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23 Aprile 2015 - 4 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
I Maestri insegnano che le sofferenze cancellano i peccati. Sembra quindi strano che il malato di “tzarà‘ath” (che, come è noto, colpiva chi si macchiava della colpa di maldicenza) dovesse portare un sacrificio di espiazione.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Ancora una parola sul rav Toaff, z.z.l., che ci ha lasciati questa settimana, da chi ha avuto il raro privilegio di conoscerlo da vicino nel quotidiano – nel vernacolare degli ebrei romani: o' jènnero. La persona privata rivela aspetti che a volte sono diversi dall'immagine della persona pubblica e che non sono meno importanti nella valutazione complessiva. Una cosa più di tante mi ha sempre colpito nell'uomo di famiglia affettuoso, ospitale, amichevole, capace di avvicinare i lontani. Era la forza della fede in senso assoluto, e della fede come pratica. Nel proporre alti principi ideali e spirituali, l'ebraismo stabilisce anche i modi e le vie che la persona deve seguire per raggiungerli concretamente. Ammiravo Toaff non solo nelle parole eccezionalmente efficaci e pertinenti che sapeva dire in ogni occasione, ma forse ancora di più nella sicurezza delle sue azioni animate dalla sua fede incrollabile. "Si fa così", e questo valeva tanto nella macellazione rituale di un pollo quanto nel confronto con un capo di Stato, nella soluzione di un problema di giurisprudenza rabbinica legato a una conversione, o nei momenti finali del suo stesso funerale – indimenticabili per chi vi ha assisitito e li ha capiti. Sia il Suo ricordo di Giusto in pace e benedizione.
 
Parigi, evitata una strage
Sventato a Parigi un attacco contro due chiese da parte di un 24enne algerino, che ha tradito le proprie intenzioni a pochi minuti dallo stesso. “Domenica mattina Ghlam ha ucciso una donna nel tentativo di rubarle l’auto prima di attaccare le chiese, si è ferito a una gamba ed è stato costretto a chiamare i soccorsi perché perdeva molto sangue. Solo grazie a questa circostanza fortuita – osserva il Corriere – non c’è stata la strage”. A casa dell’uomo è stato rinvenuto materiale dell’Isis, mentre è in corso una serrata caccia ai complici.

Il 25 Aprile e gli ebrei. Si avvicina l’appuntamento con il 25 Aprile, 70esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Su Repubblica un’intervista a Massimo Ottolenghi, 99 anni, protagonista della Resistenza. “La ragione perla quale i partigiani ebrei finirono quasi tutti in Giustizia e Libertà? Me la sono chiesta spesso. E la mia spiegazione – dice Ottolenghi – è che c’era in noi già una formazione che ci portava a riconoscere proprio in queste due parole, giustizia e libertà, quello che c’è anche nelle Sacre Scritture”.
A Roma le manifestazioni del Campidoglio saranno dedicate a due grandi italiani da poco scomparsi: Massimo Rendina e rav Elio Toaff. Nuove scritte antisemite contro quest’ultimo sono intanto comparse nella Capitale, a firma del gruppo di estrema destra Militia. I vigili urbani sono dovuti tornare al lavoro “a Tor Fiorenza, sulle mura dei licei Giulio Cesare e Lucrezio Caro, sul lungotevere Acqua Acetosa, in via Marco Polo e in via Cerveteri” (Repubblica).
 
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  davar
 25 APRILE - UNA RIFLESSIONE DEL PRESIDENTE UCEI
Protagonisti della Liberazione
"È significativo rilevare come gli ebrei abbiano partecipato alla Liberazione in due vesti, quella di partigiani e quella di militari in divisa. Chi nega questo fatto offende la memoria di chi cadde, la verità storica e la coscienza dell’Italia". È quanto scrive il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (nell'immagine) in una riflessione a poche ore dalle celebrazioni del 70esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo in cui si ricordano sia l'impegno profuso dai molti ebrei italiani che scelsero la lotta partigiana sia le iniziative della Brigata Ebraica, il glorioso corpo combattentistico formato da 5mila volontari giunti dall'allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele. 
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pagine ebraiche maggio 2015
Rav Toaff, il ricordo degli allievi
Tra i desideri espressi dal rav Elio Toaff c'era quello di avere, nell'ora dell'estremo saluto, i suoi allievi attorno a sé. Quegli allievi che aveva formato negli anni del Collegio Rabbinico e che avevano poi intrapreso la professione. Chi a Roma, chi altrove, ma sempre serbando un debito di riconoscenza nei confronti del Maestro. Gli allievi di allora, i rabbini di oggi, sono accorsi in massa a Livorno per testimoniare il loro dolore. E sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione hanno raccontato il ruolo del rabbino emerito in quelle che sono state le loro scelte e le loro convinzioni. Nel dossier anche le testimonianze, tra gli altri, del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del presidente della Comunità di Livorno Vittorio Mosseri e del presidente dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia rav Giuseppe Momigliano. Mentre il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI e direttore del giornale dell'ebraismo italiano Guido Vitale si sofferma su un incontro tra la redazione e il rav Toaff particolarmente significativo. Nelle pagine degli editoriali anche un contributo di Sergio Della Pergola, che parla di un ebraismo, quello del rav Toaff, “nel quale Sionismo e Religione non possono venire disgiunti".

Numerosi i temi di attualità sollevati sul giornale. Uno speciale dossier dedicato all'Expo 2015, l'intervista del mese al Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, i grandi temi e i grandi protagonisti dei festival culturali: dal premio Nobel per la letteratura Patrick Modiano allo scrittore Abraham Yehoshua, entrambi a confronto con la redazione. E molto altro ancora.
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25 APRILE - APPELLO DELL'ARI AI RABBINI ITALIANI
"Festeggiamo in ogni sinagoga"

Un caldo appello a tutti i rabbini italiani a ricordare il significato della ricorrenza del 25 aprile, settantesimo anniversario della Liberazione dell'Italia dalla dominazione nazista e dal regime fascista, nell'ambito delle derashot e delle lezioni che saranno impartite nelle sinagoghe del paese il prossimo sabato, è stato rivolto dal presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, rav Giuseppe Momigliano (nell'immagine) a tutto il rabbinato.
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qui roma - yom haatzmaut
Il monito del rabbino capo:

"L'aliyah sia una crescita"
Nessuna festa pubblica per celebrare Yom Haatzmaut, i 67 anni dell’indipendenza di Israele, fondato secondo il calendario ebraico il 5 di Iyar del 5708, il 14 maggio 1948.
Una decisione voluta dalla dirigenza Comunitaria romana che ha preferito non celebrare come di consueto con musica e canti per rispettare la shivah, la settimana di lutto, del rabbino capo emerito Elio Toaff.
“L’aliyah, la scelta di trasferirsi in Israele - ha affermato il rav - non è un segno di caduta ma di crescita. Non c’è preoccupazione, ma gioia. Questo è un nuovo inizio, il simbolo di una resurrezione, non di distruzione”.
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israele
Da Gerusalemme a Erevan,

le fiaccole della Memoria
Il 24 aprile ricorre il centenario del genocidio armeno, nel quale un milione e mezzo di persone persero la vita. Alle sei e mezza di sera, quest'oggi, le campane di diciotto chiese armene della città vecchia di Gerusalemme suoneranno cento rintocchi consecutivi, uno per ognuno dei cento anni passati da quei tragici eventi. Subito dopo, le strade strette e dorate dove la comunità vive da tempo si riempiranno di persone che parteciperanno a una marcia con fiaccole in ricordo delle vittime.

(Nell'immagine l'avvocato Kevork Nalbandian, responsabile delle commemorazioni del genocidio armeno a Gerusalemme)
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j-ciak
Il principe di Hamas
Collaborare con Israele “è la cosa più vergognosa che si possa fare nel mio paese”, dice. Eppure, a 17 anni, Mosad Hassan Yousef, è talmente disgustato dalla violenza e dalla brutalità di Hamas da decidere di collaborare con lo Shin Bet. È un’inversione di rotta drammatica per uno come lui, destinato a raccogliere l’eredità del padre Sheikh, fondatore e leader di Hamas nella West Bank. Tanto drammatica che, se non fosse vera, sembrerebbe uscita da un thriller di terza categoria. A raccontarla è ora un film, “Il figlio di Hamas – The Green Prince” di Nadav Schirman, da oggi nelle sale italiane che va visto per capirne di più delle complesse dinamiche mediorientali.


Daniela Gross
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RAV ELIO TOAFF (1915-2015) - iniziative 
Livorno, una settimana di luce
Illuminerà la sala per sette giorni, i sette giorni di lutto che nel mondo ebraico seguono la scomparsa di una persona vicina, la candela che il rabbino capo di Livorno Yair Didi ha fatto accendere all’interno della sinagoga di piazza Benamozegh in memoria del rav Elio Toaff, di cui si erano da poco conclusi i funerali nel cimitero ebraico cittadino. “Rav Toaff è stato un grande rabbino. Amava la gente e la gente lo ha amato”, sottolinea rav Didi. Lunedì prossimo alle 18.30, alla fine della Shivà - annuncia rav Didi - si svolgerà una commemorazione del rav Toaff al cimitero ebraico cittadino con a seguire una preghiera in sinagoga e un llmmud in suo ricordo.
rav elio toaff (1915-2015) - testimonianze
"Dialogo, fu un pioniere"
Si susseguono le testimonianze di affetto e di cordoglio per la scomparsa del rabbino emerito di Roma rav Elio Toaff. “Era un leader religioso di grande statura morale, un pioniere del dialogo interreligioso, profondamente radicato nell’ortodossia tradizionale, e con una visione del mondo illuminata e universale” afferma il rabbino David Rosen, direttore degli Affari Interreligiosi Internazionali dell’American Jewish Committee. Lisa Billig (nell'immagine), rappresentante Ajc in Italia e Santa Sede, ha invece ricordato “l’eloquente esempio di non-violenza” offerto del rav con la marcia alla testa del corteo silenzioso che seguì l’attentato al Tempio maggiore di Roma “Il rabbino – sottolinea Billig – fece una scelta esemplare: una clamorosa manifestazione silenziosa al posto delle vuote parole dei funzionari di governo”.
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qui roma - docenti a confronto
Una didattica per la Shoah
La didattica della Shoah al centro di un convegno in due giornate svoltosi a Roma presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II e rivolto a docenti italiani che a novembre avevano seguito un corso di formazione a Gerusalemme, presso la Scuola internazionale di studi sull’Olocausto di Yad Vashem.
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  pilpul
Setirot - Solidarietà interpretata
Chiede il giornalista Cristiano Meoni: «Lega e Fratelli d’Italia attaccano duro sui profughi, salvo poi molti di loro professarsi cristiani. Come si concilia questa campagna con Papa Francesco che va a Lampedusa?». E Franco Cardini, intervistato in qualità di storico da “Il Tirreno” sulla emergenza profughi, risponde: «Ci sono tanti modi di essere cristiani. Non voglio dare pagelle, ciò premesso va costruita una gerarchia di valori. Sono importanti la fedeltà alla Chiesa, la tradizione, il senso del sacro ma la base del cristianesimo sta nella solidarietà. Per gli ebrei la solidarietà va esercitata dentro il recinto dell’ebraismo, per cristiani e musulmani anche fuori, chiunque è tuo fratello. Non c’è cristianesimo senza Gesù Vangelo dolore». Ogni commento mi pare superfluo. Eccetto uno: se razzismo, xenofobia, antisemitismo, terrorismo si combattono con la conoscenza e la cultura – e così a mio avviso si devono combattere – allora Franco Cardini questa battaglia non la sta proprio combattendo, anzi.

Stefano Jesurum, giornalista
Time out - Difendere Israele
Noi abbiamo bisogno d’Israele e Israele ha bisogno di noi e se vogliamo farle un regalo per i suoi sessantasette anni sarebbe bello smettere con i distinguo ogni volta che si parla di politica israeliana. Siamo per Israele senza se e senza ma, perché di fronte alla delegittimazione e alla nuova ondata di antisemitismo e fondamentalismo islamico non possiamo permetterci divisioni. A migliorare Israele ci penseranno i suoi cittadini, noi pensiamo a difenderla perché da lei dipende la nostra libertà.

Daniel Funaro

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