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8 luglio 2015 - 21 Tamuz 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Pinchàs figlio di Elazar… ha distolto la Mia ira dai figli d’Israele compiendo la mia vendetta tra di loro …” (Bemidbàr 25, 11). Il verso viene a dirci che la vendetta compiuta da Pinchàs è stata compiuta “tra loro” davanti agli occhi di tutti i figli d’Israele. Così come l’azione malvagia di Zimrì e Kozbì fu compiuta davanti agli occhi di Moshè e di tutto Israele.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Purtroppo, riguardo alla crisi greca, sembra prevalere un orientamento ideologico che acuisce ulteriormente lo scontro fra le parti. Non si riesce a comprendere che il problema europeo è quello della coperta troppo corta: se si accontenta l'uno si scontenta l'altro. Così, piuttosto, che pensare a soluzioni sistemiche, si preferisce prendere le parti dell'una o dell'altra fazione.
 
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Iran diviso sull'accordo
Nonostante i continui rinvii della scadenza, l'accordo sul nucleare tra Iran e il gruppo dei 5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti più la Germania) sembra essere vicino. A confermarlo, dopo le dichiarazioni del segretario di Stato Usa John Kerry, il ministro degli Esteri Mohammed Javad Zarif, l'uomo in cui è riposta la fiducia di quella parte dell'Iran che auspica l'intesa. Come racconta Vanna Vannuccini nel suo reportage da Teheran (Repubblica), il Paese è diviso e in molti contestano l'imminente accordo con il “Grande Satana”, ovvero gli Stati Uniti secondo la definizione dell'ayatollah Komehini. Alcuni quotidiani iraniani colgono l'occasione e si scagliano contro Israele e contro il loro alleato americano, accusati di opprimere i palestinesi. Ed è proprio un punto legato a Israele ad essere al centro delle trattative tra i 5+1 e Teheran: le potenze occidentali chiedono il blocco delle esportazioni di armi ai gruppi terroristici di Hamas e Hezbollah da parte del regime iraniano, che storicamente supporta le costanti aggressioni dei due movimenti a Israele. Lo Stato ebraico intanto, per bocca del suo primo ministro Benjamin Netanyahu, invita gli Stati Uniti a non fidarsi dell'Iran e a bloccare l'accordo che, l'allarme di Netanyahu, rischia di “aprire la via alla costruzione della bomba nucleare iraniana”. Secondo Libero, per arginare questa eventualità e fermare l'Iran, Israele sta lavorando a un'intesa con Arabia Saudita, Egitto e Giordania, paesi a maggioranza sunnita, preoccupati del rafforzarsi del potere dell'Iran sciita.
La propaganda dell'Isis contro Roma. Il movimento dello Stato islamico ha pubblicato un manuale per istruire i terroristi ad attaccare l'Occidente. Tra gli obiettivi, racconta Maurizio Molinari su La Stampa, anche Roma: “Entreremo in Italia da Nord, convergeranno i musulmani inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi e scandinavi. - si legge nel testo pubblicato da Site - E da Est i bosniaci, albanesi e kosovari. Così raggiungeremo Roma”. Tra le strategie del terrore indicate nel manuale - in cui si ordina il reclutamento  in particolare di bambini e adolescenti -, attacchi “con auto in corsa come fanno i palestinesi in Israele ma rinforzandole davanti con metalli” per riuscire a causare più vittime fra i passanti.

Eva Fischer (1920-2015). È scomparsa ieri a Roma, all'età di 95 anni, la pittrice Eva Fischer, considerata l'ultima esponente della Scuola romana. Il Messaggero la ricorda oggi come “La pittrice amata da Dalì e Chagall” e cita l'intervista rilasciata dalla Fischer a Pagine Ebraiche in cui racconta il suo amore per la pittura, la tragedia della Shoah, l'uccisione per mano dei nazisti del padre Leopoldo – rabbino della città natale di Eva, Daruvar nell'Ex Jugoslavia -, ma anche l'amicizia con personaggi come Chagall, Renato Guttuso, Ennio Morricone e Carlo Levi.
 
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  davar
roma - il vertice tra i ministri yaalon e pinotti
Italia-Israele, impegno comune sul tema della sicurezza
In attesa del vertice bilaterale tra Italia e Israele, che potrebbe tenersi a Milano il prossimo settembre nel corso della visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu ad Expo, continuano i rapporti tra le istituzioni diplomatiche dei due Paesi. Dopo la visita del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Gerusalemme, mercoledì è stata Roma ad ospitare il ministro della Difesa israeliano Moshe Ya'alon che ha incontrato l'omologo italiano Roberta Pinotti e i vertici militari del Paese. “I colloqui bilaterali hanno analizzato il reciproco impegno nel ricercare uno spazio di pace e sicurezza nell’area del Mediterraneo Orientale”, afferma un comunicato del ministero della Difesa italiano rispetto all'incontro con Yaalon, che rimarrà nella Capitale per tre giorni, incontrando tra gli altri il Capo di Stato Maggiore della Difesa e visiterà il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) e il Comando in Capo della Squadra Navale . “I due ministri hanno espresso la piena disponibilità a consolidare la collaborazione in atto tra le Forze Armate dei due Paesi sui temi della sicurezza”, sottolinea ancora il comunicato del ministero di Roma.
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una nuova opportunità interattivA
Riscoprire il patrimonio ebraico,
la mappa 2.0 che racconta l'Italia

La bellezza monumentale della sinagoga di Firenze e quella più nascosta delle Scole di Venezia, la speciale storia dell’ebraismo triestino fino alla gastronomia romana, con gli imperdibili carciofi alla giudia da gustare nella Capitale. Tutto questo fa parte dei beni culturali ebraici della penisola, e da adesso quel patrimonio ‘imperdibile’ è consultabile su una
mappa interattiva a cura della Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia. Il progetto entra a far parte delle European Routes of Jewish Heritage della European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage (AEPJ), che raccolgono e descrivono i percorsi turistici alla scoperta della cultura ebraica in molti paesi europei, in un circuito di cui ora anche l’Italia entra a far parte.
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in un libro la sua storia di salvezza 
Giulio Segre (1936-2015)
Appena poche settimane fa realizzava il sogno lungamente rincorso: il conferimento del titolo di Giusto tra le Nazioni alla memoria dell’uomo che lo aveva tratto in salvo dai persecutori, il giovane sacerdote di montagna don Cirillo Perron, attivo in quei mesi terribili a Courmayeur. Scompare all’età di 78 anni Giulio Segre, celebre collezionista, memoria storica delle vicende ebraiche di Saluzzo e fratello di Beppe, ex presidente della Comunità di Torino.
Commovente la sua testimonianza di salvezza, raccontata nello scritto autobiografico “Don Cirillo e il nipotino” (ed. Fusta) che aveva presentato in occasione di una recente edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Annotava Segre, riferendosi al suo salvatore: “Avrebbe potuto essere fascista, odiare gli ebrei, denunciarli dopo un attimo ai carabinieri. Nel tepore della sacrestia, mio padre raccontò la nostra storia, le esitazioni a fuggire, le ingenuità di non avere avuto un progetto migliore, il trovarsi senza aiuti e senza conoscenze, con la buona probabilità di essere arrestati unitamente al loro bambino piccolo. Il sacerdote li lasciò parlare e sfogare, senza interromperli, forse era un buon psicologo, o forse anche per lui il problema che si poneva era troppo grande. Si accarezzò qualche volta i capelli che cominciavano prematuramente a diradarsi e prese le mani di mio padre fra le sue”. Don Cirillo avrebbe poi aggiunto: “Non so ancora come, ma cercherò di aiutarvi. È meglio però che stiate ritirati in albergo. Qui ora non è stagione di turismo e la vostra presenza potrebbe insospettire qualcuno. Tornate verso sera, entrate dalla porta laterale e io vi aspetterò”. Quel giorno, sottolineava Segre, “fu l’inizio per me di una vicenda straordinaria”. Don Cirillo e Giulio, insieme per un anno e mezzo. Il prete e il nipotino “che doveva respirare l’aria buona di montagna” (questa la versione ufficiale diffusa, con la complicità di parte del paese).
I funerali di Giulio Segre si svolgeranno questo pomeriggio alle 16 presso il cimitero ebraico di Saluzzo. A darne notizia la Comunità di Torino attraverso una nota di partecipazione al dolore dei familiari diramata dall’Ufficio Rabbinico.
Al fratello Beppe e a tutti i suoi cari il cordoglio e la vicinanza della redazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e di Pagine Ebraiche.

(Nell’immagine Giulio Segre con il nipotino Tommaso)
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il dono del produttore di schindler's list
Un Oscar per lo Yad Vashem
Quel cappottino rosso immerso nel bianco e nero della devastazione della guerra divenne parte integrante della storia del cinema fin dalla sua prima apparizione nel 1993.
Diretto da Steven Spielberg, Schindler's List, il lungometraggio dedicato all'eroismo del Giusto tra le nazioni Oskar Schindler, che durante la Shoah salvò più di mille ebrei facendoli lavorare nella sua fabbrica, vinse all'epoca sette Oscar, aggiudicandosi la statuetta come miglior film, regia, fotografia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio e scenografia e lasciando gli altri candidati praticamente a bocca asciutta. Un riconoscimento prestigioso, l'Oscar, che in futuro farà parte dei cimeli conservati allo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme.
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pilpul
Ticketless - Arbër-yiddish
Ritrovo dopo tanti anni Carmine Abate, lo scrittore calabrese che nel 1991 con “Il ballo tondo”, romanzo sulla minoranza greco-albanese, mi aveva molto colpito per il tipo di scrittura-testimonianza. Buffo ritrovarlo nell’ambito di un festival, quello di Verbania, dedicato alla letteratura di montagna: una bella iniziativa che si svolge da parecchi anni lungo le sponde del lago Maggiore e coinvolge scrittori di diversa origine (www.letteraltura.it). Quest’anno il tema del festival era “il ritorno”. Abate è venuto a discutere con me uno dei suoi romanzi di maggiore successo, “La festa del ritorno”, uscito nel 2004, ristampato a dieci anni di distanza (Mondadori).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Gli antisemitismi
Chiedo scusa se, anche nel pezzo odierno, torno ancora sul libro, appena pubblicato in Italia, di Vasilji Grossman, Uno scrittore in guerra, al quale mi sono dedicato già nel mio intervento settimanale di mercoledì scorso.
Non lo faccio per sottolineare nuovamente l'eccezionale valore storico e documentale del volume - davvero inesauribile fonte di informazioni di prima mano riguardo alla cruda realtà dello scenario orientale della Seconda Guerra Mondiale -, ma perché mi pare che la testimonianza diretta di Grossman fornisca degli elementi di grande importanza e obiettività per valutare il tipo di atteggiamento verso gli ebrei da parte degli invasori tedeschi e dei sovietici, e per tentare un paragone tra l'antisemitismo nazista e quello slavo, su cui tante volte ci si è soffermati.


Francesco Lucrezi, storico
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