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13 Aprile 2015 - 24 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
“In ogni generazione ciascuno deve considerare se stesso come se egli stesso oggi fosse uscito dall’Egitto”.
Senza dubbio questa è la mitzvah principale di Pesach. Lo scopo della Haggadah è proprio il far rivivere l’esperienza di schiavitù e di libertà vissuta dai nostri padri: attraverso gesti e parole per capire da dove veniamo. Ma il Magghid non è semplice narrazione, è trasmissione di identità, per capire chi siamo. La Haggadah non è un libro di storia.
 
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Anna
Foa,
storica
Il papa ha dichiarato ieri solennemente, ricordando lo sterminio degli armeni avvenuto cento anni fa, che si è trattato del primo genocidio del Novecento. È la prima volta che il termine “genocidio”, giuridicamente così connotato, viene usato ufficialmente dalla Santa Sede a proposito degli armeni. Anche Giovanni Paolo II, nel 2001 a Erevan, la capitale dell’Armenia, aveva usato il termine più generico di “annientamento”.
 
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MILANO - Si apre oggi al Memoriale della Shoah - Binario 21 la due giorni di convegno “Le Giornate della Memoria della Shoah nell’Unione Europea: le sfide della commemorazione nel XXI secolo”. A intervenire alla sessione odierna (inizio 14.30, clicca qui per consultare il programma), tra gli altri, la sopravvissuta Liliana Segre, gli storici Liliana Picciotto, Michele Sarfatti e Guri Schwarz. La prima parte della sessione di domani (9.30) sarà presieduta da Marco Cuzzi mentre la seconda da Pietro Graglia.
 
Iran, le vignette dell'odio
Negli scorsi giorni il Foglio ha denunciato la partecipazione di alcuni vignettisti italiani a un concorso sulla negazione della Shoah in programma a Teheran. Torna sull’argomento Pierluigi Battista (Corriere), che in una lettera ironica ai “Gentili responsabili della Repubblica Islamica dell’Iran” scrive: “È vero che parteciperà al vostro disgustoso spettacolo di vignette un certo Achille Superbi, di cui nulla si sa tranne che percepisce uno stipendio presso un centro di produzione Rai pagato con il nostro canone? Solo per sapere se dalle nostre tasse qualche centesimo finisce nelle tasche di un satiro antisemita”. Si segnala poi la presenza di altri due disegnatori, Agim Sulaj e Alessandro Gatto.
L’accordo sul nucleare iraniano, se concretizzato, spianerebbe intanto la strada a molte aziende italiane, da Eni ai costruttori, “che hanno profondi legami storici e sono riuscite a mantenere aperto il dialogo in tutti questi anni di isolamento” (Repubblica Affari e Finanza).

Genocidio armeno: tra Turchia e Vaticano è crisi. “Il primo genocidio del XX secolo”. Così il papa ha definito, nel centesimo anniversario, l’uccisione di centinaia di migliaia di armeni da parte dei ‘giovani turchi’. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie il governo di Ankara dove, ricorda Gian Guido Vecchi (Corriere), “il genocidio dei cristiani armeni è negato, guai a parlarne”. Plaude all’intervento di Bergoglio il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che alla Stampa (Giacomo Galeazzi) dichiara: “Parole chiare. Ora nessuno potrà fingere di non sapere”.).
 
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  davar
il 70esimo anniversario
La liberazione di Buchenwald
In diversi angoli del campo di Buchenwald rose rosse o bianche fanno capolino. Le baracche in cui settant'anni fa gli americani trovarono 21mila anime, sopravvissute alla macchina di morte nazista, non ci sono più. Al loro posto, resta il silenzioso dolore di chi oggi visita quel luogo. Di chi si riunisce attorno al blocco 22, la baracca degli ebrei, per recitare insieme il Kaddish. Di chi al campo piccolo poco più in là, dove sul finire della guerra furono stipate in condizioni disumane migliaia di persone, lascia  una corona di fiori con una dedica: “A Marcel Paul qui a sauvé a mon grand-pere Laurant Dassault”. È il momento di una memoria privata che però si unisce anche a quella pubblica, al ricordo condiviso della tragedia come raccontano le bandiere delle corone, provenienti da mezza Europa e deposte in quella che negli anni dell'orrore nazista fu la piazza dell'appello. Ieri in questo luogo si è celebrato, alla presenza tra gli altri del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, il 70esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Buchenwald, che sorge a pochi chilometri da Weimar e in cui morirono 56mila persone.
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BLOCK 21, L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CDEC
“Sul padiglione polemiche strumentali”
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Centro di Documentazione Contemporanea Ebraica di Milano hanno aderito alla richiesta ormai perentoria del Museo di Auschwitz affinché la struttura sia rimossa per far posto a un’esposizione didascalica come in tutti gli altri padiglioni, pena l’attribuzione del padiglione italiano a un altro paese. Anche l’Aned si è allineata e collaboriamo con la stessa e la presidenza del Consiglio per un trasferimento della struttura a Firenze”.
Questa la ferma posizione espressa dal presidente del Cdec e consigliere UCEI Giorgio Sacerdoti in merito al trasferimento del padiglione italiano da Auschwitz a Firenze, strumentalmente avversata in queste ore da alcuni gruppi e associazioni. “Non possiamo accettare che la struttura di Belgioioso, anche se pregevole, ma pure criticabile, passi davanti memoria vittime di Auschwitz, soprattutto di fronte a una iniziativa che è strumentale e politicamente di parte”, sottolinea Sacerdoti.
In questi giorni a levarsi nella medesima direzione sono anche le voci di Regione Toscana e Comune di Firenze. “L’impegno di portare il memoriale delle vittime di Auschwitz a Firenze si è mosso in linea con una politica di salvaguardia della Memoria che da sempre caratterizza la Toscana” sostiene l’assessore regionale alla cultura Sara Nocentini. “Firenze è orgogliosa della scelta di ospitare il memoriale per dare un tributo vero, duraturo e profondo all’esercizio indispensabile della memoria”, afferma il sindaco Dario Nardella.
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"integrazione e lotta al razzismo"
Incontro a Roma
con il ministro Kyenge

Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Expo, dietro le quinte
A poche settimane dall’inaugurazione, il Commissario a Expo Francesco Sala racconta a Pagine Ebraiche il dietro le quinte della rassegna che per sei mesi conquisterà per Milano un posto sotto i riflettori: attesi venti milioni di visitatori, otto dall’estero, spiega Sala, che sottolinea anche l’importanza del contributo a Expo di altre organizzazioni, come la Comunità ebraica di Milano, mentre un ruolo centrale sarà quello di Israele, paese all’avanguardia nella tecnologia agro-alimentare cuore della rassegna che avrà come filo conduttore “Feeding the Planet. Energy for Life”. Per il pubblico internazionale del giornale dell’ebraismo italiano anche un’altra novità che arriverà nei primi giorni dell’Expo, l’inaugurazione del nuovo Museo ebraico di Padova, che racconterà la storia e la vita dell’ebraismo in città.
Ancora, un aggiornamento sulle vicende della celebrazione del 25 aprile: l’Associazione nazionale partigiani italiani ha chiesto al Comune di Roma di occuparsi di organizzare la manifestazione nella Capitale, dopo che l’Associazione ex deportati ha deciso di non partecipare all’evento per l’intolleranza dimostrata da alcune organizzazioni nei confronti della presenza della Brigata ebraica.
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pilpul
 Oltremare - Mufleta e politica
Francamente non ci casco, né ci son mai cascata, in questo balletto della mufleta, falso come certe strette di mano a matrimoni o funerali. Daccordo, l’abboffata di chametz dopo Pesach è tradizionale quanto canonica in ogni gruppo umano ebraico: e le due pizze eccellenti che sono riuscita a mettere in fila prima di ripartire dall’Italia lo dimostrano. Ci vuole, quel distaccarsi dalla durezza delle azzime, quella liberazione del gusto se non dello spirito, già libero lui, dopo la sera del primo Seder. Fatto fuori il Faraone con una cena appunto faraonica, è naturale poi gioire quando ricompare finalmente il lievito sulle nostre tavole. Quindi ben vengano celebrazioni, e ben venga la Mimouna, che è una delle più deliziose tradizioni culinarie ebraiche.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - contro a Roma
con il ministro Kyenge
Dal testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici (tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader)... dfdf e non ha bisogno di leader)... dfdf e non ha bisogno di leader)... dfdfe non ha bisogno di leader)... dfdfe non ha bisogno di leader)...

Daniele Liberanome, critico d'arte
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