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10 maggio 2015 - 21 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino
“Ben Zoma dice: …Chi è forte? Colui che domina il suo istinto (cattivo)” (Avot 4,1). Dominare, dunque in un certo senso gestire, e non distruggere. Perché anche l’istinto del male ha una funzione essenziale nella esistenza dell’uomo e della realtà.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Si bruciano i libri, si assassina il padrone di casa, si rubano i suoi oggetti preziosi, si stupra la figlia. È il progetto che Calibano illustra nella seconda scena dell’Atto terzo de “la Tempesta” di Shakespeare. La letteratura ha il merito della sintesi, mostrando in poche parole un progetto nella sua interezza.
È il 10 maggio 1933 quando a Berlino bruciano i libri. 82 anni fa. Non era che l’inizio del “progetto di Calibano”. Come a Sarajevo, il 25 agosto 1992.
 
 
Patrick Modiano,
pagine inedite
Un tuffo nell’infanzia inquieta di un bambino solitario, con una mamma attrice e ballerina, un papà impegnato in strani traffici e un fratello come unico vero punto di riferimento, scomparso troppo presto. Un viaggio attraverso i luoghi della sua storia personale, le scuole, le strade di Parigi e il dietro le quinte dei suoi palcoscenici, visti attraverso gli occhi non solo di chi ci ha vissuto, ma di un autore per cui i luoghi hanno un valore unico. Un’immersione nel processo creativo di uno scrittore, che lega abitudine, tormenti e filosofia. Ma anche un tête-à-tête con un uomo che si è fatto voler bene da tutti quelli che l’hanno conosciuto, in carne ed ossa o attraverso i suoi libri. Lo sguardo inedito di Pagine Ebraiche sul Nobel per la Letteratura Patrick Modiano apre oggi le pagine culturali di Avvenire con la pubblicazione integrale dell’articolo scritto da Ada Treves sul numero di maggio del giornale dell’ebraismo italiano.
 
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  davar
redazione ucei protagonista
Una primavera di cultura
Un tuffo nell’infanzia inquieta di un bambino solitario, con una mamma attrice e ballerina, un papà impegnato in strani traffici e un fratello come unico vero punto di riferimento, scomparso troppo presto. Un viaggio attraverso i luoghi della sua storia personale, le scuole, le strade di Parigi e il dietro le quinte dei suoi palcoscenici, visti attraverso gli occhi non solo di chi ci ha vissuto, ma di un autore per cui i luoghi hanno un valore unico. Un’immersione nel processo creativo di uno scrittore, che lega abitudine, tormenti e filosofia. Ma anche un tête-à-tête con un uomo che si è fatto voler bene da tutti quelli che l’hanno conosciuto, in carne ed ossa o attraverso i suoi libri.
Lo sguardo inedito di Pagine Ebraiche sul Nobel per la Letteratura Patrick Modiano apre oggi le pagine culturali di Avvenire con la pubblicazione integrale dell’articolo scritto da Ada Treves sul numero di maggio del giornale dell’ebraismo italiano.
Molte altre, inoltre, sono le pagine che la redazione sfoglierà nei prossimi giorni a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro di cui è storica protagonista con la distribuzione di migliaia di copie del giornale nei luoghi nevralgici della fiera, ma anche con l’organizzazione di incontri, iniziative, tavole rotonde.
Tra i vari appuntamenti di questa “Primavera di cultura” in agenda l’evento “Cibo ebraico, dal piatto alla mente” in programma giovedì 14 maggio, giornata inaugurale del Salone, in Sala Avorio.
Ospiti dell’incontro, che avrà inizio alle 12, Jacqueline Fellus, responsabile del Progetto Kasherut dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; Giorgio Mortara, Associazione Medica Ebraica (“La Dieta Kasher – Storia, regole e benefici dell’alimentazione ebraica”, a cura di Rossella Tercatin, Giuntina editore); Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore (“Il genio del gusto: Come il mangiare italiano ha conquistato il mondo”, Garzanti editore); Benedetta Guetta, chef e blogger (www.labna.it); Roberta Anau, scrittrice e operatrice turistica. Per la redazione interverrà Ada Treves.
Sempre giovedì 14, presso la libreria Bardotto, si discuterà di “Ebraismo ai confini, ai confini dell’ebraismo” con riferimento alle figure di Giorgio Voghera, Piero Kern, Laura Weiss, Ernesto Nathan Rogers (“I quattro del Caffè San Marco”). Ospiti dell’evento, che inizierà alle 20.30, il critico letterario Alberto Cavaglion (Università di Firenze); Helen Brunner, psicoterapeuta; Loriana Ursich, Libreria Caffè San Marco – Trieste; Debora Tagliacozzo, Libreria Bardotto; Massimiliano Schiozzi, editore (Comunicarte edizioni). Per la redazione interverranno il direttore Guido Vitale e la redattrice Rachel Silvera.
“Germania, ferita aperta e nuova casa degli ebrei d’Europa” è invece il tema dell’incontro in programma domenica 17 alle 18, ancora alla libreria Bardotto. Una riflessione a più voci che ruoterà anche attorno alla figura di Katja Petrowskaja, autrice che con “Forse Esther” (ed. Adelphi) ha conquistato i più prestigiosi palcoscenici internazionali. Ospiti dell’incontro, che avrà inizio alle 18, lo storico e politologo Gian Enrico Rusconi (Università di Torino) e i giornalisti Manuel Disegni e Francesca Matalon.

israele
Netanyahu chiede più ministri
La nuova coalizione di Benjamin Netanyahu, Primo ministro di Israele, è chiamata al primo importante esame. Domani i 61 parlamentari della nuova maggioranza – faticosamente riunita da dal leader del Likud dopo le elezioni vinte a marzo – dovrà infatti votare compatta la decisione approvata oggi dal governo uscente, sempre guidato da Netanyahu, di abolire il tetto massimo per le nomine di ministri e viceministri. Una decisione nata dalla necessità di soddisfare le richieste dei partiti di coalizione (Kulanu, HaBayt HaYehudi, Shas e Yahadut HaTorah) ma soprattutto dalla volontà del Premier di non scontentare gli uomini del Likud, per cui altrimenti non ci sarebbero abbastanza posizioni di rilievo da ricoprire. Tolto il limite introdotto nella scorsa legislatura di 18 ministri e 4 viceministri, Netanyahu avrebbe mano libera nella distribuzione degli incarichi, potendo così accontentare i suoi, rimasti scottati dalla nomina a ministro della Giustizia della pupilla di Naftali Bennett (HaBayt HaYeudi) Ayelet Shaked.
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qui Roma
La nuova Europa delle religioni
Per favorire l’integrazione e la convivenza tra etnie e culture diverse è necessario analizzare le radici dell’Europa, cioè le religioni storicamente presenti nella regione (Cristianesimo, Ebraismo e Islam) che hanno fondato e sviluppato il pensiero e le scelte dell’Occidente. Proprio questo tema sarà al centro del convegno “Europa e cultura europea. Le religioni come sistemi educativi”, patrocinato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dalla Comunità ebraica di Roma, dall’Università Sapienza e dal Centro ebraico Pitigliani, in programma lunedì 11 maggio presso la Camera dei Deputati (il via ai lavori alle 10). Sarà questo il primo di una serie di incontri annuali che, rivolgendosi specialmente ad un pubblico di docenti e educatori, si concentrerà sull’ebraismo e al quale ne seguiranno uno nel 2016 sul Cristianesimo e uno nel 2017 sull’Islam. Ad introdurre “Europa e cultura europea. Le religioni come sistemi educativi”, la professoressa Antonella Castelnuovo. “La motivazione base di questa iniziativa – spiega – è che in questa fase di costruzione di una nuova Europa, processo tuttora in atto e lungi dall’essere compiuto, dobbiamo meglio comprendere che stiamo attraversando una svolta epocale di non facile gestione, dove il cambiamento sociale dovuto in gran parte allo sradicamento globalizzato di gente, valori, culture plurali e che avvalora il concetto che Edgard Morin con estrema lungimiranza espresse fin dal lontano 1988, affermando che ‘il futuro si chiama incertezza’”.
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israele - scompare il "pastore della biennale"
Menashe Kadishman (1932-2015)
Noto in Italia come “il pastore della Biennale” per aver portato a Venezia un gregge di ovini colorati quando vi ha rappresentato Israele (1978), Menashe Kadishman è salito alla ribalta artistica soprattutto grazie alle sue sculture metalliche e ai grandi dipinti di pecore colorate. E le sue opere, da Israele, hanno conquistato le gallerie di tutto il mondo.
Dal 1947 al 1950 ha studiato con lo scultore israeliano Moshe Sternschuss all’Avni Institute of Art and Design di Tel Aviv, per proseguire nel 1954 con lo Rudi Lehmann, a Gerusalemme. Nel 1959, trasferitosi a Londra, ha frequentato la Saint Martin’s School of Art e la Slade School of Art per perfezionarsi con Anthony Caro e Reg Butler. Proprio a Londra, pochi anni dopo, la Grosvenor Gallery ha organizzato e ospitato la sua prima personale.
Le sculture degli anni Sessanta erano in stile minimalista, progettate in modo da sfidare la gravità tramite equilibrio e costruzione attente, come in “Suspense”, o utilizzando vetro e metallo in modo che il metallo sembrasse sospeso. Includendo il vetro nelle sue opere, ha spiegato, ha voluto dare spazio all’ambiente.


Michael Sierra

(Nell'immagine Kadishman ritratto da Doron Gild)
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il ricordo di VITO VOLTERRA E GUIDO CASTELNUOVO
Due matematici nella Storia
Due grandi matematici. Due grandi ebrei italiani. L'Istituto di Scienze Lettere e Arti di Venezia si inchina alla memoria di Vito Volterra (1860-1940) e Guido Castelnuovo (1865-1952) dedicando loro due prestigiosi convegni internazionali con l'obiettivo di mettere in luce e comprendere la loro eredità scientifica e le qualità umane insite nel loro impegno. Non solo scientifico, ma anche culturale e civile.
Organizzato in collaborazione con l'Ercole Normale Superieure di Parigi, il convegno "Vito Volterra e le sorti post-unitarie della Scienza italiana", si terrà a Palazzo Loredan dall'11 al 13 maggio. Sempre a Palazzo Loredan, il 15 e 16 maggio, l'evento "In onore di Guido Castelnuovo" co-finanziato dal progetto PRIN "Geometria delle Varietà Algebriche".
Entrambe le iniziative hanno il patrocinio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.


(Nell'immagine a sinistra Vito Volterra, in quella a destra Guido Castelnuovo).
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qui roma
Una storia di Resistenza
Si è concluso oggi, con un sopralluogo nell'area compresa tra via Giulia e Piazza Navona, il ciclo di incontri organizzato dal gruppo giovanile Havi'u et Hayom nei luoghi che videro gli ebrei romani protagonisti della lotta di Resistenza dal nazifascismo.
Aperto a tutta la cittadinanza, con ottimo riscontro in termini di partecipazione ai diversi appuntamenti, l'itinerario ha precedentemente toccato il Museo della Liberazione di via Tasso e le Fosse Ardeatine.
pilpul
Il genocidio armeno/4
L’insediamento armeno in terra ottomana, alla fine dell’Ottocento, si divide in tre grandi macro-aree: l’Anatolia orientale e meridionale, la Cilicia e le comunità urbane, dove però risiedono perlopiù le élite intellettuali e sociali. Storicamente, l’Anatolia è stata per secoli una regione caratterizzata da un mosaico etnico, linguistico, religioso. La sua posizione di raccordo tra Oriente e Occidente l’ha infatti da sempre caratterizzata come centro di scambi e di transiti tra culture e popolazioni diverse, come anche luogo elettivo di scontri e di conflitti. Le frizioni, infatti, sono quelle che tipicamente caratterizzano una regione di raccordo, dove alla stanzialità di alcune comunità si accompagna la transitorietà o il nomadismo di altre. Quindi, il sovrapporsi delle seconde alla prime, le dinamiche acquisitive se non violentemente appropriative, il confronto per la titolarità di beni – a partire dalle terre – che non riescono ad essere di tutti ma sono rivendicati come esclusività da alcuni, costituiscono, nel loro insieme, l’origine delle tensioni che ne attraversano una storia spesso violenta.

Claudio Vercelli
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