Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino
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“Ben
Zoma dice: …Chi è forte? Colui che domina il suo istinto (cattivo)”
(Avot 4,1). Dominare, dunque in un certo senso gestire, e non
distruggere. Perché anche l’istinto del male ha una funzione essenziale
nella esistenza dell’uomo e della realtà.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Si
bruciano i libri, si assassina il padrone di casa, si rubano i suoi
oggetti preziosi, si stupra la figlia. È il progetto che Calibano
illustra nella seconda scena dell’Atto terzo de “la Tempesta” di
Shakespeare. La letteratura ha il merito della sintesi, mostrando in
poche parole un progetto nella sua interezza.
È il 10 maggio 1933 quando a Berlino bruciano i libri. 82 anni fa. Non
era che l’inizio del “progetto di Calibano”. Come a Sarajevo, il 25
agosto 1992.
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Patrick Modiano,
pagine inedite
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Un
tuffo nell’infanzia inquieta di un bambino solitario, con una mamma
attrice e ballerina, un papà impegnato in strani traffici e un fratello
come unico vero punto di riferimento, scomparso troppo presto. Un
viaggio attraverso i luoghi della sua storia personale, le scuole, le
strade di Parigi e il dietro le quinte dei suoi palcoscenici, visti
attraverso gli occhi non solo di chi ci ha vissuto, ma di un autore per
cui i luoghi hanno un valore unico. Un’immersione nel processo creativo
di uno scrittore, che lega abitudine, tormenti e filosofia. Ma anche un
tête-à-tête con un uomo che si è fatto voler bene da tutti quelli che
l’hanno conosciuto, in carne ed ossa o attraverso i suoi libri. Lo
sguardo inedito di Pagine Ebraiche sul Nobel per la Letteratura Patrick
Modiano apre oggi le pagine culturali di Avvenire con la pubblicazione
integrale dell’articolo scritto da Ada Treves sul numero di maggio del
giornale dell’ebraismo italiano.
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redazione ucei protagonista
Una primavera di cultura
Un
tuffo nell’infanzia inquieta di un bambino solitario, con una mamma
attrice e ballerina, un papà impegnato in strani traffici e un fratello
come unico vero punto di riferimento, scomparso troppo presto. Un
viaggio attraverso i luoghi della sua storia personale, le scuole, le
strade di Parigi e il dietro le quinte dei suoi palcoscenici, visti
attraverso gli occhi non solo di chi ci ha vissuto, ma di un autore per
cui i luoghi hanno un valore unico. Un’immersione nel processo creativo
di uno scrittore, che lega abitudine, tormenti e filosofia. Ma anche un
tête-à-tête con un uomo che si è fatto voler bene da tutti quelli che
l’hanno conosciuto, in carne ed ossa o attraverso i suoi libri.
Lo sguardo inedito di Pagine Ebraiche sul Nobel per la Letteratura Patrick Modiano apre oggi le pagine culturali di Avvenire con la pubblicazione integrale dell’articolo scritto da Ada Treves sul numero di maggio del giornale dell’ebraismo italiano.
Molte altre, inoltre, sono le pagine che la redazione sfoglierà nei
prossimi giorni a Torino, in occasione del Salone Internazionale del
Libro di cui è storica protagonista con la distribuzione di migliaia di
copie del giornale nei luoghi nevralgici della fiera, ma anche con
l’organizzazione di incontri, iniziative, tavole rotonde.
Tra i vari appuntamenti di questa “Primavera di cultura” in agenda
l’evento “Cibo ebraico, dal piatto alla mente” in programma giovedì 14
maggio, giornata inaugurale del Salone, in Sala Avorio.
Ospiti dell’incontro, che avrà inizio alle 12, Jacqueline Fellus,
responsabile del Progetto Kasherut dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane; Giorgio Mortara, Associazione Medica Ebraica (“La Dieta
Kasher – Storia, regole e benefici dell’alimentazione ebraica”, a cura
di Rossella Tercatin, Giuntina editore); Alessandro Marzo Magno,
giornalista e scrittore (“Il genio del gusto: Come il mangiare italiano
ha conquistato il mondo”, Garzanti editore); Benedetta Guetta, chef e
blogger (www.labna.it); Roberta Anau, scrittrice e operatrice
turistica. Per la redazione interverrà Ada Treves.
Sempre giovedì 14, presso la libreria Bardotto, si discuterà di
“Ebraismo ai confini, ai confini dell’ebraismo” con riferimento alle
figure di Giorgio Voghera, Piero Kern, Laura Weiss, Ernesto Nathan
Rogers (“I quattro del Caffè San Marco”). Ospiti dell’evento, che
inizierà alle 20.30, il critico letterario Alberto Cavaglion
(Università di Firenze); Helen Brunner, psicoterapeuta; Loriana Ursich,
Libreria Caffè San Marco – Trieste; Debora Tagliacozzo, Libreria
Bardotto; Massimiliano Schiozzi, editore (Comunicarte edizioni). Per la
redazione interverranno il direttore Guido Vitale e la redattrice
Rachel Silvera.
“Germania, ferita aperta e nuova casa degli ebrei d’Europa” è invece il
tema dell’incontro in programma domenica 17 alle 18, ancora alla
libreria Bardotto. Una riflessione a più voci che ruoterà anche attorno
alla figura di Katja Petrowskaja, autrice che con “Forse Esther” (ed.
Adelphi) ha conquistato i più prestigiosi palcoscenici internazionali.
Ospiti dell’incontro, che avrà inizio alle 18, lo storico e politologo
Gian Enrico Rusconi (Università di Torino) e i giornalisti Manuel
Disegni e Francesca Matalon.
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israele
Netanyahu chiede più ministri
La
nuova coalizione di Benjamin Netanyahu, Primo ministro di Israele, è
chiamata al primo importante esame. Domani i 61 parlamentari della
nuova maggioranza – faticosamente riunita da dal leader del Likud dopo
le elezioni vinte a marzo – dovrà infatti votare compatta la decisione
approvata oggi dal governo uscente, sempre guidato da Netanyahu, di
abolire il tetto massimo per le nomine di ministri e viceministri. Una
decisione nata dalla necessità di soddisfare le richieste dei partiti
di coalizione (Kulanu, HaBayt HaYehudi, Shas e Yahadut HaTorah) ma
soprattutto dalla volontà del Premier di non scontentare gli uomini del
Likud, per cui altrimenti non ci sarebbero abbastanza posizioni di
rilievo da ricoprire. Tolto il limite introdotto nella scorsa
legislatura di 18 ministri e 4 viceministri, Netanyahu avrebbe mano
libera nella distribuzione degli incarichi, potendo così accontentare i
suoi, rimasti scottati dalla nomina a ministro della Giustizia della
pupilla di Naftali Bennett (HaBayt HaYeudi) Ayelet Shaked.
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qui Roma La nuova Europa delle religioni
Per
favorire l’integrazione e la convivenza tra etnie e culture diverse è
necessario analizzare le radici dell’Europa, cioè le religioni
storicamente presenti nella regione (Cristianesimo, Ebraismo e Islam)
che hanno fondato e sviluppato il pensiero e le scelte dell’Occidente.
Proprio questo tema sarà al centro del convegno “Europa e cultura
europea. Le religioni come sistemi educativi”, patrocinato dall’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, dalla Comunità ebraica di Roma,
dall’Università Sapienza e dal Centro ebraico Pitigliani, in programma
lunedì 11 maggio presso la Camera dei Deputati (il via ai lavori alle
10). Sarà questo il primo di una serie di incontri annuali che,
rivolgendosi specialmente ad un pubblico di docenti e educatori, si
concentrerà sull’ebraismo e al quale ne seguiranno uno nel 2016 sul
Cristianesimo e uno nel 2017 sull’Islam. Ad introdurre “Europa e
cultura europea. Le religioni come sistemi educativi”, la professoressa
Antonella Castelnuovo. “La motivazione base di questa iniziativa –
spiega – è che in questa fase di costruzione di una nuova Europa,
processo tuttora in atto e lungi dall’essere compiuto, dobbiamo meglio
comprendere che stiamo attraversando una svolta epocale di non facile
gestione, dove il cambiamento sociale dovuto in gran parte allo
sradicamento globalizzato di gente, valori, culture plurali e che
avvalora il concetto che Edgard Morin con estrema lungimiranza espresse
fin dal lontano 1988, affermando che ‘il futuro si chiama incertezza’”. Leggi
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israele - scompare il "pastore della biennale" Menashe Kadishman (1932-2015) Noto
in Italia come “il pastore della Biennale” per aver portato a Venezia
un gregge di ovini colorati quando vi ha rappresentato Israele (1978),
Menashe Kadishman è salito alla ribalta artistica soprattutto grazie
alle sue sculture metalliche e ai grandi dipinti di pecore colorate. E
le sue opere, da Israele, hanno conquistato le gallerie di tutto il
mondo.
Dal 1947 al 1950 ha studiato con lo scultore israeliano Moshe
Sternschuss all’Avni Institute of Art and Design di Tel Aviv, per
proseguire nel 1954 con lo Rudi Lehmann, a Gerusalemme. Nel 1959,
trasferitosi a Londra, ha frequentato la Saint Martin’s School of Art e
la Slade School of Art per perfezionarsi con Anthony Caro e Reg Butler.
Proprio a Londra, pochi anni dopo, la Grosvenor Gallery ha organizzato
e ospitato la sua prima personale.
Le sculture degli anni Sessanta erano in stile minimalista, progettate
in modo da sfidare la gravità tramite equilibrio e costruzione attente,
come in “Suspense”, o utilizzando vetro e metallo in modo che il
metallo sembrasse sospeso. Includendo il vetro nelle sue opere, ha
spiegato, ha voluto dare spazio all’ambiente.
Michael Sierra
(Nell'immagine Kadishman ritratto da Doron Gild) Leggi
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Il genocidio armeno/4 |
L’insediamento
armeno in terra ottomana, alla fine dell’Ottocento, si divide in tre
grandi macro-aree: l’Anatolia orientale e meridionale, la Cilicia e le
comunità urbane, dove però risiedono perlopiù le élite intellettuali e
sociali. Storicamente, l’Anatolia è stata per secoli una regione
caratterizzata da un mosaico etnico, linguistico, religioso. La sua
posizione di raccordo tra Oriente e Occidente l’ha infatti da sempre
caratterizzata come centro di scambi e di transiti tra culture e
popolazioni diverse, come anche luogo elettivo di scontri e di
conflitti. Le frizioni, infatti, sono quelle che tipicamente
caratterizzano una regione di raccordo, dove alla stanzialità di alcune
comunità si accompagna la transitorietà o il nomadismo di altre.
Quindi, il sovrapporsi delle seconde alla prime, le dinamiche
acquisitive se non violentemente appropriative, il confronto per la
titolarità di beni – a partire dalle terre – che non riescono ad essere
di tutti ma sono rivendicati come esclusività da alcuni, costituiscono,
nel loro insieme, l’origine delle tensioni che ne attraversano una
storia spesso violenta.
Claudio Vercelli
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