
Paolo Sciunnach,
insegnante
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“וְאַבְרָהָם זָקֵן, בָּא בַּיָּמִים; וה׳ בֵּרַךְ אֶת-אַבְרָהָם, בַּכֹּל.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa.
Il termine בכל (con tutto) ha valore numerico 52 che equivale al valore
della parola בן (figlio). Questo indica il valore spirituale che aveva
per Avraham suo figlio Yitzchak. Quello che rimane di un uomo è solo
quanto riesce a trasmettere dei propri valori e insegnamenti di Torah
ai suoi figli. Ma per fare in modo che questo avvenga è necessario
avere dei figli che siano pronti a ricevere questa eredità spirituale.
Solo Yitzchak si era dimostrato all’altezza di questo compito.
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Anna
Foa,
storica
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Difficile
a due giorni dal ventesimo anniversario della morte di Rabin parlare da
queste colonne di altro che quello che la sua morte ha significato per
Israele, per i palestinesi, per tutti noi. E giusta la scelta di Pagine
Ebraiche di dedicare molto spazio a questo anniversario, come bello il
pezzo di David Bidussa e la sua citazione di Weber sulla politica. Fino
a pochi giorni fa, sembrava un anniversario dimenticato, sommerso dal
precipitare a destra della politica del governo israeliano, dal
fallimento di ogni prospettiva di pace. Poi la grande manifestazione di
Tel Aviv, alla presenza di Bill Clinton, uno dei protagonisti di quella
stagione di pace.
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MILANO
- Al cinema Orfeo l'anteprima del film Starting over again del
regista Ruggero Gabbai, prodotto da Elliot Malki, che racconta l'epopea
degli ebrei d’Egitto, dal Cairo a Milano e ad altre parti del mondo. La
proiezione inizierà alle ore 20.00 e l'ingresso è libero.
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Affermazioni antisemite
"Tavecchio se ne vada"
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Ampio
spazio sui giornali per le molte reazioni di sdegno che sono seguite
alle affermazioni antisemite e omofobe del numero uno della Federcalcio
Carlo Tavecchio (per il Corriere della sera, che cita fonti
governative, il primo ministro Matteo Renzi sarebbe “allibito”).
In evidenza in particolare le dichiarazioni del presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha parlato di
“danno d’immagine immenso” per la credibilità dello sport e delle sue
istituzioni. Intervistato da Repubblica, il presidente dell’Unione
dice: “Tavecchio dovrebbe prendere atto con modestia della
inopportunità per se stesso di restare in quella posizione. Dovrebbe
semplicemente dimettersi, e comunque chi di dovere dovrebbe chiederne
le dimissioni”.
“Nel calcio non può esserci spazio per antisemitismo, razzismo e
omofobia. Lo sport italiano dovrebbe pretendere un passo indietro”,
twitta in sintonia la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth
Dureghello. Mentre per l’onorevole Carlo Giovanardi, citato dal
Corriere, l’ondata di sdegno sarebbe stata suscitata dalle “lobby gay”.
I giornali riportano fra l’altro anche le impressioni del presidente
del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello e dell’ex presidente della
Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, che tendono a minimizzare
l’accaduto riconoscendo a Tavecchio di avere operato con amicizia nei
confronti del calcio israeliano.
Ricordando Rabin. Sul Fatto Quotidiano un ampio articolo di Leonardo
Coen, con apertura in prima pagina, ricostruisce la storia dell’ex
premier Yitzhak Rabin, di cui il 4 novembre cade il ventesimo
anniversario dall’assassinio. Ad ucciderlo, ricorda Coen, YgalAmir, “un
militante della destra estremista. Non si è mai pentito del suo gesto.
Anzi, per il 38 per cento degli ultra-ortodossi, è un eroe, secondo
un’imbarazzante inchiesta del quotidiano Ha’aretz”. Il clima che
precedette l’assassinio di Rabin, l’uomo simbolo degli Accordi di Oslo
con i palestinesi, fu caratterizzato da forti tensioni interne, con
settori della destra e del mondo religioso ferocemente contrari
all’accordo, ricorda il giornalista. A ricostruire quel periodo una
mostra alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, “un’esposizione
terribile e drammatica che mostra (e denuncia) quali e quanti
incitamenti all’odio contro Rabin precedettero i due spari fatali”.
Ancora sul Fatto, Furio Colombo prende spunto dall’assassinio di Rabin
per aprire una riflessione – di cui il titolo non appare rispecchiarne
il significato -, sul processo di la pace tra israeliani e palestinesi,
sottolineando che per una parte del mondo “Israele non deve esistere, e
questa colpa non si mitiga governando meglio. Israele deve scomparire e
basta. Per questo è un errore continuare a pensare che la questione si
risolva fra i due popoli, uno dei due popoli (non proprio i palestinesi
ma l’immenso, ricchissimo mondo arabo, che tiene i palestinesi privi di
tutto affinché siano affamati e pronti a combattere) ha detto no fin
dal primo giorno”.
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israele
La corsa per l'accordo sul gas
Alla
saga del gas israeliano si aggiunge un altro capitolo con le dimissioni
del ministro dell'Economia Aryeh Deri, leader del partito religioso
Shas. Il suo passo indietro apre le porte al Premier Benjamin
Netanyahu, che ne prende il posto all'Economia, per approvare l'accordo
quadro sulla gestione dei giacimenti di gas a largo delle coste
israeliane, un documento al centro del dibattito politico nel Paese e a
cui Deri si era rifiutato di dare il proprio benestare. L'ultima
versione dell'accordo, stipulato con l'americana Noble Energy e
l'israeliana Delek group, si propone di mitigare la posizione di
monopolio delle due le società e di consentire lo sviluppo della
riserva di gas Leviathan. Una posizione di monopolio che, nonostante le
modifiche, era stata criticata dalla commissione anti-trust, che
chiedeva misure più stringenti. Da qui la richiesta del governo a Deri
di utilizzare il potere a disposizione del ministro dell'Economia per
aggirare il veto dell'anti-trust. Un potere che il leader di Shas si è
rifiutato di esercitare e che ha portato alle sue dimissioni, decise
comunque in sintonia con il Premier Netanyahu (in cambio della rinuncia
del ministero economico, infatti, Deri ha ottenuto l'incarico di
ministro delle Periferie). Ora sarà il Primo ministro a portare avanti
il discorso e l'accordo nei prossimi giorni dovrebbe arrivare alla
Commissione economica della Knesset per la prima valutazione. La
premura di Gerusalemme, e di Netanyahu in primis, è quella di
accelerare il più possibile la ratifica in modo da portare avanti il
progetto – già in grande ritardo rispetto alla tabella di marcia – di
sviluppo dei giacimenti e di esportazione del gas a Paesi terzi. Come
spiega sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione l'economista
Aviram Levy, a sparigliare le carte israeliane ci ha pensato la recente
scoperta, da parte dell'italiana Eni, di un gigantesco giacimento di
gas a largo delle coste egiziane.
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qui parigi - IL CONVEGNO NAZIONALE DEL CRIF
Il domani degli ebrei di Francia
“Il
mondo è diventato matto?” “Mondo ebraico, un villaggio gallo?” Puntano
a destabilizzare le domande che ha voluto porre il Conseil
Représentatif des Institutions Juives de France – l’organizzazione
ombrello rappresentativa di tutte le istituzioni ebraiche d’oltralpe –
in occasione del suo sesto Convegno nazionale, svoltosi nelle scorse
ore a Parigi alla presenza di 1500 persone. Il grande ritrovo annuale
ha riunito intellettuali, politici, leader spirituali ed esperti per
discutere di tutti gli argomenti che riguardano l’attualità e la
quotidianità del mondo ebraico. Domande addirittura volutamente
provocatorie secondo il ministro dell’Interno francese Bernard
Cazeneuve, il cui lungo intervento ha chiuso la giornata di lavori. “La
varietà di risposte degli intervenuti nel corso della giornata – ha
affermato – dimostra la grande sensibilità e allo stesso tempo
molteplicità di voci del mondo ebraico, che possiede quella che mi
piace chiamare una cultura della vivacità”. Oltre a lui, tra le varie
persone che si sono alternate nelle venticinque tavole rotonde della
giornata, è intervenuto anche il ministro della Città, della Gioventù e
dello Sport Patrick Kanner. “Di fronte alla minaccia estremista e
all’antisemitismo, troviamo la forza di fare di ogni giorno un 11
gennaio”, il suo appello a riscoprire i valori della Repubblica,
proprio come quella domenica in cui milioni di francesi sono scesi in
piazza a pochi giorni dagli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e
all’Hypercacher di Porte de Vincennes. Due tragedie la cui eco risuona
ancora forte e ricorrente nel dibattito delle istituzioni ebraiche del
paese, che tuttavia guardano al futuro con positività: il tema
dell’edizione del Convegno di quest’anno era infatti “Domani gli ebrei
di Francia”.
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INFORMAZIONE - PAGINE EBRAICHE DI NOVEMBRE
Grandi pagine, misteri irrisolti
Un
mese sul filo delle domande e degli enigmi. Personaggi ambigui e
misteri irrisolti, ma anche grandi intellettuali raccontati da diversi
punti di vista. Tra i protagonisti del numero di novembre di Pagine
Ebraiche in distribuzione, lo scrittore e germanista Claudio Magris. Un
confronto serrato dedicato al suo ultimo libro, Non luogo a procedere
(Garzanti editore), tra le cui pagine si dipanano molti interrogativi
intorno a Diego De Henriquez, collezionista triestino che raccolse
centinaia reperti di guerra e trascrisse le iscrizioni ritrovate nella
Risiera di San Sabba e sulla cui tragica morte non si smette di
indagare. Su De Henriquez, i diari e le teorie del complotto intorno
alla sua fine hanno poi lavorato lo storico Gustav René Hocke, il
giallista Veit Heinichen e il colonnello in congedo Vincenzo Cerceo.
Primo Levi, di cui è in uscita uscita l’edizione americana dell’opera
completa, è invece il protagonista dell’ultimo titanico lavoro del
critico Marco Belpoliti. Il libro, intitolato Primo Levi. Di fronte e di profilo
(Guanda editore) e incentrato su una visione prettamente letteraria
dell’autore torinese, viene recensito da Alberto Cavaglion e Claudio
Vercelli.
Gli eroi dei fumetti si muovono poi tra le pagine del dossier curato da
Ada Treves “Comics & Jews”. Realizzato in occasione del Lucca
Comics & Games, lo speciale di Pagine Ebraiche porta fortuna al
festival del fumetto: dopo aver predetto la vittoria del premio Gran
Guinigi a Walter Chendi e Rutu Modan, quest’anno il prestigioso
riconoscimento è stato infatti assegnato all’israeliano Asaf Hanuka,
protagonista del dossier e animatore a Lucca di un incontro organizzato
proprio da Pagine Ebraiche. “Comics & Jews” mette in luce anche
l’autore del fortunato Gatto del rabbino Joann
Sfar che guadagna sempre più lettori entusiasti (non per ultimo lo
stilista Karl Lagerfeld) e le illustrazioni di Saul Steinberg, vissuto
tra Bucarest, Milano e Stati Uniti. Leggi
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Il trionfo delle matite di Israele
A
poche settimane dall’inaugurazione, il Commissario a Expo Francesco
Sala racconta a Pagine Ebraiche il dietro le quinte della rassegna che
per sei mesi conquisterà per Milano un posto sotto i riflettori: attesi
venti milioni di visitatori, otto dall’estero, spiega Sala, che
sottolinea anche l’importanza del contributo a Expo di altre
organizzazioni, come la Comunità ebraica di Milano, mentre un ruolo
centrale sarà quello di Israele, paese all’avanguardia nella tecnologia
agro-alimentare cuore della rassegna che avrà come filo conduttore
“Feeding the Planet. Energy for Life”. Per il pubblico internazionale
del giornale dell’ebraismo italiano anche un’altra novità che arriverà
nei primi giorni dell’Expo, l’inaugurazione del nuovo Museo ebraico di
Padova, che racconterà la storia e la vita dell’ebraismo in città.
Ancora, un aggiornamento sulle vicende della celebrazione del 25
aprile: l’Associazione nazionale partigiani italiani ha chiesto al
Comune di Roma di occuparsi di organizzare la manifestazione nella
Capitale, dopo che l’Associazione ex deportati ha deciso di non
partecipare all’evento per l’intolleranza dimostrata da alcune
organizzazioni nei confronti della presenza della Brigata ebraica.
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Oltremare
- Gatti |
Ho
controllato, e ieri era il Primo novembre, non il Primo di aprile. Non
che al ministro dello Stato d’Israele Uri Ariel la cosa possa
importare, perchè lui, da buon ebreo, vede solo il calendario ebraico,
e le sue priorità nella vita e nella politica sono dettate
esclusivamente dalla Halakhah, la legge ebraica. Io invece, nella mia
natura imperfetta di cittadina doppia, con passaporti multipli e
multiple nazionalità, ho pensato che il suo ministero dell’Agricoltura
avesse fatto un bel pesce d’aprile fuori stagione. Invece no,
pubblicato con sigilli e firme ufficiali: siccome l’esuberanza
riproduttiva di gatti (e cani) in Israele costringe ad atti di crudeltà
quali la castrazione chimica, che secondo opinioni rabbiniche sono
contro la Halakhah, propone di “trasferire” i suddetti animali in un
paese estero che ne accetti la transumanza. Proposte? Non pare che ci
sia la fila di ambasciatori fuori dal ministero.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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