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7 giugno 2015 - 20 Sivan 775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Il popolo di Israele, nel deserto, si spostava secondo lo spostamento della nube divina che lo accompagnava. Gli ebrei  non erano in grado di prevedere la durata e la qualità delle tappe ma ugualmente dovevano svolgere  le loro funzioni. Così è la vita di ogni individuo, dice rav Wolbe: ciascuno - a prescindere dalla situazione contingente, dalla lunghezza e dalla qualità della 'tappa' - deve sempre svolgere al meglio i suoi compiti.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Da ieri, dopo tanto tempo, tutto il mondo è a Sarajevo. Mi piacerebbe che ci fosse ancora tra un mese. Mi piacerebbe che qualcuno, avendo il ruolo e la forza morale per farlo, convocasse un qualche cosa sabato 11 luglio, a venti anni dalla corsa folle e disperata dei musulmani di Srebrenica in fuga verso la salvezza per molti di loro finita con la violazione del loro corpo, lo stupro, la morte. Lo scrivo ora, perché poi non si dica che non c’era il tempo.
 
 
Turchia al bivio
Oggi 56 milioni di turchi sono chiamati alle urne per le elezioni politiche attraverso le quali i 550 seggi del Parlamento verranno assegnati con il sistema proporzionale. La situazione continua ad essere tesa dopo la giornata di venerdì, nella quale due esplosioni hanno colpito un comizio elettorale nella città curda di DiyarBakir, uccidendo due persone e ferendone più di 100. Quella di oggi sarà una votazione storica, spiega il Corriere della Sera, perché “un mezzo punto percentuale basterà a fare da spartiacque tra la nascita di una repbblica presidenziale con a capo il ‘sultano Recep Tayyip Erdogan e il tramonto del partito di governo Akp, costretto, dopo 13 anni di sovranità assoluta, a venire a patti con l’opposizione”. Se infatti l’Hdp curdo riuscirà a sedere in Parlamento impedirà all’Akp, il partito del presidente Erdogan, di raggiungere i 330 seggi necessari per far cambiare la Costituzione e ampliare i poteri del presidente.
 
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  davar
israele
Netanyahu: "Siamo sotto attacco,

ma l'Onu rimane in silenzio"
“Non ho sentito la condanna di un solo membro della comunità internazionale riguardo gli attacchi subiti da Israele negli ultimi giorni. L’Onu non ha detto una parola. Voglio proprio vedere se questo silenzio continuerà quando Israele risponderà per difendersi”. Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato dopo l’ultimo attacco proveniente dalla Striscia di Gaza contro il Sud di Israele: un missile è caduto sabato sera in un’area disabitata presso la città di Ashkelon‎.

Un'aggressione a cui l’esercito israeliano ha reagito all’alba con una missione aerea, colpendo degli obiettivi militari sulla Striscia, identificati come basi terroristiche. Il missile lanciato nelle ultime ore contro il Sud di Israele è solo l’ultimo episodio di una minaccia terrostica che ricomincia a farsi sentire: dalla fine dell’Operazione Margine Protettivo sono stati sei gli attacchi missilistici sferrati da Gaza contro il territorio israeliano, si sono concentrati nelle ultime settimane e sono continuati nonostante Hamas abbia negato ogni coinvolgimento, sostenendo di aver arrestato i responsabili. Responsabili che si individuerebbero nelle Brigate Omar, un gruppo salafita vicino allo Stato Islamico che da mesi si batte contro Hamas e vorrebbe prendere il controllo della Striscia, mettendo a repentaglio il fragile equilibrio con Israele (secondo indiscrezioni della stampa israeliana Gerusalemme e i vertici di Gaza stanno lavorando per siglare un accordo che porti a una tregua di 5-10 anni): “Non siamo assolutamente interessati a lanciare missili contro Israele – ha dischiarato una fonte vicina a Hamas al quotidiano Yedioth Ahronot – anzi la giudichiamo un’azione pericolosa”.
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QUI ROMA – UN RICORDO DI DUCCIO LEVI MORTERA
L'eredità dell'orologiaio poeta
”Ironico cantastorie della comunità ebraica romana, l’acuto osservatore di un mondo che descriveva con affetto, come di chi sa come vanno le cose del mondo”.

Queste le parole con cui la storica e docente universitaria Eléna Mortara raccontava sul nostro notiziario quotidano l'apporto straordinario che Duccio Levi Mortera (1938-2014), l'orologiaio poeta, ha dato alla conoscenza del giudaico-romanesco e alla sua diffusione anche fuori dal mondo ebraico.
Anche perché, ricordava la studiosa, “amava declamare i suoi versi agli amici e anche ad un pubblico di sconosciuti, in qualunque occasione, pubblica o privata, e recitava con passione teatrale, divertendosi nel comunicare agli altri quel flusso di notazioni e pensieri che in lui sgorgavano naturalmente in versi”.
Una passione che ha messo per iscritto, seguendo l'esempio del padre Eugenio (di cui è stata pubblicata postuma, nel 2003, una “Raccolta di sonetti romaneschi”). E a cui ha saputo abbinare un'altra grande sfida, quella del canto, prendendo parte attiva alle iniziative del coro comunitario Ha Kol, istituzione in cui “apportava pure il contributo della sua bonomia pacificatrice e della sua grande simpatia”.
Racconta la moglie Gigliola Sacerdoti, accogliendoci nella sua casa romana: “Stare per tanti anni a fianco di una persona così eclettica è stata un'avventura bellissima. Aveva sempre le parole giuste per ogni occasione, era una fonte inesauribile di stimoli. L'ho amato, e allo stesso tempo mi sono fatta anche tante risate”.
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ucei e aned per fermare la vendita
Belzec, Memoria in pericolo
Contatti ad alto livello per il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, impegnato a far sì che l'annunciata vendita in gara d'asta di ciò che resta del campo di sterminio di Belzec da parte delle ferrovie polacche possa al più presto rientrare.
Molte le voci a levarsi in questo senso, anche nella pubblica opinione italiana. Tra le altre quella dell'Associazione Nazionale Ex Deportati che in una nota si rivolge alle massime istituzioni d'Europa e alla rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza della UE Federica Mogherini chiedendo un intervento presso il governo di Varsavia per bloccare la vendita, e se necessario acquistando in prima persona, a nome di tutti i popoli d’Europa, “un edificio che conserva la storia delle sofferenze causate dalla criminale politica di sterminio del nazismo”. L'Aned si è inoltre detta pronta a partecipare all'asta, stanziando una cifra e promuovendo una campagna di sensibilizzazione affinché anche altri soggetti agiscano nel suo solco.
Circa 500mila le persone che, tra atroci sofferenze, persero la vita a Belzec, il primo dei tre famigerati lager costruiti nel profondo est polacco (seguiranno Sobibor e Treblinka).

qui washington - l'access summit dell'ajc
Futuro, cultura, valori comuni
Giovani leader a confronto

“Darei la mia vita per fermare la negazione della dignità umana dell’entità divina presente in ogni essere umano”. Il rav David Rosen, direttore del dipartimento dedicato al dialogo interreligioso dell’American Jewish Committee, interpreta così il significato del ‘coraggio morale’, il tema al centro di questa edizione dell’Access Summit, l’annuale conferenza per giovani leader ebraici di tutto il mondo in corso a Washington da venerdì e promossa dall'Ajc nel weekend precedente il suo forum globale.
Tra i protagonisti la presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Talia Bidussa, nella capitale statunitense per partecipare ai lavori insieme alla delegazione della European Union of Jewish Students.

(Nelle foto le delegazioni della European Union of Jewish Students e della World Union of Jewish Students insieme al direttore dell’American Jewish Committee David Harris; da sinistra Avi Mayer, portavoce della Jewish Agency for Israel, Andi Gergely, presidente della Wujs, Jonathan Keyson, direttore dell’Eujs, Sacha Reingewirtz, presidente dell’Union des Étudiants Juifs de France)
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qui roma
Yakir Arbib, musica a colori
“Se mi si chiede cosa suonerò nel mio prossimo concerto posso solo rispondere che non lo so, perché mi inventerò tutto sul momento”. È proprio l’improvvisazione la cifra stilistica di Yakir Arbib, giovane pianista e compositore classico italo-israeliano che si esibirà lunedì sera al teatro Vascello di Roma con un repertorio per sua natura inedito e originale.
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qui roma
Medicina, una storia da riscrivere
Il principio di fondo è che vi sia “una storia da riscrivere”, portando all’attenzione della comunità scientifica e dell’opinione pubblica un aspetto ancora poco noto delle efferatezze perpetrate dai medici nazisti su cavie umane nei campi di sterminio. Nonostante le condanne inflitte ai medici che praticarono tali sperimentazioni e l’orrore che sempre accompagna il racconto di queste vicende, ancora oggi infatti diverse patologie sono note nella pratica medica con eponimi derivati dal nome dei responsabili proprio di queste atrocità. L’invito è così a una maggiore consapevolezza.
“Medici nazisti e malattie eponimiche: una storia da riscrivere”, questo il titolo del convegno organizzato nella giornata di domani all’Università Sapienza di Roma da Cesare Efrati, maskil e gastroenterologo, con il supporto di Comunità ebraica e Ospedale israelitico.
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qui milano - nuovo cinema israeliano
Felice nel box, magia e identità
Le suggestioni del Medio Oriente, l’identità ebraica, le gioie e i conflitti tornano ad animare lo Spazio Oberdan, nel cuore di Milano, per l’ottava edizione di “Nuovo Cinema Israeliano”, l’iniziativa organizzata dalla Fondazione Cdec in collaborazione con il Pitigliani Kolno’a Festival di Roma e la Fondazione Cineteca Italiana.

Cinque giorni di programmazione, a partire da oggi, che offriranno al pubblico pellicole del cinema d’autore israeliano come The Good Son e Big Bad Wolves e serie tv di successo come Be Tipul, la fortunata fiction creata da Hagai Levy e riadattata in decine di paesi, Italia compresa. Ad essere protagonista sarà inoltre il cortometraggio della giovane regista milanese Ghila Valabrega “Felice nel Box” che verrà proiettato oggi alle 18.30: l’affascinante e magica storia che ruota attorno ad una lapide abbandonata nel cimitero di Sabbioneta e che vede come interprete principale l’attore Elia Schilton.
Lo scorso anno Valabrega aveva raccontato la propria esperienza e i nuovi progetti in un’ampia intervista rilasciata a Italia Ebraica che riproponiamo ai nostri lettori.
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informazione - premiolino 2015
Web e New Media, l'esempio
di Good Morning Italia

“Un concentrato di informazione di qualità per affrontare la giornata”: questa la missione di Good Morning Italia, il notiziario che da due anni aggiorna ogni mattina gli italiani sui principali temi tratti da quotidiani, siti nazionali e stranieri, cui è andato in queste ore il prestigioso riconoscimento giornalistico Premiolino 2015 per la sezione Web e New Media.

Fondato dal ventottenne giornalista triestino Beniamino Pagliaro (nell'immagine), costante presenza ad alcuni momenti di incontro e di formazione organizzati dalla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel corso dell’anno, Good Morning Italia mette ogni giorno all’opera un gruppo di giornalisti professionisti nell’allestimento di una newsletter che raccoglie pillole di informazione riguardante i principali fatti di attualità e che è consultabile dagli abbonati via e-mail o attraverso un’applicazione per smatphone e tablet dedicata.
“È un riconoscimento importante. Siamo grati alla giuria del Premiolino, e ai nostri abbonati, sempre di più, che scelgono di svegliarsi con noi ogni giorno. Il premio arriva in un momento importante della vita di Good Morning Italia, mentre continuiamo a crescere e verificare il nostro modello economico” racconta Pagliaro a Pagine Ebraiche.
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qui moncalvo - qui asti
Piemonte, gioiello ebraico
Partecipato momento di incontro organizzato dall’Associazione Ex Allievi Scuola Ebraica di Torino, in visita in queste ore nei luoghi della Asti e della Moncalvo ebraica. Un patrimonio di memorie e tradizioni che si è schiuso dinanzi ai molti presenti. Dalla sinagoga di Asti, di impianto seicentesco, ristrutturata nel diciannovesimo secolo grazie al benefattore Leonetto Ottolenghi, all’antico cimitero ebraico di Moncalvo, sede di una delle tre comunità di rito Apam, oggi abitata dalla sola famiglia di Piero Norzi. Posta nella piazza principale di Moncalvo, la sinagoga è stata restaurata nella sua facciata. Gli arredi si trovano invece in Israele. Nell’immagine un particolare del Beth haKnesset di Asti.

pilpul

Il genocidio degli armeni / 7
La decisione di organizzare lo sterminio sistematico delle comunità armene nell’Impero ottomano ha una sua tempistica così come logiche proprie. Per capire l’una e le altre occorre contestualizzare l’insieme degli eventi che si susseguiranno tra il 1915 e il 1916. L’ambito temporale è infatti quello della Prima guerra mondiale. Non è un caso, peraltro, trattandosi di un evento collettivo entro il quale si elidono sia le abituali salvaguardie garantite ai civili, ed in particolare alle minoranze, sia le distinzioni tra ambito civile e attività militari. Il generarsi un po’ ovunque, nei paesi che sono chiamati in causa dai combattimenti, di progressive condizioni di eccezione e di emergenza permette di sospendere le garanzie costituzionali e di legge che, altrimenti, in tempo di pace dovrebbero impedire o attenuare il ricorso alla violenza. In questo caso il riferimento è e rimane comunque ancorato esclusivamente alla violenza di Stato, quella che è esercitata dagli apparati pubblici, eserciti, polizie, amministrazioni legali, deputate formalmente a ricorrere ad essa quando ritengono che se ne siano determinate le circostanze e l’opportunità.

Claudio Vercelli
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