che vogliono
avvicinarsi ai corsi di difesa personale. Una ‘lectio magistralis’ di
Krav Maga del Maestro Daniele Rossi, massimo esperto italiano di questa
disciplina, adattata negli anni a un pubblico civile anziché militare,
con corsi specifici per donne. Il Krav Maga, in ebraico “combattimento
a contatto”, è il sistema ufficiale di difesa personale e combattimento
dell’esercito israeliano ideato da Imi Lichtenfeld, un poliziotto ebreo
ungherese, capo detective ed esperto ginnasta, lottatore e istruttore
di difesa personale.
Claudia Sermoneta
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