1 novembre 2015 - 19 Cheshvan 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Reuven Rivlin
@PresidentRuvi 31 ottobre
Together we say the Jewish, democratic State of Israel will not become a sacrifice on the altar of violence & fear.
Haaretz.com
@haaretzcom 31 ottobre 'A
bullet can take a person's life but his dream of peace will never die'
– Obama in speech broadcast at Rabin rally http://htz.li/3MP
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#PE24BreakingNews
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Rabin, l'eredità di un leader
“Il
tuo percorso nella vita è ancora il nostro percorso e su questo
continueremo ad avanzare, innalzando due bandiere sventolanti: la
bandiera della sicurezza e la bandiera della pace”. Il presidente
israeliano emerito Shimon Peres ha ricordato così Yitzhak Rabin, a
vent'anni dal giorno del suo assassinio, in un discorso pubblicato
sulle pagine di Repubblica, che oggi dedica ampio spazio
all'anniversario e a una grande manifestazione svoltasi ieri a Tel
Aviv. “In questi giorni sentiamo la mancanza della leadership di
Yitzhak, in grado di risvegliare la speranza di pace in un popolo che
vuole la pace” ha quindi sottolineato Peres.
Oltre a lui, a due decenni da quel tragico 4 novembre, a rievocare la
figura di Rabin in una piazza gremita di migliaia di persone sono stati
tra gli altri il presidente israeliano Reuven Rivlin, l'ex primo
ministro israeliano Ehud Barak, l'ex presidente statunitense Bill
Clinton e quello attuale Barack Obama, intervenuto con un
videomessaggio. Anche il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni
ha sottolineato dalle colonne del Messaggero che “la lezione di Rabin è
più viva che mai”, osservando come “garantire la sicurezza di Israele e
la nascita di uno Stato palestinese” resti una “chiave di volta” per la
stabilità del Medio Oriente. Sono infine amare le considerazioni –
riportate da Repubblica – di Daliah Rabin, figlia di Yitzhak: “Già da
vent'anni sappiamo con precisione che l'istigazione uccide. E da allora
sto qui di guardia davanti ai tentativi di distorcere e falsificare la
storia, di cancellare pagine gloriose e di ignorare quelle immagini di
una realtà che fu e non è più”.
A Gerusalemme si è intanto registrato un nuovo attacco con coltello
contro due studenti alla fermata del tram da parte di un palestinese di
un quartiere est della capitale. Poco dopo un'altra civile è stata
aggredita davanti a un supermercato di Gush Etzion.
Tragedia del Sinai, piste aperte. Erano
224 le persone a bordo dell'aereo civile russo della compagnia MetroJet
schiantatosi ieri mattina sulle montagne del Sinai dopo 30 minuti dal
suo decollo a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Poche ore dopo – riporta la
Stampa – è arrivata la rivendicazione dello Stato Islamico, ma Il Cairo
e Mosca smentiscono, parlando di un guasto tecnico. In attesa
dell'analisi delle scatole nere, Air France e Lufthansa hanno fatto
sapere che per il momento non sorvoleranno la zona del Sinai. Su Libero
viene sottolineata la collaborazione del Magen David Adom con la Mezza
Luna Rossa per mettere a disposizione dei soccorritori alcune ambulanze
e l'appoggio offerto dall'aeronautica militare israeliana all'esercito
egiziano con droni e aerei per aiutare nella ricerca dei resti
dell'aereo. Nel paese, scrive il quotidiano, fin dai primi momenti
dallo schianto “si dava alta la possibilità che l'aeromobile fosse
stato abbattuto da un missile terra-aria lanciato dai ribelli affiliati
ad Al Qaeda o al Califfato”.
Tavecchio senza vergogna.
“Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada”. Questa una
delle frasi pronunciate dal presidente della Federcalcio Carlo
Tavecchio in un colloquio con il quotidiano online Soccerlife a giugno,
di cui il Corriere della sera è venuto in possesso. Tra le
dichiarazioni vi sono parole omofobe, misogine e antisemite, tra cui
l'affermazione che la sede della Lega Nazionale Dilettanti sarebbe
stata comprata da un "ebreaccio".
“Sono evidentemente vittima di un ricatto, non ricordo le parole usate
in quella conversazione, che potrebbe essere manipolata”, la grottesca
difesa di Tavecchio.
Torta nostalgica, interviene la Comunità ebraica. Ha
fatto il giro dei social network la torta decorata con ornamenti
nazifascisti – simboli delle SS e un fascio littorio di glassa – del
vicepresidente del consiglio regionale veneto Massimo Giorgetti. Dura
la condanna della Comunità ebraica di Venezia: “Dentro le mura di casa
– ha detto il presidente Paolo Gnignati – ognuno è libero di fare
quello che vuole, ma il solo fatto di postare sulla propria pagina
Facebook, sotto il proprio nome e cognome, significa condividere
immagini e simboli. Che poi il protagonista di questo increscioso
episodio ricopra una carica così importante non può che lasciarci
costernati”.
Il Califfo e l'Ayatollah.
“Anzitutto, si tratta di capire dov'è il fronte. In realtà esso è molto
vasto e frastagliato: in una parola possiamo dire che esistono due
forze islamiche che, come uno schiaccianoci, cercano di afferrare la
nostra testa per frantumarla, ripromettendosi la nostra cancellazione”.
Inizia così lo stralcio pubblicato oggi dal Giornale del nuovo libro di
Fiamma Nirenstein, intitolato “Il Califfo e l'Ayatollah” (Mondadori),
in cui l'autrice offre una panoramica delle forze in gioco nello
scacchiere mediorientale.
La propaganda all'odio e il suo rovescio.
Il Corriere Fiorentino di ieri pubblica sulla propria prima pagina un
editoriale di Tommaso Ciuffoletti sulla proiezione del documentario
"Israele, il cancro" dell'attivista anti-israeliana Samantha Comizzoli
avvenuta pochi giorni nello spazio autogestito degli studenti
dell'Università degli studi locale. Scrive Ciuffoletti: "La retorica di
Israele come cancro è una retorica che, lungi dall’essere provocatoria,
viene da lontano. Dal peggio della propaganda razzista, negazionista e
antisemita. Israele come cancro è stato uno slogan che andava forte in
Iran ai tempi della premiata ditta Ahmadinejad e Khamenei, che tra la
lapidazione di una donna fedifraga e l’impiccagione di qualche
minorenne, non mancavano di condannare l’esistenza stessa di Israele,
anzi dell’entità sionista". Aggiunge poi l'editorialista:
"Paradossalmente la grettezza di un richiamo alla retorica degli
Ahmadinejad si rivolta contro coloro che lo impiegano. Anzi, svela le
connessioni malate tra la propaganda antisemita, purtroppo così forte,
così radicata e così predicata nel mondo arabo e musulmano, e la
presunta 'critica legittima contro il governo d’Israele', che è la
formula di comodo usata di solito da chi non ha nemmeno idea del dito
dietro il quale si sta nascondendo".
Vivi nel ricordo.
Apertura straordinaria del cimitero ebraico di Poggioreale per l'evento
"Vivi nel ricordo" con guidate a cura dei volontari della Comunità
ebraica napoletana. Scrive Claudia Campagnano su Repubblica Napoli: "II
piccolo cimitero, chiuso al pubblico, nasconde parte della storia della
città. Fu aperto nel 1875 grazie ai Rothschild, la famiglia di
banchieri austriaci che contribuì a rifondare la Comunità ebraica. Vi
sono le tombe di Giorgio Ascarelli, fondatore del Calcio Napoli, o
quella di Mario Recanati, precursore dell'attività dei cinema
napoletani con una sala in Galleria Umberto".
Ospedale Israelitico. La
cronaca locale di Repubblica riferisce alcuni aggiornamenti
sull'indagine in corso sull'Ospedale Israelitico. Otto i milioni di
euro pretesi in restituzione dalla Regione Lazio. Nei prossimi giorni è
inoltre previsto un vertice con i sindacati sui posti di lavoro a
rischio.
Francesca Matalon
twitter @fmatalonmoked
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