12 luglio 2015 - 25 Tamuz 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Paolo Gentiloni
@Paolo Gentiloni 11 luglio Bomba
al nostro Consolato al #Cairo. Non risultano vittime italiane. Vicini
alle persone colpite e al personale. Italia non si fa intimidire
Laura Boldrini
@lauraboldrini 11 luglio Un
dovere essere oggi a #Srebrenica per ricordare le vittime del genocidio
e per esprimere vicinanza ai familiari. L'Italia è con loro
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#PE24BreakingNews
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Terrore al Cairo
“L'Italia
sa che quella contro il terrorismo è una sfida enorme che segna in
profondità la storia del nostro tempo”. È quanto ha detto il primo
ministro Matteo Renzi al presidente egiziano Al Sisi in seguito allo
scoppio di un'autobomba di fronte all'edificio del consolato italiano
al Cairo. L'attentato, avvenuto intorno alle sei di mattina, ha avuto
come vittima un passante e ha causato dieci feriti. Dietro vi è
sicuramente una formazione jihadista, anche se in queste ore si tenta
di capire a chi esattamente ricondurlo. Il governo egiziano, riporta
Repubblica, ha subito puntato il dito contro i Fratelli musulmani,
anche se nel pomeriggio è arrivata via Twitter la rivendicazione
dell'Isis.
Intervistato da Repubblica, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni,
che domani sarà al Cairo per portare la sua solidarietà al personale
della sede diplomatica, si è detto non sorpreso della rivendicazione
dell'Isis, anche se ha sottolineato la difficoltà di attribuire una
effettiva responsabilità in mancanza di elementi certi. “Le
caratteristiche dell'attacco ci dicono che lo scopo era sicuramente
intimidatorio, colpire la presenza internazionale nell'ambito di uno
scontro fra terrorismo fondamentalista ed Egitto. Ma noi non ci
lasciamo intimidire”, ha dichiarato. E sulla presa di mira dell'Italia
ha invitato alla cautela: “Non vorrei che si esagerasse con la
dietrologia, attentati come questo possono anche avere aspetti casuali,
cioè essere legati alla possibilità logistica di colpire una nazione
occidentale che sostiene la lotta al terrorismo del governo egiziano.
Noi siamo e restiamo il Paese del dialogo – afferma Gentiloni – abbiamo
rapporti di amicizia con le diverse parti in tutta l'area di crisi,
tanto con l'Arabia Saudita quanto con la Turchia, tanto con l'Iran
quanto con Israele, e più che mai continuiamo ad avere un ruolo di
ponte e di mediazione".
Srebrenica, disordini alle commemorazioni.
Un fitto lancio di sassi e altri oggetti ha bersagliato ieri a
Srebrenica il premier serbo Aleksandar Vucic, nella città bosniaca per
la cerimonia di commemorazione nel ventesimo anniversario del massacro
nel quale 8mila musulmani vennero uccisi dai serbi di Bosnia dopo la
caduta dell'enclave sotto la protezione dell'Onu. Motivo della
protesta, che ha costretto Vucic alla fuga, il rifiuto di classificare
la tragedia come genocidio. L'attacco è stato definito dalla Serbia un
“attentato”, anche se una volta tornato in patria il primo ministro ha
dichiarato che “la mano della riconciliazione resta tesa”.
“Solo punendo i colpevoli potremo dare un senso di giustizia a coloro
che hanno perso i loro cari e solo chiamando il male con il suo nome,
genocidio, possiamo trovare la forza di superarlo”, il messaggio del
presidente Usa Barack Obama. “Non bastano vent'anni per perdonare,
forse a volte nemmeno cinquanta”, le parole invece del presidente della
Camera Laura Boldrini, che a Srebrenica ha rappresentato l'Italia
(Corriere).
Iran, i negoziati rinviati e le accuse di Khamenei.
Dopo l'ennesimo rinvio i paesi del 5+1 (Francia, Germania, Gran
Bretagna, Stati Uniti, Russia e Cina) si sono posti la nuova scadenza
di lunedì per raggiungere un accordo che allenterebbe le sanzioni nei
confronti dell'Iran in cambio della promessa che il programma nucleare
iraniano non sia teso alla realizzazione di armi atomiche. Intanto però
è arrivato l'attacco dell'Ayatollah Ali Khamenei agli Stati Uniti,
definiti “la reale incarnazione dell'arroganza globale” nel corso di un
incontro con un gruppo di studenti, invitati a combattere in una
rivoluzione contro tale forza (La Stampa).
I veleni di Barghouti.
Il Fatto quotidiano intervista il politico palestinese Mustafa
Barghouti, impegnato nella mediazione tra le forze di Fatah e di Hamas.
“Ogni volta che ritroviamo l'unità politica arriva puntuale la
ritorsione di Israele, in genere attraverso le tasse, con l'obiettivo
di indurci ad andare via”, le sue accuse. E riguardo al recente invio
di documentazione alla Corte penale internazionale dell'Aia per aprire
un'inchiesta su Israele, afferma: “Bisogna stabilire le responsabilità
individuali, si tratta di crimini contro l'umanità”.
Israele, preoccupazione per i ragazzi scomparsi a Gaza.
Il Manifesto racconta la vicenda dei due ragazzi, l'etiope Avraham
Mengistu e un beduino del Negev di cui non si conosce l'identità,
attualmente scomparsi a Gaza, che si presume siano stati rapiti dai
terroristi di Hamas. In particolare, si fa riferimento alle accuse
mosse dalle famiglie dei due ragazzi al governo israeliano per aver
taciuto la vicenda ed essere intervenuto lanciando pesanti avvertimenti
ad Hamas troppo tardi, solo dopo la rivelazione.
Roma, il primo giorno senza urtisti.
Le pagine di cronaca romana del Messaggero raccontano il primo giorno
senza urtisti e camion bar in seguito al divieto del Comune entrato ora
entrato in vigore, e per il quale è stata posizionata una task force
delle forze dell'ordine davanti ai maggiori siti turistici. Nessun
disordine, ma la tensione resta alta. Il quotidiano riporta le
dichiarazioni di Nathalie Naim, consigliera del Primo Municipio, che
lancia violente accuse nei confronti di alcuni gestori di bancarelle.
I libri della domenica.
Repubblica dedica un articolo alla figura di Primo Levi, al centro del
dibattito culturale grazie alla recente pubblicazione negli Stati Uniti
della sua opera integrale tradotta e al volume in uscita alla fine di
agosto “Primo Levi di fronte e di profilo” (Guanda), la ventennale
ricerca di Marco Belpoliti sulla sua personalità poliedrica, lacerata e
costantemente messa alla prova. La Domenica del Sole 24 ore presenta
invece il volume “L'alleanza scossa ma non rimossa. Riflessioni sulla
Shoah” (Effatà editrice), del rabbino David Weiss Halivni, deportato da
giovane nei campi, sul cambiamento nel rapporto con Dio dopo la
tragedia della Shoah.
Expo, un picnic a base di humus.
Il Giornale pubblica una guida sulle specialità dei vari paesi da
gustare all'Expo di Milano. Tra queste, consiglia di provare i piatti
tipici del padiglione Israele, con i classici hummus, falafel e
shakshuka, proposti con la formula picnic, con tanto di cestino, per
gustarli seduti sul prato di fronte all'installazione dei campi
verticali.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
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