11 giugno 2015 - 24 Sivan 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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Reuven Rivlin @PresidentRuvi
10 giugno
In Jerusalem wt Gen @Martin_Dempsey discussing the friendship & cooperation btwn our peoples & the challenges we face
Times of Israel
@TimesofIsrael
10 giugno
Deputy defense minister denies Israel spied on Iran nuke talks http://dlvr.it/B9L8WK
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#PE24BreakingNews |
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Terrore a Luxor
Sono
tutti salvi i turisti obiettivo del fallito attentato terroristico al
sito dei templi di Luxor, in Egitto. Un’auto con tre uomini a bordo è
stata fermata da un poliziotto davanti al parcheggio del Grande tempio
dedicato al dio Amon di Karnak. Uno di loro è sceso azionando una
cintura esplosiva, facendosi saltare in aria e ferendo due poliziotti e
due venditori del bazar. Gli agenti hanno quindi circondato la vettura,
sparato a un altro dei terroristi e colpito alla testa il terzo,
ferendolo gravemente. Le autorità, sottolinea il Corriere, non hanno
rivelato l’identità degli artefici e non è ancora pervenuta alcuna
rivendicazione dell’attentato.
Lotta all'Isis, l'intervento di Washington.
Più armi e altri 450 militari statunitensi inviati in Iraq in aggiunta
ai 3100 che vi sono già tornati per addestrare l’esercito di Bagdad.
Questo il piano annunciato ieri dalla Casa Bianca per intensificare la
lotta contro l’Isis. I soldati del nuovo contingente andranno
prevalentemente nella nuova base di Habbaniyah, da dove dovrebbe
riprendere l’offensiva con l’obiettivo di riconquistare almeno Ramadi,
a meno di cento chilometri dalla capitale, da un mese nelle mani del
Califfato. Secondo un rapporto dei servizi segreti australiani ripreso
ieri dalla stampa inglese, scrive il Corriere, lo Stato Islamico
starebbe al momento cercando di procurarsi il materiale radioattivo per
costruire un ordigno.
Nel frattempo è stato diffuso un video girato nella penisola egiziana
del Sinai che mostra un uomo, accusato di lavorare per il Mossad, che
dopo essere stato costretto a scavarsi la fossa viene ucciso a sangue
freddo da un militante di un gruppo jihadista egiziano affiliato
all’Isis (Libero).
Belzec, l’asta non si farà.
Scongiurata la vendita in gara d'asta di ciò che resta del campo
sterminio nazista di Belzec, in Polonia. Significativa la mobilitazione
internazionale per far sì che questa ipotesi venisse scongiurata.
Sollievo è stato espresso dal presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che in una nota riportata dai media
(tra gli altri, da Repubblica sul proprio sito) ricorda l'importante
lavoro dietro le quinte svolto in sinergia con l'Associazione Nazionale
Ex Deportati. Afferma Gattegna: “Il ritiro della gara d’asta che
avrebbe messo in vendita ciò che resta del campo di sterminio di
Belzec, che dal punto di vista ebraico ha il valore di un grande
cimitero, è una notizia che dà sollievo. Viene infatti meno, almeno
momentaneamente, il pericolo di un uso distorto di un luogo che segna
la Memoria del Novecento e dei suoi orrori”.
“Il saluto romano? Non è reato?”.
Fa discutere la sentenza del gup di Milano Donatella Banci Buonamici,
che ha assolto “perché il fatto non sussiste” dieci persone accusate di
apologia di fascismo per aver fatto il saluto romano durante una
commemorazione in ricordo dello studente Sergio Ramelli, del
consigliere provinciale dell’Msi Enrico Pedenovi e del repubblichino
Carlo Borsani nell’aprile del 2014. Tra gli indagati, l’ex consigliere
provinciale di Fratelli d’Italia Roberta Capotosti, il cantante
Federico “Skoll” Goglio e alcuni militanti di Forza Nuova e Casa Pound.
“Il saluto romano è un simbolo fascista ed evoca i peggiori anni della
storia del nostro Paese. Per questo inquieta e indigna sapere che
ancora oggi qualcuno ne fa mostra. La decisione presa oggi lascia
aperti molti dubbi. Lo scorso ottobre la Cassazione ha stabilito che il
saluto romano è reato”, il commento del deputato del Pd Emanuele Fiano
(il Giorno Milano). L'ex ministro Ignazio La Russa, legale della
Capotosti, si dice invece soddisfatto: “Sentenze di non luogo a
procedere come queste confermano la mia fiducia nella magistratura"
(Libero).
“La delegittimazione è guerra".
Ormai la delegittimazione è guerra: è solo un’opzione farsi saltare per
aria uccidendo i passeggeri degli autobus o gli avventori dei
ristoranti. Oggi le armi sono soprattutto quelle della propaganda che
si riversa in delegittimazione, in bds, ovvero boicottaggio, o nella
cosiddetta battaglia diplomatica. Che è diplomatica un corno”. Così
Fiamma Nirenstein in un articolo sul Giornale in cui si ricordano i
nuovi episodi di odio anti-israeliano e anti-ebraico che minacciano
l'Europa.
L’indagine di Kaspersky. La
Stampa racconta il risultato di un’indagine condotta dalla società
russa Kaspersky Lab, che afferma di essere stata attaccata e spiata
circa un anno fa da un virus denominato “agente Duqu”, che sarebbe
stato individuato nel 2011 e ora perfezionato. I test sono stati
effettuati sui 270 mila clienti della cui sicurezza informatica
Kaspersky si fa carico. Da essi sono state riscontrate infezioni in
alcuni clienti in Europa, Asia e Medio Oriente, tra cui tre hotel
ognuno dei quali avrebbe ospitato colloqui di Stati Uniti, Russia, Gran
Bretagna, Francia, Cina e Germania con l’Iran. “Per Kaspersky – riporta
il quotidiano – la matrice dell’attacco è senza dubbio israeliana,
sebbene il rapporto non lo menzioni in maniera esplicita”.
Khaled Fouad Allam, uomo del dialogo. È
scomparso ieri in una stanza d’albergo vicino alla stazione Termini di
Roma, probabilmente in seguito a un attacco cardiaco, Khaled Fouad
Allam, algerino naturalizzato italiano, 60 anni, sociologo e professore
universitario a Trieste e Urbino, studioso dei rapporti tra Oriente e
Occidente ed ex parlamentare Pd. Scrive il Corriere: “Il suo ultimo
libro ('Il jihadista della porta accanto') lo aveva presentato nel 2014
a Trieste, dove abitava, per poi arricchirlo dopo la strage parigina
nella redazione di Charlie Hebdo”.
“Tel Aviv, città libera”.
Il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai è intervistato su Panorama alla
vigilia della Gay week che si svolgerà nella città, polo di attrazione
per la comunità Lgbt. Afferma Huldai: “Ho voluto l’apertura immediata
al mondo gay per riportare la mia città alla sua identità originaria di
capitale del sionismo realizzato, liberale, democratico, egualitario e
laico”.
Francesca Matalon
twitter @fmatalonmoked
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