Paolo Sciunnach,
insegnante
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“E
inciamperanno l’uno nell’altro” (Vaykra 26, 37). Rashi in loco
commenta: “costui inciamperà nelle trasgressioni dell’altro e
viceversa. Tutto Israele è responsabile uno nell’altro” (o “dell’altro”
dipende dal tipo di citazione: Talmud o Midrash). Tutte le anime del
popolo di Israele sono mischiate e collegate una nell’altra.
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Anna
Foa,
storica
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A
Bologna la prima manifestazione nazionale di rom e sinti, al canto
dell’inno di Mameli. Intorno, a minacciare scontri che per fortuna non
ci sono stati, i neonazisti di Forza Nuova. Sentendo che i rom e i
sinti avevano cantato l’inno nazionale ho provato la stessa sensazione
di quando ho visto ho visto gli ebrei francesi, nel 2014, difendere le
loro sinagoghe al canto della Marsigliese.
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MILANO
- In occasione dell'uscita del libro 'Lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner' del
presidente dell'organizzazione Gariwo - la foresta dei Giusti Gabriele
Nissim, si svolgerà questa sera al teatro Franco Parenti (ore 18.30)
l'incontro dal titolo 'La fragilità del bene. Dialogo su Armin T.
Wegner'. Intervengono Francesco Cataluccio, Antonio Ferrari, Pietro
Kuciukian, Gabriele Nissim, Livia Pomodoro,Don Gino Rigoldi, Andrée
Ruth Shammah, Mischa Wegner, con letture di Massimiliano Speziani e
l'accompagnamento musicale di Gaetano Liguori.
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Emergenza profughi
Le domande dell'Italia
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Alla
vigilia del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea che
dovrà prendere decisioni in merito, la Francia si oppone al sistema di
quote di migranti da accogliere in ciascun Paese europeo proposto dal
presidente della Commissione Jean-Claude Junker per aiutare l’Italia ad
affrontare l’emergenza degli sbarchi nel Mediterraneo. Il no del primo
ministro Manuel Valls arriva da Mentone, alla frontiera con l’Italia,
dove tra lunedì e giovedì sono state fermate quasi mille persone, e
segue quello di Gran Bretagna, Ungheria e Polonia.
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cordoglio nell'italia ebraica Umberto Sciunnach (1935-2015)
Giovialità
e umanità erano i suoi tratti distintivi. Un’umanità che sapeva
trasmettere all’istante, un grande cuore che tanti testimoniano in
queste ore di cordoglio. Nato a Roma il 30 agosto 1935, rav Umberto
Avraham Sciunnach è scomparso ieri a Firenze lasciando dietro di sé una
scia di dolore, nella Comunità che l’ha accolto giovanissimo e di cui è
stato chazan, shochet e rabbino capo, nelle istituzioni cittadine, in
tutta l’Italia ebraica. Molto amato sia a Firenze che a Roma, era stato
anche anima del tempio capitolino Beth Shalom. “Era un rabbino vecchio
stampo, di quelli che conoscono tutti. Si interessava alla vita
comunitaria, ai suoi problemi, alle persone”, lo ricorda la presidente
della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli. “Un benvoluto da
tutti i suoi colleghi. Un uomo di grande modestia, ma anche di notevoli
capacità. Mi piace ricordare che veniamo dalla stessa scuola rabbinica,
la Margulies di Torino” afferma il presidente dell’Assemblea rabbinica
italiana rav Giuseppe Momigliano.
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qui torno - oggi la nomina Adei, conferma alla presidenza per Ester Silvana Israel Conferma
alla presidenza dell’Associazione Donne Ebree d’Italia per Ester
Silvana Israel. La decisione nel corso dell’assemblea annuale
dell'associazione a Torino, con socie da tutta Italia che si sono
ritrovate in Comunità per discutere e approvare il bilancio, oltre che
per procedere alle elezioni per il rinnovo delle cariche. Il nuovo
Consiglio è composto da Michela Caracciolo (Padova), Carla Guastalla
(Livorno), Silvana Hannuna (Roma), Viviana Levi (Roma), Ines Miriam
Marach (Bologna), Liora Misan (Trieste), Ziva Modiano Fischer (Roma),
Roberta Nahum (Roma), Sara Procaccia (Roma), Miriam Rebhun (Napoli),
Susanna Sciaky (Milano), Emanuela Servi Di Castro (Firenze), Lea
Voghera Fubini (Torino), Stefania Zevi (Milano).
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Oltremare
- Knesset Show |
In
Israele ci interessa talmente tanto quello che succede nella politica,
che abbiamo un canale televisivo dedicato alla Knesset. Veramente credo
che un canale simile esista anche in Italia, ma qui in Israele c’è
gente altrimenti guidicabile come ‘normale’ che lo guarda. Ora, quando
uno fa l’aliyah è facile che nel primo anno finisca a fare la canonica
visita alla Knesset – parte fondamentale dell’istruzione del nuovo
israeliano insieme a lunghe e faticosissime ore a Yad Vashem, e alla
salita a piedi a Masada, preferibilmente verso l’ora di pranzo (con 48
gradi centigradi e 2% di umidità), e “veloci che abbiamo fatto tardi!”.
I migliori sopravvivono, lungo la strada imparano un po’ di ebraico e
si avviano per l’incerta ma ideologicamente inattaccabile vita da
israeliani. Infatti, siamo ancora qui.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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