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15 maggio 2015 - 26 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
“E proclamerete la libertà (Dror) nel paese…” (Levitico 25,10) Il grande commentatore Rashi cita in loco una fonte e spiega in questo modo: “Insegna Rabbi Yehuda: Cosa significa Dror? Come chi abita in un luogo di residenza qualsiasi, che abita quindi ovunque egli voglia senza essere sottoposto ad altri”. Il diritto alla residenza, alla giusta emigrazione, allo spostarsi e non alla fuga non è un diritto scontato.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
La risposta della società italiana all’emergenza profughi può assumere sembianze paradossali, con istituzioni pubbliche contrapposte e gruppi di cittadini diversamente organizzati. Certo, l’imminenza delle elezioni regionali non aiuta ed è chiaro che in questi momenti la demagogia si spreca. Tuttavia è significativa l’assenza di condivisione anche solo di un’idea generale di integrazione, e questo è un problema generale che riguarda l’intera società italiana che dovrebbe indurre anche il suo mondo ebraico a riflettere e ad esprimersi.
 
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Abu Mazen in visita in Italia
IIl presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen arriverà nelle prossime ore in Italia. In programa un incontro con le autorità italiane e con papa Bergoglio, poche ore dopo la dichiarazione del Vaticano legata al riconoscimento dello Stato palestinese. Oggi Abu Mazen sarà a Palazzo Chigi per incontrare il premier Matteo Renzi, per tentare di spingere l’Italia a seguire “l’esempio del Vaticano nel riconoscere il nostro Stato”, e durante la giornata incontrerà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (La Stampa).
 
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  davar
dopo il via libera della knesset
Israele, nasce il nuovo governo
Dopo la fiducia ottenuta ieri sera dalla Knesset, seppur grazie a una maggioranza decisamente risicata (61 voti contro 59), il Primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha formato il suo quarto governo e si prepara a guidare nuovamente il Paese con una coalizione marcatamente di destra. Le trattative per la formazione dell’esecutivo sono state lunghe ed estenuanti, nonostante la chiara vittoria ottenuta da Netanyahu alle elezioni di marzo. A metterlo in difficoltà, la defezione dell’ex alleato Avigdor Lieberman, il conseguente aumento del peso politico di Naftali Bennett e del suo Habayt HaYehudi e la necessità di non scontentare, nella distribuzione degli incarichi, i vertici del suo partito, il Likud.
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qui torino - salone del libro
I quattro del Caffè San Marco
Un romanzo e un caffè, uno scambio di idee e bicchiere di vino, una lettera per un amico e un cappuccino per colazione. Lettura, scrittura e cucina si intrecciano tutti i giorni nella vita di un caffè letterario, creando quell’atmosfera che è riuscita a stimolare grandi scrittori triestini come Giorgio Voghera e Piero Kern, immancabili al loro tavolino del caffè San Marco. La stessa atmosfera che si ritrova anche alla Libreria Bardotto di Torino, dove giovedì sera si è svolto l’incontro intitolato ‘Ebraismo ai confini, ai confini dell’ebraismo’, organizzato dalla redazione di Pagine Ebraiche in occasione del Salone del Libro.
Una conversazione sui libri e tra i libri, tra persone che dei libri hanno fatto la loro vita, a cui hanno preso parte il critico letterario Alberto Cavaglion, l’editore di Comunicarte Massimiliano Schiozzi, la psicoterapeuta Helen Brunner, che insieme a lui ha curato quattro volumi su altrettanti scrittori triestini, e naturalmente non potevano mancare le curatrici delle librerie del caffè San Marco, Loriana Ursich, e della libreria Bardotto stessa, Debora Tagliacozzo.A moderare l'incontro il direttore della redazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale.
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qui torino - salone del libro
Tradurre Primo Levi
Scegliere la parola giusta, arrovellarsi per veicolare un concetto, essere coerenti. Sono queste le sfide che la traduttrice americana Ann Goldstein ha dovuto affrontare per realizzare l’edizione americana dell’opera completa di Primo Levi che verrà pubblicata il prossimo autunno da Norton-Liveright. Con Fabio Levi, direttore del Centro Primo Levi e il critico letterario Domenico Scarpa, Goldstein – che ha fatto conoscere al pubblico americano il caso letterario Elena Ferrante, oltre ad aver rielaborato nuove traduzioni di Giacomo Leopardi – è stata protagonista di un appuntamento al Salone del Libro di Torino per presentare il volume “In un’altra lingua” (ed. Einaudi) dedicato alla sesta “Lezione Primo Levi” (l’annuale appuntamento torinese del Centro Primo Levi) tenuta con Scarpa e che si è concentrata sul rapporto tra lo scrittore piemontese e la traduzione. A introdurre il convegno, al quale hanno partecipato i figli di Primo Levi, Renzo e Lisa, e il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, è stato il direttore del Salone Ernesto Ferrero: “L’opera di Levi è assimilabile a quella di un antropologo che smonta e rimonta un evento per spiegarlo alle persone. Non si fa prendere dall’emotività ma continua fermo la sua analisi. Primo Levi è stato egli stesso un traduttore, non solo perché ha curato la versione italiana dell’Ignoto marinaio di Coleridge o di Heine ma perché ha dovuto inventare un linguaggio per tradurre qualcosa di impossibile da raccontare o spiegare come la Shoah. Penso che la versione americana della sua opera omnia porterà una svolta storica nella diffusione di questo autore fondamentale”.
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qui torino - salone del libro
Kultur che fece crescere l'Italia 
L’Italia, seppur restia ad ammetterlo, ha un debito culturale nei confronti della Germania. La Kultur tedesca ha influenzato profondamente la realtà intellettuale del Bel Paese. E di questa Kultur – che rispecchia una visione del mondo declinata in diversi ambiti, dalla letteratura all’arte, dalla filosofia, alla politica – ha parlato ieri al Salone del Libro di Torino Claudio Magris. “In un Salone che vede Paese ospite la Germania non poteva mancare un intellettuale a 360 gradi, una delle coscienze critiche più lucide di questi tempi così tormentati”, la definizione di Ernesto Ferrero, direttore della rassegna torinese, del germanista triestino. Leggi

Qui torino - salone del libro
Raccontare l'abisso della Storia
Due appuntamenti dedicati al valore della Memoria sono stati tra i protagonisti della giornata inaugurale del Salone Internazionale del Libro di Torino e hanno offerto al numeroso pubblico presente due testimonianze d’eccezione: quella di Halina Birenbaum che ha raccontato la propria esperienza di ragazza chiusa dentro il ghetto di Varsavia e poi deportata nei lager nazisti e quella di Tatiana Bucci, sopravvissuta ad Auschwitz, intervenuta alla presentazione del libro “Bombardare Auschwitz”  (ed. Mondadori ) di Umberto Gentiloni Silveri.

“Mi vedete, sono piccola, eppure la storia che vi racconterò è grandissima”. A parlare è Halina Birenbaum, Testimone della Shoah sopravvissuta ai campi di concentramento di Majdanek e Auschwitz e divenuta scrittrice e poetessa.
L’occasione nasce dalla pubblicazione del suo libro “La speranza è l’ultima a morire”, pubblicato dalla Casa Editrice del Museo di Auschwitz-Birkenau e portato in Italia dall’Associazione Terre di Fuoco e dal Treno della Memoria di Torino.
Davanti ad un numeroso pubblico accorso per ascoltare la sua vicenda, Birenbaum – introdotta da Michele Curto e da Jadwiga Pinderska, direttrice della Casa Editrice Museo Auschwitz – ha raccontato la sua vita. “Sono nata a Varsavia nel 1929, ho perso tutta la mia famiglia nei campi di concentramento e ho passato cinque anni in quello che è riconosciuto come l’abisso della storia”.
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qui torino - salone del libro
Armenia, voci contro l'odio
"Un libro che arriva al momento giusto”. Sono le parole con cui la scrittrice Antonia Arslan, che molti libri e molte energie ha dedicato al racconto del Grande Male, sottolinea l'importanza di “Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio”, volume pubblicato dalla casa editrice Giuntina in occasione del Giorno della Memoria (curatori dell'opera sono Fulvio Cortese e Francesco Berti).
Una scelta temporale estremamente significativa, quella di Giuntina, a legare due tragedie – il Metz Yeghern e la Shoah – che hanno segnato la storia del Novecento (pur con una diversa consapevolezza della collettività). Il volume, è stato ricordato, rappresenta infatti una testimonianza preziosa per far luce sul massacro compiuto ai danni della minoranza armena, un massacro troppo a lungo ignorato e su cui ancora oggi sono diffuse speculazioni vergognose. In primis, ha sottolineato l'editore Shulim Vogelmann, il “negazionismo di Stato” di matrice turca.
In questa prospettiva, significativo il fatto che le voci a levarsi contro l'oblio siano prima di tutto ebraiche. E che sia proprio un ebreo, Raphael Lemkin, a coniare il termine genocidio.

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la rassegna settimanale di melamed
Scuola e cittadinanza
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Dalla alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed
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qui torino - salone del libro
La vittoria della vita
Prima di tutto, un inno alla vita. Questo è, per Emmanuelle de Villepin, ‘Un mondo senza noi’ della scrittrice e giornalista Manuela Dviri. Pubblicato da Piemme, il libro ricostruisce la saga di due famiglie ebraiche italiane tra leggi razziste, diritti negati, l’orrore della Shoah. Nomi, persone, luoghi, spostamenti: un affresco straordinario e potente. E il “mondo senza noi”, quello voluto dal nazifascismo, che si infrange contro la vita per lasciare strada alla straordinaria forza d’animo e al coraggio di chi sopravvive.
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pilpul
La scommessa dei libri
Un locale nato da pochi mesi, libreria e bistrot insieme, e un caffè che esiste da cent’anni con una libreria al suo interno: interessante ieri sera il confronto tra Deborah Tagliacozzo della libreria Bardotto di Torino e Loriana Ursich della libreria caffè San Marco di Trieste. Confronto da cui sono emerse lievi differenze (nella scelta dei libri da esporre, nel modo di suddividerli) ma anche curiose somiglianze. Già di per sé Trieste e Torino hanno qualcosa in comune: ieri sera è stata descritta molto efficacemente la Trieste del secolo scorso, un ambiente ricco di personalità eccezionali; anche a Torino conosciamo questa sensazione di un mondo straordinario passato pochi decenni prima di noi per gli stessi luoghi che frequentiamo quotidianamente. Due mondi – quello triestino ma anche quello torinese – a cui l’ebraismo non è estraneo.

Anna Segre, insegnante
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Profughi
Ha fatto il giro del web e ha destato polemiche, la notizia riportata da numerosi quotidiani e colta immediatamente da Matteo Salvini, secondo cui una decina di profughi avrebbero rifiutato due strutture in Toscana dove sarebbero stati ospitati, perché privi di televisione e collegamento wi-fi. Sempre che ciò sia avvenuto realmente – Questura e Carabinieri locali hanno smentito la notizia chiarendo “che il rifiuto era legato solo a motivi religiosi” -, e cercando di togliere tale sensazionalismo a titoli analoghi, trattandosi di casi isolati, dove la maggioranza dei migranti, come hanno sottolineato i numerosi volontari, non può che essere grata per quello che sta ricevendo, la specifica vicenda dopo queste premesse, non dovrebbe granché stupire o indignare.

Francesco Moises Bassano, studente
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