Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Noè
era uomo giusto e semplice". Non sempre i giusti sono anche semplici;
ma la salvezza dell'umanità è passata per un uomo che coniugava in sé
queste due qualità.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Fa
pensare il fatto che qualcuno bruci la tomba di Giuseppe individuandola
come il luogo identitario solo dei nemici. Se un musulmano danneggia la
tomba di Giuseppe ritenendolo un patriarca dei soli ebrei, vuol dire
che non ha letto il Corano o che a dispetto di coloro che si dichiarano
“fedeli al testo” scarta ciò che non condivide facendo conto che non
esista. È anche significativo che nessuno, tra i difensori della
integralità del testo, lo dica.
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Israele, nuovi attacchi
Diplomazie al lavoro |
Ancora
violenze contro civili e militari israeliani: a Gerusalemme un giovane
palestinese ha cercato di colpire con un coltello alcuni agenti che lo
avevano fermato per dei controlli, venendo poi ucciso. Due gli attacchi
falliti a Hebron: il primo contro un civile, il secondo contro una
soldatessa. Dopo il tramonto un altro soldato ha subito un attacco a
Kiryat Arba. “Attacchi a soldati e sparatorie. Sangue a Gerusalemme”,
titola il Corriere della sera.
Sui social network si moltiplicano i video che spiegano nel dettaglio
“come accoltellare un ebreo”, come racconta in un articolo sul Giornale
Fiamma Nirenstein. I video sono stati mostrati dall’ambasciatore
israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon nel corso di una riunione del
Consiglio di sicurezza.
C’è intanto attesa a Berlino per il vertice tra il primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato americano John
Kerry, che ieri ha fatto tappa all’Expo incontrando il ministro degli
Esteri italiano Paolo Gentiloni. “Siamo pronti a collaborare con John
Kerry nel tentativo di bloccare ogni escalation di violenza tra Israele
e Palestina, evitando che anche lì sventoli la bandiera dell’Is”, le
parole di quest’ultimo riportate da Repubblica.
Yehoshua: “Iniziative concrete per fermare la violenza”. L’Europa
può esercitare un ruolo decisivo per raggiungere un accordo tra Israele
e Palestina. Servono inoltre iniziative concrete per fermare
l’escalation di violenza. È il duplice appello rivolto dallo scrittore
israeliano Avraham Yehoshua ai leader del Vecchio Continente in
un’intervista a Repubblica in cui fornisce una sua analisi della
situazione. Sullo stesso quotidiano, Siegmund Ginzberg ripercorre la
storia della Spianata delle Moschee, esaminando il ruolo e il
significato del luogo sacro per le diverse confessioni monoteiste.
Velenosa “amaca” di Michele Serra, che senza approfondire i diversi
nessi di causalità, scrive: “Sarà una considerazione banalmente
meccanicistica, ma se un’epidemia di laicità, se non di miscredenza,
dilagasse in Terra Santa, probabilmente morirebbero meno persone, in
Terra Santa”.
Fiaccolata per la Memoria. Il sindaco non c’è.
Sul Corriere Roma una cronaca della tradizionale fiaccolata in ricordo
del 16 ottobre organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio con il
supporto della Comunità ebraica capitolina. Piuttosto che sui
contenuti, il quotidiano sceglie di concentrarsi su altri temi e titola
“La marcia silenziosa senza Marino”. Ad essere ricordate le recenti
tensioni tra il sindaco e i vertici della Comunità ebraica sul futuro
degli urtisti. “Siamo qui per parlare di memoria, non di politica” la
risposta del vicesindaco Marco Causi alla cronista che gli chiedeva
conto della mancata partecipazione del primo cittadino.
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dopo la proposta di parigi all'onu
Israele - Francia, è scontro
La
Francia nel mirino diplomatico di Israele e Stati Uniti. La proposta di
Parigi di inviare osservatori internazionali sul Monte del Tempio a
Gerusalemme “per scongiurare ogni tipo di violenza” ha suscitato la
dura replica del governo israeliano, che ha definito l'iniziativa – che
sarà votata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu giovedì prossimo -
assurda e ha ottenuto l'appoggio di Washington. “Israele non può
accettare la risoluzione francese all'Onu. Non parla dell'incitamento
palestinese; non parla del terrorismo palestinese e chiede
l'internazionalizzazione del Monte del Tempio”, ha dichiarato il
Premier israeliano Benjamin Netanyahu nella riunione di governo di
inizio settimana. “Abbiamo visto cosa accade in Medio Oriente: a
Palmira, in tutto l'Iraq come altrove, dove i militanti islamisti fanno
esplodere l'un l'altro le proprie moschee. Abbiamo appena visto cosa è
accaduto in un sito ebraico, la Tomba di Giuseppe (attaccata e data
alle fiamme negli scorsi giorni da un gruppo di rivoltosi palestinese,
ndr). Solo Israele può garantire i luoghi sacri sul Monte del Tempio”,
ha affermato Netanyahu, rivendicando l'impegno israeliano a difendere e
mantenere lo status quo sul sito, terzo luogo sacro per i musulmani e
noto come la Spianata delle Moschee.
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Qui roma - la manifestazione di solidarietà
"Insieme a Israele, per la vita"
Lo
Stato di Israele non è solo e ha bisogno del sostegno di tutti i
cittadini democratici, nessuno escluso, per segnare chiaramente il
confine che separa le culture per la vita dalle ideologie di morte. È
il messaggio che arriva da Roma, dove nelle scorse ore si è svolta una
manifestazione di solidarietà alla popolazione israeliana davanti alla
sua rappresentanza diplomatica nella capitale.
Consapevolezza e unità, una duplice imprescindibile esigenza richiamata
da Renzo Gattegna e Ruth Dureghello, presidenti rispettivamente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche e della Comunità ebraica romana.
Significativa in questo senso la presenza al sit-in di delegazioni e
leader delle diverse comunità territoriali (tra gli altri la presidente
della Comunità fiorentina Sara Cividalli, la sua omologa napoletana
Lydia Schapirer, il presidente anconetano Manfredo Coen – tutti
intervenuti con un breve messaggio). “Assistiamo a una costante
disinformazione su quanto accade. Ma Israele vincerà, perché la sua
popolazione è forte e determinata nel suo istinto di sopravvivenza”
assicura l’ambasciatore Naor Gilon. “La nostra forza, la forza di tutto
il popolo ebraico, è anche in questo evento” conferma il vicepresidente
della Comunità di Roma Ruben
Della Rocca, che conduce la cerimonia.
A
portare un saluto esponenti di diverse forze politiche. Come spesso
accade, non c’è invece traccia di organizzazioni che hanno fatto del
pacifismo a senso unico una bandiera. “Dove sono?”, si chiede il
presidente dell’Unione. “Il lavoro che ci aspetta – incalza poi –
quello di ristabilire la verità”. Da Bruxelles a Parigi a Madrid (con
cui viene imbastito un collegamento telefonico): le molte
manifestazioni organizzate in contemporanea con Roma, sottolinea
Dureghello, “rappresentano un chiaro segnale”. Interviene a nome
dell'Israel Jewish Congress Riccardo Pacifici, che denuncia la
parzialità di alcuni organi di informazione.
Diverse le testimonianze dal mondo istituzionale. Sul palco, tra gli
altri, il presidente della Commissione Esteri della Camera Fabrizio
Cicchitto (Nuovo Centrodestra), il senatore Lucio Malan (Forza Italia),
il presidente del Pd romano Tommaso Giuntella, il presidente di
Equality Aurelio Mancuso, il pd Umberto Ranieri, il dirigente di
Fratelli d’Italia Marco Marsilio. Interviene anche Guido Guastalla,
editore ed esponente della Comunità ebraica livornese. Un saluto a
distanza invece per Marco Carrai, uomo di fiducia del premier Renzi.
La manifestazione si chiude sulle note dell’Hatikva, l’inno dello Stato
ebraico. Mentre dal cuore del presidio si leva con forza l’urlo “Am
Israel Hai”. Il popolo di Israele vive.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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il messaggio del rav jonathan sacks Ebraismo, baluardo di civiltà
“Guardarsi
l’ombelico non è necessariamente la risposta migliore per il popolo
ebraico in questo momento”. Vuole dare un segnale forte il rav Jonathan
Sacks, ex rabbino capo del Regno Unito e del Commonwealth ed esponente
di spicco dell’ebraismo europeo, con il suo nuovo libro intitolato “Not
in God’s Name”, focalizzato sulla lotta all’odio e al fanatismo
religioso. Ne parla in un’intervista alla Jewish Telegraphic Agency, in
cui affronta i temi della lotta all’antisemitismo, della crisi della
leadership mondiale, del dibattito interno all’ebraismo e del dialogo
interreligioso come unica soluzione ai conflitti generati
dall’integralismo. “Viviamo in un mondo molto pericoloso. Il popolo
d’Israele è esposto a un grande pericolo, e questo non è il momento per
lotte intestine. Dobbiamo tenerci per mano e lavorare fianco a fianco
con i cristiani, i musulmani moderati, gli umanisti laici e persone di
tutte le altre confessioni in difesa della libertà religiosa e dei
valori umanitari, perché ci troviamo a una delle svolte più delicate
della storia”, ha affermato.
Di seguito si riporta
integralmente un messaggio diffuso dal rav Sacks agli ebrei in Israele
e in tutto il mondo, intitolato “A Single Person with a Single Heart”
(“Un’unica persona con un unico cuore”). Un appello all’unità del
popolo ebraico e un invito a lottare per i suoi valori in un momento di
pericolo per Israele, ricordando che esso “è diventato la voce della
speranza nel dialogo del genere umano, e una testimonianza forte del
potere della vita per sconfiggere le forze delle tenebre e della
morte”. Essere ebrei significa dunque “sentire il dolore ma andare
avanti, conoscere la paura ma rifiutare di farsi intimidire, essere
circondato dall’odio ma avere il coraggio di non rispondere con altro
odio”.
Seduto qui a New York giovedì sera, in attesa di un aereo, ho ricevuto
la telefonata angosciata di alcuni amici in Israele. Avevo parole da
offrire loro in seguito a questi giorni e settimane di terrore? Cosa
fai quando il terrore colpisce, quando perdi ogni senso di sicurezza,
quando ti senti circondato dall’odio, quando la voce della ragione è
sommersa dal clamore della rabbia, quando ogni speranza per il futuro
sembra persa e il mondo intorno a te è diventato oscuro? Questo, mi
hanno detto, è quello che si provava stando in Israele negli scorsi
giorni e nelle scorse settimane.
Rav Jonathan Sacks
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qui roma
"Memoria, valore per tutti"
Non
c'è futuro senza Memoria. E non è vera Memoria quella che prescinde da
un'educazione alla consapevolezza, a guardarsi attorno, a denunciare
con forza la reiterazione di crimini abietti. L'invito che arriva dalla
fiaccolata in ricordo del 16 ottobre 1943, appuntamento ormai
tradizionale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio con il supporto
della Comunità ebraica di Roma, è ancora una volta quello di aprire gli
occhi e di fare tesoro della terribile lezione del passato.
"Oggi più che mai - afferma il presidente UCEI Renzo Gattegna, il primo
ad intervenire - abbiamo il dovere di restare uniti, tenere alto il
livello di guardia, vigliare sulle nostre comunità e istituzioni. Al
tempo stesso dobbiamo marcare chiaramente l'argine e il confine che
separa le culture della vita dalle ideologie della morte".
Ad intervenire anche la presidente della Comunità ebraica romana Ruth
Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il fondatore di
Sant'Egidio Andrea Riccardi, il segretario generale della Cei Nunzio
Galantino, il ministro Maria Elena Boschi.
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qui roma - premio letterario adei wizo Il grande viaggio di Katja
È
Katja Petrowskaja, l’autrice del libro rivelazione “Forse Esther”
(Adelphi), emozionante viaggio alla riscoperta delle proprie radici, la
protagonista della 15esima edizione del premio letterario Adei Wizo
intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola che si apre in queste
ore a Roma. Dal 18 al 20 ottobre, un’agenda fitta di eventi che va
sotto il titolo “Immagini e parole” e all’interno della quale si
dialogherà col pubblico attraverso teatro, musica, letteratura.
Petrowskaja sarà nella Capitale lunedì, per ricevere il riconoscimento
tributatole dalla giuria qualificata. Appuntamento alle 17, presso i
Musei Capitolini. La tre giorni romana prende avvio questa sera alle
18, presso la sala Margana, con l’inaugurazione della mostra “Arte per
la pace” che ha visto 35 donne israeliane – ebree, musulmane, cristiane
e circasse – cimentarsi nel dipinto del medesimo soggetto: un ulivo. Leggi
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qui roma - memoria La musica ricorda i Giusti
Ricordare
chi è sopravvissuto dalla Shoah e chi, a rischio della propria vita,
aiutò i perseguitati a salvarsi. È senso del Concerto per i Giusti, in
scena questa sera alla sala accademica del conservatorio di S.Cecilia.
Sul palco i Mish Mash, di cui fa parte anche il violinista Marco
Valabrega, nipote del concertista Cesare, che insieme alla moglie Carla
e alle due figlie Benedetta e Emma fu salvato dalla famiglia Andreoni.
Al loro esempio, riconosciuto anche da Israele con il conferimento
della medaglia di Giusto tra le Nazioni, è dedicato il concerto. A
introdurre l'evento sarà la storica Anna Foa, mentre ad affiancare il
Mish Mash ensemble - composto oltre a Valabrega da Domenico Ascione
alla chitarra, Bruno Zoia al contrabbasso, e Mohssen Kasirossafar alle
percussioni persiane - sarà il musicista iraniano Vahid Haji Hosseini
con il suo santur, strumento a corde percosse. Le letture di Gaia
Riposati accompagneranno lo spettacolo. Leggi
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italia e israele verso nuove collaborazioni Start-up, potenziale in crescita
Politecnico
di Torino, Technion di Haifa. Molti gli spunti dalla seconda giornata
di incontri nel capoluogo piemontese che hanno approfondito i risultati
ottenuti dalla collaborazione tra le due prestigiose realtà
accademiche. A inaugurare la sessione i saluti rettore del Politecnico,
Marco Gilli. In sala tra gli altri il vicepresidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni. Brillante l’intervento di
Rafi Nave, direttore del “Bronica Entrepeneurship Center” del Technion,
che ha tracciato un parallelismo fra Israele, paese diventato immagine
simbolo delle Startup Nation, e l’Italia, intesa come terra col
potenziale di divenire un’altra nazione high-tech. Nave ha quindi
accuratamente descritto i caratteri delle eccellenze israeliane, che
secondo le sue analisi trovano radici nell’atteggiamento “I know
better” (una forma di intrinseco rifiuto nel farsi dettare le regole
dalle autorità culturali) e nella serenità che molti israeliani hanno,
di fatto, nell’accettare i propri fallimenti e perseverare.
Emanuele Levi Leggi
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la rassegna settimanale di melamed Studenti, cittadini di domani
Melamed
è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo
italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a
educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna
viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno
responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune
settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione
settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate
sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter
settimanale di melamed cliccare qui.
“Ha superato il primo ostacolo la riforma delle regole per acquistare
la cittadinanza italiana. Il ddl che introduce lo ius soli ha ottenuto
il via libera della Camera con 310 sì, 66 no e 83 astenuti e ora passa
al Senato.” La Stampa il 14 ottobre racconta così il passaggio alla
Camera del ddl che darà a circa 800mila minori il diritto a diventare
italiani. I parlamentari della Lega hanno protestato con forza in Aula,
ma anche Fdl e una parte di Forza Italia. Se il ddl dovesse superare
senza modifiche anche l’esame del Senato in Italia arriverebbero due
nuovi strumenti per acquisire la cittadinanza, lo ius soli e lo ius
culturae. Sono in realtà 700mila i minori, figli di stranieri, che
potranno diventare italiani quando la legge sulla cittadinanza sarà
approvata anche in Senato ma ad essi – come spiega l’Unità il 15
ottobre in una serie di approfondimenti – vanno aggiunti i circa
130mila ragazzi che hanno già compiuto i vent’anni per i quali la legge
sarà retroattiva e che otterranno la cittadinanza grazie allo Ius
culturae. Il passaggio alla camera del ddl ha nuovamente portato su
numerose testate sia lo ius soli temperato che lo ius culturae,
sottolineando come siano importanti lo studio e “chiari segni di
radicamento”. Giovanna Zincone, su La Stampa, scrive che “La nuova
legge ce la farà perché i suoi promotori hanno focalizzato
strategicamente il loro obiettivo sui bambini. (…) i bambini possono
muovere le corde della giustizia. Lo ha fatto il piccolo corpo di
Aylan, lo fanno le dolorose immagini di profughi bambini. Perciò una tv
ungherese ha vietato ai suoi operatori di inquadrarli. Perciò molti non
vogliono vederli, sono gli stessi che vorrebbero negare la cittadinanza
ai compagni di scuola e di giochi dei propri figli, dei propri nipoti.”
Ada Treves twitter @atrevesmoked Leggi
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sorgente di vita
Israele, la ricerca non si ferma
L’escalation
della tensione in Israele è il tema di apertura della puntata di
Sorgente di vita di domenica 18 ottobre: dai disordini sulla Spianata
delle moschee a Gerusalemme agli attacchi ai civili nella capitale, in
Cisgiordania e a Tel Aviv. È l’inizio di una nuova Intifada? Abbiamo
sentito le opinioni di Giampiero Gramaglia dell’Istituto Affari
Internazionali e di Antonio Polito, vice direttore del Corriere della
Sera. Segue la storia di Carmine, paralizzato dopo un incidente di moto
e del suo “compagno” di strada, l’esoscheletro, un apparecchio
robotizzato che permette di abbandonare, almeno per un po’, la sedia a
rotelle, di tornare a camminare, e di fare addirittura anche un
pezzetto di maratona. È un brevetto nato in Israele, frutto della più
avanzata tecnologia e della vicenda personale del suo inventore.
p.d.s
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Radicali senza radici / 3 |
Il
pensare la destra radicale, come area politica o comunque come spazio
della politica, di prassi induce a ricondurne i contorni e il perimetro
all’interno dell’universo neofascista e, per estensione, a quello
neonazista. Ma la nozione medesima di destra radicale, con le
trasformazioni intervenute nel campo della politica, non può essere
ridotta alla semplice traslazione al presente di quell’area, come se si
trattasse di un tutt’uno, priva di conflittualità al suo interno e
capace di riprodursi nel tempo senza mutamenti di sorta. L’orizzonte è
quindi più ampio e problematico. Non necessariamente rimanda sempre e
comunque ad un qualche fascismo di ritorno. Si pensi, ad esempio, alla
pervasività del fenomeno populista, alla sua grande rilevanza nell’età
che stiamo vivendo, per più aspetti alla sua inclassificabilità
rispetto a categorie, concetti e pensieri maggiormente rodati.
Claudio Vercelli
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