Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Nel
rito italiano, in varie benedizioni che si invocano nelle
festività è molto ricorrente l’augurio affinché si solidifichi un sano
sentimento di amicizia tra i componenti della Comunità. Nel Talmùd,
Makkòt 10 a, si evidenzia come in tutta Israele c’erano indicazioni
stradali per raggiungere le città rifugio affinché l’omicida
involontario potesse facilmente sfuggire alla vendetta. Viceversa, non
vi era alcuna segnalazione per arrivare al Santuario di
Yerushalaim, affinché gli ebrei che si recavano nelle tre feste
in pellegrinaggio si potessero consultare l’un l’altro sul percorso da
fare e in questo modo avrebbero stretto amicizia.
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Dario
Calimani,
anglista
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Pesach
è finita e noi finalmente siamo tornati liberi. Per dirci la verità,
tutta la verità, avremmo bisogno di un confessore, ma dobbiamo
accontentarci di uno psicanalista, che però non costa poco e ti fa
perdere un sacco di tempo inutile in lunghi silenzi pieni di
significato. Forse la confessione pubblica è la via d’uscita più
conveniente. Pesach è finita, finalmente. Perché Pesach è una
liberazione per tutti, ma è un dovere che ci piace pensare al femminile.
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L'Europa, casa degli ebrei |
“Una
nuova deroga al patto di stabilità è quanto serve al Museo della Shoah
di Villa Torlonia per avere i fondi per la sua realizzazione. Ma la
situazione, riporta Alessandro Capponi sul Corriere della Sera,
preoccupa il Comune di Roma, che versa in una condizione economica
difficile. “I soldi ci sono, ci saranno” precisano in Campidoglio.
“Come trovarli e quando saranno disponibili, però, è presto per dirlo”,
riporta Capponi che poi ricorda l’appuntamento odierno a Montecitorio
con il convegno ‘Quale Memoria per quale società? I musei della Shoah
nel terzo millennio’. “Apriranno i saluti del presidente della Camera,
Laura Boldrini, del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, del
presidente delle Comunità ebraiche, Renzo Gattegna, e del presidente
della Fondazione, Leone Paserman; dopo la lectio magistralis di
Marcello Flores d’Arcais, Piero Angela, Corrado Augias, l’architetto
Luca Zevi e Micaela Procaccia (Mibac), moderati da Saul Meghnagi,
tratteranno di «spazi fisici e spazi virtuali»; alle 12.15, moderati
dalla docente di Storia moderna e contemporanea Anna Foa, interverranno
tra gli altri il presidente della Commissione diritti umani del Senato,
Luigi Manconi, e il presidente onorario della fondazione Museo della
Shoah, l’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick”.
Bologna, tanti progetti per un Memoriale. Sono 284 le proposte arrivate
in risposta al bando per la realizzazione a Bologna di un Memoriale
dedicato alle vittime della Shoah. “Un’opera il cui valore culturale e
simbolico ha permesso a Bologna di avere l’attenzione di gran parte del
mondo dell’architettura”, dichiara a Repubblica il presidente della
Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz. “La commissione
giudicatrice, presieduta da Peter Eisen-man, l’autore del Memoriale
“gemello” di Berlino, sceglierà tre elaborati che saranno sviluppati
grazie a un finanziamento di 30 mila euro da parte della Fondazione Del
Monte. Uno di questi sarà designato vincitore entro il 30 giugno. La
premiazione avverrà in settembre in Sala Borsa in occasione della
Giornata europea della cultura ebraica”.
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qui roma - il convegno a montecitorio
Memoria, chiave del futuro
IVia
libera dal Comune di Roma per l’avvio dei lavori al Museo della Shoah a
Villa Torlonia con l’approvazione, avvenuta ieri, di una determinazione
dirigenziale che prevede l’aggiudicazione definitiva (con copertura
finanziaria) degli stessi. L’annuncio in occasione del convegno ‘Quale
memoria per quale società? I musei della Shoah nel terzo millennio’, a
fronte di alcune considerazioni allarmistiche apparse in queste ore sui
quotidiani.
Molteplici e autorevoli gli ospiti dell’incontro, svoltosi presso
Palazzo Montecitorio e organizzato sinergicamente da A buon diritto,
Amis, Associazione di cultura ebraica Hans Jonas e Irsifar e con il
patrocinio di Roma Capitale.
“Fino ad oggi, in Italia, il ricordo della Shoah è vissuto
essenzialmente nel tempo, ma è mancato, contrariamente a quanto accade
in altri paesi, uno spazio fisico centrale e simbolico nel quale
condensare e rendere vivo il ricordo” ha affermato il presidente della
Camera dei deputati Laura Boldrini toccando uno dei temi centrali del
convegno. In una giornata di annunci l’onorevole Boldrini ha poi
anticipato come il disegno di legge che introducente un’aggravante di
pena per il negazionismo della Shoah, già largamente approvato dal
Senato, sarà preso in esame dalla Camera a partire da giovedì 16
aprile. Un data fortemente simbolica, cadendo nel giorno in cui nel
calendario ebraico si celebra Yom Ha Shoah.
“Cultura
e Memoria sono le parole chiave, gli antidoti affinché la nostra
società sia consapevole dei propri valori fondamentali e
irrinunciabili, primo tra tutti il rifiuto di ogni deriva fanatica e
fondamentalista che finisce per diventare assassina contro chiunque
venga considerato diverso” ha spiegato il presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Un pensiero “commosso” e
“solidale” è poi andato alle comunità cristiane e musulmane vittime in
questi mesi di una barbarie senza fine. “Il mondo civile non può
restare fermo, è necessario creare una grande alleanza che protegga gli
innocenti e gli indifesi” ha sottolineato il presidente UCEI.
“Il nostro compito è quello di coltivare la Memoria. Nei luoghi lontani
come Auschwitz, ma anche in quelli geograficamente più vicini a noi.
Serve uno sforzo convergente tra didattica, insegnamento e recupero
della traccia storica”, ha esordito il ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Il ministro ha poi
rivolto un appello affinché tutte le forze collaborino per il recupero
e il ripensamento del padiglione italiano che, da Auschwitz, verrà
presto trasferito a Firenze.
Ad aprire il convegno, dopo i saluti istituzionali, una lectio
magistralis di Marcello Flores D’Arcais, docente di Storia comparata e
di Storia dei diritti umani dell’Università di Siena, cui è seguita la
lettura dei messaggi di apprezzamento inviati agli organizzatori dal
sindaco Ignazio Marino e dal presidente della Fondazione Museo della
Shoah Leone Paserman.
Due le sessioni di approfondimento che sono seguite. La prima, dedicata
a “Spazi fisici e virtuali” e moderata da Saul Meghnagi, ha visto gli
interventi dei giornalisti e divulgatori Piero Angela e Corrado Augias,
di Micaela Procaccia del ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del consigliere UCEI Luca Zevi, architetto e progettista del Museo di
Villa Torlonia. La seconda, dedicata a “Memoria e storia per
un’educazione della democrazia” e moderata dalla storica Anna Foa, ha
visto invece confrontarsi il senatore Luigi Manconi, il docente Franco
Lorenzoni, il presidente e fondatore di Gariwo Giorgio Nissim, il
giurista e presidente onorario della Fondazione Museo della Shoah
Giovanni Maria Flick.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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Qui Venezia
Compleanni lunghi un secolo
Grandi
festeggiamenti alla casa di riposo della Comunità ebraica di Venezia
per quattro nonne assai longeve: 406 anni complessivamente. Ida Colombo
in pole position con 104 anni e a seguire Enrichetta Silva (classe
1914), Bice Zita Hirsch (1914), Ernestina Petronio (1915).
Michael Calimani
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qui roma - Ponte settimia spizzichino
Una nuova targa per ricordare
Da
“vittima della persecuzione nazista” a “vittima della persecuzione
nazifascista”. È quanto si leggerà nelle prossime ore sotto il nome di
Settimia Spizzichino, unica donna a fare ritorno dalla retata del 16
ottobre 1943, alla cui memoria la città di Roma ha dedicato un ponte
nel quartiere Ostiense. La nuova targa toponomastica sarà apposta
domani, alle 12.30, alla presenza tra gli altri del sindaco Ignazio
Marino. Una data doppiamente simbolica: oltre ad essere il compleanno
di Settimia è anche l’anniversario della liberazione del campo di
Bergen Belsen, dove venne rinchiusa prigioniera.
(Nell’immagine alcuni partecipanti alla ciclopedalata che ogni anno
ricorda Settimia Spizzichino mentre transitano dal ponte intitolato
alla sua memoria)
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(1938 - 2015)
Sandro Nathan Di Castro
Viva
commozione, in tutta l’Italia ebraica e nella comunità degli Italkim,
gli italiani di Israele, per la scomparsa di Sandro Nathan Di Castro.
Nato a Roma nel novembre del 1938, nella stagione in cui entravano in
vigore le leggi razziste emanate dal fascismo, Di Castro ha svolto un
ruolo fondamentale nella ricostruzione della vita comunitaria nel
dopoguerra, a partire dalla realizzazione del Centro Giovanile Ebraico
di via del Gesù, poi trasferito in via Balbo, e dalla direzione del
glorioso giornale dei giovani ebrei italiani Hatikwa.
Sionista convinto, a metà degli anni Sessanta si trasferisce in Israele
dove ricoprirà importanti ruoli dirigenziali e dove, per 11 anni, sarà
un punto di riferimento per il Comites Israele, l'organo di
rappresentanza dei cittadini italiani iscritti all'Aire di fronte
all'Ambasciata e al Consolato Generale oltre alle diverse realtà del
mondo istituzionale interessate a intrattenere rapporti con i
connazionali all'estero.
Attento osservatore delle vicende dell’Italia ebraica, ha inoltre
collaborato con la redazione UCEI con articoli e spunti di riflessioni
sempre al cuore dei più importanti temi d'attualità.
I funerali di Sandro Nathan Di Castro si sono svolti ieri a Tel Reghev.
Alla moglie Adriana, ai familiari, a tutti i suoi cari, il cordoglio e
la vicinanza della redazione del portale dell’ebraismo italiano
www.moked.it e Pagine Ebraiche.
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(1927 - 2015)
Günter Grass
Per
alcuni Günter Grass rappresenta “la voce della coscienza tedesca”. Per
altri era l'intellettuale dal dito puntato, ma solo contro gli altri.
Indubbiamente la sua impronta rimarrà indelebile nella storia culturale
del Novecento. Scomparso ieri all'età di 87 anni, Grass, premio Nobel
per la Letteratura, è stato un “interprete estremo, testimone e
narratore controverso dei traumi della Germania, delle sue
contraddizioni e rimozioni”, come scrive Gian Enrico Rusconi su La
Stampa. Nel dopoguerra la sua instancabile denuncia rispetto al
tentativo dei suoi concittadini di cancellare le proprie responsabilità
rispetto al nazismo, lo fece diventare un simbolo positivo della
Germania post-bellica, il suo “Tamburo di latta” scosse le coscienze
tedesche e fu l'opera che gli permise di raggiungere il Nobel per la
Letteratura (1999). Molte le voci che lo ricordano, anche in modo molto
critico, all'interno del panorama ebraico e israeliano. Leggi
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Una vita vissuta al limite
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“Speravamo
nella pace, ma qui non l’avremo, almeno non a breve termine. Speravamo
nella tranquillità, ma qui non troveremo nemmeno quella. Le fondamenta
della nostra casa non sono molto solide, e sono scosse da frequenti
terremoti. Quella che viviamo in questa terra è un’avventura infinita.
Un’odissea. Lo Stato ebraico non assomiglia a nessun’altra nazione.
Questo paese non può garantire né sicurezza né benessere né serenità,
ma può offrire l’intensità di una vita vissuta al limite. La scarica di
adrenalina data dal vivere pericolosamente e sensualmente sull’orlo del
precipizio.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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