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10 settembre 2015 - 26 Elul 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Siamo vicini alla conclusione degli insegnamenti che Moshè, ormai prossimo alla fine, rivolge al popolo ebraico. Gli ammonimenti a rimanere fedeli alla Torah si susseguono con ritmo incalzante. Particolare rilievo ha in queste Parashòth il concetto che all’osservanza delle mitzwòth sia strettamente collegata la benedizione divina, mentre l’allontanamento dalle medesime porterebbe la maledizione. Dopo aver ribadito questo concetto, la Torah afferma che “Le cose occulte sono del Signore D. nostro, e quelle manifeste sono per noi e per i nostri figli per sempre, per fare tutte le parole di questa Torah”. In questo contesto, però, non è chiaro che cosa debba intendersi per occulto e che cosa sia manifesto. I nostri Maestri, nel trattato talmudico di Chullìn, ci vengono incontro insegnando che Ha-Qadòsh Barùkh Hu’ non ha voluto rivelare i motivi e la ricompensa di ogni singola mitzwah affinché noi non si fosse portati a trascurare le mitzwòth di minore portata limitandoci ad osservare quelle portatrici di maggior premio. In realtà – essi osservano – a proposito di due mitzwòth la Torah ci indica la stessa conseguenza positiva (“cosicché tu vivrai e allungherai i tuoi giorni”): si tratta di una mitzwah importante e continuativa, il rispetto dovuto ai genitori, e di una semplice e momentanea, il divieto di sottrarre i pulcini o le uova alla madre in atto di cova. Ciò ci insegna evidentemente che al di là della maggiore o minore difficoltà nella loro osservanza, le due mitzwòth devono essere considerate di uguale importanza e quindi di uguale obbligatorietà.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
L’Europa di quest’estate è ammalata di schizofrenia di fronte ai grandi movimenti migratori, ondeggia fra le sommosse xenofobe e le note della Nona Sinfonia di Beethoven, varia fra le migliori dichiarazioni di principio e il turpiloquio e gli sgambetti. In questa Europa continuano a dominare i compartimenti stagni nell’analisi politica e nell’etica sottostante alle proposte di soluzione. Si commiserano le migliaia di profughi siriani e ci si commuove di fronte all’immagine del bambino curdo annegato col volto piegato sulla battigia, ma nessuno ha il coraggio e l’onestà di formulare le domande che si celano dietro a queste drammatiche scene. Che tipo di paese, di società, di regime è stata ed è la Siria? Quali obiettivi politici e militari ha perseguito in passato e persegue tutt’oggi? A chi, se non a Israele, erano destinate all’origine quelle armi chimiche, prima accumulate per anni e poi usate largamente contro i rivoltosi anti-governativi? Quali potenze, se non l’Iran e la Russia, hanno sostenuto e sostengono il regime di Assad figlio? E che tipo di negoziati ha svolto l’Occidente, magari a Vienna, con tali sostenitori? E in cosa il figlio è meglio del padre? Chi era il presidente siriano che ha attaccato Israele nell’ottobre del 1973? Perché allora non c’era indignazione ma oggi sì? E dov’è il movimento europeo a sostegno dei diritti legittimi del popolo curdo a un suo stato? Perché parlando della Siria e dei curdi, o della Turchia e dei curdi, o dell’Iraq e dei curdi, o dell’Iran e dei curdi, non si parla mai di uno stato per due popoli? O di due stati per due popoli? Dov’era l’occidente fino a ieri? Tante e tali sono le contraddizioni e le ipocrisie della politica occidentale che le tardive profferte di assistenza ai rifugiati non possono cancellare.
La protesta degli urtisti
Diversi quotidiani dedicano spazio al presidio convocato ieri in Campidoglio dagli urtisti, i venditori di souvenir per lo più ebrei, per protestare contro le misure anti-degrado messe in atto a luglio dal sindaco di Roma Ignazio Marino. Il provvedimento dell’amministrazione capitolina ha ordinato il trasferimento degli urtisti dalla zona archeologica centrale verso zone più defilate, con la previsione di una ricollocazione a cui, protestano i manifestanti, non è stato dato seguito. “Hanno lasciato duecento famiglie romane senza stipendio per due mesi, ora siamo sul lastrico”, dichiara il presidente degli urtisti Fabio Gigli a Repubblica. Presenti alla manifestazione anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità ebraica della Capitale Ruth Dureghello, di cui compare un’intervista sulle pagine romane di Repubblica: “Marino non ha mantenuto le promesse non solo con gli urtisti ma anche con il rabbino e con me”, afferma Dureghello, che parla di fiducia tradita riferendosi al sindaco. “II Comune ci aveva promesso, anzi garantito un percorso differente”, la posizione del presidente della Comunità romana che auspica un intervento immediato dell’Amministrazione capitolina per risolvere la situazione. E quest’ultima affida la sua risposta, sempre dalle pagine di Repubblica, all’assessore comunale alle Attività produttive Marta Lenori: “Gli urtisti della Comunità ebraica ci chiedono un passo indietro che noi non possiamo fare. Abbiamo avviato un percorso, ma bisogna tener conto delle regole del tavolo del decoro”. Secondo Lenori, ogni decisione è comunque sospesa fino al 20 ottobre, quando il Tar si esprimerà sulla legittimità del provvedimento di sgombero deciso dal Comune rispetto alla zona del Colosseo.

La Siria e l’intervento russo. Sono fonti libanesi a far sapere che “le operazioni militari russe in Siria sono iniziate”, con uno sbarco a Latakia, dove è in pieno svolgimento il ponte aereo del Cremlino, con l’invio di uomini e armi per sostenere il regime di Bashar al-Assad nella guerra civile che infuria nel paese. I primi aerei-cargo sono partiti dalla Russia del Sud, sorvolando Bulgaria e Grecia, ma dopo la chiusura dei cieli da parte dei due paesi su pressante richiesta degli Stati Uniti, i nuovi voli passano attraverso l’Iran. La Stampa riporta che dalla conferenza sulla sicurezza in corso a Herzliya, il direttore generale del ministero dell’Intelligence israeliana Ram Ben-Barak ha dichiarato che questi ultimi sviluppi potrebbero avere delle conseguenze per Israele in termini di possibilità di operare contro Hezbollah in Siria. “I russi non sono nostri nemici – sottolinea però Amos Gilad, consigliere del ministro della Difesa Moshe Yaalon – e abbiamo modo di comunicare con loro”.

Danimarca, chiuse le frontiere. “Aiutiamo chi fugge”, è questo l’accorato appello lanciato dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker e riportato dal Corriere della sera nel presentare all’Europarlamento di Strasburgo il nuovo piano di ridistribuzione di 160 mila migranti, che dovrà essere approvato dai ministri dell’Interno il 14 settembre e subito dopo da un vertice di leader Ue. La strada verso una risoluzione dell’emergenza appare tuttavia ancora in salita, sia perché sei paesi, guidati dalla Gran Bretagna, hanno immediatamente bocciato le nuove misure, sia perché a partire dal tramonto di ieri la Danimarca – che comunque è esonerata dal piano di Junker – ha bloccato tutti i treni provenienti dalla Germania, carichi di migranti siriani. Sono poi stati bloccati anche i traghetti e l’autostrada che la unisce alla Svezia, che ha visto marciare centinaia di profughi, diretti in altri paesi scandinavi ritenuti più ospitali o dove parenti hanno già trovato rifugio. Risalto sui quotidiani riguardo alla vicenda della video-operatrice della televisione ungherese Petra Laszlo, immortalata mentre fa uno sgambetto a un migrante in fuga dalla polizia e con in braccio il figlio. Dopo la diffusione delle immagini, la Laslo è stata licenziata dall’emittente per cui lavorava (Corriere).
 
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  davar
qui mantova - festivaletteratura
Un archivio che ricorda il passato
per interpretare il presente

Aperto ieri, il Festivaletteratura torna per il diciannovesimo anno a invadere Mantova di blu, il colore dominante della manifestazione che per cinque giorni riempie la città di libri, scrittori, e soprattutto di lettori. Le mappe del festival comprendono ogni anno un numero maggiore di luoghi, e sempre più spesso si impongono scelte difficili, tanto il calendario è pieno di appuntamenti interessanti. Grandi nomi e autori sconosciuti si incontrano in un festival sempre aperto, curioso, pronto ad ascoltare con attenzione le istanze più vive del dibattito culturale senza mai stancarsi di interrogare il passato. Aumenta ancora il ruolo dell’Archivio del Festivaletteratura, in crescita come la mole enorme di materiale che contiene, al punto che questa edizione può proporre addirittura un “Fantafestival”: grazie alla pubblicazione on-line dell’OPAC dell’archivio è possibile organizzare una playlist degli incontri e riascoltare e rivedere fotografie, registrazioni o altri documenti delle edizioni passate. E alcuni fra gli ospiti più affezionati della manifestazione si cimentano così davanti al pubblico nella costruzione di una sorta di giornata “ideale” costruita con incontri delle edizioni passate. E veramente tutto diventa possibile: si potrebbe costruire un intero programma fatto solo con i premi Nobel passati a Mantova, o un festival di scrittori israeliani o, perché no, anche di eventi dedicati ai noir, o alla filosofia, per mettere l’edizione 2015 in relazione con gli anni precedenti: migliaia di incontri, autori, letture e idee, ora disponibili per tutto il tempo del calendario. Ed è presente come ogni anno Pagine Ebraiche, proprio con il grande dossier che racconta l’anno appena trascorso, e fra la libreria, la sala stampa e i punti informazione le pagine del giornale dell’ebraismo italiano ripropongono al pubblico del festival ciò che la redazione giornalistica dell’Unione delle comunità Ebraiche Italiane ha ritenuto di mettere in evidenza fra quanto avvenuto nel 5775, insieme alla grande intervista alla scrittrice Katja Petrowskaja, protagonista letteraria dell’anno, e alle tante pagine dedicate alla cultura. E letteratura, cultura, cinema e arte, senza dimenticare il mondo del fumetto e dell’animazione e la musica sono temi trattati nel dossier di Pagine Ebraiche e compresi anche nel programma del Festivaletteratura, che già nelle prime ore ha offerto numerosi spunti di riflessione.

Ada Treves twitter @atrevesmoked
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israele - la nomina della farnesina
Elena Loewenthal a Tel Aviv
a rappresentare la cultura italiana

La letterata italiana Elena Loewenthal è stata nominata nuova addetta culturale dell'ambasciata italiana in Israele. Autrice di molti libri ispirati alla cultura e alle tradizioni ebraiche - fra cui il recentissimo Lo specchio coperto. Diario di un lutto (Bompiani, 2015) - che hanno contribuito a diffondere la conoscenza della letteratura ebraica contemporanea nel nostro Paese, Loewenthal ha curato e tradotto molti testi legati all'ebraismo e a Israele. Tra i suoi numerosi saggi: “Un’aringa in Paradiso. Enciclopedia della risata ebraica”, “L’ebraismo spiegato ai miei figli” e “Scrivere di sé”. Ha inoltre pubblicato i romanzi “Lo strappo nell’anima” (Frassinelli 2002), “Attese” (Bompiani 2004), “Dimenticami” (Bompiani 2006), “Conta le stelle, se puoi” (Einaudi 2008, finalista al premio Campiello), “Una giornata al Monte dei Pegni” (Einaudi 2010, vincitore del premio Chiara), “La vita è una prova d’orchestra” (2011), la raccolta di ricette “Il mio piatto forte. La cucina ai tempi di facebook” (Einaudi 2012) e “La lenta nevicata dei giorni” (Einaudi 2013). Insegna cultura ebraica alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e scrive su La Stampa.
A Elena, proprio alla vigilia del nuovo anno ebraico 5776, gli auguri di buon lavoro e di buoni successi da parte di tutta la redazione.

(Il disegno è di Giorgio Albertini)
qui londra - netanyahu a cameron
Negoziati con i palestinesi:
"Israele pronta a riaprirli"

"Voglio ribadire qui, al 10 di Downing Street, che sono pronto a riaprire i negoziati diretti con i palestinesi senza alcuna condizione per avviare i colloqui e che vorrei farlo immediatamente”. Ospite a Londra del primo ministro britannico David Cameron, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha colto l'occasione per affermare, come già fatto nelle scorse settimane, la sua disponibilità a riprendere le trattative di pace con la controparte palestinese. In Gran Bretagna per discutere di cooperazione nei settori dell'high tech e della sicurezza, Netanyahu ha rilanciato la sua richiesta di collaborazione per combattere i miliziani jihadisti dell'Isis e ha puntato il dito contro il coinvolgimento dell'Iran nella destabilizzazione dell'area mediorientale. A Londra, il Premier ha poi incontrato i vertici della Comunità ebraica britannica.
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qui roma - il seminario al pitigliani
Ebraismo, modello per educare
"Applicare i dettami dell’ebraismo all’educazione è possibile: ci troviamo infatti di fronte a una religione che offre un modello coerente, composito e unitario interessante da prendere in considerazione. Lo scopo del seminario che concludiamo oggi, in effetti, è stato proprio questo”. Così la professoressa dell’Università La Sapienza Antonella Castelnuovo ha aperto i lavori della seconda giornata di “Ebraismo e cultura europea. Le religioni come sistemi educativi” dedicato a “L’ebraismo ed i grandi educatori del ‘900″, organizzato dall’Istituto di psicologia interculturale Onlus e ospitato dal centro ebraico Il Pitigliani con il patrocino dell’Università la Sapienza, la Comunità ebraica di Roma e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il seminario, che ha visto le relazioni di rabbini, educatori, psicologi e insegnanti moderati dalla psicologa e pedagogista Clotilde Pontecorvo, si è arricchito oggi della presenza di Marco Rossi-Doria, neo assessore alla Scuola e allo Sviluppo delle periferie del Comune di Roma.

(Nell'immagine la professoressa Clotilde Pontecorvo e il
neo assessore alla Scuola e allo Sviluppo delle periferie del Comune di Roma Marco Rossi-Doria)
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qui trieste
Rav Di Martino decide di restare
Rav Eliezer Di Martino continuerà nel suo incarico di rabbino capo di Trieste. A darne notizia il Consiglio della Comunità triestina che in un comunicato diffuso in queste ore ha annunciato il raggiungimento di un accordo e la conseguente decisione del rav di ritirare le dimissioni presentate in precedenza. Il Consiglio, si legge nella nota, ritiene che “Rav Di Martino possa dare alla nostra Comunità un futuro lungo e positivo, grazie alle doti personali e professionali dimostrate nel suo primo anno di mandato”.

dopo gli interventi di denuncia
Antisemitismo, Recanati si scusa
Il Comune di Recanati non ha dato il patrocinio all'iniziativa dell’attivista anti-israeliana Samantha Comizzoli e alla proiezione del suo docu-film “Israele: il cancro”. Lo afferma il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo firmando un comunicato congiunto con l'ambasciatore d'Israele in Italia Naor Gilon. Fiordomo, si legge nella nota, ha telefonato all'ambasciatore “per chiarire, in un clima di grande cordialità e di ascolto reciproco, come il Comune non abbia concesso il proprio patrocinio all’iniziativa della Comizzoli e per instaurare un dialogo volto a superare le incomprensioni emerse”. Diverse le voci di protesta, tra cui quella dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che si erano levate negli scorsi giorni per chiedere chiarimenti al sindaco di Recanati dopo la diffusione di un volantino in cui compariva la città tra gli enti patrocinanti la proiezione del docu-film anti-israeliano. “Già dal titolo del video, ben si capisce l’intento odioso di questo evento. - aveva denunciato l'ambasciatore Gilon in una prima lettera diretta a Fiordomo - Nessuno, infatti, dovrebbe avere il diritto di chiamare uno Stato o una persona un 'cancro'”.

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qui roma- festival della letteratura 
I nuovi mondi dell'animazione

Quando si parla di linguaggi del futuro non si può di certo lasciare da parte l’animazione. Un mondo che oggi si trova ad affrontare nuove sfide, come quella di rimanere al passo coi ritmi incalzanti della generazione dei nativi digitali, ma anche quella di rivolgersi anche al pubblico degli adulti, sconfinando in generi prima inesplorati come quello del documentario. A mettere insieme queste due facce sul palco del Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica di Roma sono stati Roberto Genovesi, direttore artistico della rassegna Cartoons on the Bay che ogni anno si svolge a Venezia, e David Dudu Shalita, direttore di Animix, il festival di animazione di Tel Aviv, stimolati dalle domande di Ariela Piattelli, una delle organizzatrici della manifestazione romana.
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j-ciak
Il maestro e i migranti
La sincronia è perfetta. Mentre i migranti premono ai confini dell’Europa e la Germania apre loro le porte, il maestro del documentario Frederick Wiseman porta sul grande schermo i difficili equilibri e le strepitose possibili armonie del vivere insieme. Nella pellicola “In Jackson Heights”, il suo nuovo lavoro presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, il regista ebreo-americano ci racconta il quartiere più multiculturale che c’è. A Jackson Heights, Queens, New York, si parlano 167 lingue. Gli immigrati dal Sud America e dal Messico convivono con quelli che arrivano da Pakistan, Afghanistan, India, Cina, Bangladesh. I residenti di lungo corso sono per lo più figli o nipoti di immigrati e i gay sono una presenza significativa (proprio all’inizio si incontra un gruppo di sostegno per gay anziani nella periodica riunione al locale centro ebraico).

Daniela Gross
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Rosh hashanah 5776 - qui milano
Un anno per l'unità
Vogliamo, a nome della Comunità ebraica di Milano e del Consiglio, augurare a tutte le Comunità Shanà Tovà e Gmar Hatima Tovà.
Quest’anno tante Comunità hanno rinnovato il loro Consiglio e sappiamo tutti quanto non sia facile riuscire a mettere insieme un gruppo di lavoro che possa portare avanti un programma comune, però possiamo dire che con la passione, la voglia di lavorare e l’entusiasmo di tutti i membri abbiamo lasciato da parte i problemi personali e ci siamo uniti per il bene della nostra Comunità cercando di seguire ideali comuni.
Sperando che tutte le Comunità possano lavorare in serenità e raggiungere risultati positivi auguriamo un buon anno a tutti

Raffaele Besso e Milo Hasbani
presidenti della Comunità ebraica di Milano

rosh hashanah 5776 - qui napoli
Un anno di gradimento
“Tish’u’’, “Siate graditi”. Questo significato della sigla dell’anno 5776 si ricollega alla richiesta dell’Amidà di gradire le nostre preghiere così come nella Genesi il Signore gradisce le offerte spontanee e generose di Abele. Affinché le nostre azioni siano gradite al Signore insieme alle nostre richieste, occorre successivamente che i nostri comportamenti siano graditi agli uomini. Il primo augurio che i Rabbanim devono rivolgere alla Comunità è che gli studiosi aumentino la pace nel mondo considerando “figli costruttori” i propri alunni. Con il proprio comportamento, infatti, ognuno deve essere testimone ed artefice della verità, coniugando la verità con la giustizia e la pace dall’interno della comunità d’Israele verso coloro che si allontanano. Così tutti insieme potremo compiere insieme quel Tikkun ‘Olam, la correzione del mondo, necessario per essere graditi al Signore e agli uomini.
Shanah tovah.

Umberto Piperno, rabbino capo di Napoli
rosh hashanah 5776 - qui bologna
Un anno per l'energia
Partecipare  è il modo per vivere e condividere i risultati, gli obbiettivi e le aspettative di tutti. Essere presenti è la modalità per portare il proprio contributo, migliorare l’offerta, alzare il livello culturale. Che il 5776 sia l’anno per costruire un futuro in cui tradizione e cultura restino radicate e ferme in un rinnovato interesse collettivo, continuando a rafforzare la presenza sui nostri territori come parti attive nelle città. Che il 5776 sia l’anno in cui parleremo di Memoria come ponte tra passato e futuro: perché Memoria è vita!
Le Comunità crescono, così come crescono i nostri giovani e ognuno di noi è portatore di energia e sentimento ebraico. Dobbiamo sentirci nuovamente custodi di quel sentimento profondo che ha reso il Popolo Ebraico solido nella sua storia. Sentiamoci tutti quanti parte attiva dei progetti e impegniamoci affinché ognuno possa contribuire al miglioramento degli stessi in un’ottica di utilizzo comune, a conferma di una sana politica del fare! Dimostriamoci di essere il popolo della Torah che sa ben scegliere la giusta rotta!
Tikhlé Shanà Vekilelotea, Tachel Shanà Uvirchotea.

Daniele De Paz
presidente della Comunità ebraica di Bologna

rosh hashanah 5776 - qui parma
Un anno per le mitzvot
Come ogni anno ci stiamo avvicinando a un momento importante del calendario ebraico: Rosh Hahanah, il capodanno, è il giorno in cui si celebra la creazione del mondo e dell’uomo.  Il giorno in cui l’intera umanità viene giudicata dall’eterno “Yom ha Din”, il giorno in cui si gettano le fondamenta per il nuovo anno a venire. Queste fondamenta sono indicate dalla parola ebraica Yesod, parola che può essere letta anche come Sod Yud cioè, il segreto della Yud. Quella Yud che indica, nella mistica ebraica, la sapienza divina, la presa di coscienza di come rettificare e riparare gli errori commessi, ristabilendo equilibrio ed armonia in alto in basso nella nostra vita. È questo il percorso di Teshuvah che abbiamo l’obbligo di intraprendere in questo periodo. I nostri Maestri ci insegnano di non leggere Teshuvah, ma bensì Tashuv He leggendolo ‘ritorna ad He’, ad Hashem (D-o), poiché tornando ad Hashem  abbiamo il potere di riunire il mondo di sopra con il mondo di sotto, il mondo dell’anima con il corpo fisico, ristabilendo così armonia in tutto il creato. L’augurio e la benedizione che mi sento di fare per il 5776 e quello che sempre più persone si avvicinino alla Torah e alle mitzvot  scoprendo così i segreti del cielo e della terra.
Tachel Shana’ u Birkotea – inizi il nuovo anno con le sue benedizioni.

David Sciunnach, rabbino capo di Parma
  pilpul
Setirot - Un errore enorme 
Credo sia noto ai lettori di questa rubrica che le posizioni di Fiamma Nirenstein – riguardo alla politica israeliana così come a quella italiana – sono state, e sono il più delle volte molto lontane dalle mie. Di conseguenza, penso non vi sia dubbio su quanto a me possa non piacere l’ipotesi di una sua nomina ad ambasciatrice di Israele a Roma. Il fatto, poi, che tra Fiamma e me esista da quasi quarant’anni una conoscenza che definirei in qualche modo amicizia dovrebbe essere garanzia di leale e disinteressato profondo dissenso. Ciò detto, sono rimasto basito nel leggere l’indiscrezione di Haaretz secondo cui il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello avrebbero espresso al presidente d’Israele Reuven Rivlin il desiderio di non vedere confermata quella nomina. Tralasciando i motivi addotti a questa ipotetica richiesta, confesso che, se la notizia fosse confermata, aggiungerebbe – per me – dispiacere a dispiacere.

Stefano Jesurum, giornalista
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Tracce
Se un mattino d’estate un viaggiatore si aggirasse dalle nostre parti, troverebbe numerose tracce di vita ebraica. Daniele in visita a Bari mi ha mandato, dal castello, la foto di una tomba ebraica alto medioevale, decorata con una menorah e proveniente da una necropoli barese del secolo VIII-IX. Gli suggerisco di fare un giro a Trani a visitare la Sinagoga Scolanova, attualmente la più antica in uso in Italia dopo essere stata per lungo tempo una chiesa, una volta espulsi o convertiti a forza gli ebrei del meridione i quali, sotto il dominio spagnolo, hanno condiviso la stessa sorte toccata agli ebrei di Spagna con il Gherush del 1492. Non lontana è anche Venosa, che vanta la presenza di catacombe ebraiche a testimoniare l’esistenza di una comunità tra III e VII secolo. Avendo qualche giorno in più, che tanto pioveva e il mare era mosso, il viaggio di Daniele ha toccato anche Otranto, di cui tratta diffusamente il diario di viaggio di Beniamino di Tudela: la comunità ebraica locale non solo era di antica data (III secolo almeno), ma fiorente tanto da contare circa cinquecento famiglie nel XII secolo, e da acquisire fama in tutto il Mediterraneo per la produzione di testi giuridici.

Sara Valentina Di Palma, ricercatrice
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Madri d'Israele - Michelle
Amare Israele, amarla a tal punto da dedicare la propria intera vita alla sua difesa. No, so a cosa state pensando, questa volta non sto per presentarvi una giovane soldatessa in divisa. La nostra eroina si chiama Michelle Rojas-Tal, è il frutto della particolare unione di un’ebrea americana e un cattolico mezzo portoricano e mezzo siciliano. “Ho ignorato la mia identità ebraica durante tutta la mia infanzia ed adolescenza. Il mio rapporto con la Terra d’Israele, con lo Stato d’Israele, era del tutto inesistente”. Tuttavia qualcosa cambia negli anni, un tragico evento stravolge per sempre la sua vita. “Ricordo l’11 settembre come fosse ieri: quel giorno mi toccò particolarmente, mi aprì gli occhi, mi sbatté in faccia una realtà a cui, forse, non ero ancora pronta”. Prende un lungo respiro e continua: “Il peso di quella tragedia fece affiorare in me un senso di responsabilità mai provato precedentemente”. Da quell’istante ebbe inizio per la nostra Michelle un importante processo, un percorso che la portò a essere la persona che è oggi.

David Zebuloni
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