16 luglio 2015 - 29 Tamuz 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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PM of Israel @IsraeliPM (15 luglio) PM: "Iran can cheat on the deal because inspections are not instantaneous, anywhere, anytime."
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#PE24BreakingNews |
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Accordo storico. Ma per chi?
A
due giorni dall’accordo sul nucleare in Iran, stipulato a Vienna dai
Paesi del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna più la
Germania), proseguono analisi e commenti sulle testate nazionali. Sul
Corriere della Sera, lo storico Benny Morris spiega le preoccupazioni
di Israele, il cui premier, Benjamin Netanyahu, ha criticato a più
riprese l’apertura dell’Occidente verso l’Iran: “Su una cosa tutti –
americani, iraniani, israeliani ed europei – sembrano essere d’accordo:
l’intesa sul nucleare iraniano siglata l’altro ieri è ‘storica’. Ma il
vero significato di questa definizione resta un’incognita, e
probabilmente lo sarà ancora per un decennio o due”. Infatti, continua
Morris: “Solo a quella scadenza sapremo se la corsa dell’Iran all’arma
nucleare è stata fermata, come oggi sostiene il presidente degli Stati
Uniti Barack Obama, o se gli abili negoziatori iraniani si sono fatti
beffe delle anime candide di Washington, Londra e Parigi”. Sulla Stampa
Maurizio Molinari intervista gli israeliani che incontra al mercato
centrale di Gerusalemme per chiedere la loro opinione, tra cui
un’anziana signora che risponde secca: “Cosa è tutto questo chiasso per
Vienna? Siamo sempre stati soli e lo saremo anche ora”.
Obama: “Sarebbe stata la guerra”.
Repubblica riporta la lunga intervista del presidente Usa Barack Obama,
pubblicata dal New York Times, nella quale ha dichiarato: “Senza
l’accordo sul nucleare avremmo rischiato una guerra”. E riguardo le
preoccupazioni di Israele Obama ha aggiunto: “Sarebbe bello se l’Iran
si trasformasse improvvisamente in una liberal-democrazia che abbraccia
buone relazioni con Israele e Stati Uniti. Non è così, e questa è la
nostra migliore opzione per accertarci che nei prossimi 10 anni e anche
oltre, avremo un sistema di ispezioni che ci assicuri che non stanno
realizzando armi nucleari”. Congratulazioni per l’accordo di Vienna
arrivano intanto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che
ha reso lode ai diplomatici per la perseveranza e la lungimiranza e ha
spiegato come l’accordo segni “un’inversione di tendenza” (Corriere
della Sera).
Condannato il contabile di Auschwitz.
Dopo settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il
tribunale di Luneburg ha condannato il novantaquattrenne Oskar Groning,
conosciuto come il contabile di Auschwitz, a quattro anni di carcere
per concorso nell’omicidio di trecentomila persone. Durante il regime
nazista, il suo compito era quello di smistare i soldi e i beni dei
prigionieri che arrivavano al campo di sterminio. Data l’età, Groning
però potrebbe non scontare davvero la condanna in carcere (La Stampa).
Dureghello-Marino, primo incontro.
Il neo presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha
incontrato il sindaco Ignazio Marino. “Ci siamo confrontati con i
grandi temi della capitale e sul ruolo della Comunità all’interno della
città. Abbiamo condiviso dei temi che abbiamo a cuore, soprattutto
l’importanza per l’Italia di avere presto un Museo della Shoah, nei
tempi più brevi possibili” ha spiegato Dureghello al Tempo.
Roma, possibile ritorno dei camion-bar.
Dopo la decisione del Comune di Roma, che ha fatto spostare ambulanti,
urtisti e camion-bar lontano dal Colosseo, i giudici della Corte
Costituzionale hanno dichiarato illegittimi due articoli della norma
Franceschini sul decoro. Una novità, spiega il Corriere Roma, che
potrebbe portare ad un ritorno dei camion-bar. Il Corriere non fa
riferimenti però sulla sorte degli urtisti, storico mestiere di alcuni
membri della Comunità ebraica romana.
Milano, la tutela degli enti ebraici.
Gli esponenti della Comunità ebraica di Milano hanno incontrato una
rappresentanza dell’esercito impegnato nell’operazione ‘Strade sicure’.
Durante l’occasione il co-presidente Raffaele Besso ha ringraziato per
il servizio di sicurezza che i militari svolgono ogni giorno fuori
dagli enti ebraici e ha aggiunto: “In questo delicato momento,
l’esercito sta contribuendo in modo determinante alla sicurezza del
Paese e di Milano, al centro del mondo per l’Expo” (Il Giorno Milano).
Milano, la svastica della vergogna.
Una nuova svastica è comparsa in città deturpando il murale “Niguarda
Antifascista” dedicato alla staffetta partigiana ‘Lia’. A condannare il
gesto il presidente dell’Anpi milanese Roberto Cenati: “Questa è una
grandissima provocazione che offende Milano”. (Repubblica Milano)
Petrowskaja dentro la Storia. Sul
Manifesto l’intervista all’autrice di “Forse Esther” (ed. Adelphi)
Katja Petrowskaja, reduce del premio Strega europeo. “Mi sento senza
radici – ha spiegato – e attraverso questo libro ho cercato di
conoscere la mia parte ebraica che era andata perduta nel corso del
tempo”.
Il buio cala su Atticus.
Su Repubblica Gabriele Romagnoli scrive del seguito del “Buio oltre la
siepe”, nuovo caso letterario che verrà pubblicato in Italia a novembre
e che fornirà nuove rivelazioni sulla figura dell’avvocato antirazzista
Atticus Finch.
Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked
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