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5 maggio 2015 - 16 Iyar 5775

 

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di Tobia Zevi e Mario Avagliano.
 
Manuel Valls @manuelvalls
3 maggio
Vandaliser la plaque en mémoire d'Ilan Halimi, c'est abject. C'est vouloir le tuer une seconde fois.

Maurizio Molinari @Maumol
4 maggio
#Israele, #Lieberman esce dal governo, non sarà più ministro degli Esteri

 
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#PE24BreakingNews
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
Le notizie vengono pubblicate anche su twitter, @paginebraiche, con l'hashtag #PE24BreakingNews.
 
 
 
Texas, l'attacco annunciato
attraverso un "cinguettio"
Sui giornali numerosi approfondimenti relativi all’attentato sventato ieri in Texas. L’attacco, rivendicato sul social network Twitter da un profilo riconducibile all’Isis, era stato prennunciato dall’hashtag #texasattack. Come noto i due terroristi, Elton Simpson (già noto alle autorità) e Nadir Soofi, hanno aggredito un sorvegliante nel parcheggio attiguo alla sala nella quale stava avvenendo la cerimonia e sono stati uccisi dalla polizia in una sparatoria durata 15 secondi. A ideare la gara di vignette e ora al centro della curiosità dei media è Pamela Geller, blogger tacciata di islamofobia e descritta oggi sul Corriere della Sera come “figlia di una famiglia di industriali tessili ebrei di Long Island” che dal 2006 ha condotto diverse battaglie contro “l’islamizzazione” dell’America ribadendo di essere contraria solo alla frangia radicale della religione musulmana e criticando aspramente il presidente Usa Barack Obama. Negli ultimi anni, continua il Corriere, Geller ha perso però l’appoggio degli ebrei repubblicani e nel 2013 gli organizzatori della Conservative Political Action Conference (annuale conferenza che riunisce i conservatori d’America) le hanno proibito di intervenire.

Israele, fermo impegno contro l’odio. Dopo il pestaggio a Holon di un soldato di origine etiope da parte di due agenti della polizia, Israele prende provvedimenti licenziando uno dei due e sospendendo a tempo indeterminato l’altro: a comunicarlo è stato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld dopo le dure proteste che hanno infiammato le piazze di Gerusalemme e Tel Aviv. E per evitare una nuova Baltimora a intervenire è stato il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha dichiarato: “Bisogna estirpare il razzismo da Israele”. Il presidente Reuven Rivlin, parlando di “ferite sanguinanti che dobbiamo far rimarginare”, si è detto pronto ad affrontare il problema dell’integrazione della comunità etiope nel paese (La Stampa).

Lieberman fuori dai giochi. Intanto ieri il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha dato le dimissioni dal governo Netanyahu accusando il premier di opportunismo, nella convinzione che lo stesso voglia una costituire una coalizione con il leader dei laburisti Herzog. Come riporta tra gli altri il Foglio, Netanyahu avrà tempo fino a domani per annunciare la definizione del nuovo esecutivo.

Faida Le Pen. Ieri Marine Le Pen, leader del Front National francese, ha deciso di sospendere temporaneamente suo padre (e fondatore del partito) Jean-Marie Le Pen dopo alcune sue recenti dichiarazioni antisemite e filo-collaborazioniste. “Sono stato sconfessato, ma continuerò a parlare a mio nome” dice Le Pen padre (Il Fatto Quotidiano).

“L’Europa vigili sull’odio antiebraico”. Su Libero l’eurodeputato del PD, Antonio Panzeri, mette in guardia sui nuovi atti di antisemitismo: “Non si può sottovalutare la paura sempre più diffusa che l’Europa torni a diventare una terra ostile agli ebrei”. Per poi aggiungere: “Chi crede in una idea di Europa aperta e basata sui diritti oggi non può che guardare con preoccupazione all’aumento dell’emigrazione ebraica verso lo Stato di Israele. Dopo gli orrori del nazismo e del fascismo, per settant’anni l’Europa ha costituito un focolare sicuro per il popolo ebraico. Occorre lavorare sul piano politico e culturale affinché continui ad esserlo”.

Grossman alla guerra. Dopo il capolavoro “Vita e destino”, Adelphi pubblica “Uno scrittore in guerra” dello scrittore ucraino Vasilij Grossman, una collezione dei suoi taccuini che narrano gli orrori della Seconda guerra mondiale mentre seguiva, come inviato, l’Armata Rossa. Il Corriere della Sera ne presenta oggi la recensione a firma di Corrado Stajano.

Uno specchio coperto. Uscirà giovedì il nuovo libro di Elena Loewenthal “Lo specchio coperto” (ed. Bompiani), diario che affronta la dolorosa perdita del compagno descritta con l’immagine dello specchio coperto da un telo come richiede la religione ebraica durante la shiva, i sette giorni del lutto. La Stampa ne pubblica oggi un estratto.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
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