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2 novembre 2015 - 20 Cheshwan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
“וְאַבְרָהָם זָקֵן, בָּא בַּיָּמִים; וה׳ בֵּרַךְ אֶת-אַבְרָהָם, בַּכֹּל.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa.
Il termine בכל (con tutto) ha valore numerico 52 che equivale al valore della parola בן (figlio). Questo indica il valore spirituale che aveva per Avraham suo figlio Yitzchak. Quello che rimane di un uomo è solo quanto riesce a trasmettere dei propri valori e insegnamenti di Torah ai suoi figli. Ma per fare in modo che questo avvenga è necessario avere dei figli che siano pronti a ricevere questa eredità spirituale. Solo Yitzchak si era dimostrato all’altezza di questo compito.
 
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Anna
Foa,
storica
Difficile a due giorni dal ventesimo anniversario della morte di Rabin parlare da queste colonne di altro che quello che la sua morte ha significato per Israele, per i palestinesi, per tutti noi. E giusta la scelta di Pagine Ebraiche di dedicare molto spazio a questo anniversario, come bello il pezzo di David Bidussa e la sua citazione di Weber sulla politica. Fino a pochi giorni fa, sembrava un anniversario dimenticato, sommerso dal precipitare a destra della politica del governo israeliano, dal fallimento di ogni prospettiva di pace. Poi la grande manifestazione di Tel Aviv, alla presenza di Bill Clinton, uno dei protagonisti di quella stagione di pace.
 
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MILANO - Al cinema Orfeo l'anteprima del film Starting over again del regista Ruggero Gabbai, prodotto da Elliot Malki, che racconta l'epopea degli ebrei d’Egitto, dal Cairo a Milano e ad altre parti del mondo. La proiezione inizierà alle ore 20.00 e l'ingresso è libero.
 
Affermazioni antisemite
"Tavecchio se ne vada"
Ampio spazio sui giornali per le molte reazioni di sdegno che sono seguite alle affermazioni antisemite e omofobe del numero uno della Federcalcio Carlo Tavecchio (per il Corriere della sera, che cita fonti governative, il primo ministro Matteo Renzi sarebbe “allibito”).
In evidenza in particolare le dichiarazioni del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha parlato di “danno d’immagine immenso” per la credibilità dello sport e delle sue istituzioni. Intervistato da Repubblica, il presidente dell’Unione dice: “Tavecchio dovrebbe prendere atto con modestia della inopportunità per se stesso di restare in quella posizione. Dovrebbe semplicemente dimettersi, e comunque chi di dovere dovrebbe chiederne le dimissioni”.
“Nel calcio non può esserci spazio per antisemitismo, razzismo e omofobia. Lo sport italiano dovrebbe pretendere un passo indietro”, twitta in sintonia la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Mentre per l’onorevole Carlo Giovanardi, citato dal Corriere, l’ondata di sdegno sarebbe stata suscitata dalle “lobby gay”. I giornali riportano fra l’altro anche le impressioni del presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello e dell’ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, che tendono a minimizzare l’accaduto riconoscendo a Tavecchio di avere operato con amicizia nei confronti del calcio israeliano.

Ricordando Rabin. Sul Fatto Quotidiano un ampio articolo di Leonardo Coen, con apertura in prima pagina, ricostruisce la storia dell’ex premier Yitzhak Rabin, di cui il 4 novembre cade il ventesimo anniversario dall’assassinio. Ad ucciderlo, ricorda Coen, YgalAmir, “un militante della destra estremista. Non si è mai pentito del suo gesto. Anzi, per il 38 per cento degli ultra-ortodossi, è un eroe, secondo un’imbarazzante inchiesta del quotidiano Ha’aretz”. Il clima che precedette l’assassinio di Rabin, l’uomo simbolo degli Accordi di Oslo con i palestinesi, fu caratterizzato da forti tensioni interne, con settori della destra e del mondo religioso ferocemente contrari all’accordo, ricorda il giornalista. A ricostruire quel periodo una mostra alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, “un’esposizione terribile e drammatica che mostra (e denuncia) quali e quanti incitamenti all’odio contro Rabin precedettero i due spari fatali”. Ancora sul Fatto, Furio Colombo prende spunto dall’assassinio di Rabin per aprire una riflessione – di cui il titolo non appare rispecchiarne il significato -, sul processo di la pace tra israeliani e palestinesi, sottolineando che per una parte del mondo “Israele non deve esistere, e questa colpa non si mitiga governando meglio. Israele deve scomparire e basta. Per questo è un errore continuare a pensare che la questione si risolva fra i due popoli, uno dei due popoli (non proprio i palestinesi ma l’immenso, ricchissimo mondo arabo, che tiene i palestinesi privi di tutto affinché siano affamati e pronti a combattere) ha detto no fin dal primo giorno”.
 
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  davar
israele 
La corsa per l'accordo sul gas 
Alla saga del gas israeliano si aggiunge un altro capitolo con le dimissioni del ministro dell'Economia Aryeh Deri, leader del partito religioso Shas. Il suo passo indietro apre le porte al Premier Benjamin Netanyahu, che ne prende il posto all'Economia, per approvare l'accordo quadro sulla gestione dei giacimenti di gas a largo delle coste israeliane, un documento al centro del dibattito politico nel Paese e a cui Deri si era rifiutato di dare il proprio benestare. L'ultima versione dell'accordo, stipulato con l'americana Noble Energy e l'israeliana Delek group, si propone di mitigare la posizione di monopolio delle due le società e di consentire lo sviluppo della riserva di gas Leviathan. Una posizione di monopolio che, nonostante le modifiche, era stata criticata dalla commissione anti-trust, che chiedeva misure più stringenti. Da qui la richiesta del governo a Deri di utilizzare il potere a disposizione del ministro dell'Economia per aggirare il veto dell'anti-trust. Un potere che il leader di Shas si è rifiutato di esercitare e che ha portato alle sue dimissioni, decise comunque in sintonia con il Premier Netanyahu (in cambio della rinuncia del ministero economico, infatti, Deri ha ottenuto l'incarico di ministro delle Periferie). Ora sarà il Primo ministro a portare avanti il discorso e l'accordo nei prossimi giorni dovrebbe arrivare alla Commissione economica della Knesset per la prima valutazione. La premura di Gerusalemme, e di Netanyahu in primis, è quella di accelerare il più possibile la ratifica in modo da portare avanti il progetto – già in grande ritardo rispetto alla tabella di marcia – di sviluppo dei giacimenti e di esportazione del gas a Paesi terzi. Come spiega sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione l'economista Aviram Levy, a sparigliare le carte israeliane ci ha pensato la recente scoperta, da parte dell'italiana Eni, di un gigantesco giacimento di gas a largo delle coste egiziane.
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qui parigi - IL CONVEGNO NAZIONALE DEL CRIF 
Il domani degli ebrei di Francia
“Il mondo è diventato matto?” “Mondo ebraico, un villaggio gallo?” Puntano a destabilizzare le domande che ha voluto porre il Conseil Représentatif des Institutions Juives de France – l’organizzazione ombrello rappresentativa di tutte le istituzioni ebraiche d’oltralpe – in occasione del suo sesto Convegno nazionale, svoltosi nelle scorse ore a Parigi alla presenza di 1500 persone. Il grande ritrovo annuale ha riunito intellettuali, politici, leader spirituali ed esperti per discutere di tutti gli argomenti che riguardano l’attualità e la quotidianità del mondo ebraico. Domande addirittura volutamente provocatorie secondo il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, il cui lungo intervento ha chiuso la giornata di lavori. “La varietà di risposte degli intervenuti nel corso della giornata – ha affermato – dimostra la grande sensibilità e allo stesso tempo molteplicità di voci del mondo ebraico, che possiede quella che mi piace chiamare una cultura della vivacità”. Oltre a lui, tra le varie persone che si sono alternate nelle venticinque tavole rotonde della giornata, è intervenuto anche il ministro della Città, della Gioventù e dello Sport Patrick Kanner. “Di fronte alla minaccia estremista e all’antisemitismo, troviamo la forza di fare di ogni giorno un 11 gennaio”, il suo appello a riscoprire i valori della Repubblica, proprio come quella domenica in cui milioni di francesi sono scesi in piazza a pochi giorni dagli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e all’Hypercacher di Porte de Vincennes. Due tragedie la cui eco risuona ancora forte e ricorrente nel dibattito delle istituzioni ebraiche del paese, che tuttavia guardano al futuro con positività: il tema dell’edizione del Convegno di quest’anno era infatti “Domani gli ebrei di Francia”.
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INFORMAZIONE - PAGINE EBRAICHE DI NOVEMBRE
Grandi pagine, misteri irrisolti
Un mese sul filo delle domande e degli enigmi. Personaggi ambigui e misteri irrisolti, ma anche grandi intellettuali raccontati da diversi punti di vista. Tra i protagonisti del numero di novembre di Pagine Ebraiche in distribuzione, lo scrittore e germanista Claudio Magris. Un confronto serrato dedicato al suo ultimo libro, Non luogo a procedere (Garzanti editore), tra le cui pagine si dipanano molti interrogativi intorno a Diego De Henriquez, collezionista triestino che raccolse centinaia reperti di guerra e trascrisse le iscrizioni ritrovate nella Risiera di San Sabba e sulla cui tragica morte non si smette di indagare. Su De Henriquez, i diari e le teorie del complotto intorno alla sua fine hanno poi lavorato lo storico Gustav René Hocke, il giallista Veit Heinichen e il colonnello in congedo Vincenzo Cerceo.
Primo Levi, di cui è in uscita uscita l’edizione americana dell’opera completa, è invece il protagonista dell’ultimo titanico lavoro del critico Marco Belpoliti. Il libro, intitolato Primo Levi. Di fronte e di profilo (Guanda editore) e incentrato su una visione prettamente letteraria dell’autore torinese, viene recensito da Alberto Cavaglion e Claudio Vercelli.
Gli eroi dei fumetti si muovono poi tra le pagine del dossier curato da Ada Treves “Comics & Jews”. Realizzato in occasione del Lucca Comics & Games, lo speciale di Pagine Ebraiche porta fortuna al festival del fumetto: dopo aver predetto la vittoria del premio Gran Guinigi a Walter Chendi e Rutu Modan, quest’anno il prestigioso riconoscimento è stato infatti assegnato all’israeliano Asaf Hanuka, protagonista del dossier e animatore a Lucca di un incontro organizzato proprio da Pagine Ebraiche. “Comics & Jews” mette in luce anche l’autore del fortunato Gatto del rabbino Joann Sfar che guadagna sempre più lettori entusiasti (non per ultimo lo stilista Karl Lagerfeld) e le illustrazioni di Saul Steinberg, vissuto tra Bucarest, Milano e Stati Uniti.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Il trionfo delle matite di Israele
A poche settimane dall’inaugurazione, il Commissario a Expo Francesco Sala racconta a Pagine Ebraiche il dietro le quinte della rassegna che per sei mesi conquisterà per Milano un posto sotto i riflettori: attesi venti milioni di visitatori, otto dall’estero, spiega Sala, che sottolinea anche l’importanza del contributo a Expo di altre organizzazioni, come la Comunità ebraica di Milano, mentre un ruolo centrale sarà quello di Israele, paese all’avanguardia nella tecnologia agro-alimentare cuore della rassegna che avrà come filo conduttore “Feeding the Planet. Energy for Life”. Per il pubblico internazionale del giornale dell’ebraismo italiano anche un’altra novità che arriverà nei primi giorni dell’Expo, l’inaugurazione del nuovo Museo ebraico di Padova, che racconterà la storia e la vita dell’ebraismo in città.
Ancora, un aggiornamento sulle vicende della celebrazione del 25 aprile: l’Associazione nazionale partigiani italiani ha chiesto al Comune di Roma di occuparsi di organizzare la manifestazione nella Capitale, dopo che l’Associazione ex deportati ha deciso di non partecipare all’evento per l’intolleranza dimostrata da alcune organizzazioni nei confronti della presenza della Brigata ebraica.
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pilpul
 Oltremare - Gatti
Ho controllato, e ieri era il Primo novembre, non il Primo di aprile. Non che al ministro dello Stato d’Israele Uri Ariel la cosa possa importare, perchè lui, da buon ebreo, vede solo il calendario ebraico, e le sue priorità nella vita e nella politica sono dettate esclusivamente dalla Halakhah, la legge ebraica. Io invece, nella mia natura imperfetta di cittadina doppia, con passaporti multipli e multiple nazionalità, ho pensato che il suo ministero dell’Agricoltura avesse fatto un bel pesce d’aprile fuori stagione. Invece no, pubblicato con sigilli e firme ufficiali: siccome l’esuberanza riproduttiva di gatti (e cani) in Israele costringe ad atti di crudeltà quali la castrazione chimica, che secondo opinioni rabbiniche sono contro la Halakhah, propone di “trasferire” i suddetti animali in un paese estero che ne accetti la transumanza. Proposte? Non pare che ci sia la fila di ambasciatori fuori dal ministero.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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