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18 ottobre 2015 - 5 Cheshvan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Noè era uomo giusto e semplice". Non sempre i giusti sono anche semplici; ma la salvezza dell'umanità è passata per un uomo che coniugava in sé queste due qualità.
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Fa pensare il fatto che qualcuno bruci la tomba di Giuseppe individuandola come il luogo identitario solo dei nemici. Se un musulmano danneggia la tomba di Giuseppe ritenendolo un patriarca dei soli ebrei, vuol dire che non ha letto il Corano o che a dispetto di coloro che si dichiarano “fedeli al testo” scarta ciò che non condivide facendo conto che non esista. È anche significativo che nessuno, tra i difensori della integralità del testo, lo dica.
Israele, nuovi attacchi
Diplomazie al lavoro
Ancora violenze contro civili e militari israeliani: a Gerusalemme un giovane palestinese ha cercato di colpire con un coltello alcuni agenti che lo avevano fermato per dei controlli, venendo poi ucciso. Due gli attacchi falliti a Hebron: il primo contro un civile, il secondo contro una soldatessa. Dopo il tramonto un altro soldato ha subito un attacco a Kiryat Arba. “Attacchi a soldati e sparatorie. Sangue a Gerusalemme”, titola il Corriere della sera.
Sui social network si moltiplicano i video che spiegano nel dettaglio “come accoltellare un ebreo”, come racconta in un articolo sul Giornale Fiamma Nirenstein. I video sono stati mostrati dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza.
C’è intanto attesa a Berlino per il vertice tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato americano John Kerry, che ieri ha fatto tappa all’Expo incontrando il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni. “Siamo pronti a collaborare con John Kerry nel tentativo di bloccare ogni escalation di violenza tra Israele e Palestina, evitando che anche lì sventoli la bandiera dell’Is”, le parole di quest’ultimo riportate da Repubblica.

Yehoshua: “Iniziative concrete per fermare la violenza”. L’Europa può esercitare un ruolo decisivo per raggiungere un accordo tra Israele e Palestina. Servono inoltre iniziative concrete per fermare l’escalation di violenza. È il duplice appello rivolto dallo scrittore israeliano Avraham Yehoshua ai leader del Vecchio Continente in un’intervista a Repubblica in cui fornisce una sua analisi della situazione. Sullo stesso quotidiano, Siegmund Ginzberg ripercorre la storia della Spianata delle Moschee, esaminando il ruolo e il significato del luogo sacro per le diverse confessioni monoteiste. Velenosa “amaca” di Michele Serra, che senza approfondire i diversi nessi di causalità, scrive: “Sarà una considerazione banalmente meccanicistica, ma se un’epidemia di laicità, se non di miscredenza, dilagasse in Terra Santa, probabilmente morirebbero meno persone, in Terra Santa”.

Fiaccolata per la Memoria. Il sindaco non c’è. Sul Corriere Roma una cronaca della tradizionale fiaccolata in ricordo del 16 ottobre organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio con il supporto della Comunità ebraica capitolina. Piuttosto che sui contenuti, il quotidiano sceglie di concentrarsi su altri temi e titola “La marcia silenziosa senza Marino”. Ad essere ricordate le recenti tensioni tra il sindaco e i vertici della Comunità ebraica sul futuro degli urtisti. “Siamo qui per parlare di memoria, non di politica” la risposta del vicesindaco Marco Causi alla cronista che gli chiedeva conto della mancata partecipazione del primo cittadino.
 
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  davar
dopo la proposta di parigi all'onu
Israele - Francia, è scontro
La Francia nel mirino diplomatico di Israele e Stati Uniti. La proposta di Parigi di inviare osservatori internazionali sul Monte del Tempio a Gerusalemme “per scongiurare ogni tipo di violenza” ha suscitato la dura replica del governo israeliano, che ha definito l'iniziativa – che sarà votata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu giovedì prossimo - assurda e ha ottenuto l'appoggio di Washington. “Israele non può accettare la risoluzione francese all'Onu. Non parla dell'incitamento palestinese; non parla del terrorismo palestinese e chiede l'internazionalizzazione del Monte del Tempio”, ha dichiarato il Premier israeliano Benjamin Netanyahu nella riunione di governo di inizio settimana. “Abbiamo visto cosa accade in Medio Oriente: a Palmira, in tutto l'Iraq come altrove, dove i militanti islamisti fanno esplodere l'un l'altro le proprie moschee. Abbiamo appena visto cosa è accaduto in un sito ebraico, la Tomba di Giuseppe (attaccata e data alle fiamme negli scorsi giorni da un gruppo di rivoltosi palestinese, ndr). Solo Israele può garantire i luoghi sacri sul Monte del Tempio”, ha affermato Netanyahu, rivendicando l'impegno israeliano a difendere e mantenere lo status quo sul sito, terzo luogo sacro per i musulmani e noto come la Spianata delle Moschee.

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Qui roma - la manifestazione di solidarietà
"Insieme a Israele, per la vita"
Lo Stato di Israele non è solo e ha bisogno del sostegno di tutti i cittadini democratici, nessuno escluso, per segnare chiaramente il confine che separa le culture per la vita dalle ideologie di morte. È il messaggio che arriva da Roma, dove nelle scorse ore si è svolta una manifestazione di solidarietà alla popolazione israeliana davanti alla sua rappresentanza diplomatica nella capitale.
Consapevolezza e unità, una duplice imprescindibile esigenza richiamata da Renzo Gattegna e Ruth Dureghello, presidenti rispettivamente dell’Unione delle Comunità Ebraiche e della Comunità ebraica romana. Significativa in questo senso la presenza al sit-in di delegazioni e leader delle diverse comunità territoriali (tra gli altri la presidente della Comunità fiorentina Sara Cividalli, la sua omologa napoletana Lydia Schapirer, il presidente anconetano Manfredo Coen – tutti intervenuti con un breve messaggio). “Assistiamo a una costante disinformazione su quanto accade. Ma Israele vincerà, perché la sua popolazione è forte e determinata nel suo istinto di sopravvivenza” assicura l’ambasciatore Naor Gilon. “La nostra forza, la forza di tutto il popolo ebraico, è anche in questo evento” conferma il vicepresidente della Comunità di Roma Ruben
Della Rocca, che conduce la cerimonia.
A portare un saluto esponenti di diverse forze politiche. Come spesso accade, non c’è invece traccia di organizzazioni che hanno fatto del pacifismo a senso unico una bandiera. “Dove sono?”, si chiede il presidente dell’Unione. “Il lavoro che ci aspetta – incalza poi – quello di ristabilire la verità”. Da Bruxelles a Parigi a Madrid (con cui viene imbastito un collegamento telefonico): le molte manifestazioni organizzate in contemporanea con Roma, sottolinea Dureghello, “rappresentano un chiaro segnale”. Interviene a nome dell'Israel Jewish Congress Riccardo Pacifici, che denuncia la parzialità di alcuni organi di informazione.
Diverse le testimonianze dal mondo istituzionale. Sul palco, tra gli altri, il presidente della Commissione Esteri della Camera Fabrizio Cicchitto (Nuovo Centrodestra), il senatore Lucio Malan (Forza Italia), il presidente del Pd romano Tommaso Giuntella, il presidente di Equality Aurelio Mancuso, il pd Umberto Ranieri, il dirigente di Fratelli d’Italia Marco Marsilio. Interviene anche Guido Guastalla, editore ed esponente della Comunità ebraica livornese. Un saluto a distanza invece per Marco Carrai, uomo di fiducia del premier Renzi.
La manifestazione si chiude sulle note dell’Hatikva, l’inno dello Stato ebraico. Mentre dal cuore del presidio si leva con forza l’urlo “Am Israel Hai”. Il popolo di Israele vive.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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il messaggio del rav jonathan sacks Ebraismo, baluardo di civiltà
“Guardarsi l’ombelico non è necessariamente la risposta migliore per il popolo ebraico in questo momento”. Vuole dare un segnale forte il rav Jonathan Sacks, ex rabbino capo del Regno Unito e del Commonwealth ed esponente di spicco dell’ebraismo europeo, con il suo nuovo libro intitolato “Not in God’s Name”, focalizzato sulla lotta all’odio e al fanatismo religioso. Ne parla in un’intervista alla Jewish Telegraphic Agency, in cui affronta i temi della lotta all’antisemitismo, della crisi della leadership mondiale, del dibattito interno all’ebraismo e del dialogo interreligioso come unica soluzione ai conflitti generati dall’integralismo. “Viviamo in un mondo molto pericoloso. Il popolo d’Israele è esposto a un grande pericolo, e questo non è il momento per lotte intestine. Dobbiamo tenerci per mano e lavorare fianco a fianco con i cristiani, i musulmani moderati, gli umanisti laici e persone di tutte le altre confessioni in difesa della libertà religiosa e dei valori umanitari, perché ci troviamo a una delle svolte più delicate della storia”, ha affermato.
Di seguito si riporta integralmente un messaggio diffuso dal rav Sacks agli ebrei in Israele e in tutto il mondo, intitolato “A Single Person with a Single Heart” (“Un’unica persona con un unico cuore”). Un appello all’unità del popolo ebraico e un invito a lottare per i suoi valori in un momento di pericolo per Israele, ricordando che esso “è diventato la voce della speranza nel dialogo del genere umano, e una testimonianza forte del potere della vita per sconfiggere le forze delle tenebre e della morte”. Essere ebrei significa dunque “sentire il dolore ma andare avanti, conoscere la paura ma rifiutare di farsi intimidire, essere circondato dall’odio ma avere il coraggio di non rispondere con altro odio”.

Seduto qui a New York giovedì sera, in attesa di un aereo, ho ricevuto la telefonata angosciata di alcuni amici in Israele. Avevo parole da offrire loro in seguito a questi giorni e settimane di terrore? Cosa fai quando il terrore colpisce, quando perdi ogni senso di sicurezza, quando ti senti circondato dall’odio, quando la voce della ragione è sommersa dal clamore della rabbia, quando ogni speranza per il futuro sembra persa e il mondo intorno a te è diventato oscuro? Questo, mi hanno detto, è quello che si provava stando in Israele negli scorsi giorni e nelle scorse settimane.

Rav Jonathan Sacks
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qui roma
"Memoria, valore per tutti"
Non c'è futuro senza Memoria. E non è vera Memoria quella che prescinde da un'educazione alla consapevolezza, a guardarsi attorno, a denunciare con forza la reiterazione di crimini abietti. L'invito che arriva dalla fiaccolata in ricordo del 16 ottobre 1943, appuntamento ormai tradizionale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio con il supporto della Comunità ebraica di Roma, è ancora una volta quello di aprire gli occhi e di fare tesoro della terribile lezione del passato.
"Oggi più che mai - afferma il presidente UCEI Renzo Gattegna, il primo ad intervenire - abbiamo il dovere di restare uniti, tenere alto il livello di guardia, vigliare sulle nostre comunità e istituzioni. Al tempo stesso dobbiamo marcare chiaramente l'argine e il confine che separa le culture della vita dalle ideologie della morte".
Ad intervenire anche la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi, il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, il ministro Maria Elena Boschi.
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qui roma - premio letterario adei wizo
Il grande viaggio di Katja
È Katja Petrowskaja, l’autrice del libro rivelazione “Forse Esther” (Adelphi), emozionante viaggio alla riscoperta delle proprie radici, la protagonista della 15esima edizione del premio letterario Adei Wizo intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola che si apre in queste ore a Roma. Dal 18 al 20 ottobre, un’agenda fitta di eventi che va sotto il titolo “Immagini e parole” e all’interno della quale si dialogherà col pubblico attraverso teatro, musica, letteratura. Petrowskaja sarà nella Capitale lunedì, per ricevere il riconoscimento tributatole dalla giuria qualificata. Appuntamento alle 17, presso i Musei Capitolini. La tre giorni romana prende avvio questa sera alle 18, presso la sala Margana, con l’inaugurazione della mostra “Arte per la pace” che ha visto 35 donne israeliane – ebree, musulmane, cristiane e circasse – cimentarsi nel dipinto del medesimo soggetto: un ulivo.
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qui roma - memoria
La musica ricorda i Giusti
Ricordare chi è sopravvissuto dalla Shoah e chi, a rischio della propria vita, aiutò i perseguitati a salvarsi. È senso del Concerto per i Giusti, in scena questa sera alla sala accademica del conservatorio di S.Cecilia. Sul palco i Mish Mash, di cui fa parte anche il violinista Marco Valabrega, nipote del concertista Cesare, che insieme alla moglie Carla e alle due figlie Benedetta e Emma fu salvato dalla famiglia Andreoni. Al loro esempio, riconosciuto anche da Israele con il conferimento della medaglia di Giusto tra le Nazioni, è dedicato il concerto. A introdurre l'evento sarà la storica Anna Foa, mentre ad affiancare il Mish Mash ensemble - composto oltre a Valabrega da Domenico Ascione alla chitarra, Bruno Zoia al contrabbasso, e Mohssen Kasirossafar alle percussioni persiane - sarà il musicista iraniano Vahid Haji Hosseini con il suo santur, strumento a corde percosse. Le letture di Gaia Riposati accompagneranno lo spettacolo.
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italia e israele verso nuove collaborazioni
Start-up, potenziale in crescita
Politecnico di Torino, Technion di Haifa. Molti gli spunti dalla seconda giornata di incontri nel capoluogo piemontese che hanno approfondito i risultati ottenuti dalla collaborazione tra le due prestigiose realtà accademiche. A inaugurare la sessione i saluti rettore del Politecnico, Marco Gilli. In sala tra gli altri il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni. Brillante l’intervento di Rafi Nave, direttore del “Bronica Entrepeneurship Center” del Technion, che ha tracciato un parallelismo fra Israele, paese diventato immagine simbolo delle Startup Nation, e l’Italia, intesa come terra col potenziale di divenire un’altra nazione high-tech. Nave ha quindi accuratamente descritto i caratteri delle eccellenze israeliane, che secondo le sue analisi trovano radici nell’atteggiamento “I know better” (una forma di intrinseco rifiuto nel farsi dettare le regole dalle autorità culturali) e nella serenità che molti israeliani hanno, di fatto, nell’accettare i propri fallimenti e perseverare.

Emanuele Levi
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la rassegna settimanale di melamed
Studenti, cittadini di domani
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed
cliccare qui.

“Ha superato il primo ostacolo la riforma delle regole per acquistare la cittadinanza italiana. Il ddl che introduce lo ius soli ha ottenuto il via libera della Camera con 310 sì, 66 no e 83 astenuti e ora passa al Senato.” La Stampa il 14 ottobre racconta così il passaggio alla Camera del ddl che darà a circa 800mila minori il diritto a diventare italiani. I parlamentari della Lega hanno protestato con forza in Aula, ma anche Fdl e una parte di Forza Italia. Se il ddl dovesse superare senza modifiche anche l’esame del Senato in Italia arriverebbero due nuovi strumenti per acquisire la cittadinanza, lo ius soli e lo ius culturae. Sono in realtà 700mila i minori, figli di stranieri, che potranno diventare italiani quando la legge sulla cittadinanza sarà approvata anche in Senato ma ad essi – come spiega l’Unità il 15 ottobre in una serie di approfondimenti – vanno aggiunti i circa 130mila ragazzi che hanno già compiuto i vent’anni per i quali la legge sarà retroattiva e che otterranno la cittadinanza grazie allo Ius culturae. Il passaggio alla camera del ddl ha nuovamente portato su numerose testate sia lo ius soli temperato che lo ius culturae, sottolineando come siano importanti lo studio e “chiari segni di radicamento”. Giovanna Zincone, su La Stampa, scrive che “La nuova legge ce la farà perché i suoi promotori hanno focalizzato strategicamente il loro obiettivo sui bambini. (…) i bambini possono muovere le corde della giustizia. Lo ha fatto il piccolo corpo di Aylan, lo fanno le dolorose immagini di profughi bambini. Perciò una tv ungherese ha vietato ai suoi operatori di inquadrarli. Perciò molti non vogliono vederli, sono gli stessi che vorrebbero negare la cittadinanza ai compagni di scuola e di giochi dei propri figli, dei propri nipoti.”

Ada Treves twitter @atrevesmoked
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sorgente di vita
Israele, la ricerca non si ferma 
L’escalation della tensione in Israele è il tema di apertura della puntata di Sorgente di vita di domenica 18 ottobre: dai disordini sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme agli attacchi ai civili nella capitale, in Cisgiordania e a Tel Aviv. È l’inizio di una nuova Intifada? Abbiamo sentito le opinioni di Giampiero Gramaglia dell’Istituto Affari Internazionali e di Antonio Polito, vice direttore del Corriere della Sera. Segue la storia di Carmine, paralizzato dopo un incidente di moto e del suo “compagno” di strada, l’esoscheletro, un apparecchio robotizzato che permette di abbandonare, almeno per un po’, la sedia a rotelle, di tornare a camminare, e di fare addirittura anche un pezzetto di maratona. È un brevetto nato in Israele, frutto della più avanzata tecnologia e della vicenda personale del suo inventore.

p.d.s

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pilpul
Radicali senza radici / 3
Il pensare la destra radicale, come area politica o comunque come spazio della politica, di prassi induce a ricondurne i contorni e il perimetro all’interno dell’universo neofascista e, per estensione, a quello neonazista. Ma la nozione medesima di destra radicale, con le trasformazioni intervenute nel campo della politica, non può essere ridotta alla semplice traslazione al presente di quell’area, come se si trattasse di un tutt’uno, priva di conflittualità al suo interno e capace di riprodursi nel tempo senza mutamenti di sorta. L’orizzonte è quindi più ampio e problematico. Non necessariamente rimanda sempre e comunque ad un qualche fascismo di ritorno. Si pensi, ad esempio, alla pervasività del fenomeno populista, alla sua grande rilevanza nell’età che stiamo vivendo, per più aspetti alla sua inclassificabilità rispetto a categorie, concetti e pensieri maggiormente rodati.

Claudio Vercelli
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