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12 Aprile 2015 - 23 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
La solidarietà vergognosamente "liquida"a cui assistiamo in questi tempi (Charlie Hebdo vs.  Università di Garissa in Kenya, ad esempio) - talmente evanescente da sembrare aeriforme nel suo apparire e scomparire a comodo  - è il contrario ipocrita di se stessa. Un liquido ondivago non potrà mai essere allo stesso tempo un solido.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Intorno all’anniversario della morte di Primo Levi (11 aprile) mi capita di riprendere in mano alcune sue pagine e mi sorprendo della sua capacità di scavare con una lingua semplice sulle cose immediate, ma che nessuno vede o che l’analisi storica non riesce ad affrontare e a descrivere se non a distanza di molto tempo. Il compito della letteratura è ficcare il naso dove cominciano gli “omissis”.
 
Giro di vite contro l'Isis
Due fratelli tunisini, di 29 e 30 anni, sono stati espulsi dall’Italia perché ritenuti vicini ai movimenti terroristici di matrice islamica. I due operavano nel veronese e avevano esaltato tramite i social network l’Isis (Il Sole 24 Ore). “Le espulsioni rispondono concretamente al processo di depotenziamento di quella rete di collegamenti che, soprattutto via internet, possono rappresentare fonti di rischio di qualsiasi livello”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano (Messaggero).

I rubinetti del terrore. Le potenze mondiali devono fare pressione su “Siria, Qatar, Arabia Saudita, Turchia e su tutti i paesi nei confronti dei quali esercitano una forte e non resistibile influenza affinché questi paesi facciano mancare ai terroristi le risorse di cui hanno bisogno per esercitare il loro potere”. È l’analisi (Messaggero) dell’ex primo ministro italiano Romano Prodi rispetto alle modalità per sconfiggere il terrorismo globale. Di terrorismo parla anche Yves Charles Zarka, filosofo francese intervistato dal Mattino, che si sofferma su quello che definisce il fallimento della Francia sul fronte dell’integrazione dell’immigrazione musulmana. Il simbolo per Zarka sono gli attentati antisemiti di matrice islamista che negli scorsi anni hanno scosso la Francia.
 
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  davar
OGGI l'anniversario DELLA LIBERAZIONE
Ritorno a Buchenwald
Un'Europa unita, fondata su una memoria condivisa, sulle aspirazioni comuni di democrazia, libertà e tolleranza, rinate dopo la tragedia della Shoah. Per difendere questa Europa bisogna lottare, ha dichiarato oggi il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz in occasione delle celebrazioni a Weimar del 70esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Buchenwald-Dora (liberato l'11 aprile del 1945). “Provo rabbia dopo quanto accaduto a Parigi, dove è stata attaccata la libertà, una barbara aggressione contro tutti noi. Rabbia per aver visto nuovamente gli ebrei essere colpiti perché ebrei; rabbia perché di nuovo in Europa gli ebrei non si sentono sicuri e si chiedono se questo sia il luogo dove vogliono crescere i loro figli; rabbia perché c'è ancora chi nega la Shoah”, le parole di Schulz risuonate nel teatro nazionale di Weimar e pronunciate davanti a decine di sopravvissuti a Buchenwald, ebrei, sinti, deportati politici, provenienti da tutta Europa, dalla Polonia all'Italia, dalla Francia all'Ucraina. “Nella piazza dell'appello di Buchenwald, teatro dell'orrore – ha dichiarato Bertrand Herz, presidente del comitato internazionale di Buchenwald-Dora – abbiamo giurato di portare tutti i responsabili della Shoah nei tribunali per farli giudicare dalla giustizia. Di estirpare l'antisemitismo, il razzismo e tutte le forme di discriminazioni. Oggi, a distanza di xettant'anni da quel giuramento, constatiamo che il mondo non è libero da questi mali. Ma finché avremo la forza continueremo a combattere per cambiarlo - ha proseguito Herz, ebreo francese, deportato a quindici anni dai nazisti nel campo di concentramento - per consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore, per poterci dire fieri di ciò che abbiamo fatto”. Le commemorazioni proseguiranno oggi pomeriggio al campo di concentramento Buchenwald con la presenza dei sopravvissuti.  

Daniel Reichel
qui roma - al lavoro dopo le polemiche
Il 25 aprile. E i valori da tutelare
Fervono in tutta Italia i preparativi in vista delle manifestazioni del 25 aprile, 70esimo anniversario della liberazione del paese dal giogo nazifascista. Da Milano a Torino, da Firenze a Roma, municipalità al lavoro affinché il significato delle celebrazioni possa affermarsi con chiarezza ed essere tenuto al riparo da ogni forma di strumentalità. Un tema aperto, come testimoniano le recenti tensioni verificatesi nella Capitale dove da tempo è difficile onorare nel giusto modo i combattenti della Brigata Ebraica, il corpo di volontari ebrei giunti dall’allora Palestina mandataria che offrì un contributo fondamentale nella lotta di liberazione. L’aperta ostilità di alcuni gruppi che partecipano al corteo organizzato dall’Anpi romana, tra cui alcune rappresentanze palestinesi, ha portato – come noto – all’annuncio da parte dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti del proprio rifiuto a sfilare, a una serie di prese di posizione nell’opinione pubblica e alla decisione dei vertici nazionali dell’Anpi di chiedere al Comune di Roma di farsi carico dell’organizzazione della marcia affinché possa scaturire una soluzione che ci si augura “condivisa e capace di consentire che a Roma il 25 Aprile sia davvero un giorno di festa, assolutamente pacifico, partecipato e unitario”.
Sul tema della Memoria da registrare anche la ferma di posizione di Comune di Firenze e Regione Toscana in merito al trasferimento del memoriale italiano del Block 21 di Auschwitz-Birkenau. “L’impegno di portare il memoriale delle vittime di Auschwitz a Firenze si è mosso in linea con una politica di salvaguardia della Memoria che da sempre caratterizza la Toscana” afferma l’assessore Sara Nocentini. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Dario Nardella: “Il memoriale italiano di Auschwitz è un’opera d’arte simbolo della memoria nazionale e deve essere valorizzato. Firenze è orgogliosa della scelta di ospitare il memoriale per dare un tributo vero, duraturo e profondo all’esercizio indispensabile della memoria”.
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QUI BOLOGNA - chiuso il bando
Il Memoriale prende quota
Sono 284 i progetti arrivati da tutto il mondo per il concorso internazionale per la realizzazione di un Memoriale della Shoah a Bologna nella nuova piazza tra le vie Matteotti e Carracci.
Scaduto il bando per la presentazione dei progetti a inizio aprile, si apre adesso la seconda fase del concorso promosso lo scorso gennaio dalla Comunità ebraica col supporto del Comune di Bologna e in collaborazione con numerose altre istituzioni, tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per costruire un luogo che possa mantenere viva la memoria della Shoah anche nel capoluogo emiliano.
“Il monumento che verrà realizzato dovrà riflettere un pensiero dello storico Yosef Hayim Yerushalmi, che individua nel senso della storia e dunque nella memoria una componente essenziale del concetto ebraico della vita. Far vivere la Memoria – spiega Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica bolognese – significa in questo senso non perdere la propria identità”.
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qui roma - L'INIZIATIVA DI HAVI'U ET HAYOM
Sulle tracce della Resistenza
Molte decine di partecipanti nel secondo incontro organizzato dal gruppo giovanile ebraico Havi’u et hayom nei luoghi di Roma dove è vivo il lascito del ruolo svolto dagli ebrei italiani nella lotta al nazifascismo. Alle Fosse Ardeatine, davanti al mausoleo che ricorda le vittime dell’eccidio, un approfondimento è stato dedicato tra gli altri alle figure di Marco Moscati e Cesare Tedesco, caduti entrambi sotto il fuoco tedesco. E non è stata dimenticata Rita Rosani, ebrea triestina insignita con la Medaglia d’oro al Valor militare alla memoria, che 24enne cadde nelle valli attorno Verona. Ad accompare il gruppo la nuora del generale Roberto Lordi, ucciso anch’egli alle Ardeatine.
“Resistenza a Roma, ebrei nella Resistenza. Sono due narrazioni che spesso si intrecciano e che testimoniano il contributo profuso dagli ebrei italiani per la libertà e la democrazia. Questo è il punto che vogliamo sollevare ed è motivo di grande soddisfazione constatare come tante persone, fuori dal mondo ebraico, si stiano rivolgendo con interesse a questa iniziativa” spiega Raffaella Toscano, tra le animatrici del ciclo di incontri.
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CONSEGNATI I DIPLOMI DEL MASTER DI ROMA TRE
Una didattica per la Memoria
Consegnati i diplomi del Master in Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre. L'evento si è svolto nella sede della Fondazione del Museo della Shoah di Roma, alla presenza del direttore scientifico Marcello Pezzetti e di David Meghnagi, direttore del Master.
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pilpul
La bella favola
Un amico, nonché collega, sconsolato, recentemente mi rendeva nuovamente edotto di quello che già sapevo per esperienza diretta. Entrando in una libreria (punto vendita?) di una nota catena di distribuzione (spaccio?) di libri (di fatto una cartolibreria afflitta da gigantismo e bulimia degli oggetti presenti in essa), allo scaffale dedicato alla storia trovava, in rapida successione una serie di volumi tutti invariabilmente firmati da autori provenienti dal mondo della televisione e ivi stabilmente, nonché lucrosamente, assisi. Di altri, poco se non nulla o comunque, nella migliore delle ipotesi, in raminghe, pudiche copie, invariabilmente destinate ad essere restituite, a stretto giro, al distributore. Per finire, eventualmente, tra le file dei remainders, qualora ancora un po’ di vita dovesse essere loro ancora accordata.

Claudio Vercelli
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Lo Shabbat 25 aprile
Sono spesso d’accordo con Daniel Funaro, ma non questa volta. O meglio, mi sembra che nel suo articolo su PagineEbraiche24 di giovedì Daniel Funaro non si faccia la domanda giusta. Egli scrive: “La questione da porsi è se le comunità ebraiche debbano partecipare alle manifestazioni per il 25 aprile, data la concomitanza con lo Shabbat. La risposta è semplice: no”. Probabilmente la risposta di Daniel Funaro alla domanda che si è posto da solo è giusta. Credo però che la vera questione da porsi sia un’altra, ovvero se i singoli ebrei debbano partecipare alle manifestazioni per il 25 aprile, data la concomitanza con lo Shabbat. E anche a questa domanda la risposta è semplice: ognuno deciderà liberamente per se stesso.

Guido Osimo,                                                                        Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


Pizzarelle
Bianche o nere? Interminabili ed accese discussioni dalla Piazza reale a quella virtuale. Politica? No. Il motivo del contendere è la ricetta doc delle “Pizzarelle con il miele”. Quei dolci fantastici, umili, non lievitati, simbolo di ogni pasqua ebraica. Pochi e semplici ingredienti: pane azzimo, uova, zucchero, uva passa e pinoli. Con il cioccolato o senza. Con scorza d’arancio o senza. Fritte e intinte nel miele caldo. Ogni famiglia, ogni donna ebrea romana ha la “sua” ricetta, guai a metterla in discussione. Un sapore buono, che evoca il calore delle nostre nonne, l’abbraccio delle nostre mamme, antiche tradizioni mantenute e tramandate da generazioni.
Oggi come allora, nell’antico ghetto di Roma.


Claudia Sermoneta
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Nugae - Sguardi d'intesa
Quando ho iniziato a tenere una rubrica, mi sono ripromessa – oltre che di mantenere sempre una parvenza di brevitas, folle impresa – che non avrebbe parlato di me. A chi interessa cosa pensa o fa una ventenne smarrita, mi dicevo rassicurandomi che essere pusillanime in questo caso fosse una forma di saggezza. Non che abbia mai ceduto, ma riscorrendo in uno slancio nostalgico le Nugae degli ultimi due anni e mezzo mi sono accorta che mentre riversavo sull’umanità una pioggia di lustrini e perle di saggezza antica ho parlato più di me stessa di quanto abbia mai fatto Woody Allen in tutte le sessioni di psicoterapia dei suoi film.

Francesca Matalon
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