20 maggio 2015 - 2 Sivan 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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The Jerusalem Post @Jerusalem_Post
20 maggio
Herzog mocks Netanyahu’s chances of reigniting peace process http://bit.ly/1LjTGK0
Reuters Top News @Reuters
19 maggio
Vatican says Pope meant no offense to Israel by referring to Abbas as "angel of peace": http://reut.rs/1AdmJhr
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#PE24BreakingNews
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L'Isis e l'emergenza profughi
La Libia preoccupa l'Europa
La
Libia sta diventando la base dell'Isis del nord Africa che da qui
vorrebbe lanciare i suoi attacchi all'Europa. A lanciare l'allarme,
come riporta La Stampa, il Pentagono americano: fonti al suo interno,
interpellate dal quotidiano Wall Street Journal, affermano che il
Califfato “ha inviato soldi, addestratori e militanti, per costruire
una vera presenza nel Paese, che sarebbe già operativa” e starebbe
pianificando di colpire l'Europa e il vicino Egitto. In una riunione
strategica tenutasi lo scorso marzo e legata alla battaglia contro i
jihadisti dello Stato Islamico, “l'ex generale americano Allen, che
guida la coalizione anti Isis, aveva detto che gli alleati, inclusi gli
Stati Uniti, dovevano essere pronti ad aiutare militarmente gli amici
come l’Italia che 'hanno questo pericolo davanti alle coste'”. Intanto
in Iraq, le milizie iraniane si preparano a intervenire per aiutare il
governo di Baghdad – fino ad ora cauto nei confronti di Teheran – per
combattere la minaccia dell'Isis. “L'occasione che l'Iran cercava per
entrare in Iraq”, spiega a Maurizio Molinari (La Stampa) Jonathan
Schanzer, ex analista di intelligence sul Medio Oriente per il
ministero del Tesoro Usa.
Libia, dall'Isis all'emergenza profughi.
“Vogliamo lavorare insieme alla Libia, non contro la Libia”, così il
capo della diplomazia europea Federica Mogherini – oggi impegnata in
una missione in Israele - in un'intervista su Avvenire sulla questione
dei migranti che sta dividendo i paesi dell'Ue. Perché se c'è
unanimità di intenti nell'intervenire militarmente sulle coste libiche
per fermare gli scafisti (missione che, come spiega il ministro della
Difesa Roberta Pinotti al Corriere, dovrebbe essere guidata dall'Italia
e per cui si attende il via libera della Libia), non così per la famosa
spartizione tra i paesi dell'Unione Europea delle quote di migranti. Il
progetto della Commissione Ue è stato bocciato dalla Francia, come
spiega Repubblica, con il presidente Hollande contrario ad accogliere
“quote di immigrati”. “I Paesi europei devono accettare le quote, non è
che mandano le navi e lasciano gli immigrati a Pozzallo. È una partita
complicata, ma gli europei devono avere la consapevolezza che qui non
c'è in ballo l'Italia, ma la dignità dell'Europa”, ha dichiarato il
primo ministro Renzi, che su un possibile intervento militare in Libia
ha esplicitamente detto che l'Italia non si muoverà senza l'Onu (“Io
non mando le nostre truppe a farsi sgozzare in Libia senza un impegno
della comunità internazionale”, il virgolettato del Premier in
un'intervista andata in onda su Porta a Porta e ripresa oggi dal
Corriere della Sera).
Migranti: per Le Pen è sempre tutta colpa dell'Europa. Intervistata
da Repubblica, la leader del Front National Marine Le Pen arriva a dire
che “l'Ue è complice dei trafficanti” rispetto all'emergenza profughi
che sta impegnando l'Europa. Secondo lei la soluzione alla questione
umanitaria legata ai migranti è la chiusura delle frontiere e il
respingimento dei barconi come fa l'Australia, l'affossamento del patto
di Schengen, e non ultimo la necessità di dare appoggio al regime di
Assad per fermare l'emigrazione dalla Siria. Dei costi economici e
umani di queste proposte populiste, non vi è però traccia.
Gli equivoci di Bergoglio su Israele e palestinesi.
Rispondendo a un lettore sul recente incontro tra il papa e il leader
dell'Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas (e in merito alla
questione del riconoscimento vaticano dello Stato palestinese), Furio
Colombo sottolinea come dovrebbero essere altre le priorità della
Chiesa per portare la pace in Medio Oriente: in primis la difesa di
Israele, che molti paesi arabi vorrebbero vedere distrutto e contro cui
la Chiesa stessa ha alle spalle “una lunga traccia di ostilità”. “Per
un papa che si dà come vocazione prevalente la pace, c’è molto da fare.
- scrive Colombo - Forse, però, non scegliere subito una delle parti
(che dipende da altre parti) come “angelo della pace” (il riferimento
alle parole pronunciate da Bergoglio durante l'incontro in Vaticano con
Abbas, ndr), squilibrando la scena prima di entrarvi”.
Robert Wistrich (1945 – 2015).
È morto improvvisamente a Roma Robert Wistrich, lo storico israeliano
considerato il maggior studioso vivente dell’antisemitismo
contemporaneo, riportano la Stampa e il Giornale. “Titolare del Centro
internazionale sull’antisemitismo all’Università ebraica di Gerusalemme
e autore di oltre 30 libri sull’odio antiebraico, dalle persecuzioni di
Hitler alla delegittimazione di Israele, Wistrich – scrive la Stampa -
era uno dei sei accademici della commissione storica ebraicocattolica
sulla figura di Pio XII”.
Mishneh-Torah, di nuovo insieme.
”'Together Again' è il titolo della mostra che si inaugura il 20 maggio
all'Israel Museum di Gerusalemme. Fino al 26 dicembre saranno infatti
di nuovo insieme, dopo secoli di separazione, le due parti di un
importante manufatto umanistico del Mishneh-Torah, il monumentale
codice di diritto ebraico composto nella seconda metà del XII secolo
dal filosofo, astronomo, medico e leader religioso Mosè Maimonide”
(Osservatore Romano).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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