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14 aprile 20145- 23 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nel rito italiano, in varie benedizioni  che si invocano nelle festività è molto ricorrente l’augurio affinché si solidifichi un sano sentimento di amicizia tra i componenti della Comunità. Nel Talmùd, Makkòt 10 a, si evidenzia come in tutta Israele c’erano indicazioni stradali per raggiungere le città rifugio affinché l’omicida involontario potesse facilmente sfuggire alla vendetta. Viceversa, non vi era alcuna segnalazione per arrivare al Santuario di Yerushalaim,  affinché gli ebrei che si recavano nelle tre feste in pellegrinaggio si potessero consultare l’un l’altro sul percorso da fare e in questo modo avrebbero stretto amicizia.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Pesach è finita e noi finalmente siamo tornati liberi. Per dirci la verità, tutta la verità, avremmo bisogno di un confessore, ma dobbiamo accontentarci di uno psicanalista, che però non costa poco e ti fa perdere un sacco di tempo inutile in lunghi silenzi pieni di significato. Forse la confessione pubblica è la via d’uscita più conveniente. Pesach è finita, finalmente. Perché Pesach è una liberazione per tutti, ma è un dovere che ci piace pensare al femminile.
 
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L'Europa, casa degli ebrei
“Una nuova deroga al patto di stabilità è quanto serve al Museo della Shoah di Villa Torlonia per avere i fondi per la sua realizzazione. Ma la situazione, riporta Alessandro Capponi sul Corriere della Sera, preoccupa il Comune di Roma, che versa in una condizione economica difficile. “I soldi ci sono, ci saranno” precisano in Campidoglio. “Come trovarli e quando saranno disponibili, però, è presto per dirlo”, riporta Capponi che poi ricorda l’appuntamento odierno a Montecitorio con il convegno ‘Quale Memoria per quale società? I musei della Shoah nel terzo millennio’. “Apriranno i saluti del presidente della Camera, Laura Boldrini, del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, del presidente delle Comunità ebraiche, Renzo Gattegna, e del presidente della Fondazione, Leone Paserman; dopo la lectio magistralis di Marcello Flores d’Arcais, Piero Angela, Corrado Augias, l’architetto Luca Zevi e Micaela Procaccia (Mibac), moderati da Saul Meghnagi, tratteranno di «spazi fisici e spazi virtuali»; alle 12.15, moderati dalla docente di Storia moderna e contemporanea Anna Foa, interverranno tra gli altri il presidente della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi, e il presidente onorario della fondazione Museo della Shoah, l’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick”.

Bologna, tanti progetti per un Memoriale. Sono 284 le proposte arrivate in risposta al bando per la realizzazione a Bologna di un Memoriale dedicato alle vittime della Shoah. “Un’opera il cui valore culturale e simbolico ha permesso a Bologna di avere l’attenzione di gran parte del mondo dell’architettura”, dichiara a Repubblica il presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz. “La commissione giudicatrice, presieduta da Peter Eisen-man, l’autore del Memoriale “gemello” di Berlino, sceglierà tre elaborati che saranno sviluppati grazie a un finanziamento di 30 mila euro da parte della Fondazione Del Monte. Uno di questi sarà designato vincitore entro il 30 giugno. La premiazione avverrà in settembre in Sala Borsa in occasione della Giornata europea della cultura ebraica”.
 
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  davar
qui roma - il convegno a montecitorio
Memoria, chiave del futuro
IVia libera dal Comune di Roma per l’avvio dei lavori al Museo della Shoah a Villa Torlonia con l’approvazione, avvenuta ieri, di una determinazione dirigenziale che prevede l’aggiudicazione definitiva (con copertura finanziaria) degli stessi. L’annuncio in occasione del convegno ‘Quale memoria per quale società? I musei della Shoah nel terzo millennio’, a fronte di alcune considerazioni allarmistiche apparse in queste ore sui quotidiani.
Molteplici e autorevoli gli ospiti dell’incontro, svoltosi presso Palazzo Montecitorio e organizzato sinergicamente da A buon diritto, Amis, Associazione di cultura ebraica Hans Jonas e Irsifar e con il patrocinio di Roma Capitale.
“Fino ad oggi, in Italia, il ricordo della Shoah è vissuto essenzialmente nel tempo, ma è mancato, contrariamente a quanto accade in altri paesi, uno spazio fisico centrale e simbolico nel quale condensare e rendere vivo il ricordo” ha affermato il presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini toccando uno dei temi centrali del convegno. In una giornata di annunci l’onorevole Boldrini ha poi anticipato come il disegno di legge che introducente un’aggravante di pena per il negazionismo della Shoah, già largamente approvato dal Senato, sarà preso in esame dalla Camera a partire da giovedì 16 aprile. Un data fortemente simbolica, cadendo nel giorno in cui nel calendario ebraico si celebra Yom Ha Shoah.
“Cultura e Memoria sono le parole chiave, gli antidoti affinché la nostra società sia consapevole dei propri valori fondamentali e irrinunciabili, primo tra tutti il rifiuto di ogni deriva fanatica e fondamentalista che finisce per diventare assassina contro chiunque venga considerato diverso” ha spiegato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Un pensiero “commosso” e “solidale” è poi andato alle comunità cristiane e musulmane vittime in questi mesi di una barbarie senza fine. “Il mondo civile non può restare fermo, è necessario creare una grande alleanza che protegga gli innocenti e gli indifesi” ha sottolineato il presidente UCEI.
“Il nostro compito è quello di coltivare la Memoria. Nei luoghi lontani come Auschwitz, ma anche in quelli geograficamente più vicini a noi. Serve uno sforzo convergente tra didattica, insegnamento e recupero della traccia storica”, ha esordito il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Il ministro ha poi rivolto un appello affinché tutte le forze collaborino per il recupero e il ripensamento del padiglione italiano che, da Auschwitz, verrà presto trasferito a Firenze.
Ad aprire il convegno, dopo i saluti istituzionali, una lectio magistralis di Marcello Flores D’Arcais, docente di Storia comparata e di Storia dei diritti umani dell’Università di Siena, cui è seguita la lettura dei messaggi di apprezzamento inviati agli organizzatori dal sindaco Ignazio Marino e dal presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman.
Due le sessioni di approfondimento che sono seguite. La prima, dedicata a “Spazi fisici e virtuali” e moderata da Saul Meghnagi, ha visto gli interventi dei giornalisti e divulgatori Piero Angela e Corrado Augias, di Micaela Procaccia del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del consigliere UCEI Luca Zevi, architetto e progettista del Museo di Villa Torlonia. La seconda, dedicata a “Memoria e storia per un’educazione della democrazia” e moderata dalla storica Anna Foa, ha visto invece confrontarsi il senatore Luigi Manconi, il docente Franco Lorenzoni, il presidente e fondatore di Gariwo Giorgio Nissim, il giurista e presidente onorario della Fondazione Museo della Shoah Giovanni Maria Flick.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

qui milano   
Il calendario della Memoria
Interrogarsi sul significato del Giorno della Memoria a distanza di quindici anni dalla sua istituzione nel nostro paese. Analizzare quali dinamiche hanno portato alla sua nascita in Italia e quali scelte sono state invece fatte in altri paesi europei per ricordare la tragedia della Shoah. Cercare di capire quale evoluzione la Memoria avrà all'interno degli Stati dell'Europa e dell'Unione Europea e quali sono le politiche avviate dai vari governi e quali le strade da percorrere per l'intera società civile. La due giorni di convegno in corso a Milano, promosso dalla  Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), costituiscono un momento importate di riflessione per il presente e il futuro non solo dell'Italia ma anche dei paesi del vecchio continente sul significato della Memoria e della sua evoluzione nel tempo. “Le Giornate della Memoria della Shoah nell'Unione Europea: le sfide della commemorazione nel XXI secolo” il titolo dell'incontro curato da Guri Schwarz, affiancato da Liliana Picciotto, Giovanni Rota, Michele Sarfatti, membri del comitato scientifico. Ad aprire l'importante incontro milanese - sostenuto dal Centro di Judaica Goren Goldstein dell’Università degli Studi di Milano - le parole tese a sottolineare la necessità di costruire momenti di riflessioni sulla Memoria del presidente del Memoriale della Shoah di Milano Ferruccio De Bortoli, del presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti e della sopravvissuta e Testimone Liliana Segre. A seguire la sessione presieduta da Liliana Picciotto e introdotta da Schwarz – che ha dato un affresco della politica europea spiegando perché sia significati attuare una comparazione tra le varie realtà europee rispetto alle iniziative della Memoria – che hanno visto gli interventi di Michele Sarfatti che ha analizzato il percorso italiano per arrivare all'istituzione del Giorno della Memoria in Italia e al dibattito ad esso connesso con il tentativo di alcuni di interpretare la Memoria italiana solo dal punto di vista delle vittime dimenticandosi che l'Italia fascista fu corresponsabile della Shoah; Tal Bruttmann, il cui intervento ha spiegato l'iter francese con le sue contraddizioni per certi versi simili a quelle italiane per quanto riguarda le responsabilità del genocidio ebraico; e David Cesarani, che ha invece dato il quadro del lavoro svolto dalla commissione sulla Shoah promossa dal Primo Ministro britannico David Cameron. Presente in sala il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nonché vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach.
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Qui Venezia 
Compleanni lunghi un secolo
Grandi festeggiamenti alla casa di riposo della Comunità ebraica di Venezia per quattro nonne assai longeve: 406 anni complessivamente. Ida Colombo in pole position con 104 anni e a seguire Enrichetta Silva (classe 1914), Bice Zita Hirsch (1914), Ernestina Petronio (1915).

Michael Calimani 

qui roma - Ponte settimia spizzichino
Una nuova targa per ricordare
Da “vittima della persecuzione nazista” a “vittima della persecuzione nazifascista”. È quanto si leggerà nelle prossime ore sotto il nome di Settimia Spizzichino, unica donna a fare ritorno dalla retata del 16 ottobre 1943, alla cui memoria la città di Roma ha dedicato un ponte nel quartiere Ostiense. La nuova targa toponomastica sarà apposta domani, alle 12.30, alla presenza tra gli altri del sindaco Ignazio Marino. Una data doppiamente simbolica: oltre ad essere il compleanno di Settimia è anche l’anniversario della liberazione del campo di Bergen Belsen, dove venne rinchiusa prigioniera.

(Nell’immagine alcuni partecipanti alla ciclopedalata che ogni anno ricorda Settimia Spizzichino mentre transitano dal ponte intitolato alla sua memoria) 

STATI UNITI – VERSO LE PRESIDENZIALI
Hillary Clinton e la Casa Bianca

come vincere il sostegno ebraico
Una mamma trasloca per far frequentare alla figlia un asilo migliore, una coppia cerca di insegnare al cane a non mangiare la spazzatura, una ragazza cerca il suo primo lavoro dopo l’università. “Anch’io mi sto preparando per qualcosa, mi candido alla presidenza”, dice poi Hillary Clinton alla fine del video che ha appunto annunciato ieri la sua seconda corsa alla Casa Bianca, che inizia con le primarie del Partito Democratico per arrivare alle elezioni presidenziali del 2016. Nel video di presentazione si vedono i progetti delle famiglie americane che lentamente escono dalla crisi, e Hillary si dice pronta a conquistare il loro voto. Molte le sfide che la attendono in campagna elettorale, tra cui quella di tentare di rialzare il consenso della popolazione ebraica statunitense nei confronti del Partito democratico, attualmente in calo come mostrato da un sondaggio pubblicato negli scorsi giorni dalla società di sondaggi Gallup.
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(1938 - 2015)
Sandro Nathan Di Castro 
Viva commozione, in tutta l’Italia ebraica e nella comunità degli Italkim, gli italiani di Israele, per la scomparsa di Sandro Nathan Di Castro.
Nato a Roma nel novembre del 1938, nella stagione in cui entravano in vigore le leggi razziste emanate dal fascismo, Di Castro ha svolto un ruolo fondamentale nella ricostruzione della vita comunitaria nel dopoguerra, a partire dalla realizzazione del Centro Giovanile Ebraico di via del Gesù, poi trasferito in via Balbo, e dalla direzione del glorioso giornale dei giovani ebrei italiani Hatikwa.
Sionista convinto, a metà degli anni Sessanta si trasferisce in Israele dove ricoprirà importanti ruoli dirigenziali e dove, per 11 anni, sarà un punto di riferimento per il Comites Israele, l'organo di rappresentanza dei cittadini italiani iscritti all'Aire di fronte all'Ambasciata e al Consolato Generale oltre alle diverse realtà del mondo istituzionale interessate a intrattenere rapporti con i connazionali all'estero.
Attento osservatore delle vicende dell’Italia ebraica, ha inoltre collaborato con la redazione UCEI con articoli e spunti di riflessioni sempre al cuore dei più importanti temi d'attualità.
I funerali di Sandro Nathan Di Castro si sono svolti ieri a Tel Reghev. Alla moglie Adriana, ai familiari, a tutti i suoi cari, il cordoglio e la vicinanza della redazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e Pagine Ebraiche. 

(1927 - 2015)
Günter Grass
Per alcuni Günter Grass rappresenta “la voce della coscienza tedesca”. Per altri era l'intellettuale dal dito puntato, ma solo contro gli altri. Indubbiamente la sua impronta rimarrà indelebile nella storia culturale del Novecento. Scomparso ieri all'età di 87 anni, Grass, premio Nobel per la Letteratura, è stato un “interprete estremo, testimone e narratore controverso dei traumi della Germania, delle sue contraddizioni e rimozioni”, come scrive Gian Enrico Rusconi su La Stampa. Nel dopoguerra la sua instancabile denuncia rispetto al tentativo dei suoi concittadini di cancellare le proprie responsabilità rispetto al nazismo, lo fece diventare un simbolo positivo della Germania post-bellica, il suo “Tamburo di latta” scosse le coscienze tedesche e fu l'opera che gli permise di raggiungere il Nobel per la Letteratura (1999). Molte le voci che lo ricordano, anche in modo molto critico, all'interno del panorama ebraico e israeliano.
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pilpul
Una vita vissuta al limite
“Speravamo nella pace, ma qui non l’avremo, almeno non a breve termine. Speravamo nella tranquillità, ma qui non troveremo nemmeno quella. Le fondamenta della nostra casa non sono molto solide, e sono scosse da frequenti terremoti. Quella che viviamo in questa terra è un’avventura infinita. Un’odissea. Lo Stato ebraico non assomiglia a nessun’altra nazione. Questo paese non può garantire né sicurezza né benessere né serenità, ma può offrire l’intensità di una vita vissuta al limite. La scarica di adrenalina data dal vivere pericolosamente e sensualmente sull’orlo del precipizio.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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