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10 settembre 2015 - 26 Elul 5775

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano Jesurum e Daniel Funaro.
 
Biennale di Venezia
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9 settembre
#RedCarpet HADAR MORAG and the film delegation of LAMA AZAVTANI with #Venezia72 director Alberto Barbera #Orizzonti

Rabbi Sacks
@rabbisacks

9 settembre
“Why I am a Jew”: Watch the new whiteboard animation video by R.Sacks! https://youtu.be/CAbiFbpQP8o 
 
 
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Roma, la protesta degli urtisti
Diversi quotidiani dedicano spazio al presidio convocato ieri in Campidoglio dagli urtisti, i venditori di souvenir per lo più ebrei, per protestare contro le misure anti-degrado messe in atto a luglio dal sindaco di Roma Ignazio Marino. Il provvedimento dell'amministrazione capitolina ha ordinato il trasferimento degli urtisti dalla zona archeologica centrale verso zone più defilate, con la previsione di una ricollocazione a cui, protestano i manifestanti, non è stato dato seguito. “Hanno lasciato duecento famiglie romane senza stipendio per due mesi, ora siamo sul lastrico”, dichiara il presidente degli urtisti Fabio Gigli a Repubblica. Presenti alla manifestazione anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità ebraica della Capitale Ruth Dureghello, di cui compare un'intervista sulle pagine romane di Repubblica: “Marino non ha mantenuto le promesse non solo con gli urtisti ma anche con il rabbino e con me”, afferma Dureghello, che parla di fiducia tradita riferendosi al sindaco. “II Comune ci aveva promesso, anzi garantito un percorso differente”, la posizione del presidente della Comunità romana che auspica un intervento immediato dell'Amministrazione capitolina per risolvere la situazione. E quest'ultima affida la sua risposta, sempre dalle pagine di Repubblica, all'assessore comunale alle Attività produttive Marta Leonori: “Gli urtisti della Comunità ebraica ci chiedono un passo indietro che noi non possiamo fare. Abbiamo avviato un percorso, ma bisogna tener conto delle regole del tavolo del decoro”. Secondo Leonori, ogni decisione è comunque sospesa fino al 20 ottobre, quando il Tar si esprimerà sulla legittimità del provvedimento di sgombero deciso dal Comune rispetto alla zona del Colosseo.

La Siria e l'intervento russo. Sono fonti libanesi a far sapere che “le operazioni militari russe in Siria sono iniziate”, con uno sbarco a Latakia, dove è in pieno svolgimento il ponte aereo del Cremlino, con l'invio di uomini e armi per sostenere il regime di Bashar al-Assad nella guerra civile che infuria nel paese. I primi aerei-cargo sono partiti dalla Russia del Sud, sorvolando Bulgaria e Grecia, ma dopo la chiusura dei cieli da parte dei due paesi su pressante richiesta degli Stati Uniti, i nuovi voli passano attraverso l'Iran. La Stampa riporta che dalla conferenza sulla sicurezza in corso a Herzliya, il direttore generale del ministero dell'Intelligence israeliana Ram Ben-Barak ha dichiarato che questi ultimi sviluppi potrebbero avere delle conseguenze per Israele in termini di possibilità di operare contro Hezbollah in Siria. “I russi non sono nostri nemici – sottolinea però Amos Gilad, consigliere del ministro della Difesa Moshe Yaalon – e abbiamo modo di comunicare con loro”.

Danimarca, chiuse le frontiere. “Aiutiamo chi fugge”, è questo l'accorato appello lanciato dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker e riportato dal Corriere della sera nel presentare all'Europarlamento di Strasburgo il nuovo piano di ridistribuzione di 160 mila migranti, che dovrà essere approvato dai ministri dell'Interno il 14 settembre e subito dopo da un vertice di leader Ue. La strada verso una risoluzione dell'emergenza appare tuttavia ancora in salita, sia perché sei paesi, guidati dalla Gran Bretagna, hanno immediatamente bocciato le nuove misure, sia perché a partire dal tramonto di ieri la Danimarca – che comunque è esonerata dal piano di Junker – ha bloccato tutti i treni provenienti dalla Germania, carichi di migranti siriani. Sono poi stati bloccati anche i traghetti e l'autostrada che la unisce alla Svezia, che ha visto marciare centinaia di profughi, diretti in altri paesi scandinavi ritenuti più ospitali o dove parenti hanno già trovato rifugio. Risalto sui quotidiani riguardo alla vicenda della video-operatrice della televisione ungherese Petra Laszlo, immortalata mentre fa uno sgambetto a un migrante in fuga dalla polizia e con in braccio il figlio. Dopo la diffusione delle immagini, la Laslo è stata licenziata dall'emittente per cui lavorava (Corriere).

Milano, Lega e Forza Italia alla festa di Casa Pound. È polemica per la partecipazione tra gli invitati alla festa di Casa Pound, in programma per domani a Milano in una sede ancora top secret che sarà rivelata solo oggi, di esponenti di Lega Nord e Forza Italia. “È una vergogna, il raduno non deve essere nemmeno permesso”, attacca l'Associazione nazionale partigiani (Anpi) con Pd e Sel. “Siamo di fronte a una violazione delle leggi Scelba e Mancino contro la ricostituzione del partito fascista, non solo della Costituzione”, sono le parole del presidente dell'Anpi Antonio Pizzinato riportate dalle pagine milanesi di Repubblica. Su Avvenire parla invece il deputato del Pd Emanuele Fiano: “Ho sottoscritto insieme alla collega Eleonora Cimbro un'interpellanza urgente al ministro degli Interni. La nostra Costituzione e le nostre leggi parlano chiaro: il fascismo non può e non deve rinascere in nessuna forma e tutti coloro che lo intendono propagandare, evocare, o anche solo simboleggiare, calpestano la storia democratica di questo Paese”.

La nomina di Israele e gli interventi dall'Italia. Sul quotidiano La Stampa, nello spazio dedicato alle lettere al direttore, Riccardo Pacifici interviene firmandosi ex presidente della Comunità ebraica di Roma e affermando di sostenere la nomina di Fiamma Nirenstein ad ambasciatore di Israele in Italia. Negli scorsi giorni numerosi organi di informazione avevano ripreso un articolo pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz in cui si riportavano indiscrezioni secondo cui il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità ebraica capitolina Ruth Dureghello avrebbero espresso al presidente d’Israele Reuven Rivlin, nel corso della sua recente visita nella Capitale, perplessità riguardo alla nomina della giornalista ed ex parlamentare italiana. Pacifici nella sua lettera assicura di capire i timori della dirigenza comunitaria, “a cominciare da quelli del nostro rabbino capo, Riccardo Di Segni”. Lo stesso Pacifici giudica comunque inopportuno intromettersi dall'Italia in decisioni che appartengono esclusivamente alle istituzioni israeliane: “sarebbe grave – scrive - se dall’Italia un leader comunitario fosse in grado di determinare l’annullamento - o l’approvazione - di una decisone del governo israeliano”.

Rav Laras: “i mali della cultura europea”. Il Foglio riporta il discorso in occasione del Capodanno ebraico del rav Giuseppe Laras, ex presidente dell'Assemblea Rabbinica Italiana, che parla di una cultura europea “affetta da molti mali”, in cui “dal 'pensiero debole' si è giunti al 'non pensiero'”.

Allo stadio di shabbat? La Repubblica fa il punto sulle proteste di gruppi ultraortodossi che chiedono tra le altre cose che di shabbat si interrompa il campionato di calcio israeliano. Il procuratore generale Yehuda Weinstein ha però annunciato che ciò non avverrà questo sabato, nonostante la petizione di alcuni giocatori osservanti.

Assaf Gavron protagonista a Mantova. Avvenire intervista lo scrittore israeliano Assaf Gavron, protagonista oggi al Festivaletteratura di Mantova, che ha affrontato nel suo romanzo intitolato “La Collina” (Giuntina) il tema degli insediamenti in Cisgiordania.

Nabi Saleh. Sul Manifesto appare la ricostruzione di Vittorio Fera, attivista italiano arrestato in Cisgiordania con l'accusa di aver lanciato oggetti contro i soldati israeliani, di quanto accaduto durante la manifestazione palestinese a Nabi Saleh lo scorso 28 agosto. Per Fera, rilasciato dalle autorità israeliane, la manifestazione sarebbe stata non violenta mentre immagini della protesta immortalano alcune persone mentre lanciano pietre contro i soldati israeliani.

Israele, progetti per il futuro. Panorama pubblica un ampio reportage sullo sviuppo delle start-up in Israele, “che scommette sulla ricerca per progettare il proprio (e il nostro) futuro”.

Gli ebrei scomparsi di Lviv. Sul Giornale Controstorie si racconta la storia della città ucraina di Lviv, oggi considerata un bastione del nazionalismo, che fino alla Seconda guerra mondiale, quando ancora era parte della Polonia, era sede di una fiorente e integrata comunità ebraica, ora scomparsa insieme a tutti i suoi monumenti.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
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