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9 luglio 2015 - 22 Tamuz 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Scorrendo la descrizione dei sacrifici speciali relativi ad ogni festa stabilita dalla Torah, ossia quei sacrifici aggiuntivi, in memoria dei quali recitiamo la preghiera aggiuntiva di Mussàf, notiamo che mentre per tutte le feste il verbo è “we-hiqravtèm”, (“avvicinerete, offrirete, sacrificherete”), per Ro’sh Ha-Shanah il verbo è “wa-‘assithèm” (“farete”). I Maestri spiegano che il verbo “fare”, in questo contesto, dà l’idea che la persona debba fare le veci del sacrificio, in qualche misura sacrificare se stesso. Difatti, per esempio, il Bà‘al Ha-Turìm chiarisce: fate Teshuvah (ossia, sacrificate voi stessi), ed Io considererò come se aveste offerto tutti i sacrifici. Ro’sh Ha-Shanah, difatti, apre il periodo della Teshuvah; ed è giusto sottolineare che non si può pensare che un animale ammazzato sia tale da garantire la ricomposizione delle fratture che noi abbiamo causato con Ha-Qadòsh Barùkh Hu’, e men che meno con gli altri: solo mettendo seriamente in discussione noi stessi, sacrificando i nostri comportamenti stereotipati nei quali ci siamo adagiati, possiamo pensare di rimediare e di recuperare.
Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Teodoro Herzl, di cui ricorre in questi giorni l’anniversario, non avrebbe mai immaginato che un governo dello Stato ebraico (presieduto da Benjamin Netanyahu) avrebbe approvato l’appoggio a una riforma del settore del monopolio del gas che aggira il controllo del Tesoro sui monopoli, in cambio dell’abrogazione di una riforma sulle procedure di conversione all’ebraismo approvata pochi mesi fa da un altro governo (presieduto da Benjamin Netanyahu). Herzl, chi era costui?
"Iran, pericolo per tutti"
Va concludendosi la missione in Italia del ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, intervistato oggi da Repubblica. Al centro i delicati equilibri mediorientali e il ruolo che in essi gioca l’accordo sul nucleare iraniano, i cui negoziati sono in corso e il cui risultato preoccupa Israele. “Dobbiamo ancora vedere i dettagli finali – dice Yaalon – ma di fatto da Vienna uscirà un Iran che immediatamente riceverà una infusione di miliardi di dollari alla sua economia, un Paese che non sarà costretto a smantellare fino in fondo nessuna installazione nucleare, e che fra 10 anni potrà riprendere le sue ricerche”. Per Yaalon è prima di tutto necessaria una maggiore comprensione del ruolo dell’Iran nella regione: “Questo Paese – afferma – da anni è diventato non solo il primo esportatore di terrorismo, di destabilizzazione nella regione, ma soprattutto il primo sostenitore di una fazione, quella sciita, in uno scontro totale con i governi e gli stati che si rifanno ai sunniti”. Sul processo di pace con i palestinesi, Yaalon dichiara infine: “Oggi devo dire che il vero problema fra noi e la dirigenza palestinese è che dopo Arafat, con Abu Mazen o con chiunque altro, non è stato possibile ancora avere quello che noi chiediamo: il riconoscimento di uno Stato ebraico all’interno dei confini di Israele”.

Nucleare iraniano, ancora un rinvio. Continuano a Vienna i negoziati dei paesi del 5+1 (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina, Russia e Germania) e l’Iran per giungere a un accordo sul nucleare, la cui scadenza è stata nuovamente rinviata a oggi. Ieri l’incontro tra l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Federica Mogherini e il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, durante il quale si riporta ci siano state alcune tensioni. Acceso – riporta Repubblica – è stato anche il confronto di Zarif con il segretario di Stato americano John Kerry nel corso dell’incontro bilaterale fra i due, che ha toccato i temi della revoca dell’embargo sulle armi oltre che i tempi di revoca delle sanzioni all’Iran e l’uso delle centrifughe nucleari.

Srebrenica, tensioni in vista del ventennale. Ieri la Russia ha posto il veto su una risoluzione dell’Onu che definisce ufficialmente “genocidio” il massacro di Srebrenica (in Bosnia), in cui ottomila uomini furono trucidati dalle forze serbo-bosniache nell’enclave musulmana che doveva essere protetta dai caschi blu, e di cui sabato ricorre il ventennale. Al ricordo sono attese 50 mila persone, di cui 85 capi di Stato e di governo, mentre la Serbia giudica la risoluzione “un’umiliazione”. Intanto, un’inchiesta del giornale inglese Observer ha inoltre svelato, tra le altre cose, le responsabilità di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna – che non impedirono il massacro con un atteso raid della Nato per non compromettere le relazioni con la Serbia – e che le truppe dell’Onu fornirono 30 mila litri di benzina che servirono a trasportare le vittime nei campi di morte e a ricoprire le fosse comuni usando bulldozer. Per manifestare la propria indignazione, si legge sulla Stampa, i bosniaci di Srebrenica si presenteranno alla cerimonia di sabato con una latta di benzina in mano.
 
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  davar
il caso dei due israeliani scomparsi a gaza
Israele ai vertici di Hamas: "Liberate i nostri due ragazzi"
Negli scorsi mesi due cittadini israeliani, in circostanze e momenti diversi, si sono introdotti volontariamente nella Striscia di Gaza e da allora non si hanno più loro notizie. Secondo alcune fonti, riportate dai quotidiani israeliani, sono nelle mani del movimento terroristico di Hamas. A lungo in Israele le due vicende sono rimaste sotto un silenzio obbligato, a seguito dell'ordine di un tribunale di vietare alla stampa locale ogni pubblicazione inerente ai due casi. Quel divieto oggi è caduto, dopo un iter giudiziario avviato dalla famiglia di uno dei due scomparsi e dai giornali Haaretz e Yedioth Ahronoth. E così in queste ore è stato reso noto il nome di uno dei due scomparsi: Avraham Mengistu (nella foto), 28enne di origine etiope, che nel settembre scorso ha scavalcato la barriera di sicurezza nei pressi di Zikim – a sud di Ashkelon – e si è introdotto nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportano i media israeliani, il ragazzo soffre di disturbi psichici e al momento non è chiaro se sia nelle mani di Hamas. Il movimento terroristico che controlla la Striscia dichiara di aver in un primo momento interrogato il ragazzo per poi rilasciarlo in un secondo momento. Per le autorità israeliane però Avraham Mengistu è ancora nelle mani di Hamas, così come l'altro scomparso di cui invece non si sa il nome: si tratta di un giovane beduino che, come Mengistu, sembrerebbe aver oltrepassato il confine di sua volontà. La sua scomparsa risale a tre mesi fa (sono passati 10 mesi da quella di Mengistu). Le forze di sicurezza affermano che soffriva di lievi disturbi psicologici e che avesse alle spalle una storia di “sconfinamenti”, essendo entrato diverse volte a Gaza, in Giordania e in Egitto. A chiederne la liberazione, il presidente Reuven Rivlin che ha parlato di “questione umanitaria”, chiedendo a chi tiene gli ostaggi di restituirli subito e in buona salute. 
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israele - una nuova tendenza  
Insieme per il Ramadan tour, quando il cibo è dialogo
Sveglia alle tre di notte per preparare la colazione prima dell’inizio del digiuno, poi via alle normali attività della giornata, che si conclude con un rapido giro al mercato che viene allestito ogni giorno per qualche ora, prima dell’Iftar, la tradizionale cena di rottura del digiuno.
Siamo nel pieno del Ramadan, il mese nel quale i musulmani digiunano dall’alba al tramonto, e con essa ha luogo anche una stagione turistica fuori dal comune. Si tratta di quella dei cosiddetti ‘Ramadan tour’, dei giri organizzati in alcune città a israeliane a prevalenza araba, che stanno prendendo sempre più piede tra la popolazione ebraica del paese. Una passeggiata tra siti archeologici e vie sconosciute, e poi sapori, odori e suoni insoliti, che permette al turista di scoprire e godere del lato piacevole della festività islamica visitando una città e una cultura che normalmente non si frequentano, e in un periodo assolutamente particolare dell’anno.
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milano expo
Comunicare oltre le disabilità

La start-up che conquista Israele
Un guanto capace di aiutare le persone affette da sordo-cecità a comunicare attraverso gli smartphone. Si tratta di DbGlove, l'invenzione di due startupper pugliesi che ha conquistato ieri ad Expo la possibilità di partecipare alla prestigiosa Start Tel Aviv Competition che si terrà in settembre in Israele. Il guanto ideato da Nicholas Caporusso e Gianluca Lattanzi, fondatori dell'azienda Intact, ha infatti conquistato la giuria dell'edizione italiana della competizione, promossa dall’Ambasciata di Israele a Roma e da Luiss Enlabs, guadagnandosi la possibilità di rappresentare l'Italia a Tel Aviv. Nella città considerata uno dei capoluoghi dell'high tech, Caporusso e Lattanzi avranno la possibilità di incontrare e confrontarsi con alcune delle più innovative start-up provenienti da tutto il mondo. A premiarli nella cornice del Padiglione d'Israele ad Expo, l'ambasciatore israeliano Naor Gilon.
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qui milano - memoriale della shoah
Beteavòn, solidarietà a tavola

Continua a Milano l’impegno concreto delle organizzazione ebraiche a favore dei migranti. Al Memoriale della Shoah, dove da qualche settimana sono ospitati giovani in prevalenza eritrei e siriani, era arrivato ieri un folto gruppo di ragazze, anch’esse in fuga da Eritrea e Somalia. E oltre ai pasti cucinati e consegnati ogni sera dalla cucina sociale del Merkos, nell’ambito del progetto Beteavòn, ieri sono arrivate le challot: rav Igal Hazan, che ha iniziato a parlare con le nuove arrivate in inglese ma è presto passato all’arabo, ha spiegato alle ragazze che la challah è il pane tradizionale dello Shabbat, e ricorda la manna nel deserto. Ha poi aggiunto: “Il Talmud ci insegna che è più importante come si offre che quanto si offre. Dare conforto e solidarietà umana è fondamentale, e la nostra scelta è di essere presenti, di persona".
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lutto nel giornalismo italiano
Santo Della Volpe (1955-2015) 
Giornalismo in lutto per la scomparsa di Santo Della Volpe, inviato del Tg3, socio fondatore dell’associazione Articolo 21, presidente di Libera Informazione e dal gennaio scorso presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Giornalista professionista dal 1977, Della Volpe entra in Rai nel 1982 nella sede di Torino. Negli anni ’90 si occupa della prima Guerra del Golfo, della guerra civile in Albania e della guerra in Kosovo. E poi delle vicende di mafia, dall’assassinio di Falcone e Borsellino sino al processo Andreotti, dalla lotta dei commercianti siciliani contro il pizzo all’arresto dei fratelli Brusca, scrivendo anche numerose pubblicazioni sui temi della lotta alla criminalità organizzata. “Fino alla fine ha continuato a lottare per gli ideali in cui ha sempre creduto: la difesa della libertà di informazione, i diritti dei giornalisti, la tutela dei colleghi più deboli. Un male implacabile – si legge in una nota della Fnsi – lo ha sottratto all’affetto di amici e colleghi”. 
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qui vercelli, qui biella
Sulle note di Schubert 
Sinagoghe di Vercelli e Biella gremite di pubblico per due eventi musicali di alto livello che hanno segnato l’apertura della stagione estiva. Nel primo, a Vercelli, protagonista il duo pianistico formato da Simonetta Heger e Stefania Mormone. Docenti al conservatorio Verdi di Milano, conosciute entrambe per le loro numerose esperienze nazionali e internazionali, le pianiste hanno coinvolto il pubblico, emozionandolo, attraverso alcuni brani scelti tra le composizioni di Mozart, Schubert, Grieg e Debussy. Un repertorio non facile, tra Settecento e Ottocento, proposto in una giornata che non solo voleva festeggiare la musica, ma anche la pubblicazione del libro di Eleonora Heger Vita, Figure femminili nella Bibbia, edito dalla Comunità ebraica vercellese in edizione bilingue (italiano e inglese)

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l'opera del tempio ebraico sul web  
Da Firenze a Siena con un click 
Raccoglie 15 anni di lavoro e vuol essere una vetrina su ciò che è stato fatto, sui progetti in corso e su quello che ancora si farà. Con l'obiettivo di "incentivare supporto esterno e fundraising”.
L'architetto Renzo Funaro, presidente dell'Opera del Tempio Ebraico, presenta così il nuovo sito dell'associazione, lanciato proprio in queste ore sul web (http://www.operadeltempio.it/) con l'ambizione di essere uno strumento di conoscenza della variegata realtà, sia culturale che memoriale, della Toscana ebraica. Delle sue sinagoghe, dei suoi musei, dei suoi antichi cimiteri.
Frutto del lavoro donato all'Opera dalla 'Frankestein progetti di vita digitale', e della collaborazione instauratasi tra i creativi Giuseppe Burschtein e Sara Vivarelli e l'architetto Anna Russo, e con il supporto di Sandra Dello Strologo della segreteria comunitaria, il sito offre molteplici opportunità, anche attraverso l'ausilio di alcuni virtual tour progettati per avvicinare l'utenza ai siti in oggetto.
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jciak
Gerusalemme al via

con John Turturro
Ieri sera, davanti alla Cinematheque di Gerusalemme si stava ancora montando il tendone bianco che nei prossimi giorni riparerà dal sole il pubblico in attesa davanti all’ingresso. Tocco finale prima dell’inaugurazione ufficiale, fissata per questa sera. Al calar del sole, nella bella cornice della Sultan’s Pool ai piedi della Città vecchia, il Jerusalem Film Festival si aprirà nel segno del cinema d’autore italiano. Sul grande schermo, “Mia madre”, il lungo autobiografico omaggio che Nanni Moretti ha dedicato alla madre Agata Apicella, docente di lettere al liceo Visconti di Roma e riferimento amatissimo di un’intera generazione di studenti. Ospite della serata sarà John Turturro che in “Mia madre” impersona Barry Huggins, l’affascinante e istrionico attore che recita nel film diretto da Margherita (Margherita Buy), qui nel ruolo di una celebre regista italiana, in pratica l’alter ego al femminile dello stesso Moretti.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Ricostruire l'Europa 
Oggi pare evidente a tutti che si debba riscoprire e ricostruire l’Europa, creandone una nuova e migliore. Da tempo alcune correnti di studio (ad esempio Esther Benbassa e Jean-Christophe Attias dell’École pratique des hautes études di Parigi) pongono al centro dell’identità culturale europea l’ebraismo sefardita. E così il baricentro si sposta dalla Mitteleuropa alla Spagna, alla Provenza, all’Italia, a Bisanzio, all’Impero ottomano. Sefarad incarna il legame tra Occidente, Islam e Oriente, restituendo a questi ultimi il loro ruolo fondamentale nella dimensione costitutiva dell’identità europea. Ecco allora spiegata quella eco di pensiero che rimanda al dubbio, alle oscillazioni, agli interrogativi tra esaltazione della purezza delle radici e coscienza della loro confusione, tra rapporto con un luogo che si suppone definirci e consapevolezza che esso è indefinibile. Io credo che una Europa consapevole di ciò sarebbe se non altro più generosa, senza dubbio più onesta.

Stefano Jesurum, giornalista

In memoria di Luca Rastello
Luca Rastello, scrittore, giornalista, grande pubblicistica e notevole talento letterario, è venuto mancare. Già ne è stato scritto su questa newsletter. Un ricordo, malgrado tutto, è giusto ancora tributarglielo, benché non si sia occupato specificamente di ebraismo ma moltissimo di minoranze. Peraltro, la sua morte è avvenuta pochissimi giorni dopo il ricorrere del ventennale di quella di Alex Langer. Due figure, per alcuni aspetti, similari. Rastello è stato uno dei maggiori narratori della ‘guerra in casa’, ossia alle nostre porte, nella ex Jugoslavia. Tuttavia il giornalismo d’inchiesta, quello autentico, non la fuffa da talk show di certi ‘specialisti’ che parlano di tutto per dire nulla, era la sua autentica passione. Che traslava in un racconto continuo, il quale si faceva letteratura viva, senza per questo diventare narrazione fantasiosa. È il reale, sembrava volerci dire, che riesce a superare le nostre più vivaci ipotesi e le nostre peggiori congetture.

Claudio Vercelli
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