
Elia Richetti,
rabbino
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I
Maestri insegnano che le sofferenze cancellano i peccati. Sembra quindi
strano che il malato di “tzarà‘ath” (che, come è noto, colpiva chi si
macchiava della colpa di maldicenza) dovesse portare un sacrificio di
espiazione.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Ancora
una parola sul rav Toaff, z.z.l., che ci ha lasciati questa settimana,
da chi ha avuto il raro privilegio di conoscerlo da vicino nel
quotidiano – nel vernacolare degli ebrei romani: o' jènnero. La persona
privata rivela aspetti che a volte sono diversi dall'immagine della
persona pubblica e che non sono meno importanti nella valutazione
complessiva. Una cosa più di tante mi ha sempre colpito nell'uomo di
famiglia affettuoso, ospitale, amichevole, capace di avvicinare i
lontani. Era la forza della fede in senso assoluto, e della fede come
pratica. Nel proporre alti principi ideali e spirituali, l'ebraismo
stabilisce anche i modi e le vie che la persona deve seguire per
raggiungerli concretamente. Ammiravo Toaff non solo nelle parole
eccezionalmente efficaci e pertinenti che sapeva dire in ogni
occasione, ma forse ancora di più nella sicurezza delle sue azioni
animate dalla sua fede incrollabile. "Si fa così", e questo valeva
tanto nella macellazione rituale di un pollo quanto nel confronto con
un capo di Stato, nella soluzione di un problema di giurisprudenza
rabbinica legato a una conversione, o nei momenti finali del suo stesso
funerale – indimenticabili per chi vi ha assisitito e li ha capiti. Sia
il Suo ricordo di Giusto in pace e benedizione.
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Parigi, evitata una strage
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Sventato
a Parigi un attacco contro due chiese da parte di un 24enne algerino,
che ha tradito le proprie intenzioni a pochi minuti dallo stesso.
“Domenica mattina Ghlam ha ucciso una donna nel tentativo di rubarle
l’auto prima di attaccare le chiese, si è ferito a una gamba ed è stato
costretto a chiamare i soccorsi perché perdeva molto sangue. Solo
grazie a questa circostanza fortuita – osserva il Corriere – non c’è
stata la strage”. A casa dell’uomo è stato rinvenuto materiale
dell’Isis, mentre è in corso una serrata caccia ai complici.
Il 25 Aprile e gli ebrei.
Si avvicina l’appuntamento con il 25 Aprile, 70esimo anniversario della
liberazione dal nazifascismo. Su Repubblica un’intervista a Massimo
Ottolenghi, 99 anni, protagonista della Resistenza. “La ragione perla
quale i partigiani ebrei finirono quasi tutti in Giustizia e Libertà?
Me la sono chiesta spesso. E la mia spiegazione – dice Ottolenghi – è
che c’era in noi già una formazione che ci portava a riconoscere
proprio in queste due parole, giustizia e libertà, quello che c’è anche
nelle Sacre Scritture”.
A Roma le manifestazioni del Campidoglio saranno dedicate a due grandi
italiani da poco scomparsi: Massimo Rendina e rav Elio Toaff. Nuove
scritte antisemite contro quest’ultimo sono intanto comparse nella
Capitale, a firma del gruppo di estrema destra Militia. I vigili urbani
sono dovuti tornare al lavoro “a Tor Fiorenza, sulle mura dei licei
Giulio Cesare e Lucrezio Caro, sul lungotevere Acqua Acetosa, in via
Marco Polo e in via Cerveteri” (Repubblica).
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pagine ebraiche maggio 2015
Rav Toaff, il ricordo degli allievi
Tra
i desideri espressi dal rav Elio Toaff c'era quello di avere, nell'ora
dell'estremo saluto, i suoi allievi attorno a sé. Quegli allievi che
aveva formato negli anni del Collegio Rabbinico e che avevano poi
intrapreso la professione. Chi a Roma, chi altrove, ma sempre serbando
un debito di riconoscenza nei confronti del Maestro. Gli allievi di
allora, i rabbini di oggi, sono accorsi in massa a Livorno per
testimoniare il loro dolore. E sul numero di Pagine Ebraiche in
distribuzione hanno raccontato il ruolo del rabbino emerito in quelle
che sono state le loro scelte e le loro convinzioni. Nel dossier anche
le testimonianze, tra gli altri, del presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del presidente della
Comunità di Livorno Vittorio Mosseri e del presidente dell'Assemblea
dei Rabbini d'Italia rav Giuseppe Momigliano. Mentre il coordinatore
dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI e direttore del giornale
dell'ebraismo italiano Guido Vitale si sofferma su un incontro tra la
redazione e il rav Toaff particolarmente significativo. Nelle pagine
degli editoriali anche un contributo di Sergio Della Pergola, che parla
di un ebraismo, quello del rav Toaff, “nel quale Sionismo e Religione
non possono venire disgiunti".
Numerosi
i temi di attualità sollevati sul giornale. Uno speciale dossier
dedicato all'Expo 2015, l'intervista del mese al Gran Rabbino di
Francia Haim Korsia, i grandi temi e i grandi protagonisti dei festival
culturali: dal premio Nobel per la letteratura Patrick Modiano allo
scrittore Abraham Yehoshua, entrambi a confronto con la redazione. E
molto altro ancora. Leggi
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j-ciak
Il principe di Hamas
Collaborare
con Israele “è la cosa più vergognosa che si possa fare nel mio paese”,
dice. Eppure, a 17 anni, Mosad Hassan Yousef, è talmente disgustato
dalla violenza e dalla brutalità di Hamas da decidere di collaborare
con lo Shin Bet. È un’inversione di rotta drammatica per uno come lui,
destinato a raccogliere l’eredità del padre Sheikh, fondatore e leader
di Hamas nella West Bank. Tanto drammatica che, se non fosse vera,
sembrerebbe uscita da un thriller di terza categoria. A raccontarla è
ora un film, “Il figlio di Hamas – The Green Prince” di Nadav Schirman,
da oggi nelle sale italiane che va visto per capirne di più delle
complesse dinamiche mediorientali.
Daniela Gross Leggi
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Setirot
- Solidarietà interpretata |
Chiede
il giornalista Cristiano Meoni: «Lega e Fratelli d’Italia attaccano
duro sui profughi, salvo poi molti di loro professarsi cristiani. Come
si concilia questa campagna con Papa Francesco che va a Lampedusa?». E
Franco Cardini, intervistato in qualità di storico da “Il Tirreno”
sulla emergenza profughi, risponde: «Ci sono tanti modi di essere
cristiani. Non voglio dare pagelle, ciò premesso va costruita una
gerarchia di valori. Sono importanti la fedeltà alla Chiesa, la
tradizione, il senso del sacro ma la base del cristianesimo sta nella
solidarietà. Per gli ebrei la solidarietà va esercitata dentro il
recinto dell’ebraismo, per cristiani e musulmani anche fuori, chiunque
è tuo fratello. Non c’è cristianesimo senza Gesù Vangelo dolore». Ogni
commento mi pare superfluo. Eccetto uno: se razzismo, xenofobia,
antisemitismo, terrorismo si combattono con la conoscenza e la cultura
– e così a mio avviso si devono combattere – allora Franco Cardini
questa battaglia non la sta proprio combattendo, anzi.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Difendere Israele |
Noi
abbiamo bisogno d’Israele e Israele ha bisogno di noi e se vogliamo
farle un regalo per i suoi sessantasette anni sarebbe bello smettere
con i distinguo ogni volta che si parla di politica israeliana. Siamo
per Israele senza se e senza ma, perché di fronte alla delegittimazione
e alla nuova ondata di antisemitismo e fondamentalismo islamico non
possiamo permetterci divisioni. A migliorare Israele ci penseranno i
suoi cittadini, noi pensiamo a difenderla perché da lei dipende la
nostra libertà.
Daniel Funaro
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