Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
|
Percepire
la precarietà della vita - tema fondante la ricorrenza di Sukkoth che
sta terminando - non significa in nessun modo sminuire il valore
assoluto della vita umana. Vivere una settimana nella Sukkah non può e
non deve significare il dover contemplare la possibilità di cadere
sotto i colpi di arma da fuoco tornando a casa con i propri figli o
quella di essere accoltellati mentre ci si reca a pregare al Kotel.
|
|
David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
|
In
tutte le storie di edificazione della nazione, la tomba del leader
fondatore è un luogo di venerazione. Di Mosé, invece, come si legge nei
versi finali di “Vezoth ha-berachà” (Deut. 34,6), non si sa di preciso
dove sia la tomba. Meglio. Una possibilità in meno di trasformare la
memoria in culto della persona.
|
|
|
Israele, ancora terrore
|
Il
terrorismo torna a Gerusalemme: è di qualche ora fa la notizia del
ferimento da parte di un attentatore palestinese di un quindicenne
israeliano alla Porta di Damasco. L’aggressore è stato bloccato e
ucciso dalla polizia, mentre il ragazzo è in ospedale in condizioni
stabili. Ieri sera invece un palestinese, Mohand Halabi di Ramallah, ha
aggredito una famiglia di ebrei ultraortodossi in cammino verso il Muro
del Pianto uccidendo due uomini e ferendo gravemente una donna e un
bambino di due anni. L’azione, ancora una volta acclamata da Hamas,
avviene a quarantotto ore dall’uccisione dei coniugi Henkin, freddati
mentre erano in macchina nella strada verso Itamar, e ha spinto il
premier Benjamin Netanyahu a convocare per oggi una riunione con i
responsabili della sicurezza. Per il leader dell’opposizione israeliana
Itzhak Herzog, scrive la Stampa, quanto sta avvenendo “dimostra che
Netanyahu sta perdendo il controllo della sicurezza di Israele e non ha
un piano per combattere questo terrore che indica l’inizio di una terza
Intifada”. Tra le reazioni, anche quella del presidente della Comunità
ebraica di Roma Ruth Dureghello.
Israele e la “leggenda nera”.
Sul Corriere della sera una riflessione di Angelo Panebianco sulle
posizioni anti-israeliane di intellettuali e accademici in Europa,
secondo l’editoralista sempre più condivise: “La leggenda nera su
Israele (Israele Stato criminale, nazista, eccetera) si diffonde,
praticamente inarrestabile, in Europa. Il Parlamento europeo ha appena
votato, a larga maggioranza, a favore della identificazione delle merci
provenienti dai territori palestinesi sotto controllo israeliano
contribuendo così a rafforzare la spinta già in atto in molti Paesi al
boicottaggio dei prodotti israeliani. Da molto tempo ormai, assistiamo
a sempre più frequenti gesti di inimicizia nei confronti delle
università israeliane da parte di ricercatori europei. La diffusione e
il radicamento della leggenda nera su Israele va di pari passo con la
forte crescita, da diversi anni a questa parte, degli episodi di
antisemitismo. Le due cose sono collegate”.
|
|
Leggi
|
|
|
israele - le parole del presidente reuven rivlin
"Il terrorismo non ci sconfiggerà"
“I
nostri nemici sanno come ferirci ma non possono sconfiggerci. Questa è
una lotta quotidiana”. Parole, quelle del presidente di Israele Reuven
Rivlin, pronunciate davanti a migliaia di persone, una folla raccoltasi
a Gerusalemme per partecipare ai funerali (nell'immagine) delle vittime
dell'ennesimo attentato. Parole che cercano di infondere coraggio di
fronte alla violenza del terrorismo palestinese che nelle scorse ore è
tornato a colpire dopo aver lasciato orfani giovedì scorso sei bambini:
prima un ragazzo di Ramallah, Mohand Halabi, ha aggredito una famiglia
di ebrei ultraortodossi in cammino verso il Muro del Pianto, uccidendo
due uomini - Aaron Bennett e rav Nechamia Lavi - e ferendo gravemente
una donna e un bambino di due anni; poi, sempre nella Capitale, un
altro terrorista nella notte ha accoltellato un ragazzo di quindici
anni, ricoverato immediatamente in ospedale e fuori pericolo di vita.
“La lotta contro il terrorismo richiede determinazione”, ha affermato
Rivlin mentre la tensione a Gerusalemme rimane alta e le forze di
sicurezza israeliana sono impegnate da una parte a contenere le
violenze di manifestanti palestinesi – con lancio di pietre e molotov –
e dall'altra ad individuare i responsabili dell'attacco di giovedì
scorso, con ricerche e arresti in Cisgiordania.
Leggi
|
informazione - pagine ebraiche ottobre 2015
L'impegno contro l'indifferenza
“L’opposto di amore non è odio, è indifferenza. L’opposto di arte non è brutto, è indifferenza. L’opposto di fede non è
eresia, è indifferenza. L’opposto di vita non è morte, è indifferenza”.
Si apre con una citazione del premio Nobel e Testimone della Shoah Elie
Wiesel il discorso del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna che durante la Giornata Europea della Cultura
Ebraica ha voluto dedicare un pensiero particolare alla crisi dei
migranti che ha coinvolto il Paese e l’Europa. È proprio il tema delle
migrazioni l’argomento centrale del dossier del mese di ottobre di
Pagine Ebraiche curato da Daniel Reichel: un viaggio che inizia con
Hans Breuer, il pastore e cantante Yiddish austriaco che con la sua
macchina porta al riparo i profughi siriani ed è diventato un fenomeno
del web. Spazio poi per l’impegno delle istituzioni ebraiche: dagli
appelli del rabbinato, alle iniziative di Milano, Firenze e Torino le
cui comunità hanno offerto pasti caldi e un luogo nel quale poter
dormire come il Memoriale della Shoah milanese, la “piccola
Gerusalemme” fiorentina e una casa torinese messa a disposizione per
quattro profughi. In sostegno delle migliaia di persone che fuggono
dalla Siria scende poi in campo Israele che oltre la linea di confine
cura i feriti e ha all’attivo diverse proposte, tra cui quella della
compagnia Sodastream che si è offerta di dare oltre mille posti di
lavoro. Le migrazioni sono infine un concetto imprescindibile dalla
storia ebraica: il dossier ripercorre la fuga da Tripoli verso l’Italia
attraverso i ricordi dell’assessore UCEI Victor Magiar, Jack Luzon, ex
consigliere della comunità ebraica romana e Samuel Zarrough, ex
presidente di quella livornese. In chiusura inoltre le testimonianze
della Yeridah, il fenomeno che vede sempre più ebrei francesi fare
l’aliyah e poi decidere di ritornare indietro.
Leggi
|
informazione - dafdaf ottobre 2015 Un autunno di arte e poesia
fra aglio, musica e biciclette
La
nostalgia per le lunghe giornate estive apre il numero di ottobre di
DafDaf, con la cover di Luisa Valenti, ma subito si torna a sorridere
con la rubrica Musica, Maestra!: Maria Teresa Milano, ebraista e
musicologa che da qualche settimana collabora anche con la newsletter
Pagine Ebraiche 24, racconta la storia di una canzone a cui sono è
affezionata. E spiega: “L’ho scritto altre volte, ogni canzone racconta
una storia, che non è solo quella del testo ma anche quella di chi l’ha
scritta e l’ha eseguita nel tempo.” E questo mese, subito dopo Rosh
HaShanah, il capodanno ebraico, si parla di Shana Tova, musica di Nahum
Nardi, parole di Levin Kipnis, con la voce dell’indimenticabile Ofra
Haza.
Coloratissime le pagine dedicate alla mostra “United Colors of Judaica”
che sarà aperta fino al 28 gennaio, a Tel Aviv, al museo Beit
Hatfutsot. L’autore delle opere esposte, che vogliono rappresentare le
diverse tradizioni ebraiche in diversi tempi e diversi luoghi, è
Eliahou Eric Bokobza artista di origini tunisine nato a Parigi e
trasferitosi in Israele ancora bambino. Il Beit Hatfutsot è il Museo
del popolo ebraico e dalla sua fondazione, nel 1978, racconta ai
visitatori la storia millenaria dell’ebraismo. Continua la sfida di
Roberta Anau, scrittrice e cuciniera, che questo mese dedica la sua
rubrica alle merende, e oltre alle ricette più tradizionali propone un
altro ingrediente che normalmente i giovani lettori non amano
particolarmente: l’aglio.
Leggi
|
qui ferrara - festival internazionale Guardare oltre confine Un
pubblico, come in passato, tendenzialmente giovane, forse meno numeroso
rispetto allo scorso anno (che comunque aveva segnato il record di
presenze, con oltre settantamila persone) ma sempre molto partecipe.
Parliamo del pubblico del Festival Internazionale di Ferrara,
organizzato dall'omonima rivista e dedicato quest'anno al concetto di
frontiere. Da quelle varcate dai profughi del Medio Oriente e
dell'Africa, in cerca di una nuova vita in Europa, a quelle che si
traducono in barriere da superare per chi vive dal basso le
diseguaglianze sociali; si è guardato oltre confine, analizzando realtà
apparentemente lontane come l'Argentina, il Niger o il Bangladesh (al
blogger bengalese Asif Mohiuddin è stato consegnato il premio Anna
Politkovskaja di quest'anno). Si è parlato anche di chi le frontiere
non le rispetta e anzi le violenta come gli scafisti che lucrano sulle
vite umane ma anche i terroristi dell'Isis, che cercano di abbattere i
confini attraverso il sangue. Proprio di Isis e del Jihadismo si è
trattato in diversi appuntamenti tra cui quello molto partecipato con
protagonisti l’orientalista e politologo francese Olivier Roy, Loulowa
Al Rashid dell’International crisis group e Christoph Reuter del
giornale tedesco Spiegel.
(Nella foto un momento del festival)
Leggi
|
qui firenze
Le donne cantano il Qohelet
La
Megillah di Ruth, il Cantico dei Cantici, il Cantico di Deborah. E
ieri, al termine di un percorso di studio coordinato da Shulamit
Furstenberg-Levi, i primi tre brani del Qohelet.
Prosegue
con successo il lavoro di introiezione (e di successiva esposizione
cantata) affrontato da un gruppo di donne fiorentine a confronto con i
testi fondamentali della Tradizione e del pensiero ebraico.
I brani proposti nel pomeriggio di Shabbat Chol haMoed non appartengono
al repertorio liturgico locale e quindi, per molti dei presenti, hanno
costituito una novità assoluta. Fondamentale, nella preparazione, il
ricorso alla registrazione di un cantore ashkenazita.
“Uno degli insegnamenti che ho sentito di più è quello dell’importanza
di vivere il tempo di ogni cosa, non passivamente, ma con
consapevolezza e con tutto il nostro essere” spiega la presidente della
Comunità ebraica Sara Cividalli.
Un percorso che, sottolinea Cividalli, non avrebbe potuto essere tale
“senza la tenacia di Shulamit, che ci ha spronate e incitate e ha
convinto anche le più incerte”.
Prezioso inoltre il contributo della studiosa Milka Ventura.
|
Radicali senza radici/1 |
Esiste
una destra radicale, oggi, e in caso affermativo in cosa consiste? Non
di meno, si tratta di un’area politica capace di esprimere un qualche
protagonismo oppure è solo un soggetto emarginato e, per più aspetti,
residuale? Se negli anni Sessanta e Settanta essa costituiva un
presidio ‘antisistemico’, ovvero avverso alla democrazia repubblicana
in quanto tale, in Italia così come in Europa, il mutamento del campo
del politico e della stessa politica ha senz’altro contribuito a
mutarne una parte dei suoi connotati. Insieme ad essi, anche il suo
radicamento e i soggetti che rappresenta a tutt’oggi. Il transito più
importante è senz’altro quello che si è consumato nel rapporto con i
fascismi storici. Usiamo il plurale poiché in Europa le esperienze
fasciste, dalla fine della Prima guerra mondiale fino ai due decenni
precedenti alla caduta del muro di Belino, nel 1989, sono state
molteplici. Parte d’esse, come ben sappiamo, si sono costituite in veri
e propri regimi politici. Alcuni effimeri, altri assai più consistenti.
Claudio Vercelli
Leggi
|
|
|