14 Maggio 2015 - 25 Iyar 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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Il Vaticano "delude" Israele
e riconosce lo Stato palestinese
Grande
rilevanza sui quotidiani di oggi in merito all'accordo stipulato in
Vaticano tra la Santa Sede e “lo Stato di Palestina”, come definito dal
comunicato congiunto diramato dalle due diplomazie e di cui da notizia
l'Osservatore Romano. Come riporta il quotidiano vaticano nell'ampia
intervista pubblicata in seconda pagina al sottosegretario per i
Rapporti con gli Stati monsignor Antoine Camilleri, che ha guidato le
trattative con la controparte palestinese, è la prima volta che la
Santa Sede utilizza questa definizione di “Stato di Palestina” (la
precedente intesa era stata firmata con l'Olp), assimilabile a un
riconoscimento ufficiale, seppur indiretto, della sua esistenza.
Un'iniziativa accolta con apprensione e “delusione” da Israele, come
scrive La Stampa che riporta le parole del Ministero degli Esteri
israeliano: “Questa mossa non promuove il processo di pace e allontana
la leadership palestinese dal ritornare a negoziati diretti e
bilaterali”, la reazione della diplomazia israeliana che ha comunque
dimostrato cautela, sottolineando la necessità di studiare i termini
dell'accordo prima di valutare eventuali iniziative. Appare quindi
forzato il titolo di Repubblica che parla di “ira di Israele” e di una
sua presunta imminente reazione. In ogni caso, come scrive Gian Guido
Vecchi sul Corriere della Sera, l'accordo “avrà conseguenze politiche e
pratiche notevoli” e cita il sottosegretario Camilleri quando afferma
che l'intesa vorrebbe “aiutare i palestinesi nel vedere stabilito e
riconosciuto uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e
democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini”.
Sul Sole 24 Ore, Carlo Marroni ricorda invece il “timing molto
significativo” dell'annuncio dell'intesa tra Vaticano e palestinesi:
domenica Bergoglio incontrerà infatti il presidente dell'Autorità
nazionale palestinese Mahmoud Abbas. Ancora Marroni, riporta la
soddisfazione del consigliere diplomatico di Abbas, Majdi Khaldi che
sulla dicitura “Stato palestinese” presente nell'intesa, afferma che:
“Non si tratta di un riconoscimento: il riconoscimento palestinese come
entità diplomatica, da parte del Vaticano, è già avvenuto anni fa e si
è consolidato con l'ammissione della Palestina come stato non membro
Onu”. Parole che fanno il paio con quanto dichiarato all'Osservatore
Romano da Camilleri (“Il riferimento allo Stato di Palestina e quanto
affermato nell’accordo sono dunque in continuità con quella che è stata
allora la posizione della Santa Sede”, ha detto il sottosegretario,
riferendosi alla risoluzione dell'Onu del novembre 2012), che ha
inoltre ricordato come siano in corso le trattative con Israele per la
stipula di un'intesa economica. “È quasi pronto – ha spiegato il
capo della diplomazia vaticana - mi auguro possa essere presto firmato
a beneficio di ambo le parti”.
Accordo Vaticano-palestinesi, le reazioni.
Se Israele si è detta “delusa” dalla mossa del Vaticano di riconoscere
indirettamente lo Stato palestinese, nella comunità cristiana di
Gerusalemme Est la notizia è stata accolta con un certo distacco,
racconta Maurizio Molinari su La Stampa. “Sono anni che viene detto ai
palestinesi che avranno, o già sono, uno Stato dunque per loro
“riconoscimento” non significa molto – le parole di padre Carlos, un
francescano intervistato da Molinari - aspettano risultati concreti”.
“Anche questa attesa – spiega il francescano - è venata di pessimismo
perché il mondo arabo è cambiato e i cristiani della Città Vecchia
sanno che Israele è per loro lo Stato più sicuro dove vivere,
lavorare”. Bacchetta invece l'iniziativa vaticana il Foglio, che
nell'editoriale di redazione, parla di eccessiva fretta da parte del
Vaticano nel agire per il riconoscimento dello Stato palestinese: “i
palestinesi stanno internazionalizzando il conflitto con Israele –
spiega il Foglio - mentre il mondo arabo islamico è percorso da un odio
ipnotizzante verso "i sionisti" e vaste masse di cristiani sono
cacciati dalle terre islamiche, palestinesi comprese. Oggi il Vaticano
poteva permettersi di prendere tempo, adducendo numerose ragioni, prima
fra tutte l'esposizione globale di Israele alla tagliola della umma
islamica”. Secondo Ugo Tramballi (Sole 24 Ore) il riconoscimento
vaticano fa parte di “una fase nuova”, diplomaticamente favorevole ai
palestinesi, che spingerà l'esecutivo di Gerusalemme, definito da
Tramballi di “estrema destra nazional-religiosa”, a sentirsi sempre più
isolato. “La storia degli ultimi cinquant’anni dimostra che non accade
niente di buono quando gli israeliani credono di essere senza amici” la
fosca e poco chiara previsione di Tramballi.
Ucciso il vice Califfo. O forse no.
Bagdad annuncia l'uccisione di Al Afri, il numero due del movimento
islamista dell'Isis che sta terrorizzando il Medio Oriente. Uccisione
però, come riporta Guido Olimpio sul Corriere, smentita dal Pentagono
che continua a dare la caccia all'uomo con i droni.
Torino, il Salone del libro e la Memoria.
Sulla Stampa Elena Loewenthal riporta alcuni appuntamenti che si
svolgeranno nei prossimi giorni alla Fiera del Libro di Torino, che
inaugura oggi, e il cui filo conduttore è la Shoah. Oggi alle 14,
sottolinea la giornalista,“ in Sala Azzurra la presentazione del libro
di Halina Birenbaum, La speranza è l’ultima a morire. Sabato alle 13,30
allo spazio Book incontro con Bogdan Bartnikowski, autore de L’infanzia
dietro il filo spinato, dove interverrà fra gli altri il Sindaco
Fassino. Lunedì alle 14 in Sala Blu Se chiudo gli occhi muoio, instant
book frutto della collaborazione fra La Stampa e il Museo del campo di
sterminio”.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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