
Paolo Sciunnach,
insegnante
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“In ogni generazione ciascuno deve considerare se stesso come se egli stesso oggi fosse uscito dall’Egitto”.
Senza dubbio questa è la mitzvah principale di Pesach. Lo scopo della
Haggadah è proprio il far rivivere l’esperienza di schiavitù e di
libertà vissuta dai nostri padri: attraverso gesti e parole per capire
da dove veniamo. Ma il Magghid non è semplice narrazione, è
trasmissione di identità, per capire chi siamo. La Haggadah non è un
libro di storia.
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Anna
Foa,
storica
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Il
papa ha dichiarato ieri solennemente, ricordando lo sterminio degli
armeni avvenuto cento anni fa, che si è trattato del primo genocidio
del Novecento. È la prima volta che il termine “genocidio”,
giuridicamente così connotato, viene usato ufficialmente dalla Santa
Sede a proposito degli armeni. Anche Giovanni Paolo II, nel 2001 a
Erevan, la capitale dell’Armenia, aveva usato il termine più generico
di “annientamento”.
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MILANO
- Si apre oggi al Memoriale della Shoah - Binario 21 la due giorni di
convegno “Le Giornate della Memoria della Shoah nell’Unione Europea: le
sfide della commemorazione nel XXI secolo”. A intervenire alla sessione
odierna (inizio 14.30, clicca qui per
consultare il programma), tra gli altri, la sopravvissuta Liliana
Segre, gli storici Liliana Picciotto, Michele Sarfatti e Guri Schwarz.
La prima parte della sessione di domani (9.30) sarà presieduta da Marco
Cuzzi mentre la seconda da Pietro Graglia.
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Iran, le vignette dell'odio
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Negli
scorsi giorni il Foglio ha denunciato la partecipazione di alcuni
vignettisti italiani a un concorso sulla negazione della Shoah in
programma a Teheran. Torna sull’argomento Pierluigi Battista
(Corriere), che in una lettera ironica ai “Gentili responsabili della
Repubblica Islamica dell’Iran” scrive: “È vero che parteciperà al
vostro disgustoso spettacolo di vignette un certo Achille Superbi, di
cui nulla si sa tranne che percepisce uno stipendio presso un centro di
produzione Rai pagato con il nostro canone? Solo per sapere se dalle
nostre tasse qualche centesimo finisce nelle tasche di un satiro
antisemita”. Si segnala poi la presenza di altri due disegnatori, Agim
Sulaj e Alessandro Gatto.
L’accordo sul nucleare iraniano, se concretizzato, spianerebbe intanto
la strada a molte aziende italiane, da Eni ai costruttori, “che hanno
profondi legami storici e sono riuscite a mantenere aperto il dialogo
in tutti questi anni di isolamento” (Repubblica Affari e Finanza).
Genocidio armeno: tra Turchia e Vaticano è crisi. “Il primo genocidio
del XX secolo”. Così il papa ha definito, nel centesimo anniversario,
l’uccisione di centinaia di migliaia di armeni da parte dei ‘giovani
turchi’. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie il governo di
Ankara dove, ricorda Gian Guido Vecchi (Corriere), “il genocidio dei
cristiani armeni è negato, guai a parlarne”. Plaude all’intervento di
Bergoglio il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che alla Stampa
(Giacomo Galeazzi) dichiara: “Parole chiare. Ora nessuno potrà fingere
di non sapere”.).
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il 70esimo anniversario
La liberazione di Buchenwald
In
diversi angoli del campo di Buchenwald rose rosse o bianche fanno
capolino. Le baracche in cui settant'anni fa gli americani trovarono
21mila anime, sopravvissute alla macchina di morte nazista, non ci sono
più. Al loro posto, resta il silenzioso dolore di chi oggi visita quel
luogo. Di chi si riunisce attorno al blocco 22, la baracca degli ebrei,
per recitare insieme il Kaddish. Di chi al campo piccolo poco più in
là, dove sul finire della guerra furono stipate in condizioni disumane
migliaia di persone, lascia una corona di fiori con una dedica:
“A Marcel Paul qui a sauvé a mon grand-pere Laurant Dassault”. È il
momento di una memoria privata che però si unisce anche a quella
pubblica, al ricordo condiviso della tragedia come raccontano le
bandiere delle corone, provenienti da mezza Europa e deposte in quella
che negli anni dell'orrore nazista fu la piazza dell'appello. Ieri in
questo luogo si è celebrato, alla presenza tra gli altri del presidente
del Parlamento Europeo Martin Schulz, il 70esimo anniversario della
liberazione del campo di concentramento di Buchenwald, che sorge a
pochi chilometri da Weimar e in cui morirono 56mila persone.
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BLOCK 21, L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CDEC
“Sul padiglione polemiche strumentali”
“L’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane e il Centro di Documentazione
Contemporanea Ebraica di Milano hanno aderito alla richiesta ormai
perentoria del Museo di Auschwitz affinché la struttura sia rimossa per
far posto a un’esposizione didascalica come in tutti gli altri
padiglioni, pena l’attribuzione del padiglione italiano a un altro
paese. Anche l’Aned si è allineata e collaboriamo con la stessa e la
presidenza del Consiglio per un trasferimento della struttura a
Firenze”.
Questa la ferma posizione espressa dal presidente del Cdec e
consigliere UCEI Giorgio Sacerdoti in merito al trasferimento del
padiglione italiano da Auschwitz a Firenze, strumentalmente avversata
in queste ore da alcuni gruppi e associazioni. “Non possiamo accettare
che la struttura di Belgioioso, anche se pregevole, ma pure
criticabile, passi davanti memoria vittime di Auschwitz, soprattutto di
fronte a una iniziativa che è strumentale e politicamente di parte”,
sottolinea Sacerdoti.
In questi giorni a levarsi nella medesima direzione sono anche le voci
di Regione Toscana e Comune di Firenze. “L’impegno di portare il
memoriale delle vittime di Auschwitz a Firenze si è mosso in linea con
una politica di salvaguardia della Memoria che da sempre caratterizza
la Toscana” sostiene l’assessore regionale alla cultura Sara Nocentini.
“Firenze è orgogliosa della scelta di ospitare il memoriale per dare un
tributo vero, duraturo e profondo all’esercizio indispensabile della
memoria”, afferma il sindaco Dario Nardella.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Expo, dietro le quinte
A
poche settimane dall’inaugurazione, il Commissario a Expo Francesco
Sala racconta a Pagine Ebraiche il dietro le quinte della rassegna che
per sei mesi conquisterà per Milano un posto sotto i riflettori: attesi
venti milioni di visitatori, otto dall’estero, spiega Sala, che
sottolinea anche l’importanza del contributo a Expo di altre
organizzazioni, come la Comunità ebraica di Milano, mentre un ruolo
centrale sarà quello di Israele, paese all’avanguardia nella tecnologia
agro-alimentare cuore della rassegna che avrà come filo conduttore
“Feeding the Planet. Energy for Life”. Per il pubblico internazionale
del giornale dell’ebraismo italiano anche un’altra novità che arriverà
nei primi giorni dell’Expo, l’inaugurazione del nuovo Museo ebraico di
Padova, che racconterà la storia e la vita dell’ebraismo in città.
Ancora, un aggiornamento sulle vicende della celebrazione del 25
aprile: l’Associazione nazionale partigiani italiani ha chiesto al
Comune di Roma di occuparsi di organizzare la manifestazione nella
Capitale, dopo che l’Associazione ex deportati ha deciso di non
partecipare all’evento per l’intolleranza dimostrata da alcune
organizzazioni nei confronti della presenza della Brigata ebraica.
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Oltremare
- Mufleta e politica |
Francamente
non ci casco, né ci son mai cascata, in questo balletto della mufleta,
falso come certe strette di mano a matrimoni o funerali. Daccordo,
l’abboffata di chametz dopo Pesach è tradizionale quanto canonica in
ogni gruppo umano ebraico: e le due pizze eccellenti che sono riuscita
a mettere in fila prima di ripartire dall’Italia lo dimostrano. Ci
vuole, quel distaccarsi dalla durezza delle azzime, quella liberazione
del gusto se non dello spirito, già libero lui, dopo la sera del primo
Seder. Fatto fuori il Faraone con una cena appunto faraonica, è
naturale poi gioire quando ricompare finalmente il lievito sulle nostre
tavole. Quindi ben vengano celebrazioni, e ben venga la Mimouna, che è
una delle più deliziose tradizioni culinarie ebraiche.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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In
cornice - contro a Roma
con il ministro Kyenge |
Dal
testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è
chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici
(tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader)...
dfdf e non ha bisogno di leader)...
dfdf e
non ha bisogno di leader)...
dfdfe
non ha bisogno di leader)...
dfdfe
non ha bisogno di leader)...
Daniele Liberanome, critico d'arte
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