Roberto
Della Rocca,
rabbino
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A
Belmonte un piccolo paese nell’altopiano portoghese e luogo simbolo del
marranesimo dove oggi vivono circa un centinaio di ebrei, “o judaismo”
viene palesato in ogni angolo. Gli abitanti ti salutano dicendo
‘shalom’ e indicandoti i siti comunitari a tal punto che non si riesce
a capire chi è ebreo e chi no. In generale, nel mondo ebraico oggi,
sembra come di essere giunti ad una svolta rispetto al fenomeno del
criptogiudaismo.
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Dario
Calimani,
anglista
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Rav
Elio Toaff (z.l.) l’ho conosciuto davvero poco. Come molti altri, ne ho
vissuto la figura da lontano. Ricordo di più i suoi figli, tutti al
tempo bambini, come chi scrive: se ne andò da Venezia quando iniziavo
le elementari. Quel che è certo però è che a Venezia, nei ricordi di
chi lo visse negli anni dell’immediato dopoguerra, rav Toaff ha
lasciato un ricordo di simpatia e di grande calore, distribuiti senza
distinguo a una comunità uscita dalla distruzione e dalla disperazione.
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Mattarella: "Emergenza migranti, bisogna agire" |
“L’emergenza
dei profughi non è solo una crisi del Mediterraneo, è un pericolo
globale. È un dramma umanitario, ed è anche una minaccia per la
sicurezza di tutti”. Queste le parole dell’Alto rappresentante per la
politica estera e la sicurezza europea Federica Mogherini, in visita
all’Onu alla vigilia della presentazione del piano della Commissione
europea per contrastare la crisi dei migranti. A preparare la propria
proposta di gestione della situazione è anche l’Italia che, scrive il
Corriere della Sera, ha lo scopo di superare le resistenze degli Stati
che si oppongono allo smistamento dei profughi e fissa in almeno
venticinquemila il numero di immigrati che dovrebbero essere trasferiti
dall’Italia in altri paesi. A prendere posizione è anche il presidente
della Repubblica Sergio Mattarella, che dichiara: “Nessuno può ignorare
il fatto che i profughi che approdano sulle nostre coste cercano
l’arrivo nella Ue e nessuno può negare che l’Unione è in grado di
assorbirli senza pesi né traumi. Ecco perché bisogna fare presto”. E
intanto dalla Libia arriva la notizia che il generale Haftar ha dato
l’ordine di bombardare una nave turca che aiuterebbe le milizie legate
all’Isis. “Abbiamo le prove”, si è giustificato il generale. (Corriere)
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israele-germania, mezzo secolo di rapporti
Rivlin: "Con il popolo tedesco condividiamo molti valori"
Amici
con posizioni differenti. Così il presidente israeliano Reuven Rivlin,
nella sua visita ufficiale a Berlino, ha definito il rapporto
consolidatosi nel tempo tra Israele e Germania. Un legame di cui oggi
cade il 50esimo anniversario: il 12 maggio 1965, infatti, i due paesi
siglavano il primo accordo bilaterale ufficiale, avviando quelle che
diventeranno delle relazioni diplomatiche stabili e proficue. “Questo
anniversario è motivo di grande gioia e gratitudine. Guardando quanto
abbiamo raggiunto, possiamo parlare, senza esagerare, di un miracolo”,
la soddisfazione espressa recentemente dal cancelliere tedesco Angela
Merkel, protagonista in queste ore di un incontro con il presidente
Rivlin. Il capo di Stato israeliano è arrivato lunedì in Germania,
accolto dal presidente tedesco Joachim Gauck (insieme nella foto), e
ieri ha partecipato alle commemorazioni svoltesi alla stazione
berlinese di Grunewald, da cui – dal binario 17 – settant'anni fa
furono deportati nei campi di concentramento 55mila ebrei tedeschi.
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Una storia da riscoprire
Sydney Cohen, re di Lampedusa
Lampedusa,
una piccola isola al largo delle coste della Sicilia, ha fatto notizia
in Europa ultimamente. È qui infatti che sono fatte sbarcare le navi
colme di immigrati clandestini provenienti dall'Africa, spesso dalla
Libia.
Lampedusa è piccola, così piccola che talvolta non compare nemmeno
sulle mappe, ma allo stesso tempo costellata di campi profughi che ne
occupano il territorio. È così affollata che il cimitero è ormai pieno
e non c'è più spazio per seppellire i corpi di chi, in queste
traversate, ha trovato la morte.
L'isola di Lampedusa ha anche una storia ebraica da raccontare.
E sì, è una storia straordinaria.
Josephine Bacon, The Algemeiner
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qui trieste - al via il prestigioso convegno
La Memoria, ferita d'Europa Nuovo appuntamento nell’ambito del Laboratorio permanente sulla Memoria e sull’uso della Storia.
Giovedì 14 e venerdì 15 maggio, presso il Magazzino delle Idee, si
terrà il Convegno Internazionale “Passaggi di memoria, la trasmissione
generazionale del trauma”.
La multidisciplinarietà è la caratteristica fondamentale di questi
incontri, iniziati nel 2012 a partire dalla costituzione del Comitato
scientifico Casa della Memoria che raccoglie, come ha ricordato,
introducendo l’iniziativa, la Presidente della Provincia di Trieste e
Assessore alla Cultura Maria Teresa Bassa Poropat, autorevoli esponenti
delle istituzioni, dell’associazionismo e del mondo accademico locali,
che in modo scientifico hanno saputo negli anni affrontare questo
delicato tema sottraendolo al rischio della politicizzazione.
Nei due giorni del convegno, che vedrà all’inaugurazione la presenza
del Rettore dell’Università di Trieste, l’attenzione verrà posta sulla
trasmissione della Memoria quando i testimoni diretti scompaiono.
Suddivisi in tre sezioni (Trasmissioni e accoglimenti, Sopravvivenze e
negazioni, Governare il Trauma), si alterneranno importanti studiosi
italiani e stranieri permettendo di analizzare da molteplici
prospettive il passaggio, spesso conflittuale della memoria alle
seconde generazioni. Attraverso questo metodo sarà infatti possibile
costruire un dialogo fra storici, psicologi, sociologi, psicoanalisti,
grazie all’esperienza di chi si alternerà a moderare i vari interventi:
i professori Giacomo Todeschini, Anna Maria Vinci, Gloria Nemec.
Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Trieste e
consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha ricordato
un’ulteriore occasione di incontro con Christoph U. Schminck-Gustavus:
il relatore al convegno presenterà infatti, per la prima volta in
Italia, il suo “Inverno in Grecia – Guerra, Occupazione, Shoah
1940-1944” (Golem edizioni, Torino, 2015); appuntamento al Museo Carlo
e Vera Wagner di via del Monte 7 mercoledì 13 maggio alle ore 18.
Paola Pini
(Nell’immagine
la presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat,
assieme al professor Giacomo Todeschini, al Consigliere dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Mauro Tabor che è anche assessore alla
Cultura della Comunità ebraica di Trieste e alla professoressa
dell’Istituto Regionale della Cultura Istriana Gloria Nemec).
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cinema - il capolavoro di vittorio de sica
Finzi-Contini, nuova vita
per la pellicola restaurata
“Girare
questo film? È stata una esperienza straordinaria. Posso dire senza
dubbio che mi ha aperto le porte dell’America”. A raccontarlo a Pagine
Ebraiche è Ennio Guarnieri, direttore della fotografia
dell’intramontabile pellicola cinematografica e braccio destro di
registi dell’epoca d’oro di Cinecittà (da Lina Wertmueller a Pierpaolo
Pasolini), che non ha voluto mancare alla proiezione de “Il giardino
dei Finzi Contini” nella sua versione restaurata, presentata ieri
all’Auditorium Parco della Musica. Una messa a nuovo per il film di
Vittorio De Sica, ispirato all’omonimo capolavoro di Giorgio Bassani e
vincitore del premio Oscar 1972 come miglior film straniero, che grazie
al restauro potrà adesso rivivere in eterno.
La
trama ripercorre la vicenda di Giorgio, studente di Lettere di famiglia
ebraica che si innamora di Micol Finzi Contini, giovane ebrea ferrarese
proprietaria di una maestoso giardino che fa da sfondo a lunghe partite
di tennis. Le loro vite si legano mentre in Italia vengono promulgate
le leggi razziste e si concludono con le tetre immagini dell’arresto
della famiglia Finzi Contini, privata della propria innata nobiltà e
condannata all’inferno dei lager nazisti.
(Nell'immagine una scena del film restaurato, in basso Roberto Cicchitto vicino all'attore Lino Capolicchio)
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a colloquio con lo scrittore israeliano Il segreto di Abraham Yehoshua: "Tutto inizia da una scintilla" Un’arpista.
La volontà di vivere di musica e l’impossibilità di farlo in patria, in
Israele. Il viaggio alla riscoperta delle origini, di Gerusalemme, per
occuparsi della casa dell’anziana madre, mentre lei sperimenta la vita
in una casa di riposo vicino al figlio, a Tel Aviv. E soprattutto,
quella che Abraham B. Yehoshua definisce “la scintilla”, ovvero la
volontà, la determinazione, a non avere figli. Così uno dei grandi
decani della letteratura israeliana anticipa a Pagine Ebraiche i sapori
del suo nuovo libro, che uscirà il prossimo autunno, in Italia per i
tipi di Einaudi. Perché ognuno dei volumi che in cinque decenni, a
partire dagli anni Sessanta, hanno cantato le storie di Israele, è
cominciato da una scintilla, un’idea, uno spunto: in questo ultimo caso
quello che in uno dei paesi sviluppati a più alto tasso di natalità,
molti definirebbero un anti-sogno. “Ho un nipote, professore di
successo in America, sposato, che d’accordo con la moglie non vuole
avere figli. Questa scelta in famiglia è sempre stata oggetto di grande
interesse e desiderio di capire. Quali possono essere le motivazioni
alla base di una decisione simile? Nel romanzo cerco di trovare una
risposta” spiega Yehoshua.
Rossella Tercatin Leggi
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Unioni |
Prosegue
al Senato la marcia della legge sulle Unioni civili, di cui si discute
solo da un paio di decenni. Inizialmente si chiamavano PACS, poi sono
transitati DICO, Cus e DiDoRe, per finire con i patti alla francese,
all’inglese e alla tedesca. E giù cavilli, commi, dettagli e polemiche.
Ma alla fine nisba. Matteo Renzi pare determinatissimo a condurre in
porto questa battaglia sui diritti civili, che ci vede peraltro buoni
ultimi nell’Europa occidentale. La sostanza della questione è arcinota:
dare una cornice giuridica allo stato di famiglia di centinaia di
migliaia di italiani in coppia con un partner, che vogliono vedersi
riconosciuti dei diritti. Alcuni in effetti già lo sono – al netto di
estenuanti trafile burocratiche – come l’assistenza al partner in
ospedale o in carcere. Altri rimangono invalicabili: reversibilità
della pensione, subentro nell’affitto, sostentamento al coniuge più
debole. Infine, il casus belli per eccellenza: adozione del figlio
biologico del partner o affidamento, adozione di minori o niente di
niente?
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Napoli, via Azzariti |
È
notizia di questi giorni la decisione del consiglio della II
Municipalità di Napoli, approvata all’unanimità e firmata dal
presidente Francesco Chirico, di chiedere il cambio del nome della
strada dedicata a Gaetano Azzariti, già presidente del “Tribunale della
razza” istituito dal regime fascista e, nel dopoguerra, presidente
della Corte Costituzionale. La proposta della Municipalità è di
intitolare la via a una bimba, Luciana Pacifici, nata a Napoli nel
maggio del 1943, la più piccola delle vittime napoletane della Shoah,
deportata insieme ai genitori e ad alcuni parenti ad Auschwitz il 30
gennaio 1944 e morta nel corso del viaggio. La battaglia del
giornalista Nico Pirozzi, sostenuta da molti storici e intellettuali,
oltre che dalla Comunità ebraica napoletana, segna così un primo
successo.
Mario Avagliano
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